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Posts Tagged ‘Argentina’

Una novità al giorno. Ecco una vibrante saga familiare tra Abruzzo e Argentina, lungo cento anni di storia

 

Mempo Giardinelli

Sant’Uffizio della memoria, Elliot
Traduzione di Pierpaolo Marchetti

Siamo all’inizio degli anni Ottanta, in Argentina è da poco terminata la dittatura militare. Torna la democrazia e tornano anche in tanti dall’esilio. Tra loro c’è Pedro, erede di una famiglia emigrata dall’Italia alla fine dell’Ottocento, spinta dal sogno del benessere, ma anche segnata da una lunga serie di morti violente. Il ragazzo annuncia il suo rientro e al porto di Buenos Aires ad aspettarlo ci sono tutti i suoi parenti, quelli vivi ma anche i morti che, con i loro volti e le loro voci, aiutano a ricostruire la lunga storia della famiglia. Una galleria di personaggi indimenticabili sfila davanti al lettore, uomini e donne che raccontano, ognuno dal proprio punto di vista, quel contenitore di amori, odi, passioni, meschinità e rancori che è la famiglia. Il capolavoro di uno dei maggiori scrittori argentini di oggi, premiato con il prestigioso “Rómulo Gallegos”, considerato un punto di riferimento nella letteratura latinoamericana per la bellezza della sua narrazione, la ricchezza delle atmosfere, la passione e l’amore per una umanità alla ricerca di una vita migliore. Un romanzo appassionante, una grande saga familiare che ci ricorda l’orgoglio, la sofferenza e la speranza di quando i migranti eravamo noi.

Uno dei romanzi fondamentali della letteratura latinoamericana. LUIS SEPÚLVEDA

Leggere questo romanzo è come sedersi davanti al fuoco sera dopo sera per ascoltare i ricordi di un’antica famiglia. Scritto benissimo e con grande passione, è un lungo, magnifico e divertente racconto. OSVALDO SORIANO

Mempo Giardinelli

Di origine italiana, è nato nel 1947 a Resistencia, in Argentina, dove vive. Esiliato in Messico tra il 1976 e il 1984, la sua opera letteraria è stata tradotta in 25 lingue e ha ricevuto numerosi premi. È autore di una decina di romanzi tra cui Luna caliente (La Nuova Frontiera, 2012), Visite fuori orario (Guanda, 2008), Finale di romanzo in Patagonia (Guanda, 2008), La rivoluzione in bicicletta (Guanda, 2003), Il decimo inferno (TEA, 2003). È anche un affermato autore di letteratura per bambini, oltre ad aver scritto numerosi saggi e racconti. Collabora abitualmente con molti giornali in vari paesi.

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I librai di Atlantide sono sensibili alle storie di capelli (e anche un pò invidiosi della zazzera di Alan Pauls…)! Il libro non è nuovissimo come altri che di solito recensiamo, ma merita di certo attenzione, se come noi lo avete trascurato!

Una vera e propria ESPERIENZA mistico\letteraria quella che si prova leggendo LA STORIA DEI CAPELLI, secondo tassello di una ideale trilogia dedicata dall’autore all’Argentina degli anni Settanta.

È di certo un genio un autore che dedica quasi una pagina per descrivere il taglio di una ciocca di capelli e un paio di righe per parlare della separazione dalla moglie del protagonista! Alan Pauls racconta le ansie quotidiane derivanti dalla perdita condensandole nell’attenzione che la voce narrante rivolge alla sua capigliatura, mentre sullo sfondo passano diversi avvenimenti che hanno segnato il decennio degli anni Settanta, le capigliature afro alla Angela Davies, la musica, le azioni dei Montoneros..

Solo un grande potrebbe reggere una simile dovizia di dettagli dedicata al tema apparentemente principale del libro senza uccidere di noia il lettore, ne siamo convinti (per poi passare da questo infinitamente piccolo ad un senso generale riconoscibile man mano che la lettura procede!).  E che pagine spassose, che stile inconfondibile, con lunghe frasi, incisi e parentesi. Superbonus, le irruenti apparizioni di quello che si definisce IL SUO MIGLIORE AMICO, Monti, con la sua poliedrica vita. E il pensiero va ad un altro Monti, compagno di scuola in questa pianura, che come l’amico del libro si è ammalato, e non ce l’ha fatta… Un saluto, a lui.

 

Alan Pauls,

Storia dei capelli, Sur Edizioni
“Uno dei migliori scrittori latinoamericani viventi.”

