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Posts Tagged ‘aravind adiga’

 LE NOSTRE SCELTE DEL 2012

 MARGARET FORSTER, LO SGUARDO DI LILY, LA TARTARUGA
Una grande attenzione ai dettagli, una sontuosa capacità nel ricostruire l’ambiente sociale e storico in cui si muovono i protagonisti. Un bel librone che piacerà a chi ama Jane Austen o le sorelle Bronte, con cui l’autrice indaga la passione vissuta da Elizabeth Barrett e Robert Browning, vista attraverso gli occhi di una testimone molto intima, la cameriera personale di lei.
DI PASSAGGIO, JENNY ERPENBECK, ZANDONAI
Una tenuta nel Brandeburgo affacciata su un lago è al centro di questo gran libro, Undici capitoli ci raccontano altrettanti episodi con diversi protagonisti di chi vi ha vissuto, anche se il vero protagonista è la Storia che avvolge inesorabile le esistenze di persone e stravolge i luoghi. E il dodicesimo tassello, un giardiniere a scandire il ritmo delle stagioni..
L’ORA PRIMA DELL’ALBA, MICHAEL ONDAATJE, GARZANTI
Un ragazzino di undici anni, in viaggio per nave negli anni 50 dallo Sri Lanka all’Inghilterra. Quale mondo può essere più fantastico? Un libro pieno di gioia di vivere, di curiosità ed entusiasmo, nato dalla personale esperienza di Michael Ondatje, raccontato come solo un grande romanziere sa fare.
LAMPI, JEAN ECHENOZ, ADELPHI
Il ritratto di Nicholas Tesla che ci restituisce Echenoz esalta come solo i grandi libri, quelli che sanno essere ironici e laceranti assieme, sanno fare.
 QUANDO SARO’ GRANDE VOLERO’ FINO ALLE STELLE, KATHRIN AEHNLICH,NIKITA
Racconto autobiografico di un’infanzia a Lipsia negli anni Sessanta. Non un romanzo di formazione qualunque quindi, perche’ la narrazione e’ incentrata sugli anni della DDR e la sua rappresentazione, le sue dinamiche politiche e sociali, la televisione,gli oggetti e i cibi di uso allora comune.
E POI, NATSUME SOSEKI, NERI POZZA
Un classico dal Giappone, a narrarci la solitudine dell’individuo nel mondo moderno, la difficoltà di trovare una propria strada, perseguendo un proprio ideale di vita. Un grande autore, una lettura sempre attuale e stimolante, di quelle che rimangono nella memoria!
L’ULTIMO UOMO DELLA TORRE, ARAVIND ADIGA, EINAUDI
Una vivace rappresentazione dell’India contemporanea, una cruda riflessione sulla natura umana.
GOLDEN BOOT, PAOLO NELLI, FAZI EDITORE
ogni tanto si accende un pò di nostalgia per il genere Western.C’è spazio per altri sentimenti che non siano quelli della fatica e della vendetta, in un buco di posto come Golden Boot?
 L’ERBA CATTIVA, AGO PANINI, INDIANA
Milano, primi anni Ottanta, un ragazzino cresciuto a musica classica scopre la dirompente forza del rock. Un gustosissimo esordio!
L’AMICA GENIALE, ELENA FERRANTE, E.O
Bellissimo ritorno al romanzo di Elena Ferrante che con L’amica geniale ci propone una storia di figure femminili che fanno i conti con il proprio passato e con quello che sono diventate.
LIMBO, MELANIA MAZZUCCO, EINAUDI
Un romanzo di grande potenza, una storia d’amore, d’attesa e di rivolta. Al centro un personaggio femminile fortissimo: una donna soldato stanca di guerra, che torna ferita dal deserto afghano per misurarsi con altri deserti, più intimi e domestici.

E un memento, per tornare a guardare la splendida bibliografia di un grande autore che ci ha lasciato, Antonio Tabucchi:

http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Tabucchi

tabucchi

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ci puntavamo, e Mr Adiga si e dimostrato all altezza delle aspettative con un romanzo dai toni della tragedia shakespiriana che lo conferma narratore di talento, tenendo bene in mente la grande tradizione occidentale ma facendoci apprezzare incondizionatamente lo splendore e la spietatezza di una delle nuove città mondo di questi tempi. Mumbai. Luogo in cui, alla pari di tutti gli altri del pianeta, la promessa di un arricchimento facile puo’ scardinare il sistema di relazioni esistente all interno di un condominio. Fino alle estreme conseguenze, come esemplare è invece il comportamento dell'”Ultimo uomo della torre”, deciso a spiegare al mondo il concetto di libertà. Certo, ognuno ha ottime ragioni per cedere alle lusinghe di un grande costruttore (un figlio bisognoso di cure,la necessità di fare rientrare i figli dagli Stati Uniti, in difficoltà dopo la crisi economica, il bisogno di recuperare i sogni del padre scomparso), e viene da chiederci come ci comporteremmo noi di fronte ad un “ostacolo” postosi ad intralciare le nostre aspirazioni ad una vita migliore….

Insomma, un romanzo dalla forte tensione morale, ma anche un vero e proprio testo in 3d, capace di farci volare sopra Malabar Hill, Victoria Terminus (la stazione in stile neogotico, che vedete nell’immagine sotto) e gli altri angoli di Mumbai, di farci percepire e amare suoni odori del luogo, molto più di un ebook!!!

