Si chiamano Slavenka Drakulic, Ismail Kadarè, Alexandar Hemon, Biljana Srbljanovic, Drago Jancar, Miljenko Jergovic, nomi che dovrebbero dire qualcosa al lettore italiano più attento, autori della Ex Jugoslavia e di area balcanica che insieme ad altri hanno dato vita ad una raccolta di racconti volta a dare luce agli anni bui che hanno insanguinato e annichilito un Paese a noi vicino.
L’altro accanto a noi (pp. 370, euro 10,40), Mondadori
Cosa sappiamo della vita nei Balcani? Dalla fine dello Stato iugoslavo in poi, il sud-est dell’Europa è diventato sinonimo di guerra, violenza, odio etnico, muri invalicabili tra le persone. Ma siamo sicuri che quest’immagine rifletta la realtà, o non rispecchi piuttosto i nostri pregiudizi? Il vicino di casa, per chi abita in quei martoriati territori, è amico o nemico? A questa domanda rispondono ventidue scrittori; i loro testi sono riuniti in questa antologia di racconti, memorie e brevi saggi, pubblicata contemporaneamente in cinque paesi per offrire uno spaccato fedele di cosa significa la vita quotidiana nella regione più calda d’Europa.
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