IL PRIMO APPUNTAMENTO DEL NUOVO ANNO. Con Dario Criserà, per il compleanno di Atlantide, abbiamo raggiunto quota 60 eventi nel corso del 2018. (per le foto, vi rimandiamo alla nostra pagina fb, https://www.facebook.com/libreria.atlantide. Qualcuno ospitato in libreria, altri realizzati in collaborazione con altre realtà, biblioteche, associazioni. In diversi casi siamo stati solo il bookshop dell’iniziativa, o abbiamo fornito in conto vendita i volumi. Un impegno notevole, sopratutto per quelli realizzati tra le mura di Atlantide. Ora, pausa. (anzi, no, un evento esterno ci attende a Pianoro, per BiblioIncanto). Gli incontri in libreria riprenderanno venerdì 8 febbraio, e sarà per noi molto importante, prendete nota. Con Roberto Matatia, per parlare de I VICINI SCOMODI:
Storia di un ebreo di provincia, di sua moglie e dei suoi tre figli negli anni del fascismo, La Giuntina
È l’estate del 1938. Nissim è un ebreo greco, da pochi anni trasferitosi in Italia. Le sue capacità gli hanno permesso di raggiungere la tranquillità economica. L’apice del suo successo è una casa di mattoni rossi che sorge nella via più elegante di Riccione, di fronte alla spiaggia e, soprattutto, a pochi metri dalla villa dell’uomo più potente dell’epoca: il Duce. Una posizione ambita e invidiata da uomini di potere, fossero gerarchi o industriali. Mentre l’estate prosegue fra feste, ricevimenti, vita di spiaggia, l’atmosfera, per gli ebrei, comincia a farsi pesante. Una vicinanza così evidente di una famiglia di ebrei alla residenza di Mussolini è decisamente inopportuna. Così, sempre più insistenti iniziano le pressioni degli sgherri del regime sul povero Nissim affinché venda la villa. Nissim resiste disperatamente, finché le leggi razziali non cadono come una mannaia anche su di lui. Le minacce di violente ritorsioni costringono la famiglia a cedere per pochi soldi la famosa villa e a cercare di sopravvivere nella condizione di paria in cui la legislazione razziale li ha ridotti.
La figlia Camelia ci ha lasciato una preziosa testimonianza di quegli anni: alcune lettere giunte fino a noi in modo fortunoso. L’innocenza dell’adolescenza è più forte della crudeltà del mondo adulto e, pur vivendo in un mondo sconvolto dall’odio e dalle violenze verso la sua «razza», Camelia ci racconta i suoi sogni e i suoi progetti, ma anche il suo tormento per la famiglia, fino all’ultima lettera d’addio, scritta al suo amato, pochi istanti prima di essere portata via per quello che sarà il suo ultimo viaggio.
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