Aravind Adiga, L’ultimo uomo della torre, Einaudi
Inaugurata il 14 novembre 1959, nel settantesimo compleanno di Jawaharlal Nehru, la società edile cooperativa Vishram è la nonna di tutti i condomini pucca da allora sorti in un quartiere di Mumbai, Vakola, che decoroso non è affatto. I suoi abitanti, suddivisi in cattolici, indù e perfino qualche musulmano “del tipo migliore”, come in una felice applicazione dei valori nehruviani di cooperazione e convivenza, difendono a oltranza quello status borghese, a dispetto degli inequivocabili segni di decadenza mostrati da uno stabile dove i muri fioriscono di umidità, il tetto rischia di cedere sotto la pressione dei monsoni e l’acqua scorre dai rubinetti per poche ore al giorno. Ma a Mumbai il nuovissimo scalza il nuovo alla velocità di un treno in corsa, il lusso scalza il decoro, e chi non salta in tempo può facilmente finire stritolato sotto le sue ruote. Nella folle corsa per accaparrarsi terra da edificare, il grande costruttore Dharmen Shah fa ai condomini un’offerta irrifiutabile: acquistare i vari appartamenti al doppio del loro valore di mercato per poter demolire l’edificio ed erigere al suo posto quel luccicante coacervo di stili che sarà lo Shanghai, il progetto di tutta la sua vita. Sono previsti un “regalino” extra per invogliare i dubbiosi, le minacce del truce “braccio sinistro” Shanmugham per ammorbidire i refrattari, e una condizione per tutti: che l’offerta sia firmata all’unanimità. In un attimo la cooperativa torna ad essere accozzaglia di individui non cooperanti…

 

mumbai station
 

ALTRI CONDOMINI:
Il senso dell’elefante, Marco Missiroli, Guanda
La devozione verso tutti i figli, al di là dei legami di sangue: è il senso dell’elefante, codice inscritto in uno dei mammiferi più controversi, e amuleto di una storia che comincia in un condominio di Milano. Pietro è il nuovo portinaio, ha lasciato all’improvviso la sua Rimini per affrontare un destino chiuso tra le mura del palazzo su cui sta vegliando. Era prete fino a poco tempo prima, ora è custode taciturno di chiavi e appartamenti, segnato da un rapporto enigmatico con uno dei condomini, il dottor Martini, un giovane medico che vive con moglie e figlia al secondo piano. Perché Pietro entra in casa di Martini quando non c’è? Perché lo segue fino a condividere con lui una verità inconfessabile? Il segreto che li unisce scava nel significato dei rapporti affettivi, veri protagonisti di un intreccio che si svela a poco a poco, arrivando all’origine di tutto: una ragazza conosciuta da Pietro quando era un sacerdote senza Dio, in una Rimini dura e poetica, a tratti felliniana. Qui inizia questa storia che accompagna i suoi personaggi nella ricerca di un antidoto alla solitudine dei nostri tempi, verso una libertà di scelta, e di sacrificio. In questo romanzo Marco Missiroli va al cuore della sua narrativa, raccontando il sottile confine tra l’amore e il tradimento, il conflitto con la fede e la dedizione verso l’altro. A partire da una semplice, terribile domanda: a che cosa siamo disposti a rinunciare per proteggere i nostri legami.

 

Il libro russo dei sogni a colori, Gina Ochsner, Nottetempo

Nella città siberiana di Perm’, durante la prima guerra in Cecenia, un drappello di personaggi singolari abita in un malconcio condominio di epoca sovietica: c’è Azade, musulmana deportata, che negli odori della latrina del cortile legge i sogni e le ansie dei vicini. Mirkhat, un suicida che non vuole andarsene tra i morti e vuole invece riscrivere la sua storia e quella degli altri. Una banda di bambini terribili, che sniffano colla e parlano come profeti. Ol’ga, un’ebrea che lavora per un quotidiano pro-governativo e traduce in rassicuranti eufemismi gli orrori ceceni. Suo figlio Jurij, un veterano affetto da psicosi traumatica che sogna di essere un pesce. E Tanja, che crea reperti falsi e bizzarri per il polveroso museo in cui lavora; affascinata dai colori, dalle nuvole e dai sogni di volo, annota tutto puntualmente su un taccuino da cui non si separa mai. E poi ci sono dei misteriosi Americani di Origine Russa in arrivo… Tutti esuli, tutti senza patria. Un romanzo che è una fantasmagoria di storie e immagini, in cui ogni personaggio ha le sue strategie o i suoi sortilegi per passare dall’apparente assurdità della vita a un significato che la riscatti.

 

Sottosopra, Milena Agus, Nottetempo
Nel palazzo di “Sottosopra” vivono ricchi e poveri che s’incontrano sulle scale, si scambiano servizi e favori. Al piano alto abita un anziano violinista americano, Mr. Johnson, che ha lasciato le scene e il successo per naturale ritrosia. Al piano basso Anna, una donna delle pulizie, acciaccata dalla vita ma prodiga di fiducia e tenerezza che distribuisce agli altri abitanti: Giovannino, un bambino così giudizioso da essersi educato da solo, Mrs. Johnson, che aspira solo alle impossibili cose normali, e Alice che vuole diventare una macchina del sesso per evitare la solitudine, ciascuno con la propria mania, la propria pazzia piccola o grande, la propria paura. Nel palazzo gli abitanti si spostano e si scambiano le abitazioni, come fosse il modo più semplice di affrontare le turbolenze della vita: Anna sogna di salire fino alla casa del signore di sopra, Mr. Johnson di scendere fino al piano di sotto, per conoscere “l’immensa felicità che ci viene dalla felicità di qualcuno che è felice con noi”. Fra la realtà e l’invenzione, “Sottosopra” racconta un nuovo sogno, in cui – come succede nel mondo di Milena Agus tutto continuamente si rovescia: la vita che è come adattarsi a un paio di scarpe, la vecchiaia che è il momento migliore per amare e l’amore che è “un guizzo di luce, magari l’ultimo”.

