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Posts Tagged ‘autori barcellona’

Mario Vargas Llosa lo ha definito una delle voci più originali dell’America Latina: come dargli torto? Lo seguiamo da Gli informatori, tra i migliori libri del 2009 ( ecco la nostra recensione https://buoneletture.wordpress.com/2009/09/17/gli-informatori-juan-gabriel-vasquez-ponte-alle-grazie-il-libro-del-cuore-della-settimana/ ), e aspettavamo questa sua nuova fatica letteraria, la terza in Italia, dopo Storia naturale del Costaguana.
Vásquez dice che ci sono due ragioni per scrivere contro le dottrine dominanti, siano storiche, politiche o sociali: una letteraria e una filosofica. In noi si trova una questione essenziale: ‘Chi ha il diritto di raccontare la nostra storia?’ Molti gruppi – governo, lo stato, la chiesa, i media – sono soliti dirci che il nostro passato è stato in un certo modo. Ma la storia è un racconto e, pertanto, ha sempre un punto di partenza  che nasce da un pregiudizio, e questo  porta a creare una versione ufficiale della nostra storia. Per fortuna, esiste il narratore, che ha il diritto e il dovere di guardare al passato e di fornire un’altra versione dei fatti. Il potere della parola è tale da creare una sorta di “isola” capace di resistere alle pressioni del potere, e non ci resta davvero che concordare con le sue affermazioni!
Ne Il rumore delle cose che cadono Vasquez riprende la prosa limpida (riportiamo accostamenti a Graham Greene e a Joseph Conrad) e lo schema narrativo de Gli informatori: il racconto in prima persona del protagonista conduce a più ampi orizzonti, illuminando il passato di violenza della Colombia, insanguinata dal sangue sparso dal potere e da quello dei narcotrafficanti, scrutando nelle vite di chi è cresciuto come se tutto ciò fosse inevitabile, triste quotidiano corollario dell’esistenza.

Juan Gabriel Vasquez, Il rumore delle cose che cadono, Ponte alle grazie
Traduzione di Silvia Sichel

Non appena fa la conoscenza di Ricardo Laverde, il giovane Antonio Yammara intuisce che nel passato dell’uomo si nasconde un segreto, forse anche più d’uno. La curiosità si trasforma in vera ossessione il giorno in cui Ricardo viene assassinato sotto gli occhi di Antonio, che a sua volta rimane gravemente ferito. Spinto dallo spasmodico bisogno di andare al fondo di quella brutale esecuzione che ha segnato per sempre anche la sua esistenza, Antonio comincerà a scavare nella vita di Ricardo, portando alla luce un passato legato a filo doppio con il destino di un Paese intero: la Colombia d’inizio anni Settanta, alle prese con l’ascesa del narcotraffico.
Premiato nel 2011 con l’Alfaguara, Il rumore delle cose che cadono prende le mosse dalla breve vicenda di un’amicizia impossibile per restituire, sul fragile filo della memoria dei suoi protagonisti, la commovente storia di un amore e il drammatico affresco di una nazione segnata dalla violenza.

non è certo un caso che Juan Gabriel Vasquez si interessi di Albert Camus: le tensioni morali sono forti in entrambi gli autori : ecco un video (in spagnolo)

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crime

 

Ha vinto il Premio Planeta nel 1984 con Cronaca sentimentale in rosso  e il Premio Novela Negra nel 2007 con Mistero di strada , sta ottenendo un crescente successo di pubblico e critica anche in Italia: parliamo di Francisco Gonzales Ledesma. L’editore Giano ha deciso di dedicargli spazio con questo suo noir per inaugurare una collana destinata ad accogliere il noir di qualità, per il romanzo criminale che diventa letteratura, grandi autori del genere provenienti da ogni angolo del mondo. LE CIVETTE!
In questa occasione, le indagini dell’anziano commissario Mendez dovranno spostarsi dall’amata Barcellona prima a Madrid, per giungere anche a Parigi… Non mancano però le consuete emozioni che l’autore riesce a donarci!