Roberto Bolaño

 

Cosa passa per la testa di un uomo mentre si sottopone al rito noioso e ansiogeno del taglio dei capelli? Attraverso un flusso narrativo fatto di pensieri, ricordi ed eventi in presa diretta, entriamo in quella testa che sta per essere cambiata per sempre dal taglio di capelli perfetto. Una vita intera rivisitata attraverso il filtro della sua ossessione: i capelli.

L’infanzia e l’adolescenza negli anni Settanta dominati dai tagli afro, il rapporto con un miglior amico insopportabile dai riccioli curatissimi, una moglie a cui viene rubata misteriosamente una parrucca, un cane che quando viene tosato diventa irascibile, e soprattutto un nuovo parrucchiere: Celso, un paraguayano che ha il potere di cambiare le vite che lo sfiorano con la leggerezza affilata del suo tocco di forbici.

 

Trad. Nicola S.

 

 

 

 

 

 

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in vacanza con il giusto libro , Paese per Paese. Edizione 2015

parte seconda.

AMERICA

CUBA, Leonardo Padura, Eretici, Bompiani

STATI UNITI – Colorado,Kent Haruf, Benedizione, NN Edizioni

NEW YORK, Richard Price, Clockers, Neri Pozza

BALTIMORA, Laura Lippman, Ogni cosa è segreta, Neri Pozza

COLOMBIA, Emma Reyes, Non sapevamo giocare a niente, SUR

ARGENTINA, Roberto Arlt, I lanciafiamme, Sur

ARGENTINA-Delta del Paranà, Alicia Plante, Senza macchia apparente, La nuova frontiera

MESSICO, Maria Venegas, La figlia del fuorilegge, Bollati Boringhieri

MESSICO, Oscar Martinez, La furia, Fazi

MESSICO, Pino Cacucci, Quelli del San Patricio, Feltrinelli

HAITI, Dany Laferriere, Tutto si muove intorno a me, 66ndand2nd

SUD AMERICA, Miguel Bonnefoy, L’avventuroso viaggio di Octavio, 66ndand2nd

STATI UNITI, Minard Celine, Per poco non ci lascio le penne, 66ndand2nd

URUGUAY, Tomas de Mattos, Il cielo di Bagdad, Controluce

SUDAMERICA, Vespeggiando in sudamerica, Altromondo

PATAGONIA, Gimenez Hutton Adrian, Chatwin in Patagonia, Nutrimenti

ARGENTINA, Alicia Plante, Senza macchia apparente, La nuova frontiera

 

AFRICA

AFRICA, Egisto Corradi , Africa a cronometro, Corbaccio

SUD AFRICA, Deon Meyer, Cobra, E.o

BOTSWANA, Alexander Mc Call Smith, Precious e le scimmie, Salani

ALGERIA, Yasmina Khadra, Cosa aspettano le scimmie a diventare uomini, Sellerio

EGITTO, Leila Aboulela, Il dottore sul Nilo, Controluce

MADAGASCAR, Giulio Querini, Sotto il cielo del Madagascar, Fazi

UGANDA, Dinaw Mengestu, Tutti i nostri nomi, Frassinelli

CONGO,Alain Mabanckou, Pezzi di vetro, 66ndand2nd

MALI, Moussa Konatè, Commissario Habib – due gialli africani, Del Vecchio

AFRICA TROPICALE, Vincenzo Rampolla, L’anima del baobab, Europa edizioni

NIGERIA, Noo Saro Wiwa, In cerca di Transwonderland, 66THAND2ND

NIGERIA, Aurelien Molas, I fantasmi del Delta, Mondadori

AFRICA, Wole Soyinka, Africa, Bompiani

ANGOLA, Ondjaki, Nonna Diciannove e il segreto del sovietico, Il sirente

 

OCEANIA

AUSTRALIA, Franklin Miles, La mia brillante carriera, Elliot

Patrick White, Il giardino sospeso, Bompiani

 

 

 

in MESSICO con Oscar Martinez, La bestia

Óscar Martínez

La bestia,

Fazi editore

Martínez, con il suo reportage, ci trascina fuori dai cliché del sogno americano, per portare l’attenzione sulla Bestia, il treno merci che ospita le storie di 250.000 migranti per i quali l’immigrazione non è speranza, ma consapevolezza. Una questione di vita o di morte.

