Un bel volume che ci riporta indietro nel tempo, impreziosito dalle traduzioni in dialetto bolognese di FAUSTO CARPANI e LUIGI LEPRI e dalle immagini di WALTER BREVEGLIERI.
Secondo le parole delle amiche di libreria Irnerio di Bologna, che hanno presentato il libro:
“Ecco un libro che ci riporta ad un tempo che sembra ormai fiabesco, quello della Bologna degli anni Cinquanta e Sessanta.
“L’almanacco dei cinni” e’ una sorta di abbecedario illustrato, che, dalla A alla Z rievoca svaghi e modi di dire e di vivere di allora: cerbottane e zoppa galletto, coperchini e favole.
E per dare maggiore sapore al racconto, la versione in dialetto bolognese di due indiscussi maestri, Fausto Carpani e Luigi Lepri.”
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ALMANACCO DEI CINNI, Minerva Edizioni
Una volta il tempo scorreva lentamente, mica come adesso che soffia sempre il vento della fretta e della furia (…). A quel tempo c’erano pochissime automobili e al Caffè Sport si trovavano tanti omarini. I calciatori avevano sulle maglie numeriche andavano dall’uno all’undici, e alla televisione trasmettevano il primo o il secondo tempo della partita più importante. Nondimeno era il tempo dei cinni: bambini birichini, moccoloni e selvatici come il diavolo. I cinni giocavano con armi che si costruivano da soli: fucili e pistole di legno, frecce con stecchetti d’ombrello e piccole bombe al carburo. Innalzavano capanne segrete, rubavano ciliegie dagli alberi e facevano merenda alle quattro in punto mangiando fette di pane con burro e zucchero. I cinni si dividevano in due categorie: i piccoli e quelli più grandicelli. I cinni grandi guerreggiavano con armi pericolose e tiravano cannonate con il pallone, quelli piccoli si trastullavano con millegiochi, le femmine conoscevano centinaia di filastrocche ed erano imbattibili a zoppo galletto.
Tutti i cinni, grandi, piccoli, maschi e femmine, parlavano una lingua particolare: un gergo a metà tra il dialetto bolognese di nonni e genitori e l’italiano ufficiale di maestri e maestre. Ma se qualcuno parlava con la lisca tutti dicevano che suzzizava(…). Una volta era il tempo delle favole, che pullulavano di re, regine, fate, principi azzurri e principesse, ma anche di streghe, orchi e uomini selvatici. Però qualunque favola terminava sempre con: “..e vissero tutti felici e contenti.”. Ma una volta, appunto, è l’inizio di una fòla…».
Ecco un libro che ci riporta ad un tempo che ormai sembra fiabesco, per rivivere quelle giornate riprovando le stesse gioie. Per far conoscere ai più giovani una realtà tanto distante eppure tanto vicina. “L’almanacco dei cinni” è infatti una sorta di abbeccedario illustrato con immagini di bambini degli anni cinquanta di fotografi bolognesi, una specie del tempo dei cinni. Un libro che, dalla A alla Z, rievoca svaghi, modi di dire, miti con i quali sono cresciuti i quarantenni di oggi: coperchini e cerbottane, tutti i divertimenti dei bambini di quegli anni. Il tutto tradotto anche in dialetto bolognese da Fausto Carpani e Luigi Lepri, grandi difensori della tradizione e della cultura bolognese.