Posts Tagged ‘autori canadesi’
Allegri, c’è Alice Munro, nell’Olimpo delle scrittrici viventi. Con il suo unico romanzo:
Posted in le news dal mondo del libro, tagged Alice Munro, autori canadesi, libri, libri nuovi, narrativa canada, novità libri, scrittrici canada on marzo 19, 2018| Leave a Comment »
Le atmosfere crepuscolari di GRIFFINTOWN, di Marie HELENE POITRAS
Posted in i libri che ci sono piaciuti - recensioni, tagged autori canadesi, di Marie HELENE POITRAS, GRIFFINTOWN, letture, letture consigliate, libri, libri consigliati, libri nuovi, novità libri, recensioni, scrittori canadesi on settembre 16, 2017| Leave a Comment »
Griffintown, un sobborgo di Montreal. Ai margini di questo luogo un piccolo microcosmo di uomini ormai ex di tutto si riunisce ogni primavera,, dopo i rigori dell’inverno, per riprendere un lavoro molto particolare, fare i cocchieri per scarrozzare i turisti per la Montreal turistica, partecipare a qualche cerimonia. Cavalli e uomini formano una variegata “umanità”, minacciata dalla modernità che li circonda, per dare vita ad un romanzo crepuscolare molto ben intonato:
http://www.intrattenimento.eu/…/griffintown-marie-helene-p…/
Benvenuti a Griffintown, ultimo lembo di Far West dell’America del Nord. Qui si trovano le stalle e i ricoveri delle carrozze che, passati i tempi gloriosi, oggigiorno servono perlopiù a portare a spasso i turisti. Ma a Griffintown, tra selle, destrieri e saloon sopravvivono anche gli ultimi cowboy. Ogni anno arrivano anche tanti giovani alla ricerca di un lavoro estivo. Tra loro Marie, che viene dalla provincia e sente fortissima la mancanza dei cavalli con i quali è cresciuta. In primavera Billy, lo stalliere, fa la conta per sapere quanti, tra uomini e cavalli, sono sopravvissuti al lungo inverno canadese.
Quest’anno però le cose cominciano male. Paul, il proprietario della scuderia, sparisce all’inizio della stagione, la mafia si lancia alla conquista del territorio mentre, in un immenso grattacielo di vetro, si definiscono i dettagli di una speculazione edilizia che cancellerà il vecchio quartiere per rimpiazzarlo con loft e case di lusso. Una storia d’amore, morte e gelosia dove ogni colpo è lecito. Griffintown ci catapulta nel microcosmo delle carrozze a cavallo della vecchia Montreal, un mondo abitato da moderni cowboy.
“Si leva l’alba su Griffintown, dopo il tempo della sopravvivenza, i mesi di neve e di quiescenza. Un sole incerto spunta a Est. All’orizzonte emerge un paesaggio desolato, percorso da colline arrugginite dove resiste, a strati e in un silenzio forzato, un’intera genealogia di oggetti obsoleti: cerchioni spaiati, catene di bicicletta rotte, lamiere ricurve.”
Marie Hélène Poitras
Marie Hélène Poitras è nata nel 1975 a Ottawa ma vive a Montreal. È una giornalista musicale e di cronaca della radio nazionale canadese. Nel 2002 ha vinto con il suo romanzo d’esordio, Soudain le Minotaure, il prestigioso premio “AnneHébert”. Nel 2013 ha pubblicato Griffintown, grazie al quale si è aggiudicata il premio France-Québec
Jane Urquhart, Sanctuary Line, Nutrimenti editore , il nostro libro del cuore della settimana
Posted in i libri che ci sono piaciuti - recensioni, tagged autori canadesi, Jane Urquhart, letteratura canadese, libri, libri nuovi, Nutrimenti editore, recensioni, recensioni libri, romanzi, romanzi consigliati, Sanctuary Line on aprile 26, 2016| Leave a Comment »
Qualcuno ricorda La collina delle farfalle, di Barbara Kingsolver? Al centro di quello splendido romanzo, ambientato negli Appalachi, vi era l’arancione delle farfalle monarca, splendido esempio di insetto migratore. La bellezza delle immagini che deriva dal loro lungo girovagare per l’America ha ispirato anche la bravissima Jane Urquhart, capace di rendere vivissima una vicenda famigliare che si adatta perfettamente al luogo che l’ha ispirato, un piccolo angolo sulle rive del Lago Erie, in cui ormai le vecchie fattorie e gli splendidi frutteti che davano lavoro a frotte di messicani sono ormai abbandonati. Sul filo della memoria, una paziente entomologa ritornata sul luogo per studiare le farfalle ripercorre le storie che lo hanno animato… Beh, non siamo certo i primi ad accorgersi della qualità della narrativa della letteratura canadese che approda alla traduzione italiana, e Jane Urquhart non è di sicuro l’eccezione!