Le storie dei “migrantes que no importan” sono apparse prima sul «Elfaro.net» per poi approdare ne La bestia, considerato il miglior libro dall’«Economist» e dal «Financial Times». Un’inchiesta corale suddivisa in quattordici capitoli ripercorre la rotta dei migranti, tracciando la mappa dei pericoli: sequestri da parte della criminalità organizzata senza nome, stupri, l’obbligo di prostituirsi nei locali notturni in Chiapas, il rischio di essere uccisi da parte dei narcotrafficanti, e non per ultimo quello di finire sotto le rotaie della Bestia per stanchezza o distrazione, costretti a viaggiare sul tetto del treno. Martínez percorre da cima a fondo le vite dei migranti, con tanto di testimonianze dirette da parte dei protagonisti.

La tela di racconti ricostruisce un sistema criminale che sfrutta la disperazione e la trasforma in denaro contante per aumentare a dismisura la liquidità dei cartelli della droga. I veri protagonisti sono i migranti, le cui storie vengono narrate da Martínez con grande umanità durante il drammatico percorso.

«Non volevo suscitare compassione, ma rabbia e indignazione», ha affermato.

E ci riesce con una forte denuncia nei confronti dell’autorità statale, spesso corrotta e assente, complice di questa strage. Il libro ridisegna, attraverso la tratta della morte, una nuova geografia delle terre dimenticate tra l’America Centrale, il Messico e gli Stati Uniti.

Oscar Martínez è un giornalista salvadoregno che scrive per il primo quotidiano online dell’America Latina, ElFaro.net. Oggi svolge indagini sulle violenze delle gang centroamericane. Nel 2008 ha vinto il premio messicano Fernando Benitez per il giornalismo e nel 2009 ha ricevuto lo Human Rights Prize all’università di El Salvador.

«La bestia è straordinario per il coraggio di cui Martínez ha dato prova scrivendolo e per le vite nascoste che rileva… Il suo linguaggio preciso, carico di empatia e spesso poetico è capace di suscitare nel lettore rabbia e pietà, ma anche ammirazione». Financial Times

«Una scrittura elegante e incisiva. La bestia supera il semplice reportage per entrare nel regno della letteratura. Il libro di Martínez è un degno successore di un’opera immortale come La strada di Wigan Pier di George Orwell». The New York Times

«Martínez è chiaramente un grande ascoltatore – una dote fondamentale quanto rara per un giornalista -, per questo la sua prosa risuona così cruda e autentica». The Observer

«Martínez merita riconoscimento non solo per il duro lavoro che ha fatto e per quello che scrive, ma anche perché scrive benissimo». New Yorker

«Un libro che mozza il fiato. Una rivelazione frutto d’amore e di incredibile coraggio». New York Review of Books

 

In Egitto con LA CITTA’ DEL PIACERE

El Kamhawi, La città del piacere, Il sirente

 

La città del piacere, un luogo fuori dal tempo e dallo spazio, plasmato in fretta e furia da un abile architetto e consacrato alla Dea del Piacere. Una felicità mista a malinconia aleggia per le strade di questa moderna metropoli immaginaria, insinuandosi nei cuori dei suoi abitanti, dediti alla pratica del piacere e sudditi di un licenzioso re. Una narrazione che a tratti ha quasi il sapore di una fiaba, abilmente intrecciata con rimandi a miti e leggende. El Kamhawi in questo testo affronta questioni scottanti, lasciando divenire questa città un luogo in cui si condensano i difetti e gli errori dell’uomo moderno. [tratta da La rivista di Arablit, I, 2, 2011, articolo a cura di Ada Barbaro]

Ezzat El Kamhawi è nato nel villaggio di Mit Suhayl, nel Governatorato di Sharqiyya. Si è laureato in giornalismo all’Università del Cairo e ha iniziato a lavorare per il quotidiano egiziano Al-Akhbar e ha contribuito a fondare Akhbar al-adab, settimanale in arabo, del quale è vicedirettore. Attualmente collabora anche coi quotidiani al-Misri al-Yawm e al-Quds al-‘arabi. Come scrittore ha pubblicato sei romanzi e due raccolti di racconti. La città del piacere è il suo primo romanzo.
IN SUDAMERICA CON

Vespeggiando in Sudamerica

di Mario Pecorari
,Altromondo edizioni

Una Vespa, la propria compagna e il Sudamerica. Da ottobre 2012 a marzo 2013, 21.000 chilometri percorsi attraverso il Cile, l’Argentina, il Paraguay, il Brasile e l’Uruguay. Una storia vera, fatta di incontri con persone fantastiche, soprattutto i molti appartenenti ai Vespa club locali che, con il sistema del passaparola, attendono l’autore lungo il tragitto per fargli scoprire un mondo meraviglioso. Perché viaggiare con la Vespa non è soltanto andare in scooter. La vespa è un mezzo per comunicare e per conoscere.