Al Aswani, Palazzo Yacoubian, Feltrinelli
Costruito negli anni trenta da un miliardario armeno, Palazzo Yacoubian contiene in sé tutto ciò che l’Egitto era ed è diventato da quando l’edificio è sorto in uno dei viali del centro. Dal devoto e ortodosso figlio del portiere, che vuole entrare in polizia ma che finirà invece a ingrossare le già folte milizie islamiste, alla sua fidanzata, vittima delle angherie dei padroni; dai poveri che vivono sul tetto dell’edificio e sognano una vita più agiata al gaudente signore aristocratico poco timorato di Dio e nostalgico dei tempi di re Faruk che indulge in piaceri assolutamente terreni; dall’intellettuale gay con la passione per gli uomini nubiani, che vive i suoi amori proibiti neanche troppo clandestinamente, all’uomo d’affari senza scrupoli del pianterreno che vuole entrare in politica. Ciascuno di questi personaggi si ritroverà a compiere delle scelte: quale ne sia l’esito, sarà il lettore a deciderlo. Ognuno interpreta una sfaccettatura del moderno Egitto dove la corruzione politica, una certa ricchezza di dubbia origine e l’ipocrisia religiosa sono alleati naturali dell’arroganza dei potenti, dove l’idealismo giovanile si trasforma rapidamente in estremismo e dove ancora prevale un’immagine antiquata della società. Campeggia in questo romanzo la denuncia dei costumi inquinati, della politica egiziana e dei movimenti islamisti, una denuncia tanto cara ad al-Aswani che oggi è uno degli esponenti di punta del movimento di opposizione Kifaya.

G.B. Ballard, Il condominio, Feltrinelli
Un elegante condominio in una zona residenziale, costruito secondo le più avanzate tecnologie, è in grado di garantire l’isolamento ai suoi residenti ma si dimostrerà incapace di difenderli. Il grattacielo londinese di vetro e cemento, alto quaranta piani e dotato di mille appartamenti, è il teatro della generale ricaduta nella barbarie di un’intera classe sociale emergente. Viene a mancare l’elettricità ed è la fine della civiltà, la metamorfosi da paradiso a inferno, la nascita di clan rivali, il via libera a massacri e violenza. Il condominio, con i piani inferiori destinati alle classi inferiori, e dove via via che si sale in altezza si sale di gerarchia sociale, si trasforma in una prigione per i condomini che, costretti a lottare per sopravvivere, danno libero sfogo a un’incontenibile e primordiale ferocia. “Era trascorso qualche tempo e, seduto sul balcone a mangiare il cane, il dottor Robert Laing rifletteva sui singolari avvenimenti verificatisi in quell’immenso condominio, nei tre mesi precedenti. Ora che tutto era tornato alla normalità, si rendeva conto con sorpresa che non c’era stato un inizio evidente, un momento al di là del quale le loro vite erano entrate in una dimensione chiaramente più sinistra. Con i suoi quaranta piani e le migliaia di appartamenti, il supermarket e le piscine, la banca e la scuola materna – ora in stato di abbandono, per la verità – il grattacielo poteva offrire occasioni di scontro e violenza in abbondanza.”

Yehoshua Kenaz, Ripristinando antichi amori, Nottetempo
Due amanti clandestini, un amministratore di condominio in guerra con il mondo, una giovane e silenziosa cameriera filippina, un agente immobiliare perdutamente innamorato della misteriosa vicina: ecco alcuni dei personaggi che animano il palazzo di Tel Aviv che fa da sfondo a questo splendido romanzo le cui pagine diventano, a poco a poco, pareti sottili che lasciano filtrare voci e rumori, frammenti di vite umane che lentamente, come tessere di un puzzle, si uniscono in un’unica trama fino a disegnare il quadro della vita, fatta di vicende grandi e piccole, di passioni e di dolori, di grandezza e di squallore, fino al sorprendente epilogo.

Alexander McCall Smith, 44 Scotland Street, Tea
Quando spinge il portone del 44 di Scotland Street, nel centro di Edimburgo, Pat non vede l’ora di cominciare tutto daccapo. È al suo secondo anno sabbatico e una casa e un lavoro nuovi sono quello che ci vuole per ripartire. Da lì in poi dividerà l’appartamento con l’insopportabile Bruce, agente immobiliare bello e vanitoso; troverà lavoro nella galleria d’arte di Matthew, un giovane delicato ma inconcludente che di arte non capisce nulla; trascorrerà piacevoli serate con l’eccentrica vicina di casa Domenica, un’anziana antropologa dispensatrice di storie esotiche e saggi consigli sugli uomini. Intanto al piano di sotto Bertie, inquieto bambino prodigio, cerca di far capire alla madre, Irene, che preferirebbe rugby e trenini elettrici ai corsi di yoga, sassofono e italiano. A unire tutti un misterioso tentativo di furto e la caccia a un quadro che potrebbe essere una crosta o valere una fortuna

Mumbai
 Ghosh Munmum, Gente di Mumbai, Intermezzi
Le voci degli immigrati e dei pendolari di Mumbai si inseguono e si alternano. Un romanzo corale che scorre come un fiume, attraversa la ferrovia, le strade e i bassifondi, colma ogni spazio della città indiana e ne restituisce gli odori, i colori e la musica.

Vikram Chandra, Giochi sacri, Mondadori
Sartaj Singh, ispettore di polizia a Mumbai, nota fino a poco tempo fa come Bombay, ha un lavoro ingrato. Vive infatti ed esercita la sua professione in una città che oltre alla sua assoluta e intensa bellezza gli sbatte in faccia ogni giorno un “sottobosco” di malaffare, crimine organizzato e violenza a cui Sartaj non si è mai assuefatto e contro il quale però non riesce a segnare decisive vittorie. La sua esistenza sembra dipanarsi così in una inerte caoticità, fatta di ladruncoli, microcorruzione e pasti in piedi. L’assassinio dell’erede di un boss della mafia locale, il pedinamento di pericolosi criminali e lo smascheramento di mille trame delittuose che coinvolgono gli strati più insospettabili della società indiana servono così da pretesto a Vikram Chandra per tessere una storia che unisce i ritmi forsennati dell’hard boiled alle pause silenziose della poesia, il sentimentalismo alla Bollywood al magistero dell’alta letteratura. Il risultato è un affresco potente e grandioso di una delle metropoli più complesse e avvincenti della contemporaneità.