Jane Urquhart, Sanctuary Line, Nutrimenti editore
- 240 – € 17
Traduzione di Nicola Manuppelli
Chiamata a lavorare in un centro di ricerca per studiare la migrazione delle farfalle monarca, l’entomologa Liz Crane si trasferisce a vivere nella fattoria in riva al lago Erie dove ha trascorso le estati della sua infanzia. Il luogo, un tempo affollato da zii e cugini, e dai lavoratori che giungevano annualmente dal Messico per la raccolta, ormai è caduto in rovina. I frutteti sono abbandonati, i campi sono arsi, e la vecchia casa di famiglia è popolata dai fantasmi.
Osservando attorno a sé i resti di un mondo scomparso, la donna ripercorre con la memoria quel passato luminoso – i giochi di bambini, le nuotate al lago, le leggende e le poesie, le barchette di carta liberate in acqua. E poi, a segnare la fine della stagione estiva, l’albero che avvampa di farfalle. Ma a gettare un’ombra sui ricordi è lo spettro di ciò che avvenne dopo, la successione di eventi che, come un cataclisma, hanno sconvolto un equilibrio apparentemente immutabile. Una trama di perdite e assenze, che s’intrecciano in una vicenda densa di simbologie.
Considerata l’erede di Alice Munro e Margaret Atwood, pluripremiata in patria e all’estero, in questo romanzo Jane Urquhart costruisce una storia familiare emozionante e piena di mistero, affrontando temi profondi e attuali: il tempo, la passione e l’identità; l’eredità e il destino; la fragilità delle relazioni umane e il complesso dialogo tra culture diverse.
“Una delle più efficaci rappresentazioni della centralità dei luoghi nella vita delle persone”.
Alice Munro
“La scrittura di Jane Urquhart è poetica, meravigliosamente sobria e misurata nel descrivere le emozioni più forti”.
The Times
“Una prosa armoniosa ed elegante, che ricorda Margaret Atwood”.
The Observer
“Una progressione incredibile che scuote emotivamente il lettore, con un finale così potente da far venire voglia di ricominciare da capo”.
Toronto Star
Jane Urquhart
Jane Urquhart (Little Longlac, Ontario, 1949) è autrice di otto romanzi acclamati a livello internazionale, per i quali ha ricevuto importanti riconoscimenti come il Governor General’s Literary Award, il Trillium Book Award, il Marian Engel Award e l’Harbourfront Festival Prize. È anche l’unica canadese a essersi aggiudicata in Francia, nel 1992, il prestigioso Prix du meilleur livre étranger. È cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere in Francia, e ufficiale dell’Ordine del Canada, la più alta onorificenza civile del suo paese.
e domani, in libreria Alice Munro, Don Winslow. Letture per tutti!
Posted in Uncategorized, tagged .Don Winslow, alfredo colitto, Alice Munro, amica della mia giovinezza, autori americani, autori canadesi, autori statunitensi, EINAUDI, il cartello, libri, libri in uscita, libri nuovi, novità libri, NUOVI LIBRI on novembre 30, 2015| Leave a Comment »
ALICE MUNRO, AMICA DELLA MIA GIOVINEZZA, EINAUDI
Amica della mia giovinezza, la settima raccolta di Alice Munro, usciva in Canada nell’ottobre del 1990 e consegnava a lettori ormai affezionati un decalogo di storie ancora una volta impareggiabili. Il libro si qualifica oggi come cardine di una produzione senza cedimenti, perno di un discorso e di un percorso sul Canada e la vita, sugli amori e sul mondo inesauribile delle relazioni. Le storie di questa raccolta tornano ai consueti ritratti stratiformi e intensi di donne e uomini che Alice Munro ci ha proposto altrove, ma lo fanno con un tasso di salinità piú elevato, un registro narrativo di sfrontata consapevolezza. Circola aria di Vancouver, e di una Vancouver anni Settanta, in alcuni di questi racconti, un senso di piovosa sensualità mescolato all’asprezza di donne in bilico su presunte vite nuove. In Five Points lo squarcio sul passato di un amante innesca la possibilità dell’odio dentro un amore recente, passionale. In un altro caso, Parrucca, l’incontro con un’amica persa di vista da trent’anni rinnova ricordi di vecchissimi ardori destinati a un unico marcantonio senza scrupoli. Nel narrato di Munro il tempo può scorrere lento come lo sgocciolio di una gelatina d’uva in una torrida sera d’estate (avviene nel notturno racconto Meneseteung), e rapido come il semplice salto di un rigo sulla pagina, nel cui spazio bianco volano decine d’anni e di ripensamenti. E se la strada che scelgono di imboccare i personaggi di queste storie punta spesso in direzione dell’indipendenza, di un’autonomia del corpo e della mente da legami e catene familiari, vi resta inscritta comunque la fatica di ogni metro percorso. La vita cambia, è vero, il futuro sorprenderà ciascuno diverso da com’era, ma niente potrà cancellare gli imbarazzi attraversati, l’improvviso disgusto per un privato desiderio che si specchia nella volgarità di un gesto o di un pensiero, le meschine soddisfazioni della vita coniugale. È in questo esserci sempre tutto il bagaglio della vita, in ogni battuta di dialogo, in ogni sofisticata opzione sintattica, che si costruisce ogni volta il peso specifico aureo della scrittura di Alice Munro.
