il libro preferito di Sauron (il piccione amico della libreria) per il 2019 è…. Respiro di Ted Chiang, con una particolare predilezione per il racconto IL GRANDE SILENZIO.
L’autore lo scrisse per una installazione video presso il radio telescopio di Arecibo, citato nell’opera. La voce narrante è di un pappagallo, che si interroga sulla nostra ricerca di risposte dagli angoli lontani dell’universo, e di quanto la voce sia così importante nei miti della creazione del mondo, dalle idee dei mistici pitagorici alle filosofie che ruotano ai mantra. Per arrivare alle singolari capacità comunicative della sua specie, di cui ricorda la singolare esperienza di Alex, il pappagallo grigio africano utilizzato nelle ricerche di psicologia comparativa della Università Brandeis. E alle memorabili parole pronunciate la sera prima di morire, indirizzate alla studiosa che aveva vissuto per trenta anni con lui.
OTTIMI gusti per il nostro Sauron: Ted Chiang ha convinto la critica anglosassone con questo libro, presente in molte delle liste dei BEST BOOKS OF THE YEAR.
Respiro
Chiang Ted, tradotto da Christian Pastore
L’universo ha avuto origine da un immenso respiro trattenuto. Perché non si sa, ma quale che ne sia stato il motivo, mi fa davvero piacere sia andata così, se sono vivo lo devo infatti a quel fenomeno. Tutti i miei desideri e le mie riflessioni non sono altro che vortici d’aria generati dalla successiva e graduale espirazione dell’universo. E finché questa grande espirazione non avrà termine, i miei pensieri continueranno a vivere.
Nel racconto che dà il nome alla raccolta, il protagonista è uno scienziato che fa una scoperta impossibile sulla propria esistenza. E chiude proprio con un’esortazione che contiene la poetica dell’autore: «Anche se quando mi leggerai, esploratore, io sarò morto da tempo, mi congedo adesso rivolgendoti un invito: contempla la meraviglia che è l’esistenza e rallegrati di poterlo fare. Mi sento in diritto di dirtelo. Mentre scrivo queste parole, infatti, io sto facendo lo stesso.» In questo uso della fantascienza come contenitore dei sentimenti e dei pensieri umani, Chiang è degno erede di Philip K. Dick. Nelle altre otto storie che compongono la raccolta ci sono sempre personaggi fuori dall’ordinario, che sperimentano la vita in dimensioni diverse dalla nostra. Come nel Mercante e il portale dell’alchimista, il racconto che apre la raccolta, in cui un varco temporale costringe un venditore di stoffe nell’antica Baghdad a fare i conti con i propri errori e gli offre il modo di rimediare.
Come in tutte le sue opere, Chiang sfiora la fantascienza immaginando mondi diversi, intelligenze artificiali, forse viaggi nel tempo (sicuramente nella memoria), e in realtà mette sul tavolo temi umanissimi: il valore della vita, l’ineluttabilità, la paura e il dolore della morte, la necessità della memoria, la ricchezza salvifica del sapere, e volere, comunicare.
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