Se cercate la trama avvincente, il giallo all’inglese o all’americana, l’investigazione e le deduzioni, evitate questo libro. Se invece desiderate calarvi nei luoghi e nelle atmosfere che possono suscitare luoghi come il Tras Os Montes, la regione più rurale del Portogallo, Porto, le Azzorre, altri angoli di Cuba o del Messico, troverete pane per i vostri denti nei gialli di Francisco Josè Viegas. E gustare le impressioni personali che i due umanissimi protagonisti sviscerano ai lettori, Jaime Ramos e Felipe Castanheira, con il loro dolce ritornare ad un passato spazzato via da un incerto presente, da un difficile da prevedere futuro, con i loro sogni e le loro inquietudini.
Francisco Jose Viegas, Un cielo troppo blu, Nuova Frontiera
Amélia, Aurora, Lia, Luisa, Victoria. Questa è una storia di donne e di vendette. E magari non ha nulla a che vedere con ciò che Jaime Ramos ha sempre fatto: occuparsi dei morti e inseguire i vivi. Potrebbe essere una faccenda semplice. Non c’entra neanche la politica o la droga. Si tratta solo di fare un favore a qualcuno del Ministero. Un’indagine accurata, rapida e discreta. Una missione facile, forse, se solo Ramos non considerasse l’ottimismo il peggior difetto degli uomini ridicoli. Però c’è bisogno che se ne occupi il migliore ispettore della polizia di Porto. Anche se fa molto caldo e il campionato è quasi finito, anche se Rosa ha cominciato la sua dieta e Jaime Ramos sarà costretto a seminare la nostalgia, che inesorabile lo aspetta a Cuba travestita da rivoluzione, e la malinconia di un amore che lo farà sentire vecchio e stupido. Quasi vecchio e stupido.
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