Nemita Devidayal, Dolceamaro a Bombay, Neri Pozza
In un ospedale di Bombay, durante Diwali, la festa indiana della prosperità, Bimbla Kulbhushan Todarmal, universalmente nota come Mummyji, si appresta a lasciare questo mondo.
Al suo capezzale sono accorsi i quattro figli, che più che afflitti dal dolore sembrano impazienti di congedarsi lestamente dalla madre.
Mummyji è stata per tutta la sua vita una donna forte. Ha creato dal nulla una prospera attività di produzione e commercio di dolci, i locali mithai, onorando così la business class dei banyia cui appartiene. In questo modo, tuttavia, i suoi quattro figli sono cresciuti all’ombra di una carismatica figura che, sull’altare degli affari, ha sacrificato più di una ragione del cuore.
Rajan Papa, il primogenito gravato troppo presto delle responsabilità di capofamiglia, ha grossi guai economici, una moglie viziata e un figlio adolescente che teme di rivelare ai genitori la propria omosessualità.
Suman ha un matrimonio ricco ma infelice, e non dorme senza regolare e debita assunzione di una buona dose di psicofarmaci.
Sunny ha studiato negli Stati Uniti e, in nome delle leggi sovrane del moderno marketing, ha estromesso dall’attività familiare il fratello maggiore, reo di avere una gestione all’antica, troppo umana in un’epoca in cui il profitto non guarda in faccia nessuno.
Saroj, la più palesemente fragile dei quattro, è stata convinta dalla madre a lasciare l’amato marito caduto in miseria, e vive ora nel rimpianto della felicità perduta e nella dipendenza dall’opprimente figura materna.
Mentre la statua di Laxmi, la dea della prosperità interiore, li guarda perplessa, la perfida progenie sembra interessata solo ad accaparrarsi l’eredità materiale di Mummyji, soprattutto quella splendida coppia di diamanti dal valore incalcolabile che nessuno sa dove sia e a cui ciascuno vuole arrivare per primo, in una poco nobile gara a chi sia più astuto e avido.
Mummyji, però, sembra non volersi congedare tanto in fretta da questo mondo. E, nelle lunghe ore che dovranno trascorrere nella sala d’attesa dell’ospedale, i quattro giovani Todarmal, le loro mogli e mariti, avranno forse il tempo di riflettere su che cosa siano davvero il benessere e la prosperità, e Diwali, la festa che li celebra.
Romanzo di grande fascino, esotico e universale al tempo stesso, sull’amaro prezzo del successo, Dolceamaro a Bombay è una moderna Fiera delle vanità indiana che illumina l’anima del nuovo Oriente.

Vikas Svarup, Le dodici domande, Guanda
Colpevole di aver risposto correttamente a tutte e dodici le domande di un quiz televisivo, e di aver vinto un miliardo di rupie, il cameriere diciottenne Ram Mohammad Thomas viene arrestato. Un goffo paria di Mumbai come lui, che non è mai andato a scuola e non legge i giornali, non poteva conoscere le risposte. Per questo i produttori della trasmissione sono convinti che abbia imbrogliato. Certo è che se l’è andata a cercare: come ripetono gli anziani della baraccopoli in cui vive Ram, non è saggio cercare di oltrepassare la linea che separa l’esistenza del ricco da quella del povero. In questo mondo, non c’è speranza di riscatto. Ma c’è una debole speranza di salvezza, che ha il volto di una donna venuta quasi dal nulla e che dichiara di essere il suo avvocato difensore. Per il momento Ram è salvo. Lo aspetta la notte più lunga della sua vita, quella in cui dovrà spiegare al suo inaspettato legale come sia riuscito a rispondere. Inizia così un racconto in cui va delineandosi uno spaccato dell’India di oggi denso di orrori e di meraviglie. È l’India in cui le diverse religioni raramente convivono in un pacifico e fruttuoso equilibrio, un paese in cui la propria fede può fare la differenza fra la vita e la morte; in cui il profumo dell’incenso si mescola al lezzo delle fogne all’aperto e i colori dei sari contrastano col grigiore dei condomini popolari.

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 Joyce C. Oates – La ragazza tatuata (Mondadori)
Lo scrittore trentottenne Joshua Seigl, che conduce una vita molto appartata, assume come assistente una ragazza semianalfabeta. Seigl non sa che sotto il suo aspetto esteriore (pesantemente segnato da orribili tatuaggi) la ragazza nasconde un violento antisemitismo. Steigl sta lavorando alla traduzione dell’Eneide e cerca di nascondere a tutti il suo stato di salute declinante. Nel frattempo gli viene svelata la vera storia di questa Ragazza Tatuata, una vittima di persecuzioni da far impallidire i personaggi dei suoi romanzi. Il suo passato è fatto di promiscuità, ribellione, droga. Quei tatuaggi sono l’opera violenta di un gruppo di suoi amici del liceo. Priva di qualsiasi autostima, quando le chiedono come si chiama sussurra “Alma”, quasi non avesse un cognome. Eppure per Stiegl diventa un’assistente d’inestimabile valore e Alma non può fare a meno di accorgersi della dignità e del rispetto con cui viene trattata. Fino a quando la sua ingenuità non le costa la vita. Con la consueta grazia, la Oates racconta una favola ipnotica e inquietante, in cui la sua fascinazione per il lato perverso della natura umana trova piena espressione.

