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Archive for the ‘le news dal mondo del libro’ Category

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Natale con i tuoi, Pasqua con i libri che vuoi!

E per darvi modo di gustare le primizie primaverili che Atlantide offre sappiate che ci troverete al lavoro anche nella mattina di Pasquetta, in occasione del tradizionale mercato del lunedì. Fino alle 12,30, però.

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decine di morti in Iran, i social spenti, la repressione, il coraggio delle donne e dei giovani contro l’oscurantismo.
Il vento fra i capelli. La mia lotta per la libertà nel moderno Iran
di Alinejad Masih
Nessun dogma, 2020
tradotto da Maria Sofia Buccaro

La storia raccontata in queste pagine è quella di una donna che, come tantissime altre, ha subito le conseguenze nefaste della Rivoluzione iraniana sulle libertà individuali. Ma è anche una storia di riscatto, per far sentire la propria voce e per affermare la propria indipendenza rispetto alle imposizioni del moralismo islamico. In questa autobiografia seguiamo le vicissitudini che hanno portato l’autrice, nata in un paese di provincia da una famiglia conservatrice, a diventare una delle figure nel mondo più rappresentative del dissenso verso il governo degli ayatollah. Una storia che fa sperare e mostra un Iran variopinto, oltre le facili generalizzazioni. Ma anche un monito, per le donne che aspirano a un mondo più libero e laico, di come questi colori possano presto sfumare nel grigio del conformismo religioso.
#iranprotest

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Il giorno in cui conosceremo il nome del nuovo Nobel per la Letteratura!

6 ottobre 2022, PREMIO NOBEL LETTERATURA. Andiamo a ritroso, per conoscere gli ultimi vincitori, e le motivazioni della giuria

Mo Yan, 2012

“che con un realismo allucinatorio fonde racconti popolari, storia e contemporaneità”

Alice Munro, 2013

“maestra del racconto breve contemporaneo”

Patrick Modiano, 2014

“per l’arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inafferrabili e scoperto il mondo della vita dell’occupazione”

Svjatlana Aleksievič, 2015

“per la sua opera polifonica, un monumento alla sofferenza e al coraggio nel nostro tempo”

Bob Dylan. 2016

“per aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana”

Kazuo Ishiguro, 2017

“che, in romanzi di grande forza emotiva, ha scoperto l’abisso sotto il nostro illusorio senso di connessione con il mondo”

Olga Tokarczuk, 2018

“per un’immaginazione narrativa che con passione enciclopedica rappresenta l’attraversamento dei confini come forma di vita”

Peter Handke, 2019

“per un lavoro influente che con ingegnosità linguistica ha esplorato la periferia e la specificità dell’esperienza umana”

Louise Gluck, 2020

“per la sua inconfondibile voce poetica che con l’austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”

Abdulrazak Gurnah, 2021

“”per la sua intransigente e profonda analisi degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel golfo tra culture e continenti”

2022?

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«Preparati ad ascoltare cose che tra gli uomini mai sono state udite prima, e di cui gli Elfi parlano di rado.»

Domani, prende il via una lunga avventura… La pubblicazione de LA STORIA DELLA TERRA DI MEZZO, dodici volumi.

Il libro dei racconti perduti. La storia della Terra di mezzo. Vol. 1

di John R. R. Tolkien

Christopher Tolkien (Curatore)

Cinzia Pieruccini (Traduttore)

Bompiani, 2022

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Ne siamo certi, il nuovo libro dell’amico Paolo Malaguti sarà bellissimo. E noi abbiamo già programmato l’incontro, in Atlantide venerdì 8 aprile alle ore 18, intervistato da Corrado Peli. Un ritorno ai giorni della Prima Guerra, già raccontata ne Prima dell’alba. In libreria da martedì 15.

Paolo Malaguti torna a raccontare la Prima guerra mondiale con gli occhi di un personaggio leggendario che, incredibile a dirsi, è esistito davvero.

