Nel 1955 la situazione politica era quanto mai turbolenta in Argentina: proprio in quell’anno è ambientato un gran libro della letteratura sudamericana, che viene ora riproposto in edizione integrale da Einaudi. Un libro che contiene tante vicende, un grande romanzo moderno dalla lettura non semplice, dallo stile inconfondibile. Così lo definisce Claudio Magris: “Sopra eroi e tombe (1961), il capolavoro – insieme al Grande Sertão di Guimarães Rosa, il più grande romanzo sudamericano e uno dei grandi libri del secolo – dove c’ è tutto, la tenerezza e la crudeltà, la memoria epica e la lacerazione feroce, lo struggimento amoroso, il sacrificio, la follia più tenebrosa, la coralità storica e la solitudine”
Ernesto Sabato, Sopra eroi e tombe, Einaudi
«Il più grande romanzo sudamericano, uno dei grandi libri del Novecento».
Claudio Magris
Per la prima volta tradotto integralmente, Sopra eroi e tombe è una storia d’amore, mistero e follia che passa attraverso le vicende dei singoli personaggi (alcuni, come Alejandra, indimenticabili), quelle di una famiglia «maledetta», quelle di alcune fasi della storia argentina. È soprattutto un romanzo che racconta l’inestricabile compresenza nella vita di luce e buio, di sentimenti radiosi e perversioni, di lunghe angosce e attimi di felicità.
Un libro che mescola tutti i generi romanzeschi, dal gotico al sentimentale, dal filosofico alla satira sociale, ma che alla fine può essere classificato solo, come ha scritto Gombrowicz, «nel genere sospetto di quei romanzi che si leggono d’un fiato e quando li abbiamo finiti ci si accorge che sono le quattro del mattino».
Alejandra è una ragazza affascinante ma enigmatica e scostante. Epilettica, sonnambula, sembra possedere attitudini paranormali, oppure è solo agitata da forze più grandi di lei, che non riesce, o non vuole, dominare.
E nasconde un inconfessabile mistero.
Martín, invece, è un innamorato possessivo e un po’ noioso. Per lui stare con Alejandra è un’esperienza sconvolgente in tutti i sensi, che lo può portare dall’estasi all’angoscia in pochi minuti.
Bruno è un intellettuale dal carattere contemplativo, tendente alla malinconia e al rimpianto, alla ricerca di un’impossibile saggezza.
Fernando è un paranoico ossessionato dall’idea che tutti i ciechi facciano parte di una setta demoniaca destinata alla conquista del mondo. Percorre il suo viaggio nei territori del male e della perversione con la più raffinata e paradossale lucidità.
Ma tutta la sua famiglia, gli Olmos, depositari di antichi valori, sono toccati dalla tara della follia e del decadimento. In attesa di una tragica e spettacolare purificazione.
così Saramago parla di Sabato:
http://quadernodisaramago.wordpress.com/2009/06/24/sabato/
Quasi cento anni, novantotto precisamente, sono quelli che oggi compie Ernesto Sabato, il cui nome ho sentito per la prima volta al vecchio Café Chiado, a Lisbona, nei lontani anni 50. Lo pronunciò un amico che stava orientando i suoi gusti letterari verso le allora poco conosciute letterature sudamericane, mentre noi, gli altri membri della cerchia che si riuniva lì a tardo pomeriggio, preferivamo, quasi tutti, la dolce e allora ancora immortale Francia, a parte qualche eccentrico che si vantava di conoscere a mena dito quello che si scriveva negli Stati Uniti. A questo amico, poi perso nel tempo, devo la prima curiosità che mi ha portato poi a nomi come Julio Cortázar, Borges, Bioy Casares, Astúrias, Rómulo Gallegos, Carlos Fuentes, e tanti altri che si accavallano nella memoria quando li richiamo. E c’era Sabato . SEGUE SUL SITO
[…] Sopra eroi e tombe di Ernesto Sabato. Il libro è una storia d’amore, mistero e follia che passa attraverso le vicende di una famiglia «maledetta». È soprattutto un romanzo che racconta l’inestricabile compresenza nella vita di luce e buio. Un libro che mescola tutti i generi romanzeschi, dal gotico al sentimentale, dal filosofico alla satira sociale. Può essere classificato solo, citando Gombrowicz, «nel genere sospetto di quei romanzi che si leggono d’un fiato e quando li abbiamo finiti ci si accorge che sono le quattro del mattino». [continua ] […]