L’ ultimo uomo nella torre
di Aravind Adiga, Einaudi
Il romanzo racconta gli ultimi giorni di un palazzo, il Vishram Society, preso di mira da un costruttore intenzionato ad abbatterlo per erigere al suo posto un complesso residenziale extralusso. Nonostante l’iniziale perplessità, poco a poco tutti i condomini si lasciano conquistare dalla generosa offerta di acquisto di Mr Shah e dai suoi “regali”: una sapiente miscela di violenza e bustarelle. Tutti tranne uno, Yogesh Anantha Murthy, detto “Masterji”, un insegnante in pensione da poco diventato vedovo e che ha perso la figlia spinta giù da un treno dalla calca di pendolari. La ferma resistenza che oppone alle minacce del palazzinaro costerà a Masterji il rispetto dei vicini e, addirittura, l’affetto dell’unico figlio superstite. Eppure, una volta rimasto solo, l’anziano insegnante potrà vedere il mondo che lo circonda con occhi nuovi, come se nel progressivo isolamento riscoprisse un senso di comunione che da tempo aveva perduto. Un intimo sentimento di solidarietà con gli ultimi, con tutti quelli che a Mumbai vengono schiacciati senza pietà negli ingranaggi dello sviluppo edilizio ed economico: manovali, donne di servizio, abitanti dei bassifondi, il mare stesso, aggredito dagli artigli d’asfalto e cemento della metropoli. Perché l’autentica protagonista di questo romanzo dal respiro dickensiano, brulicante di storie, di personaggi, di vita, è proprio Mumbai…

Gli ultimi saranno i primi. La mia vita accanto ai dimenticati della Terra
Lapierre Dominique,
    Rizzoli
Uno sguardo come quello di Dominique Lapierre è una lente d’ingrandimento che cambia il modo di vedere il mondo. In questo libro, una lunga riflessione raccolta da Renzo Agasso, Lapierre racconta la sua vita e le sue scelte e si interroga su dove sta andando l’Occidente. Dalla messe di esperienze e di incontri nel subcontinente indiano, emerge il ritratto profondo e affascinante di un mondo bifronte in cui sempre più gli “altri”, gli ultimi, sono lo specchio di “noi”, i primi. E una riflessione sui paradossi di un tempo in cui il ricchissimo Occidente affronta lo spettro della miseria morale. Una povertà ben peggiore di quella economica che affligge la Città della Gioia.

Anne Holt – Nella tana dei lupi ,(Einaudi)
Quando la detective Hanne Wilhelmsen riceve la notizia della morte del primo ministro norvegese, ancora non immagina in che razza di ginepraio sarà costretta a infilarsi. Perché il caso di omicidio in cui Hanne viene catapultata, insieme a tutta la sua squadra, coinvolge la più alta scena politica norvegese e anche i servizi segreti. Il primo ministro è stata trovata morta nel suo ufficio con un colpo di pistola sparato alla testa. Apparentemente non ci sono piste di alcun tipo, né sul fronte degli avversari politici né su quello degli scandali privati. L’unica ipotesi che sembra poter prendere piede è quella di una pista neonazista, ma anche questa è destinata a naufragare…

Orhan Pamuk – Il romanziere ingenuo e sentimentale (Einaudi)
Ogni romanzo prevede un lettore “ingenuo” e uno “sentimentale”, ci dice Pamuk riprendendo le categorie di Schiller: uno, quello ingenuo, cosi immerso nella storia narrata da scambiarla con la realtà; l’altro, quello sentimentale, consapevole della natura testuale, fittizia, di ciò che sta leggendo: un sognatore che sa di star sognando. Il grande mistero del romanzo, il segreto del suo inesauribile fascino, è che non necessariamente questi due lettori devono essere due persone diverse: quello ingenuo e quello sentimentale sono in realtà due momenti, ugualmente necessari, che ogni lettore attraversa leggendo un romanzo. E alla stessa maniera, c’è il romanziere ingenuo, convinto che l’ispirazione gli giunga da “un altrove”; e quello sentimentale consapevole di lavorare all’interno di una tradizione e di ricorrere, in ogni momento, al repertorio del “già scritto”.

Roberto Bolaño – I dispiaceri del vero poliziotto, (Adelphi)
Il sogno di ogni vero lettore, allorché, terminato un romanzo, sente nascere in sé una nostalgia acuta per i personaggi che ha appena abbandonato, è che prima o poi gli dicano: ecco un libro in cui ne ritroverai alcuni, di quei personaggi, e ti verranno narrate altre vicende che li riguardano. E anche se poi lo avvertiranno che non avrà un compito facile, perché lo scrittore confonde continuamente le piste e perché molti indizi lui, il lettore, dovrà andarseli a cercare da solo – ebbene, non esiterà ad accettare il rischio, e da vero lettore si tramuterà in vero poliziotto: colui che (come dice lo stesso autore) «cerca invano di mettere ordine in questo dannato romanzo». Inoltrandosi dunque nella trama fittissima e imprevedibile di queste pagine, rincontrerà alcuni dei personaggi di 2666: del professor Amalfitano scoprirà che è approdato in Messico dopo essere stato espulso dall’Università di Barcellona per omosessualità, e conoscerà il nuovo amante, un irresistibile falsario di dipinti di Larry Rivers (mentre del suo ex amante, un poeta malato di Aids, leggerà le impagabili lettere); ma ritroverà anche Rosa Amalfitano, di cui sembra innamorarsi il poliziotto Pedro Negrete, incaricato di indagare sul professore insieme allo scherano Pancho, erede di una dinastia di donne violate… Nel frattempo, si lascerà sedurre da digressioni letterarie impertinenti, classifiche irriguardose, biografie fittizie, atmosfere inquietanti, sogni rivelatori. Con l’imperturbabile senso del ritmo e la dovizia visionaria delle sue storie, Bolaño saprà letteralmente ipnotizzare il suo lettore-poliziotto, il cui unico «dispiacere» sarà di vedere i personaggi, già da sempre in fuga, sottrarsi ancora una volta: come se, terminato il libro, «saltassero fuori dall’ultima pagina e continuassero a fuggire».

bolano

Haruki Murakami – 1Q84. Libro 3, (Einaudi)
Si concluderà nel 2012 il grande romanzo in tre libri di Haruki Murakami, 1Q84.
Dove eravamo rimasti? Ogni passaggio del romanzo gira attorno a questo concetto: le cose non sono come appaiono, ma di realtà ne esiste una sola. Anche se si può mascherare la verità con una finzione, con una menzogna, è necessario ricordare che “una volta che si dice una bugia al mondo, bisogna continuare a mentire in eterno. Diventa necessario per far quadrare i conti

Richard Yates – Proprietà privata. Racconti inediti (Minimum fax)
La riscoperta di Richard Yates, magistrale autore americano antesignano del realismo di Raymond Carver, è stata una delle operazioni di maggior successo nella storia editoriale di minimum fax: il pubblico e la critica l’hanno accolta con enorme favore e le opere di Yates hanno venduto più di 150.000 copie. Arriva ora per la prima volta in Italia quest’antologia di racconti mai pubblicati in volume durante la vita dell’autore; un paio erano usciti su riviste, gli altri erano rimasti completamente inediti fino a quando, dopo la sua morte, sono stati riportati alla luce e raccolti. Un’occasione preziosa per immergersi ancora una volta nella sua scrittura intensa e commovente: storie di esistenze comuni ambientate perlopiù nell’America del secondo dopoguerra, un luogo di tensioni nascoste sotto l’apparente prosperità, di ambizioni e fallimenti che Yates racconta con uno sguardo lucido e inconfondibile.