Mario Pecorari, goriziano del 1953, ha sempre vissuto a Trieste. Impiegato tecnico presso la Grandi Motori Trieste, prima, e poi nella Fincantieri, è stato uno sportivo e ha praticato la speleologia. Ma la sua vera passione è sempre stata la fotografia e i viaggi. Usando i mezzi più disparati, ha girato in Europa, in Medio Oriente e nel Sud Est Asiatico. Da quando ha conosciuto Sandra, anch’essa amante delle due ruote, i viaggi in Vespa sono diventati i suoi preferiti, tanto da percorrere con essa più di 200.000 chilometri, raggiungendo le mete più varie, dai Balcani, alla Crimea, dal Mar d’Azov, al Vietnam e al Sudamerica
in Angola con


NonnaDiciannove e il segreto del sovietico (Ondjaki)

, Il sirente

 

 

 

“L’esplosione svegliò persino gli uccelli addormentati sugli alberi e i lenti pesci del mare – accaddero colori di un carnevale mai visto, giallo mischiato con un rosso a fingersi arancione in un verde azzurrato, luccichii che imitavano la forza delle stelle distese sul cielo e un rumore tipo guerra degli aerei Mig. Era proprio una bella esplosione perché continuava nel rumore di quei colori che i nostri occhi guardarono e non dimenticarono mai più.”

 

 

 

Luanda, Praia Do Bispo. In un tempo imprecisato tra l’Angola postcoloniale e l’età dell’oro della fanciullezza, due bambini hanno una missione: far saltare in aria il Mausoleo del Compagno Presidente Agostino Nheto, la cui costruzione minaccia di sgombero gli abitanti delle strade vicine. Sullo sfondo di un Paese segnato dai conflitti successivi all’indipendenza e sotto l’influenza sovietica e cubana, Ondjaki filtra attraverso lo sguardo di un bambino le tracce del disordine; inventando una lingua impossibile, infantile e colta allo stesso tempo, riformula la realtà storica di un quartiere della capitale angolana in una vera e propria “comunità alternativa” in cui si sviluppano relazioni sociali tra angolani, cubani e sovietici caratterizzate da creatività, avventura, compassione – e infine riscatto.

 

Vincitore nel 2010 del prestigioso premio letterario Jabuti, NonnaDiciannove e il segreto del sovietico sancisce la maturità artistica di uno dei più significativi scrittori in lingua portoghese, vincitore nel 2013 del Premio Saramago.

Ondjaki è nato a Luanda nel 1977, si è formato a Lisbona e vive a Rio de Janeiro. Autore di cinque romanzi e tre raccolte di racconti, di diverse volumi di poesia e di racconti per l’infanzia, ha inoltre realizzato un documentario sulla propria città natale (“May Cherries Grow”). Già vincitore di premi letterari autorevoli, tra cui il Grinzane for Africa (2008) ,lo Jabuti (2010) e il Premio Saramago (2013), i suoi lavori sono stati tradotti in otto lingue. “NonnaDiciannove e il segreto del sovietico” è il suo quarto volume pubblicato in Italia.

in Australia con
Patrick White, Il giardino sospeso, Bompiani
Gilbert e Eirene: inglese lui, orfano in fuga dall’Europa devastata dalla seconda guerra mondiale; inglese di madre greca ed egocentrica lei. Due ragazzini allo sbando, sullo sfondo di un’Australia sconosciuta e insidiosa per degli stranieri senza guida e tutela. Conosceranno le umiliazioni scolastiche, la solitudine e un amore semplice e insieme complesso, figlio dei loro travagli interiori, disperato e tenero come loro. L’ultimo romanzo dell’autore di “L’occhio dell’uragano”. Un’opera totale, in cui il flusso di coscienza dei personaggi, la cura estrema dei dettagli, l’attenzione spasmodica al trascorrere del tempo, e l’esplorazione dei segreti e delle emozioni famigliari, fanno emergere una piccola epopea di vita quotidiana, dove ciò che può sembrare banale e dimesso diventa momento rivelatore di quella verità esistenziale che ama sempre nascondersi.

 

 

 

 

 

 

 

 

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da LAURA PARIANI, intensa e valente scrittrice italiana, un romanzo incentrato su Dino Campana:

Questo viaggio chiamavamo amore, Einaudi

in libreria da oggi

Un romanzo su Dino Campana, negli anni di reclusione nel cronicario di Castel Pulci. Al centro la follia, il genio, il viaggio (mai provato) del poeta in Argentina. Un libro in cui il ricordo diventa visione, racconto reale o fantastico di un mondo piú vero del vero.

