Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘Andrea Levy’

Andrea Levy ha conosciuto il successo con Small Island (Un’isola di stranieri) con cui si è aggiudicata l’Orange Prize, incentrato sulle vite di quattro giamaicani immigrati in Inghilterra nel 1948. Successo di pubblica e critica confermato con questo Una lunga canzone, che le è valso la shortlist al Booker Prize 2010. L’autrice continua ad indagare le radici della terra d’origine dei suoi genitori, dando vita ad una storia vibrante, in cui racconta gli ultimi anni dell’epoca della schiavitù in Giamaica e i primi di libertà. Una storia nata dalla domanda postagli da una ragazza durante una conferenza, sul come lei possa andare fiera di tali origini, sapendo che tutti i suoi antenati furono schiavi. Per dare voce a questi sentimenti ambivalenti, di vergogna e orgoglio, ha dato voce a chi voce non aveva. E solo raccontando la propria storia, anche la protagonista del libro troverà pace!

Andrea Levy, Una lunga canzone, Baldini Castoldi Dalai

«Tu non mi conosci ancora. Mio figlio Thomas, che sta pubblicando questo libro, mi dice che, all’inizio di un romanzo, è consuetudine dare al lettore un piccolo assaggio della storia che è contenuta nelle pagine che leggerai. In qualità di tuo narratore, ti comunico che questo racconto è ambientato in Giamaica durante gli ultimi turbolenti anni della schiavitù e i primi di libertà che seguirono.
July è una schiava cresciuta in una piantagione di canna da zucchero, chiamata Amity, e questo romanzo è la storia della sua vita. Era lì quando scoppiò la Guerra Battista del 1831 ed era ancora lì quando la schiavitù fu abolita. Mio figlio dice che devo spiegare che il libro racconta anche la storia della mamma di July, Kitty, e dei neri che lavoravano nella piantagione, di Caroline Mortimer, la donna bianca che ne era la proprietaria, e di molti altri, davvero troppi perché io li elenchi tutti qui. Ma quello che accadde loro è scrupolosamente descritto in queste pagine e tu potrai leggerne tutti i particolari. Forse, mi suggerisce mio figlio, potrei scrivere che è un viaggio appassionante in quell’epoca storica in compagnia delle persone che l’hanno vissuta. Vuole che lo faccia perché i lettori possano decidere se questo è un libro che li può interessare. Cha, dico a mio figlio, quante storie! Che lo leggano da soli.»
Andrea Levy evoca l’avidità e la dissolutezza dei padroni bianchi dello zucchero mentre si concedono ogni tipo di libertà e violenza con gli schiavi, prima di gettare via la Giamaica come un limone spremuto. I lettori che hanno apprezzato Un’isola di stranieri adoreranno Una lunga canzone, non solo per gli spunti che offre sull’«isola sventurata», ma anche per il miracolo di una narrazione ironica, commovente e meravigliosa.

«Una storia di sofferenza, coraggio e perseveranza che trascina il lettore sino all’ultima pagina.»
The Guardian

«Con grande intelligenza e ironia Andrea Levy riesce a trattare un tema difficile intessendo un romanzo magistralmente scritto.»
The Times

Andrea Levy è nata a Londra nel 1956 da genitori giamaicani. Ha iniziato a scrivere nel 1988 e ha raggiunto il successo con un Un’isola di stranieri (Dalai editore, 2005) caso editoriale in Inghilterra, con cui ha vinto tutti i premi più prestigiosi (l’Orange Prize e il Whitbread Prize for Fiction, nonché il Whitbread Book of the Year e il Commonwealth Prize 2005 per la sezione euroasiatica, l’Orange of the Oranges, come miglior vincitore tra gli Orange Prize degli ultimi dieci anni) e, di recente, l’International Emmy Award per la miniserie televisiva tratta dal libro. Per Dalai editore ha pubblicato anche Il frutto del limone (vincitore dell’Arts Council Writers Award) e Tutte le luci accese. Una lunga canzone è stato finalista dell’Orange Prize e del Man Booker Prize 2010.

Read Full Post »

Lo scrittore inglese Howard Jacobson si è visto consegnare martedì sera il più prestigioso premio letterario del Commonwealth, il Man Booker Prize (nonché il più ricco, e quello che garantisce un notevole incremento delle vendite). Si è imposto su Damon Galgut, Andrea Levy, Peter Carey, Emma Donoghue e Tom McCarthy.

The Finkler Question è un romanzo sull’amore e sulla perdita, sull’amicizia maschile, come al solito sempre ben condito dall’ironia e dalla ricerca del significato della condizione ebraica nel mondo moderno, da bellezza e malinconia, temi costanti nei libri dell’autore.

Jacobson dovrebbe intervenire al Festival Internazionale di Letteratura Ebraica a Roma, vedremo se riuscirà a tener fede ai propri impegni dopo questa vittoria. In Italia è edito da Cargo, che ha appena dato alle stampe il suo nuovo libro, e ha in cantiere la traduzione de The Finkler Question.

Howard Jacobson, Un amore perfetto, Cargo

«Jacobson, autore di Kalooki Nights, romanzo corrosivo e rivelatore, è famoso come scrittore comico, e sebbene questo nuovo libro sia anche un terrificante viaggio nell’animo umano è comunque incredibilmente divertente. L’amore per lui è pazienza, gentilezza, premura, disponibilità a sopportare ogni prova. Ma è anche molto altro: complicato, divertente, crudele, malato… sempre e comunque degno degli sforzi fatti per averlo. Esattamente come questo libro incredibilmente straordinario.» [Cynthia Macdonald, Globe & Mail]

Felix Quinn è un uomo raffinato ed erudito, amante dell’arte e del piacere, che gestisce una delle più antiche e note librerie antiquarie di Londra. Sua moglie Marisa, ricca e istruita, è una donna indipendente, dal carattere riservato e sfuggente. Felix la adora. Ma poi, poco per volta, inizia a essere ossessionato dall’idea che lei lo tradisca, al punto tale che finisce per trovarle lui stesso un amante: Marius, uomo corrotto e cinico, sessualmente incontinente, che capita per caso sulla sua strada.
Howard Jacobson

Howard Jacobson

L’AUTORE – Scrittore, saggista, giornalista, Howard Jacobson è nato a Manchester nel 1942 e attualmente vive a Londra. Noto per lo stile umoristico e la vena comica dei suoi romanzi, che hanno spesso come soggetto storie di ebrei inglesi. È autore di dieci romanzi e quattro libri di non fiction. Collabora come editorialista al quotidiano «The Independent» e ha realizzato documentari per Channel 4.

Kalooki Nights, uscito per le edizioni CARGO nel 2008, è stato tra i favoriti al Man Booker Prize nel 2006 e vincitore del Jewish Quarterly Wingate Prize nel 2007, battendo, tra gli altri, Suite francese di Irène Némirovsky. L’imbattibile Walzer  ha vinto il Bollinger Everyman Wodehouse, assegnato al libro comico dell’anno (anticipando Jonathan Coe e Marina Lewycka), e il Jewish Quarterly Literary Prize for Fiction.

Read Full Post »