TRADUZIONE DI Susanna Basso
DON WINSLOW, IL CARTELLO, EINAUDI
Adán Barrera, capo del cartello della droga piú potente del mondo, è rinchiuso in un carcere di San Diego in isolamento. Art Keller, l’agente della Dea che lo ha arrestato dopo avergli ucciso il fratello e lo zio, vive nascosto in un monastero del New Mexico, dove fa l’apicoltore e cerca di dimenticare una vita di menzogne e false identità. Quando Barrera riesce a farsi trasferire in un carcere messicano e a riprendere le redini del cartello, la guerra della droga riparte con una brutalità senza precedenti. Anche Keller è costretto a tornare in azione immergendosi in un mondo nel quale onesti e corrotti, vittime e assassini, si trovano dall’una e dall’altra parte della frontiera. Tradotto da Alfredo Colitto
libri, nuova tornata dei “migliori del 2015”, romanzi consigliati da Atlantide
Posted in i libri che ci sono piaciuti - recensioni, i migliori dell'anno, tagged A con Zeta, adelphi, AUDREY MAGEE, autori canadesi, autori cinesi, autori islandesi, autori statunitensi, “il magnifico libro di una donna che ha molto sofferto e molto lottato per affermare la propria libertà”., BEAT Autobiografico, Bollati., CHITRA B.DIVAKARUNI, consigli romanzi, DANIEL KEHLMAN, EINAUDI Dall’autrice de LA MAGA DELLE SPEZIE, EINAUDI Intenso, Erich Maria Remarque, Fazi, FELTRINELLI, FELTRINELLI Com’è realmente la vita che viviamo quotidianiamente? I fratelli Friedland visti un attimo prima della crisi finanziaria del 2008, Hakan Günday, Helen Humphreys, I FRATELLI FRIEDLAND, I miei piccoli dispiaceri, I PESCI NON HANNO GAMBE, I.J.SINGER, Il canto del crepuscolo, Io so perché canta l'uccello in gabbia, iperborea, Irena Brezna, JAN KALMAN STEFANSSON, Julien Green, KAREN JAY FOWLER, Keller, La notte di Lisbona, LA PECORA NERA, La ragazza oleandro, LA VIA OSCURA, Laura Pariani, letture 2015, letture estate, letture estive, libri, libri 2015, libri anno, libri consigliati, libri einaudi, libri einaudi consigliati, libri marcos consigliati, libri neri pozza, libri neri pozza consigliati, MA JIAN, marcos y marcos, MAYA ANGELOU, migliori libri 2015, migliori libri anno, miriam toews, NERI POZZA, Nutrimenti, Playground, Ponte alle grazie, profondo, quando si spalancherà l’abisso sulle loro esistenze…, QUANDO TUTTO SARA' FINITO, QUESTO VIAGGIO CHIAMAVAMO AMORE, recensioni, romanzi, romanzi consigliati, romanzi immigrazione, romanzi nuovi, SENZA NOME, SIAMO TUTTI COMPLETAMENTE FUORI, STRANIERA INGRATA, un nuovo ottimo romanzo!, uno scrittore in guerra, Vasilij Grossman, Viaggiatore in terra, Wilkie Collins on luglio 23, 2015| Leave a Comment »
AUDREY MAGEE, QUANDO TUTTO SARA’ FINITO, BOLLATI
Un matrimonio di convenienza durante la Seconda Guerra Mondiale, tra un soldato tedesco e una giovane di buona famiglia, si trasforma in una vera e propria storia d’amore. Si manterrà viva la fiaccola della speranza, in un momento così difficile?