Carlos Ruiz Zafon – Il prigioniero del cielo , (Mondadori)
Barcellona, dicembre 1957. Nella libreria dei Sempere entra un individuo misterioso che acquista una preziosa edizione del Conte di Montecristo e la lascia in custodia a Daniel perché la consegni al suo amico Fermin. Il libro porta una dedica inquietante: “Per Fermin Romero de Torres, che è riemerso tra i morti e ha la chiave del futuro”, firmato “13”. Tra malintesi, imbrogli e minacciosi ricordi dal passato inizia l’indagine di Daniel per decifrare quella dedica enigmatica e capire quali segreti nasconde il suo fedele amico. Prima di potersene rendere conto, il giovane libraio viene catapultato in un passato che lo riguarda da vicino, dove la morte di sua madre Isabella si lega al destino di David Martin, il grande scrittore che dal carcere scrive Il gioco dell’angelo, e a quello del perfido editore Mauricio Valls, una vecchia conoscenza degli anni di carcere di Fermin. Quello che Daniel scoprirà non rimarrà senza effetti sulla sua vita, molte domande rimaste in sospeso avranno una risposta e lui si troverà in mano, inaspettatamente, la possibilità di vendicarsi.

 Javier Cercas – La verità di Agamennone (Guanda)
I romanzi di Javier Cercas possiedono quasi sempre una componente saggistica, e, allo stesso modo, i suoi reportage e i suoi articoli… Di questa natura ibrida partecipa anche La verità di Agamennone. I brani raccolti in questa miscellanea sono raggruppati in quattro parti: “Autobiografie” raccoglie racconti di viaggi, passioni e ricordi personali; “Lettere di guerra” testi quasi sempre feroci e polemici sulla storia e la letteratura contemporanee; “Nuovi racconti reali” storie divertenti che non si sottraggono all’emozione e all’obbligo con la propria memoria; per ultimo, “I contemporanei” include esercizi di dialogo con alcuni scrittori vicini all’attività letteraria dell’autore. E ovunque affiora la dualità di critica e narrazione, di esperienza personale e intellettuale che è l’essenza stessa dei romanzi di Cercas. Questa parziale sovrapposizione spiega l’esilarante racconto finale, “una favola sul desiderio, o l’impossibilità, di essere diversi”, che a mo’ di geniale epilogo conclude un volume…

Patricia Cornwell – Nebbia rossa (Mondadori)
Kay Scarpetta deve incontrare alla Georgia Prison for Women una detenuta colpevole di reati sessuali e madre di un diabolico killer. Kay è determinata a far parlare la donna per scoprire che cosa è davvero successo al suo vice, Jack Fielding, ucciso sei mesi prima. È una ricerca personale e anche professionale, dal momento che Kay sta seguendo un’indagine che riguarda una serie di macabri crimini che lei è convinta abbiano a che fare anche con la morte di Jack Fielding. L’uccisione di un’intera famiglia a Savannah, una giovane donna nel braccio della morte e una catena di altre morti inspiegabili sembrano essere tutti collegati fra loro. Ma chi c’è dietro tutto questo e perché? Kay Scarpetta scopre presto che questo è solo l’inizio di qualcosa di più terribile: un complotto terroristico internazionale. E lei è l’unica che può fermarlo.

Julio Cortázar – Carte inaspetatte, (Einaudi)
A venticinque anni dalla morte dell’autore de Il gioco del mondo, Aurora Bernárdez rinviene in una cassapanca circa 500 pagine inedite che, dopo un’indagine filologica durata tre anni, vengono infine pubblicate. Carte inaspettate raccoglie parte di quell’archivio, uscito nell’edizione spagnola lo scorso anno. La raccolta riprende le due anime dello scrittore argentino, quella politica e quella surrealista. Comincia con un racconto giovanile inedito, I gatti (1948); prosegue con nove racconti scritti fra il ’55 e l’81 (pubblicati in parte) e con tre Storie di cronopios escluse dal famoso Storie di cronopios e di famas. Segue un capitolo dal Libro di Manuel, quindici bellissimi racconti della serie Un certo Lucas e una serie di interventi giornalistici in cui parla delle proprie opere, di viaggi, di incontri, di jazz e di politica, ma sempre in forma narrativa e autobiografica. Chiudono, un’articolata intervista del ’69 e dodici poesie.

Amélie Nothomb – Uccidere il padre (Voland)
Ecco il ventesimo romanzo di Amélie Nothomb, dal titolo allegorico e provocatorio. Uccidere il padre è la storia di un ragazzo, Joe Whip, cresciuto con una madre che fa collezione di uomini. Non ha mai conosciuto suo padre e sua madre non sa neppure chi sia. La sua unica distrazione dall’età di otto anni è chiudersi in camera e imparare a fare magie con le carte da gioco. Quando a quindici anni sua madre lo mette alla porta, comincia a fare il mago nei bar della città. Fino al giorno in cui un uomo si accorge del suo dono e gli suggerisce di recarsi dal più grande maghi, Terence Norman, che vive nella stessa città. Joe decide di bussare alla porta di Norman e chiedergli di essere suo maestro. Un po’ diffidente all’inizio, Norman accetta e invita Joe a stabilirsi con lui e sua moglie Christina, una bellissima giovane donna che fa la giocoliera. Dopo un po’ di tempo Christina e Norman cominciano a considerare Joe come un figlio. Joe invece inizia a sviluppare una gelosia che si trasformerà poi in puro odio verso il padre adottivo, il grande mago troppo umile e troppo perfetto, e al tempo stesso, si innamora di Christina. Una versione rivista del complesso di Edipo, un libro sul tradimento e sulle scelte che non vogliamo farci imporre dagli altri.

