È esistito veramente, Jean Jacques ne accenna brevemente nelle sue Confessioni: Francois Rousseau diventa il protagonista di un ottimo romanzo inventato dal genio artistico di Stephane Audeguy. («Non menerò il can per l’aia: questo è il miglior romanzo pubblicato in Francia quest’anno, una meraviglia sia in termini di stile che d’immaginazione» ha dichiarato Michel Tournier). La prosa dell’autore è deliziosa, la scrittura è limpida e lo stile è capace: ne esce un ritratto formidabile dell’epoca dei Lumi, non semplicemente estetica o acritica (anzi!), di alcuni dei suoi personaggi principali, delle formidabili lotte che si stanno accendendo con l’Ancient Regime. Ma le suggestioni non finiscono qui: vi troverete la contrapposizione tra i fratelli, la crescita della personalità e del carattere del protagonista a rendere singolare e importante questo romanzo, finalista al Prix Goncourt, al Prix Femina, e al Prix Medecis.
Stephane Audeguy, Mio fratello Rousseau, Fazi
Nato da una breve nota delle “Confessioni”, nella quale Jean-Jacques Rousseau menziona brevemente un fratello maggiore costretto all’esilio
e alla fuga, questo romanzo è un omaggio immaginario a un parente dimenticato. Ma è anche un viaggio, irriverente e singolare, nella Francia del secolo dei Lumi, in pieno risveglio democratico, nella quale scienza e libertinaggio scoprono armi comuni contro i capisaldi religiosi e politici dell’Ancien Regime; ed è la storia dell’iniziazione alla vita di Francois Rousseau, alter ego e cattiva coscienza dell’Illuminismo e delle sue ardite mitografie della ragione. Apprendista orologiaio e inserviente in una casa di piacere, inventore di automi che riproducono funzioni fisiologiche e sessuali e organizzatore di conventicole orgiastiche, amico di de Sade – scoppio della rivoluzione li sorprenderà entrambi prigionieri nella Rastiglia – e sostenitore dell’emancipazione femminile, Francois è un personaggio proteiforme e volitivo, felicemente immune da rimorsi o colpe in un tempo in cui il rovesciamento dei ruoli divenne la regola e non l’eccezione, la sostanza del viver comune e non una curiosa avventura individuale.
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