Venerdì 23 gennaio alle ore 18 presso la libreria TRAME in via Goito 3c a Bologna,
BOHUMIL Edizioni presenta il libro
“La poesia è una religione” di Jean Robaey
Dialoga con l’autore Alberto Bertoni.
Dopo “Il movimento della poesia” di Salvatore Jemma (2008), Bohumil propone un secondo testo di riflessione: è di Jean Robaey e ha per titolo “La poesia è una religione”.
Da antichissimi libri sacri a pagine fresche di stampa, o appena prodotte e ricevute da mano amica: un testo con pochi punti fermi e alcuni riferimenti, autori e voci, sicuri. È il libro di un poeta che parla della poesia, tra la confessione e la critica militante. Attraverso brevi riflessioni e alcuni saggi, l’autore propone la sua visione della poesia (meglio sarebbe dire: “la sua fede nella poesia”), e lo fa riprendendo passi in sanscrito, ebraico, greco, arabo, cinese… richiamando Mallarmé, Ungaretti, Virgilio, Jaccottet, Van de Woestijne, Sereni e Roversi, ma anche i poeti suoi amici di oggi. Il libro rivela un fragile equilibrio tra le parti apparentemente leggere e quelle più lunghe e insistite, più vicine al saggio tradizionale; l’equilibrio non sempre riesce a spegnere una dura polemica sottesa, ancorché tenuta a bada. Con un’apertura al diverso (verificabile nell’atto della traduzione) se non al nuovo sempre attenta. Un autocontrollo ironico? O non invece una profonda debolezza? “La poesia che amo e che voglio, che cerco, non accetta le cose così come sono ma vi si ribella sempre. Come se avesse senso farlo, come se servisse a qualcosa… O meglio ha senso farlo perché lo fa con il suo mezzo (la parola) e col fine di raggiungere la bellezza (il culto di tale sentimento sostituisce la religione o costituisce la propria religione). Sapete già qual è la cosa che meno si accetta”.
Jean Robaey, nato in Belgio nel 1950, vive in Italia dal 1969, risiede a Modena, insegna Letteratura francese e Lingua e letteratura nederlandese all’Università di Ferrara. Ha pubblicato libri di poesia (vedi i 7 volumi de l’epica. le sette giornate, Bohumil) e di prosa, di critica e di traduzione (tra cui, dal nederlandese di Ben Cami e ancora con Bohumil: Dalla Terra di Nod e Dittico nordico, 2006 e 2007).
È inoltre presente in diverse antologie.
È stato redattore de “Gli immediati dintorni” e di “Frontiera”.
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