Ali Smith – C’è ma non si,  (Feltrinelli)
Durante una cena in un’elegante casa di Greenwich un amico di un amico dei padroni di casa si alza da tavola e non torna più. Si scopre che si è chiuso nella stanza degli ospiti e non ha la minima intenzione di uscire. Perché ha preso questa decisione? Cosa spera di ottenere? E soprattutto chi è Miles Garth? Gen, la padrona di casa, si mette alla ricerca di amici e parenti del suo ospite indesiderato che possano convincerlo a desistere dal suo proposito inspiegabile. Comincia così una carrellata di personaggi, ricordi, situazioni buffe o commoventi che prendono spunto dalla presenza/assenza di Miles ma sono in realtà un’occasione per la scrittrice di esplorare vari aspetti della vita quotidiana nell’Inghilterra di oggi. Una scrittura divertente e divertita, una girandola di giochi di parole e rimandi che vanno da Shakespeare al punk passando per i musical e le canzoni dell’Eurofestival.

Clara Sanchez – La voce invisibile del vento ,(Garzanti)
Spagna, località di Las Marinas. La luce si è ritirata verso qualche luogo nel cielo. Il buio della notte avvolge le viuzze del paese e il mare è nero come la pece. Julia ha perso la strada di casa: è circondata dal silenzio e sente solo la voce del vento, che soffia dal mare, e profuma di sale e di fiori. Non ricorda cosa sia successo: era uscita, per prendere del latte per suo figlio, ma sulla strada del ritorno all’improvviso si è ritrovata in macchina senza soldi, documenti e cellulare. In poche ore quella che doveva essere una vacanza da sogno si è trasformata in un incubo… Una storia di colpa e di memoria individuale.

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L’ALLEGRO CANTO DELLA PERNICE, PAULINA CHIZIANE, NUOVA FRONTIERA
Una conferma del talento artistico di Paulina Chiziane, giunta al suo quinto romanzo,ci viene da questo suo affascinante libro, paradigma del percorso sociale africano, di quello femminile nel continente, del passaggio dallo stato di colonia a quello di nazione, attraverso sconfitte, delusioni,e guerre civili.

OMBRE BRUCIATE, KAMILA SHAMSIE, PONTE ALLE GRAZIE
C’è tutto il XX secolo in questo romanzo, che abbraccia continenti e decenni; un libro in cui, partendo dalle esistenze dei protagonisti giungiamo preesto a cogliere prospettive più ampie.

LA MECCANICA CELESTE, MAURIZIO MAGGIANI, FELTRINELLI
Il suo linguaggio scorre fluido e poetico, e vola alto, a mio parere molto al di sopra di molti altri testi dei suoi connazionali… E’ una storia che trae linfa dall’esperienza personale dell’autore, da quei luoghi in cui è vissuto, di cui ha scelto di percorrere una strada della memoria che parte dall’inizio del Novecento e arriva ai nostri giorni, per quanto non lungo sentieri rettilinei.Un gran bel libro!

CERCANDO ALICE, CAMILLA TRINCHIERI, MARCOS Y MARCOS
Un romanzo a due voci su una famiglia in guerra, nell’Europa in guerra, il vivido ritratto di un’epoca e di un rapporto madre-figlia.

LA IANARA, LICIA GIAQUINTO,ADELPHI
Campania, Anni Sessanta. Con un linguaggio coinvolgente Licia Giaquinto restituisce al lettore l’incanto di una terra madre intrisa di cultura popolare e di riti arcaici, di fatica popolare e di distacco nobiliare, di superstizioni, di volgare modernità (le lettere dell’Anas…) che si affaccia su un paesaggio cristallizzato.

SIGNORIA, JAUME CABRE’, LA NUOVA FRONTIERA
In una Barcellona insolitamente tetra, fine ‘700, l’omicidio di una cantante francese scuote il sistema di potere:un ottimo libro che è al tempo stesso romanzo storico,d’appendice, d’indagine e di formazione!

L’ULTIMO DEI WEYNFELDT, MARTIN SUTER, SELLERIO
un abile mano quella di Martin Suter, capace di restituirci con arguzia il mondo della borghesia agiata svizzera

IL BUON LADRO,HANNAH TINTI, EINAUDI
Un debutto notevole, amato dalla critica e dal pubblico: è quello di Hannah Tinti, capace di dare vita ad un colorito romanzo old fashioned alla maniera dei grandi d’Ottocento, pensiamo in particolare a Stevenson e a Dickens.

RESTA CON ME, ELIZABETH STROUT, FAZI
È una piccola cittadina dell’Ovest lo sfondo per questo nuovo emozionante libro di Elizabeth Strout, autrice dalla solida e cristallina prosa già vincitrice del Pulitzer con Olive Kitteridge. Un altro capolavoro di introspezione psicologica

ACCIAIO, SILVIA AVALLONE, RIZZOLI
Due ragazzine che crescono, nella periferia di una città italiana “minore”: un buon esordio, finalista al Premio Strega!

ARIA, SONYA HARTNETT, FAZI EDITORE
“Aria è un omanzo malinconico, lirico, ed è scritto meravigliosamente, tanto che si finisce per rileggerlo, una frase dopo l’altra” è il giudizio di Nick Hornby

L’UOMO CHE ANDAVA AL CINEMA. GRAHAM PERCY, MARCOS Y MARCOS
Un grande personaggio letterario che disdegna la realtà esce da questo libro, sospeso in una bolla atemporale, l’arte cinematografica,  in cui tutto diventa possibile, che troverà ad un certo sulla sua strada la divina Kate, che non si sente proprio tale…

PROVE DI FELICITA’ A ROMA OVEST, ROAN JOHNSON, EINAUDI
Ah, l’adolescenza! Un ommitmo esordio narrativo, che ricorda quello di Culicchia, è davvero molto godibile, fresco e pimpante, colmo di ironia e di ottimi squarci sul paesaggio umano e fisico della capitale.