«Cosa resta a fare un giovane in questa Europa decrepita? Meglio l’America col suo azzardo dell’ignoto: quando piove, chi non ha casa se la trova…»

È il 1907 quando Dino Campana fugge da Marradi alla volta di Montevideo e poi dell’Argentina. Dato che di quel viaggio non esistono fonti certe, Laura Pariani ipotizza un percorso che dalle rive del Paraná lo porta ai bordelli di Rosario fino ai cantieri ferroviari di Bahía Blanca. Come succederà mezzo secolo dopo al giovanissimo Che Guevara partito a conquistare il mondo su una motocicletta, per il ventenne Dino il vagabondaggio attraverso il Sudamerica – a piedi o su mezzi di fortuna – sarà un’occasione per conoscersi e sentire «con delizia l’uomo nuovo nascere». Una ventina d’anni dopo, durante la reclusione a Castel Pulci – tra le angherie dell’infermiere Calibàn, i pasti insipidi e le notti insonni – le domande dello psichiatra Carlo Pariani innescano nel poeta vivide memorie, lettere o telefonate mentali a compagni di viaggio, resoconti di ubriacature e feste selvagge nella pampa, in mezzo a una «natura ineffabilmente dolce e terribile». Con una scrittura densa di atmosfere sudamericane, mescolando echi dei Canti Orfici con la lingua degli emigranti italiani, Laura Pariani tratteggia il contrasto tra la fiammeggiante vitalità di quella fuga giovanile e l’oscurità dell’ultima tappa del viaggio terreno di Campana.

Dino Campana

Dino Campana (Photo credit: Wikipedia)

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America Latina. coloratissimi e sempre pieni di emozioni per i lettori i nuovi libri SUR. Storia del denaro di Alan Pauls completa la trilogia dedicata alla storia argentina degli anni Settanta. Con tutto quello che conoscete di quel periodo, e molto di più! Un romanzo incentrato sul significato del denaro in un momento in cui tra inflazioni galoppanti, cambi neri non autorizzati ed altro, non dovrebbe più avere alcun valore, mentre il costo della vita umana veniva svalutata in modo inversamente proporzionale.
Alan Pauls è davvero uno splendido scrittore, molto considerato anche da Bolano, vicino a Manuel Puig e a Ricardo Piglia, convinto che occorre «riuscire ad immaginare il passato, per poter infine ricordare il futuro» 
La memoria, dunque, la necessità di interpretare e rivedere la storia, alla base di tanta narrativa sudamericana contemporanea, perchè, come dice l’autore “ogni avvenimento accade sempre due volte, la prima volta come avvenimento, fatto, impronta, e la seconda come percezione e registrazione” “anche ogni processo si conclude sempre due volte, e niente che abbia avuto un solo punto fermo, per quanto drastico e inappellabile, può considerarsi realmente concluso». 
Potreste rendervi conto del suo valore leggendo le pagine in cui la voce narrante racconta di come, ragazzino, non veda l’ora che giunga il momento di salire sull’autobus per una vacanza con il padre, separato dalla madre, con quei biglietti acquistati molto tempo prima, conservati gelosamente in tasca per evitare di perderli, controllando accuratamente la data e il giorno della partenza, e tutti i piccoli rituali, palpitazioni, attese, paure, collegate all’evento! Una vera e propria antologia di cosa significhi l’attesa nella giovinezza!

Alan Pauls,
Storia del denaro,
traduzione di Maria Nicola,
Sur Edizioni

anteprima del testo qui 
http://www.edizionisur.it/pages/view_page/3 

Debiti mai saldati, investimenti senza senso, prestiti di cui non c’è traccia, operazioni clandestine e trasferimenti sottobanco: il denaro è un flusso che invade l’intero romanzo, e la vera ossessione dei suoi personaggi. Che sia una puntata al casinò, un viaggio in taxi verso la costa o l’acquisto di una casa al mare, il denaro non è altro che perdita. Scomponendo un fenomeno sociale nell’esperienza individuale del protagonista, Pauls narra un paese in cui il denaro non conta assolutamente nulla, eppure resta l’unica cosa che importa. Dopo Storia del pianto e Storia dei capelli, Alan Pauls conclude con Storia del denaro la sua «trilogia della perdita», dedicata agli anni Settanta in Argentina.

