RECENSIONE.
“Laura passava giornate intere seduta nei boschi, dove le colombelle tubavano di piacere tra i rami”
Ci sono delle costanti nei due lavori pubblicati da Adelphi di Sylvia Townsend Warner, ne “Lolly Willowes” la protagonista decide di partire per un luogo lontano e sconosciuto, da cui sente provenire un forte richiamo, senza darsi spiegazione del perché. Ne “Il cuore vero” una ragazza uscita da uno dei tristi orfanotrofi che hanno popolato il nostro immaginario letterario lascia la fattoria in cui dovrebbe trascorrere una vita da serva per seguire il richiamo del cuore, un giovane biondo dal cuore sensibile chiamato “l’idiota” dalla gente. In una sorta di rivisitazione del mito di Amore e Psiche, servito in salsa vittoriana (come anche l’ambientazione dell’altro romanzo).
Una autrice difficile da inquadrare, nata e sospesa tra Otto e Novecento, stilisticamente vicino al primo secolo, al secondo per i temi affrontati. Donna ribelle e anticonformista: visse per quarant’anni con la poetessa Valentine Acklad, aderì al Communist Party e combattè in Spagna durante la Guerra Civile. Femminista, antifascista, lottò per i diritti degli omosessuali: e scrisse opere che vale la pena salvare dall’oblio. Sarah Waters l’ha definita ” penna formidabile e trascurata ingiustamente a causa del suo radicalismo e della sua fiera omosessualità.”
Stupiscono le descrizioni della natura (una affascinante palude sospesa tra terra e mare ne Il cuore vero), il rispetto che emerge nei confronti degli animali, il lento cammino che intraprendono le sue eroine, la prosa limpida e trascinante, il sottile filo d’ironia che permea i due scritti. Nota: l’edizione nella collana Gli Adelphi perde un po’ di fascino, secondo il gusto del bibliofilo..

E
Sylvia Townsend Warner,
Il cuore vero,
Traduzione di Laura Noulian
Nell’Inghilterra vittoriana Sukey Bond, appena uscita dall’orfanotrofio, viene mandata a servizio in una fattoria dell’Essex. Nulla di meno fiabesco, verrebbe da pensare. Eppure la scrittura obliqua e onirica di Sylvia Townsend Warner ci fa vivere, in questo romanzo, una delle più enigmatiche ed emozionanti storie d’amore che sia dato leggere, ispirata ad Amore e Psiche. Perché nella fattoria lavora un giovane bellissimo ed elusivo, che nei loro rari, furtivi incontri guarda Sukey «con un’espressione di splendente trionfo». Tutti dicono che è «un idiota», ma Sukey lo vede solo «ilare e candido», nella consapevolezza che lei, e solo lei, potrà renderlo felice. E quando Eric le verrà rapito, Sukey capirà che il suo futuro non è più «una regione inesplorata fatta di nuvole», e andrà a cercarlo con infinita determinazione: innumerevoli saranno le sue peripezie, al termine delle quali ritroveremo, miracolosamente, la fiducia nell’impossibile.
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