LE NOTTI AL SANTA CATERINA, SARAH DUNANT, NERI POZZA
SARAH Dunant rende onore alla tradizione dei romanzi storici made in Neri Pozza (La ragazza dall’orecchino di perla,per es.)  : una autrice dal talento innegabile, capace di ricreare atmosfere complesse e dare vita a personaggi memorabili

FRA DUE OMICIDI , ARAVIND ADIGA, EINAUDI
Un grande affrescodi una città dell’India “tra due omicidi”: il primo, quello di Indira Gandhi fino a quello del figlio Rajiv

GLI INFORMATORI, JUAN GABRIEL VASQUEZ,  PONTE ALLE GRAZIE
“.. una delle voci più originali della narrativa sudamericana. Gli informatori, una potente storia sulle ombre del dopoguerra, è la dimostrazione della sua fantasia, dell’eleganza e della sagacia della sua prosa.” Dice Vargas Llosa, e gli diamo ragione!

IL MONDO DELLE COSE, MICHAEL ZADOORIAN, MARCOS Y MARCOS
Dopo Second Hand e In viaggio contromano, un nuovo affascinante libro, una brillantissima raccolta di umani destini accomunati dal vivere a Detroit, città dell’autore

L’ULTIMA CAROVANA DELLA PATAGONIA, RAUL ARGEMI, LA NUOVA FRONTIERA
Una satira caustica sul crollo economico argentino, un romanzo sui sogni distrutti di una generazione, col sorriso sulle labbra


JASPER JONES, CRAIG SILVEY, GIANO
“Tensione, ingiustiza, ipocrisia, l’amore sincero dell’adolescenza e l’amcizia, echi de Il giovane Holden e de Il buio oltre la siepe” in questo avvincente romanzo che ci arriva dall’Australia

SENOR PEREGRINO, CECILIA SAMARTIN, BOMPIANI
Realismo e illusione si fondono, in questa storia intensa narrata da una autrice accostata a Isabel Allende

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IL NUOVO MAN BOOKER PRIZE

debuttare e aggiudicarsi il Man Booker Prize, il più prestigioso premio letterario inglese che abbraccia tutte le pubblicazioni in tale idioma (Usa esclusi) è una gran bella soddisfazione. È toccato a Aravind Adiga, che con il suo White Tiger (da poco pubblicato per Einaudi, sotto ne trovate la diligente scheda) si è preso la soddisfazione di mettere in riga Amitav Ghosh, e Salman Rushdie, non entrato neppure nella cinquina finalista. Il suo romanzo racconta l’India moderna attraverso un’ottica particolare, la confessione al Primo Ministro cinese in visita in India di un imprenditore nato poverissimo che racconta la sua trasformazione in omicida prima e poi in brillante business man.
Aravind Adiga
La Tigre Bianca
Einaudi

Nato poverissimo in un villaggio dell’interno dell’India, Balram Halwai, la Tigre Bianca, ha l’occasione di evadere dalla gabbia della miseria quando un ricco possidente lo assume come autista. Accompagnare il padrone sulla strada di un’inarrestabilecorruzione, vedere da vicino il lusso sfrenato in cui vivono i ricchi, libera Balram da ogni scrupolo morale e lo trasforma prima in un omicida in fuga e poi in un brillante uomo d’affari.

«Avvincente, rabbioso e intriso di un truce umorismo, La Tigre Bianca è un viaggio sorprendente attraverso un’India nuova. E Aravind Adiga è un talento che converrà tenere d’occhio».
Mohsin Hamid, autore de Il fondamentalista riluttante

«A differenza di gran parte dei romanzi indiani che potreste aver letto ultimamente, La Tigre Bianca propone un’immagine essenziale, caustica, disadorna del paese. L’ente del turismo indiano non ne sarà contento; ma voi lo leggerete in un baleno e ne resterete affascinati».

«The Sunday Times»

Seduto alla sua scrivania, l’imprenditore autodidatta Balram Halwai, detto la Tigre Bianca, scrive sette lucide e impietose lettere al primo ministro cinese che si appresta a visitare l’India. Gli racconta delle proprie origini e della propria storia: la storia di un ragazzo di una delle caste più basse che da un fangoso villaggio all’interno del paese (dove «ogni buona notizia si tramuta in una cattiva notizia, e in fretta») arriva a New Delhi, dove mall luccicanti, sontuosi palazzi e auto tirate a lucido da magri autisti in ciabatte si accostano a bordelli di lusso con bionde prostitute dell’Europa dell’est. Qui, nel nuovissimo quartiere di Gurgaon, Balram Halwai assiste alla progressiva e inarrestabile corruzione del suo padrone, ne assimila la mentalità e intuisce che il modo per fuggire dalla gabbia della miseria esiste: commettere un omicidio, rubare e mettersi in proprio. Grazie a un duro lavoro, a pasti trangugiati in fretta, a un codice morale dettato dalle necessità produttive, ma soprattutto applicando le auree regole degli affari apprese da Mr Ashok, il suo defunto ex principale, il successo non tarda ad arrivare. Per il futuro si vedrà: forse potrebbe investire parte del proprio capitale in una scuola per i bambini poveri di Bangalore: una scuola piena di Tigri Bianche, in cui non si parli né di Gandhi, né dei 36 milioni di divinità indiane.
Con questo suo primo romanzo, Aravind Adiga ci conduce dietro le quinte dell’India odierna, la «shining India» della new economy e delle nuovissime tecnologie, della crescita economica vertiginosa, del consumismo sfrenato di pochi, descrivendo con durezza e sarcasmo i bui retroscena, materiali e morali, di tanto scintillio.

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