Alan Pauls, nato a Buenos Aires nel 1959, ha insegnato teoria letteraria all’università, è stato sceneggiatore e critico cinematografico e attualmente lavora come giornalista per “Radar”, supplemento domenicale del quotidiano “Pagina/12”. Ha pubblicato libri di narrativa, traduzioni dal francese e dal portoghese; così come saggi sull’opera di Manuel Puig, su Lino Palacio, sul genere diaristico, e sull’opera di Jorge Luis Borges.

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Oath of allegiance to the Constitution of Buen...

Oath of allegiance to the Constitution of Buenos Aires (1854) Daguerreotype attributed to Fredericks (Photo credit: Wikipedia)

Argentina, primi decenni del Novecento. Un anarchico ex detenuto, una ragazza cresciuta in orfanotrofio danno vita ad un affascinante ritratto di momento storico, di due esistenze che si incrociano.

 

Un tranquillo angolo di Argentina, una giornata calma, è qui che i due raccontano al lettore la propria vita, vista come punto di arrivo da decenni precendenti, senza tacere i profondi mutamenti sociali del Paese in cui vivono, scrutati anche attraverso insoliti dettagli dall’autrice (le descrizioni delle mostre fotografiche con foto d’epoca!)

 

 

 

Sylvia Iparraguirre Sotto questo cielo, L’asino d’oro edizioni

  1. Maneri G.

San Alfonso, sconosciuta cittadina di provincia, delimitata ai suoi estremi da una prigione e un orfanotrofio. Bautista Pissano, un anarchico condannato a vent’anni di galera perché coinvolto in un attentato all’ambasciata degli Stati Uniti. La bella Sonia Reus, un’orfana che idealizza una storia d’amore estiva precludendosi di vivere le possibilità che il presente le offre.
Questi gli elementi della storia di Sotto questo cielo, romanzo dalla costruzione originale, ambientato
nell’Argentina della prima metà del Novecento, che vede due diverse personalità maturare la stessa voglia di riscatto, fatalmente incontrarsi e cambiare le proprie sorti.
Sylvia Iparraguirre, con una prosa raffinata e un linguaggio dalle tinte poetiche, ci regala un’accattivante storia d’amore tra due esseri solitari che, finalmente consapevoli di se stessi e decisi ad affrontare la vita, troveranno il proprio posto nel mondo.
Nata a Junín (Buenos Aires). Ha raggiunto una considerevole notorietà in Argentina per il suo impegno come collaboratrice di diversi periodici contro la dittatura militare. Insegna all’Università di Buenos Aires e, come critica letteraria, scrive per i quotidiani “Clarín” e “Página/12”. Autrice di racconti e romanzi, in Italia ha pubblicato La terra del fuoco (Einaudi, 2001), Luna Park (Crocetti, 2004) e, con L’Asino d’oro Edizioni, Il ragazzo dei seni di gomma (2012).
 

 

 

 

 

 

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«Mi chiesi se aspettassi ancora qualcosa. Mi parve di sì. Si aspetta sempre altro»

Se amate e conosce Bolano ricorderete certo il racconto Sensini, in Chiamate telefoniche: ispirato dall’incontro con Antonio di Benedetto, da lui giudicato uno dei migliori autori del continente sudamericano. Zama è un oscuro funzionario della corona spagnola di fine Settecento, relegato in un oscuro angolo dell’impero lontano dalla fama derivata dalle sue gesta, dalla moglie, dalla possibilità di essere trasferito in altro luogo, in attesa di un cambiamento destinato a non arrivare, vivendo un presente senza tempo intriso di segni di di disfacimento e morte…

 

Pubblicato per la prima volta nel 1956, questo romanzo viene considerato una sorta di spartiacque nel panorama letterario del Novecento argentino, capace di aprire la strada a grandi autori…Accostato a nomi importanti come Julio Cortazar, Ernesto Sabato, Alain Robbe Grillet, fu ammirato anche da Borges, che proprio per questo libro si sentì in dovere di esprimere una lettera di ringraziamento all’autore, riportata nella prefazione di questa edizione. La giunta militare che governò il Paese lo imprigionò e torturò.

 

Antonio Di Benedetto, ZAMA, Sur

 

Don Diego de Zama è un oscuro funzionario della corona spagnola di fine Settecento: relegato ad Asunción, in Paraguay, vive lontano dalla famiglia, appeso alla flebile speranza di una promozione per cui è disposto a tutto, ma che tarda ad arrivare. Da quell’angolo sperduto nell’immenso vicereame del Río de la Plata, dalla riva di un fiume che pare ai confini del mondo, Zama aspetta: le lettere della moglie Marta, notizie dalla Spagna, un nuovo amore, un’ultima occasione di redenzione. Pubblicato nel 1956, Zama è oggi considerato un romanzo spartiacque del Novecento argentino: ricostruendo un passato remoto e quasi sconosciuto, Di Benedetto crea una storia senza tempo.

