James Sallis è un vero e proprio poeta del noir, con la sua prosa solida e lirica allo stesso tempo, capace come pochi di raccontare i misteri dell’animo umano. E ancora una volta fa centro con questo IL BOSCO MORTO, proposto dall’editore Giano, su cui svetta la figura del silenzioso Turner, alle prese con i fantasmi che si trascina dentro.
Il bosco morto, di James Sallis
Turner è un veterano del Vietnam, ex agente di polizia, ex detenuto, una laurea in psicologia ottenuta dietro le sbarre. Un uomo che, uscito dal carcere ha deciso di lasciarsi alle spalle tutte le sue passate esistenze per rifugiarsi in una capanna nei boschi che circondano una sperduta cittadina rurale del Tennessee. Un uomo che trascorre le sue giornate nel tentativo e nella speranza di farsi dimenticare dal mondo. Un uomo misterioso e sconosciuto, a se stesso e agli altri, oppresso da un fardello inconfessabile che, un pezzo alla volta, deve essere riportato in superficie per essere esorcizzato.
Un giorno riceve la visita dello sceriffo del luogo, in cerca di aiuto nel tentativo di risolvere l’assurdo e rituale omicidio di un vagabondo. Lo sceriffo si presenta con una bottiglia del miglior Bourbon e riesce a indurre Turner a uscire dal suo volontario isolamento.
Qual è la ragione che spinge uno sceriffo in carica a chiedere il parere di un ex poliziotto che ha scontato undici anni di galera? Qual è il segreto di Turner? Chi si nasconde dietro quel misterioso omicidio? Come tutti i personaggi di Sallis, Turner non è un detective di maniera. È un duro ma prima di tutto un libero pensatore, un ruvido solitario che annichilisce di “amore e deferenza” al cospetto di un vecchio banjo o di un bosco di cipressi.
Romanzo di impressionante forza, Il bosco morto, apparso tempo fa in Italia col titolo Cypress Grove Blues è un noir classico che indaga i grandi temi della condizione umana; un romanzo dove risuona la voce, ormai matura e sempre riconoscibile, di uno dei maggiori scrittori americani di oggi.
Rispondi