Rana Dasgupta è nato a Canterbury ,cresciuto a Cambridge. Ha studiato Letteratura francese , pianoforte ad Aix-en-Provence, Communication Arts all’University of Wisconsin-Madison. Ha lavorato a Londra, poi a Kuala Lumpur, e infine a New York. , periodo durante il quale ha abbozzato il progetto di un ciclo di storie sulle città contemporanee. Nel 2001 si è trasferito a Delhi per dedicarsi interamente alla scrittura. Il suo primo libro è stato Tokyo Cancelled , seguito da Solo, vincitore del Commonwealth Prize,appena pubblicato da Feltrinelli. Se non è un autore globale questo! E anche da tenere d’occhio, aggiungiamo noi!
Ci troviamo davanti un testo importante, uno scrittore che ha l’ardimento e la forza propositiva di un progetto di ampio respiro, e non è poco di questi tempi. Riesce a raccontarci la Storia e le storie degli uomini,la vita e l’amore, la cultura e la politica, la nascita delle ideologie e il loro esaurirsi, le tragedie dell’umanità e quelle personali, l’arte e la criminalità organizzata. Attraverso gli occhi del suo protagonista, Ulrich, sfila un secolo e un mondo: siamo in Bulgaria, e il Novecento non è stato certo avaro di accadimenti!
Rana Dasgupta, Solo, Feltrinelli
Con audacia immaginifica e brillantezza lirica, Rana Dasgupta dipinge il ritratto di un secolo attraverso la storia di un everyman bulgaro, Ulrich, cieco e centenario, raccontando la sua esistenza ma soprattutto i suoi sogni, le vite che non ha vissuto.”Solo conferma Rana Dasgupta come il più inaspettato e originale scrittore indiano della sua generazione.” Salman Rushdie.
Il libro
Diviso in due movimenti, Solo racconta la vita e i sogni di Ulrich, un chimico bulgaro nato nella prima decade del Ventesimo secolo.
Nel primo movimento del romanzo Ulrich, ormai cieco e vecchissimo, chiuso in un anonimo appartamento di Sofia, si abbandona ai ricordi e rievoca la sua vita. Figlio di un ingegnere ferroviario, poco più che bambino, Ulrich ha due grandi passioni: il violino e la chimica. Negatagli la prima dal padre, parte per la Berlino di Einstein e Fritz Haber per approfondire la seconda. Ma i suoi studi sono interrotti quando la fortuna di famiglia si estingue e deve tornare a Sofia per aiutare i genitori. Non lascerà più la Bulgaria. Le ambizioni professionali che gli rimangono sono seppellite prima dall’avvento del comunismo e poi da quello del capitalismo selvaggio. Quella di Ulrich è una vita fallimentare, ma, avvicinandosi alla fine, si rende conto di come le frustrazioni della sua esistenza siano state un terreno fertile per la creazione di una vita sognata. E sono questi sogni che vanno a comporre la volatile seconda parte del libro.
Nel secondo movimento, in un rapido balzo dal passato al presente, da vite vissute a vite fantasticate, Dasgupta segue i figli immaginari di Ulrich, che, pur nati nel comunismo, si fanno strada in un mondo post comunista fatto di celebrità e violenza: Boris, musicista bulgaro nato poverissimo che diventa una star mondiale; Khatuna, sensualissima giovane moglie di un boss della mafia georgiana costretta alla fuga dopo l’omicidio del marito, e suo fratello Irakli, poeta. Personaggi e moventi s’intrecciano con il ritmo del sogno dietro alle palpebre dell’anziano narratore che vede i suoi figli sognati, variazioni sul tema della sua vita, tentare di vivere come a lui non è riuscito.
Grazie al sapiente intreccio di scienza ed emozioni, vecchio e nuovo mondo, reale e immaginato, Solo si rivela un’opera di grande virtuosismo e fascino visionario.
Letto. Credo sia stato tempo perso. Storie banali, intrecci causali, qualche errore. Personaggi superficiali senza anima. La solita europa dell’est non conosciuta ma presentata, al solito, con tutto il conformismo possibile. Se questa è letteratura moderna, beato l’ottocento.