Con una prefazione di Maria Nicola.

 

 

ecco  un brano di una intervista a Bolano: 

Nel racconto “Sensini” ( Chiamate Telefoniche) lei presenta una visione amara degli scrittori costretti a partecipare a concorsi per premi di quinta categoria.

‘ Questo racconto può essere letto in molti modi; il racconto parte dalla considerazione per cui, in un certo momento, decido di partecipare ad un concorso letterario per esigenze puramente economiche. Riesco a vincere la menzione per il terzo posto ma con enorme sorpresa mi rendo conto che una menzione speciale, ma non il primo premio, era stato vinto da Antonio di Benedetto, a mio parere uno dei più grandi scrittori latino americani. Dunque la prima cosa che mi domandai fu che cosa ci facesse Di Benedetto in competizione per uno dei tanti concorsi di provincia che, effettivamente sono abbastanza generosi in Spagna, ma che non dovrebbero significare nulla per uno scrittore del calibro di Di Benedetto. A quell’epoca infatti aveva già pubblicato Zama, uno dei migliori romanzi mai scritti in Argentina, oltre che numerosi altri libri di racconti pubblicati in Spagna e tradotti in molte lingue. In seguito lo incontrai anche in un altro concorso che, questa volta, vinse. Dunque il mio racconto parte dalla riflessione di come uno scrittore latino americano, con numerosi riconoscimenti, possa mettersi in competizione su campi di terza o quarta divisione. E la risposta è più limpida dell’acqua: evidentemente queste cose si fanno solo per soldi.

 

 

 

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Diagonal Sur, Ciudad Buenos Aires, Argentina.

Diagonal Sur, Ciudad Buenos Aires, Argentina. (Photo credit: Wikipedia)

A dire il vero, i libri precedenti di questo autore (Zulu e  Utu a dire il vero), pur preceduti da cospicui palmares ottenuti oltralpe, non mi avevano convinto appieno, ragion per cui non avevo proceduto con la lettura. Sembravano un pò troppo pieni di iperbole, troppo pulp per essere noir. Mapuche invece è più contenuto da questo punto di vista, pur mostrando con crudezza una Argentina sfiancata dalla recessione e con i fantasmi della dittatura  pronti a materializzarsi.

 

Ad indagare sulla morte di un travestito sarà così una giovane di origione indio costretta a scegliere di avorare come prostituta per potersi mantenere, affiancando tale occupazione alla sua attività di scultrice in un suo atelier.

 

Caryl Ferey è cresciuto in Bretagna, terra che ama e che si ricorda per le coste frastagliate, per le violenti tempeste. E di conseguenza anche il suo lavoro come autore non procede di fioretto, ma con la foga dell’assalto di sciabola. Il suo lavoro come redattore per le guide Routard lo hanno portato a visitare molti luoghi, da cui poi sono scaturite le sue storie.

 

Convergono in questa indagine l’origine etnica della sua protagonista, e i ricordi di un passato che non è certo dimenticato: ne esce una vicenda intricata, palpitante!

 
Mapuche, Caryl Ferey, E.o

Jana è una mapuche, figlia di un popolo sul quale hanno sparato a vista nella pampa argentina. Vive da sola a Buenos Aires nel suo atelier di scultrice e, a ventotto anni, crede di non dovere più niente a nessuno. Anche Rubén Calderon è un superstite, uno dei pochi “sovversivi” usciti vivi dalle carceri clandestine dell’ESMA, dove sono morti suo padre e sua sorella. Investigatore per conto delle Madri di Plaza de Mayo, Rubén continua a cercare i figli dei desaparecidos adottati durante la dittatura di Videla, e i boia dei loro padri. Niente sembrerebbe far convergere le strade di Jana e Rubén, fino a quando nel porto della Boca viene trovato un cadavere di un travestito, Luz, che batteva il molo insieme all’unica amica di Jana. Sono passati trent’anni dal ritorno della democrazia, ma gli spettri degli oppressori hanno ancora sete di sangue.

 

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A prima vista, Sotto questo sole tremendo, già pubblicato in Francia e Germania, sembrerebbe un noir. Tanto è lo stile, dai toni vagamente chandleriani , per quanto l’ambientazione lo renda atipico: un paesino dell’Argentina bruciato dal sole. Poi, subito qualcosa fa percepire qualcosa di diverso: animali piuttosto strani (coleotteri pericolosi per l’uomo), il caldo atroce che modifica il territorio e le abitudini dei suoi abitanti, e renderebbe impossibile la vita ad un estraneo,  per poi arrivare al cuore centrale del romanzo: il passato tragico e violento dell’Argentina che ritorna. Meno di duecento pagine che si leggono d’un fiato!