MIRIAM TOEWS, I MIEI PICCOLI DISPIACERI, MARCOS Y MARCOS
Due sorelle, una famosa pianista, piena di fascino e stile, l’altra precaria in tutti i lati della vita, da quelli lavorativi a quelli amorosi, apparentemente lontana dalle fortune della vita. Finchè non dovrà essere lei a far rinascere nell’altra l’amore per la vita…Tra lacrime e risa, un romanzo che arriva direttamente al cuore dei lettori.
I.J.SINGER, LA PECORA NERA, ADELPHI
Altro grande libro ritrovato, da cui trraspare la nostalgia immedicabile per un mondo, quello dello shtetl, che ancor prima che il nazismo ne sancisse la definitiva cancellazione era già avviato al dissolvimento; un universo popolato da studenti di Talmud, macellai rituali, rabbini, artigiani, mendicanti, scaccini zoppi, maestri folli e scolari riottosi, Singer ci consegna un ritratto così vivido che ci pare di udirne le voci, di percepirne gli odori.
MA JIAN, LA VIA OSCURA, FELTRINELLI
Scrittore bandito in patria, Ma Jian svela il volto oscuro del miracolo economico made in China, fatto di sfruttamento, burocrazia, e soperchiere come quelle applicate per garantire la politica del figlio unico. Tutto lungo il corso dello Yangtze.
JAN KALMAN STEFANSSON, I PESCI NON HANNO GAMBE, IPERBOREA
Una storia famigliare, sul potere dell’amore , “questa esplosione che rende abitabili i deserti”, ma che con il tempo può raffreddarsi e far cambiare tutte le prospettive.
JULIEN GREEN, VIAGGIATORE IN TERRA, NUTRIMENTI
Una raccolta di racconti sul mistero celebrata da Borges, sui temi della paura, del destino, dell’inquietudine, del perturbante.
HELEN HUMPHREYS, IL CANTO DEL CREPUSCOLO, PLAYGROUND
La luce del giorno, il buio della notte. Tra questi due diversi momenti, in cui tutto sfuma e assume diversi significati si collocano idealmente le avventure dei protagonisti di questa palpitante vicenda, sullo sfondo del Secondo conflitto mondiale. Soldati, donne, nemici dal volto umano, un quadrilatero perfettamente inquadrato dalla scrittura sapiente e precisa dell’autrice, maestra nel dipingere i rapporti tra le persone, il sorgere delle emozioni .
KAREN JAY FOWLER, SIAMO TUTTI COMPLETAMENTE FUORI, PONTE ALLE GRAZIE “Un libro dal grande cuore, incredibilmente intelligente, profondo e ambizioso” dice Khaled Hosseini. Vincitore del Premio Pen|Faulkner 2014.
CHITRA B.DIVAKARUNI, LA RAGAZZA OLEANDRO, EINAUDI Dall’autrice de LA MAGA DELLE SPEZIE, un nuovo ottimo romanzo!
LAURA PARIANI, QUESTO VIAGGIO CHIAMAVAMO AMORE, EINAUDI
Intenso, profondo, suggestivo: aggettivi perfettamente adatti a questo nuovo romanzo di Laura Pariani, capace di offrirci una personale e azzeccata visione dei tormenti del grande poeta Dino Campana.
MAYA ANGELOU, IO SO PERCHE’ CANTA L’UCCELLO IN GABBIA, BEAT Autobiografico, “il magnifico libro di una donna che ha molto sofferto e molto lottato per affermare la propria libertà”.
DANIEL KEHLMAN, I FRATELLI FRIEDLAND, FELTRINELLI Com’è realmente la vita che viviamo quotidianiamente? I fratelli Friedland visti un attimo prima della crisi finanziaria del 2008, quando si spalancherà l’abisso sulle loro esistenze…
ERICH MARIA REMARQUE, LA NOTTE DI LISBONA, NERI POZZA
L’Europa del 1942 era calata nella notte della guerra, del trionfo del nazismo. Due profughi tedeschi in fuga si incontrano, vicino ad una nave che può segnare la speranza per fuggire ad una sorte segnata: una lunga confessione, consegnerà una memorabile storia di vita ed illusione..
