Nove racconti politicamente poco corretti di un autore divertente da non dimenticare!
Woodehouse, La mossa del vescovo, Guanda
Il signor Mulliner riunisce in sé due doti essenziali: oltre a vantare una famiglia tanto numerosa quanto singolare, è un instancabile affabulatore. Con il racconto delle gesta di nipoti, fratelli e lontani cugini il signor Mulliner intrattiene gli avventori del Riposo del Pescatore. Ne risulta una galleria di figure improbabili, ma a loro modo esilaranti: dal giovane George, appassionato di enigmistica che non sa come corteggiare la figlia del pastore, a Wilfred, inventore di prodotti cosmetici dagli effetti bizzarri; da Augus – tine, un brillante curato in grado di risolvere i problemi di un vescovo burlone, a James, scrittore di romanzi polizieschi, convinto misogino e nemico di ogni sentimentalismo letterario; dal sognatore Lancelot, poeta con un futuro insospettato da attore hollywoodiano, a Cla – rence, fotografo dell’alta società ossessionato dalla bellezza.
Ognuno di loro, con esiti diversi, incarna un messaggio preciso, ennesima variazione sul tema del lieto fine così caro a Wodehouse: «Dopotutto cosa c’è di più grande al mondo dell’amore? Amore… amore, sì, esiste forse parola più bella?»
I GIUDIZI
Wodehouse ha creato un mondo affiché ci potessimo vivere e divertirci… Un mondo idilliaco, che non morirà mai.
Evelyn Waugh
UN BRANO
“Quando entrai al Riposo del Pescatore vidi due uomini seduti. Uno di loro, lo dedussi dalla voce bassa e agitata e dall’ampio gesticolare, stava raccontando all’altro una storia. Non riuscii a sentire nulla se non un occasionale «Il più grosso che abbia mai visto in vita mia!» e «Esattamente grande così», ma in posti simili non è difficile immaginare il resto; perciò quando il secondo uomo, cogliendo il mio sguardo, mi strizzò l’occhio con aria complice e umoristicamente afflitta, gli rivolsi un sorriso di comprensione. Quel gesto ebbe l’effetto di stabilire un legame tra noi, e così, quando il narratore ebbe concluso il suo racconto e se ne andò, l’uomo venne al mio tavolo quasi in risposta a un invito formale. «Che razza di bugiardi sono certi uomini» disse in tono affabile. «I pescatori» azzardai io «sono per tradizione poco amanti della verità.» «Lui non è un pescatore» ribatté il mio compagno. «E’ il nostro medico condotto. Mi stava raccontando del suo ultimo caso di idropisia. E comunque» mi dette un colpetto deciso sul ginocchio, «lei non deve assolutamente cadere nel solito equivoco sulla credibilità dei pescatori. La tradizione li ha diffamati. Io stesso sono un pescatore e non ho mai detto una bugia in vita mia.»
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