 

Sotto questo sole tremendo
CARLOS BUSQUED,Atmosphere Libri
Traduzione di Silvia Busqued

 

Cetarti trascina le sue giornate rinchiuso in casa, sprofondato davanti alla TV in nuvole di fumo. Una sera, mentre Discovery Channel trasmette un documentario sulla pesca dei calamari giganti, squilla inaspettato il telefono. Un tale da Lapachito, nel Chaco, lo informa che sua madre e suo fratello sono stati uccisi a colpi di fucile. Sedici ore e settecento chilometri più tardi Cetarti si ritroverà così nella profonda provincia argentina, in un paese di strade melmose, case diroccate, sole implacabile, per recuperare i resti dei suoi familiari. Dentro la teca domestica, o fuori, sotto un sole tremendo, il paesaggio è lo stesso: un mondo senza accadimenti e senza emozioni, come se tutto fosse già stato e dell’umano esistere non restasse altro che la condanna a un moto perpetuo e inerziale. Non diversamente dalla vecchia elefantessa del circo condannata a danzare senza tregua da scariche elettriche, anche Cetarti scivola inerte incontro al suo destino. Che lo accoglie con la faccia grossa e i denti marci di Duarte, ex sottufficiale dell’aeronautica, collega e amico dell’assassino di sua madre. Insieme a Duarte e al suo giovane e stordito aiutante, Cetarti proseguirà il suo vagabondare in un nulla stipato di espedienti per sopravvivere: una truffa per riscuotere l’assicurazione dei defunti, il trasloco nella stamberga del fratello ucciso e da tempo perso di vista (stravagante collezionista di spazzatura varia e insetti stecchiti), il misterioso sodalizio con una salamandra, il coinvolgimento nei traffici criminali dell’ex sottufficiale. Il viaggio di ritorno dei tre da Cordoba, dopo aver incassato i soldi dell’assicurazione, riserva un inatteso finale

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Ritorna il passato tragico dell’Argentina in questo serrato e toccante libro di Carolina De Robertis, autrice di origini uruguaiane residente ora negli States. Perla Correa, studentessa universitaria figlia di un ufficiale di marina decorato a Buenos Aires è costretta a vivere con i suoi demoni dentro, da quando ha iniziato a percepire quello che si cela dietro la facciata della famiglia. Tutto diventa più complicato da sopportare quando uno strano individuo, grondante acqua, fa letteralmente apparizione nella sua casa… L’autrice riesce a fondere con una scrittura lirica e tesa il realismo magico delle terre da cui proviene con la sensibilità politica della sua nuova patria.

Carolina De Robertis,La ragazza dai capelli di fiamma, Garzanti
Traduzione di Stefania Cherchi

Buenos Aires, 2001. Perla Correa è sempre riuscita a ingannare tutti quelli che la circondano. Ogni mattina si sveglia e lucida la sua superficie di studentessa modello, bella ragazza radiosa, irreprensibile figlia di buona famiglia. Sua madre è avvolta di bellezza e foulard importati e suo padre è un uomo forte e fiero nella sua uniforme militare perfettamente stirata. Perla è sempre stata considerata molto fortunata ad averli come genitori. Eppure questa è solo una maschera che la ragazza indossa per nascondere il dubbio che le si agita dentro, e sul quale invano tenta di chiudere gli occhi. Un dubbio che si nutre di mezze frasi delle compagne di classe, sguardi impauriti dei vicini, libri di storia sui “desaparecidos” che suo padre le ha tassativamente proibito di leggere. Ma una notte, mentre è sola in casa, un uomo entra nel suo salotto. Sembra solo, disperato e affamato. È lì per raccontarle una storia. Una storia che narra di due ragazzi giovani che si amavano, di pesanti stivali neri che sfondano la porta di casa, di un carcere senza scampo e di un ultimo volo sul Rio de La Piata. E che incendia la vita perfetta di Perla riducendola in fumo. Inizia così un viaggio che la costringe a confrontarsi con la vera sé stessa e con la storia più dolorosa del suo paese. Dove solo il fuoco del coraggio che ha sempre nascosto tra le pieghe di una falsa tranquillità l’aiuterà a rinascere una seconda volta dalle sue ceneri.

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