Francisco Gonzales Ledesma, Il peccato, Giano

È un mattino come tanti in plaza Santa Ana a Madrid. Le panchine sono affollate di pensionati che non hanno niente da fare tranne alimentare la speranza segreta che muoia prima il tizio seduto di fianco. Un gruppo di ragazze prende al bar l’ultimo caffè prima di infilarsi nella casa di doña Lorena Dosantos, il laboratorio per fornicare più misericordioso di tutta Madrid. Sono per lo più signorine di provincia, esperte in cucina, in ricamo, in buone maniere e altre arti antiche, che si sono ritrovate a venticinque anni in un paese di disoccupati. Doña Lorena Dosantos le ha accolte nel suo atelier, frequentato da clienti capaci di coltivare una viva ammirazione per le loro pupille, di cui apprezzano la calma, la modestia, il sapersi comportare e altre nobili virtú. Nessuno nota la presenza di un pensionato che se ne sta seduto su una panchina al sole, con la testa appoggiata allo schienale e la bocca aperta come una lucertola. È un signore dall’aspetto tanto rispettabile. Un cappello gli nasconde il volto, ma ha la testa troppo incassata. E i preti che se lo vengono a prendere – preti vestiti come i preti di una volta, come i canonici di Toledo o quelli dei canti gregoriani dopo cena – lo caricano su una bella macchina come fosse un sacco di patate. Chi sia il vecchio gentiluomo, Méndez, il valente poliziotto male in arnese dopo anni di pessimo cibo d’osteria e di bordelli, lo apprende qualche giorno dopo. Al Comando Supremo di Barcellona gli spiattellano la cruda verità: il pensionato dalla testa incassata è un cliente molto in vista, stecchito nella casa della signora Dosantos, o meglio premiato con una morte che tutti i rispettabili signori di questo mondo agognano. Il problema è che altri sono vivi, e in modo particolare le alte personalità che godono della misericordia di doña Lorena Dosantos, presidenti del consiglio e d’amministrazione, economisti dello Stato, notai e altri maschi che non sono mai stati a dieta e che non si vogliono certo compromettere. Méndez deve andare immediatamente a Madrid e, da vecchio sbirro qual è, portare a termine la sua missione: intorbidire le acque perché nulla trapeli. Ma, arrivato a Madrid e messosi in contatto con il collega Fortes, Méndez scopre che c’è ben altro, e non da insabbiare, bensì da indagare: una registrazione illegale fatta da microspie in un elegante appartamento dell’elegantissimo quartiere Serrano svela un altro omicidio, perpetrato in modo ripugnante ai danni di una ragazza il cui cadavere non si trova da nessuna parte. E, come se non bastasse, entrato nella casa dove vive la giovanissima e splendida seconda moglie del rispettabile gentiluomo di plaza Santa Ana, Méndez vede spuntare da sotto un letto un paio di gambe snelle e lunghe, un pezzetto di gonna dai colori sgargianti, un pube nudo…

Francisco González Ledesma è nato a Barcellona nel 1927. A 21 anni ha vinto il Premio Internazionale per il Romanzo con Tiempo de venganza assegnato da una giuria in cui erano presenti Somerset Maugham e Walter Starkie. Durante il franchismo ha scritto una serie di romanzi, censurati dal regime, che gli hanno permesso di ottenere il Premio Planeta e per ben due volte il Premio Mystère per il migliore romanzo straniero pubblicato in Francia. Caporedattore di «La Vanguardia», ha scritto, tra l’altro, Cronica sentimental en rojo, Premio Planeta 1984, e Soldados. Con lo pseudonimo di Enrique Moriel, ha scritto La ciudad sin tiempo.
Con Giano ha pubblicato Mistero di strada, che ha avuto uno straordinario successo di pubblico e di critica e ha vinto il Premio Novela Negra 2007, Storia di un dio da marciapiede (2009) e La dama del Kashmir (2009).

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