PAOLO MALAGUTI, IL MORO DELLA CIMA, EINAUDI

Dicono che per vivere felici si debba trovare il proprio posto nel mondo: molti di noi passano la vita a cercarlo, per altri è questione di un attimo. Agostino Faccin, che tutti chiamano «il Moro», la felicità la scopre da ragazzo, tra le montagne di casa, nell’esatto momento in cui capisce che piú sale di quota e piú il mondo gli assomiglia. Quando gli propongono di diventare il guardiano del nuovo rifugio sul monte Grappa, non ci pensa su due volte. Ma la Storia non ha intenzione di lasciarlo in pace, la Grande Guerra è alle porte, e quella vetta isolata dal mondo diventerà proprio la linea del fronte.

Da quando era poco piú di un bambino, il Moro ha una sola certezza: l’unico luogo in cui si sente al riparo dal mondo è tra i boschi di larici, i prati d’alta quota, e qualche raro alpinista… Cosí, quando gli danno in gestione un rifugio, sembra che la sua vita assuma finalmente la forma giusta. Ben presto in pianura si diffonde la fama di quell’uomo dai baffi scuri e la pelle bruciata dal sole, con i suoi racconti fantasiosi e le porzioni abbondanti di gallina al lardo. E in tanti salgono fin su per averlo come guida, lui che conosce come nessun altro quell’erta scoscesa di pietre bianche e taglienti. Ma quel rifugio è sulla cima del monte Grappa, e la Grande Guerra è alle porte. Lassú tira un’aria minacciosa: intorno al rifugio il movimento è frenetico, si costruiscono strade militari e fortificazioni, arrivano in massa le vedette, i generali, i soldati. E il Moro, che in montagna si sentiva al sicuro, assiste alla Storia che sfila sotto ai suoi occhi: nel 1918 il Grappa è la linea del fronte, un campo di battaglia che non tarderà a trasformarsi in un cimitero a cielo aperto e infine in un sacrario d’alta quota. Ma quando i fucili non fumano piú e le fanfare smettono di suonare, lui, il Moro, tornerà sulla sua cima, e davanti allo sfregio degli uomini cercherà il suo personalissimo modo di onorare la sacralità della montagna. Paolo Malaguti ci regala un’altra grande storia da un passato che non c’è piú, dando voce e corpo a un mondo perduto, e portandoci lassú a respirare un po’ di libertà.

«Soprattutto all’alba, quando la luce è piú morbida e la pianura si svela piú ampia, e con lo sguardo arrivi fino alla curva del mare lontano: allora ti viene liscio credere che la vita possa davvero essere tutta cosí, giornate di sole e pascoli verdi».

#paolomalaguti #eventi #libri #libriprimaguerramondiale #einaudi

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“Se facciamo di continuo una cosa, diventa normale. Se vediamo di continuo una cosa, diventa normale. Se solo i maschi diventano capoclasse, a un certo punto finiamo per pensare, anche se inconsciamente, che il capoclasse debba per forza essere un maschio. Se continuiamo a vedere solo uomini a capo delle grandi aziende, comincia a sembrarci “naturale” che solo gli uomini possano guidare le grandi aziende.”

Dovremmo essere tutti femministi

di Chimamanda Ngozi Adichie

Francesca Spinelli (Traduttore)

Einaudi, 2015

#giornatainternazionaledelladonna

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«Io so.

Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “golpe” (e che in realtà è una serie di “golpe” istituitasi a sistema di protezione del potere).

Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.

Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974….

Io so ma non ho le prove….

#PETROLIO #PASOLINI

SUL Corriere della Sera,8 novembre 1974 Pasolini anticipava i contenuti del suo ultimo romanzo rimasto incompiuto, “Petrolio”.

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7 ottobre 2021, PREMIO NOBEL LETTERATURA. Andiamo a ritroso, per conoscere gli ultimi vincitori.

