una grande signora delle lettere, Joyce Carol Oates ( “Dark Lady of American Letters,” viene a volte definita) , incanta con Uccellino del paradiso, Mondadori. La violenza degli uomini, il disgregarsi di una famiglia, le disparità di classe e le ipocrisie danno vita a un potente quadro di provincia americana, in un piccolo paese dal nome emblematico, Sparta.
Dalla prima pagina il ritmo narrativo della signora Oates inchioda il lettore, con la sua prosa e la sua “presa diretta” sulle vite delle sue protagoniste, con la fitta rete di relazioni che riesce a creare tra esse in questa vicenda di crimine senza punizione
Joyce Carol Oates, L’uccellino del Paradiso, Mondadori
Un uomo e la sua storia. La storia di una parte della sua vita. L’ultima, forse. Una storia che inizia con la telefonata di una sconosciuta che gli dà appuntamento in un’aula di tribunale. L’aula di tribunale in cui qualcuno la uccide insieme al suo cliente, imputato per traffico di droga, e a due poliziotti. Un assassino a volto scoperto che dopo aver sparato, davanti a tutti, si toglie la vita. Comincia qui, la storia. Da quelle pallottole in un’aula di giustizia. E da una parola sussurrata all’orecchio, un istante prima di morire. Tre sillabe, sei lettere. Un nome. Solara. La prima tessera di un domino al contrario o l’ennesima tappa di qualcosa che si è messo in movimento molto tempo fa. Forse, il giorno in cui ha sentito quel nome, l’uomo avrebbe dovuto lasciar perdere. Forse, oggi che racconta, sa che avrebbe dovuto lasciar perdere. Ma ormai è tardi. Ormai è accaduto e non resta che far sapere quello che è successo. Che quelle tre sillabe, sei lettere, quel nome lo riporta di colpo al pomeriggio in cui sua moglie perde la vita in un incidente stradale. E ancora più indietro, a un giorno di un’estate siciliana in cui una bomba fa saltare per aria in un cortile di Palermo la vita di un magistrato e quella della sua scorta. Venticinque anni di coincidenze racchiuse in un’esplosione. La scatola magica in cui un potere nuovo trova le radici della sua fondazione. Radici antiche, che vanno ancora più indietro. Radici lontane, che sono altre tessere dello stesso domino. Fino ad arrivare alla prima. Quella che regge la catena. Quella che nessuno, nel Paese delle storie dimenticate, deve sapere chi tiene in mano.
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