Toni Morrison, prima scrittrice afroamericana a ricevere il Premio Nobel per la letteratura nel 1993, dopo anni di assenza dalle scene letterarie torna a parlare di un argomento a lei caro, la schiavitù. Se in Amatissima l’atto estremo d’amore di una madre per la figlia la portava a conseguenze estreme, in questa sua nuova fatica, classificata dal New York Times come uno dei migliori libri del 2008, l’amore filiale si estrinseca in un diverso modo. Una autrice davvero degna del Premio Nobel, che anche in questa occasione mette in mostra tutte le sue qualità letterarie!
Il dono , Toni Morrison, Frassinelli
Florens è una ragazzina con “le mani di una schiava e i piedi di una signora portoghese”, sa leggere e scrivere, le piacciono le scarpe dei grandi, ama con trasporto sua madre e vive in una squallida capanna. E figlia di una schiava e forse del padrone, proprietario di una piantagione nel Maryland cattolico. Un giorno nella fattoria giunge Jacob, commerciante e avventuriere angloolandese con una piccola proprietà nell’aspro Nord, che è passato a riscuotere un debito. Il padrone gli offre la schiava, ma in un attimo lei, che ha colto negli occhi dell’uomo un lampo di bontà, lo convince a prendersi la piccola Florens, certa che avrà un futuro migliore. Malgrado la riluttanza a trattare “carne umana”, Jacob accetta la bambina come indennizzo e la porta con sé. Da quel giorno, e per tutta la vita, Florens cercherà invano di colmare il vuoto dell’abbandono materno con l’amore di altri: prima quello di Lina, un’altra serva nella tenuta del nuovo padrone, la cui tribù è stata sterminata dal vaiolo; poi quello della loro padrona, Rebekka, a sua volta vittima dell’intolleranza religiosa in Inghilterra; di Sorrow, una strana ragazza che ha trascorso l’infanzia in mare; e poi, diventata grande, quello di un fabbro africano, forte e libero, che non ha mai conosciuto la schiavitù. Ma Florens ignorerà sempre che quell’abbandono non è stato altro che un gesto di misericordia, un atto di salvezza, l’estremo straziante dono di sua madre.
Sono l’addetta stampa delle Edizioni Libreria Croce. Mi piacerebbe inviarvi schede e cover delle nostre pubblicazioni più interessanti. Come fare?
Cordiali saluti
Silvana Pedrini
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In Toni Morrison è ricorrente il tema della madre che dà e toglie la vita, che semina la pianta e poi la abbandona a un destino incerto. Incerto, sì, ma sempre meno atroce di una schiavitù annunciata. Bel lontana dai sentimentalismi in cui è facile cadere, quando si narrano le vicissitudini dei negri d’america prima dell’abolizione della schiavitù, la Morrison ricorre a una visione atroce dell’amore: l’amore che abbandona per proteggere, l’amore che genera odio nell’amato, solo perché è difficile capire che l’amore è libertà e, nel caso della Morrison, che una madre deve garantire a tutti i costi l’affrancamento dalla schiavitù ai propri figli.
Al di là del linuaggio serrato, scarno e dritto al cuore, la Morrison offre storie che rasentano l’assurdo (vedi Beloved) in cui chi ama è costretto a lottare contro il destino con la sua stessa arma: la crudeltà.
Silvana Pedrini