Mario Vargas Llosa, 2010

                “per la sua cartografia delle strutture del potere e per la sua immagine della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell’individuo”

Tomas Tranströmer, 2011

“attraverso le sue immagini dense e nitide, ha dato nuovo accesso alla realtà”

Mo Yan, 2012

“che con un realismo allucinatorio fonde racconti popolari, storia e contemporaneità”

Alice Munro, 2013

“maestra del racconto breve contemporaneo”

Patrick Modiano, 2014

“per l’arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inafferrabili e scoperto il mondo della vita dell’occupazione”

Svjatlana Aleksievič,2015

                “per la sua opera polifonica, un monumento alla sofferenza e al coraggio nel nostro tempo”

Bob Dylan 2016

                “per aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana”

Kazuo Ishiguro, 2017

che, in romanzi di grande forza emotiva, ha scoperto l’abisso sotto il nostro illusorio senso di connessione con il mondo”

Olga Tokarczuk, 2018

                “per un’immaginazione narrativa che con passione enciclopedica rappresenta l’attraversamento dei confini come forma di vita”

Peter Handke, 2019

“per un lavoro influente che con ingegnosità linguistica ha esplorato la periferia e la specificità dell’esperienza umana”

Louise Gluck, 2020

                “per la sua inconfondibile voce poetica che con l’austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”

2021?

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Eco, Christina Rossetti (da Poesie del silenzio)
Vieni a me nel silenzio della notte;

Vieni nell’eloquente silenzio di un sogno;

Vieni con morbide guance e occhi lucenti

Come riflessi di sole sul fiume;

A me torna nel pianto,

O memoria, speranza, amore di anni spenti.

O sogno fino a tal punto dolce, troppo dolce, amaramente dolce,

Per il cui risveglio avresti meritato il Paradiso,

Là dove le anime piene d’amore s’incontrano;

Dove gli occhi desiderosi e assetati

Guardano la porta che lentamente si apre,Li accoglie, e mai più li lascia fuggire.


Ancora vieni a me nei sogni, così che io possa rivivere

La mia vera vita pur nel gelo mortale:

Torna a me nei sogni dove io possa con te scambiare

Battito per battito, respiro per respiro:

E sommesso parlami, lievemente chino,

Come un tempo, amore mio, come un tempo lontano.

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RIECCOLI! Stanno per tornare, i VECCHIETTI DEL BarLume:

Bolle di Sapone Sellerio

Sono i giorni del Covid. Per la prima volta nei loro ottant’anni suonati, i Vecchietti del BarLume si sentono tali. Sono isolati e dubitano di avere ancora un futuro. Il tempo gli svanisce spulciando «ogni tipo di statistica sul virus esistente al mondo». Il bancone di Massimo il Barrista, fino a ieri cabina della macchina del pettegolezzo investigativo, è vuoto di chiacchiere. Persino la mamma di Massimo, la Gigina, è ritornata a casa, un piccolo tormento in più nelle giornate di Massimo, e una voce spiritosa che si aggiunge al gruppo toscaneggiante; ingegnere geniale in giro per il mondo, con un intuito più acuto perfino del brillante figlio. Ma provvidenzialmente l’occasione «per non farsi i fatti loro» arriva. Alice, la vicequestora fidanzata del Barrista, bloccata in Calabria per un corso di aggiornamento per poliziotti, commette l’imprudenza di chiedere un’informazione innocua a uno dei vecchietti: quanto basta per insospettire la maldicenza e così scatenare i segugi venerandi. In Calabria c’è stata una strana doppia morte di due anziani coniugi. Lui, proprietario di una catena di pizzerie, è stato fulminato da una fucilata mentre era in coda al supermercato; forse criminalità organizzata. La moglie è morta per una ingestione di botulino.

Anche se condannati a comunicare via computer e telefonini, per i vecchietti le coincidenze continuano a non esistere. Ritrovando il metodo confusionario che li ispira, il turpiloquio creativo, il dialogo immaginosamente sferzante, risolvono in smart working un intrigo a più piani. Ma usando anche tutta la pietà e la solidarietà sociale, che fu a lungo l’idea-forza di quella generazione. In questa nuova commedia gialla di Marco Malvaldi, ambientata in pieno lockdown, i Vecchietti del BarLume sono ancor più protagonisti e sottili risolutori, con tutte le balordaggini che si trascinano a ogni passo.

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