Grandissimo autore!
IRENA BREZNA, STRANIERA INGRATA, KELLER
Fuggire giovanissimi dall’Europa dell’Est per assaporare la libertà in un Paese diverso, con tutte le difficoltà che possono sorgere, per poi diventare interprete nei confronti delle autorità per i nuovi migranti di oggi: dalla propria esperienza personale, un libro davvero capace di ampliare i propri confini.
HAKAN GUNDAY, A CON ZETA, MARCOS Y MARCOS
E’ giovane Hakan Gunday, ma ha talento da vendere. Nome conosciuto anche al di fuori dei confini greci e turchi: è nato a Rodi, ma da genitori turchi.
Il suo è un libro tagliente in cui appare riflessa tutta la complessità della società turca, un mondo in cui anche i libri possono aiutare a salvare la vita…
a cui aggiungiamo:
Fidatevi di Wilkie Collins, che così vedeva il compito dello scrittore nei confronti dei lettori: “Fateli piangere, fateli ridere, ma soprattutto teneteli sulla corda” Ecco così un capolavoro di minuziosa osservazione psicologica e allo stesso tempo una critica decisa alle storture della società vittoriana. Collaboratore di Dickens, viene considerato il padre del romanzo poliziesco, ma il suo campo di indagine è decisamente più ampio, e la sua arte nel creare personaggi vivissimi, nel collocarli in uno sfondo mirabilmente descritto, ne fanno una lettura consigliatissima anche a 150 anni e passa dalla sua pubblicazione!
Wilkie Collins, Senza nome, Fazi
Senza nome è uno degli esempi più belli di “melodramma contenuto”, secondo la definizione di Thomas S. Eliot, dell’opera di Wilkie Collins. Capolavoro di minuziosa osservazione psicologica e allo stesso tempo critica decisa alle storture della società vittoriana, ha un posto di primo piano nella letteratura inglese del secolo scorso. Protagoniste ne sono due sorelle, Magdalen e Norah Vanstone che, per una sfortunata serie di circostanze, alla morte improvvisa dei genitori si trovano private di una cospicua eredità e sono costrette a guadagnarsi da vivere. Sullo sfondo di questa contrastata vicenda, scandita da perizie legali e tradimenti, emergono i personaggi, mirabilmente caratterizzati, di una storia intensamente drammatica, ma anche venata di umorismo. Una strepitosa narrazione, ricca di innumerevoli colpi di scena, in cui ogni elemento si ricollega all’altro in una dinamica continua e incessante. Un romanzo che per tutto il 1862 ha tenuto in sospeso migliaia di lettori che ne seguivano gli sviluppi sulla rivista “Ali The Year Round”. Traduzione di Luca Scarlini
La conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, di quanto grande sia stato questo autore, qui impegnato nei suoi resoconti della Seconda Guerra Mondiale, vista con gli occhi di uno scrittore, ma partecipata in prima linea. Un libro fodamentale per capire tutta la realtà sovietica di quegli anni, per inquadrare l’opera di Grossman:
Vasilij Grossman, Uno scrittore in guerra, Adelphi
Chi scrive ha il dovere di raccontare una verità tremenda, e chi legge ha il dovere civile di conoscerla, questa verità”: attenendosi scrupolosamente a tale principio, a dispetto della censura e dei gravi rischi, Vasilij Grossman narrò in presa diretta le vicende del secondo conflitto mondiale sul fronte Est europeo. Era infatti inviato speciale di “Krasnaja zvezda” (Stella Rossa), il giornale dell’esercito sovietico che egli seguì per oltre mille giorni su quasi tutti i principali fronti di battaglia: l’Ucraina, la difesa di Mosca e l’assedio di Stalingrado, che fu il punto di svolta nelle sorti della guerra e diede origine a “Vita e destino”. Benché fosse un tipico esponente dell’intelligencija moscovita, Grossman riuscì, grazie al suo coraggio e alla capacità di descrivere con singolare efficacia ed empatia la vita quotidiana dei combattenti, a conquistarsi la fiducia e l’ammirazione di chi lo leggeva, ufficiali e soldati da una parte, e dall’altra un vasto pubblico di cittadini e patrioti ansiosi di ricevere notizie autentiche, non contaminate dalla retorica ufficiale. Dei taccuini – di sorprendente qualità letteraria – che fornirono materia ai reportage di Grossman, e che escono ora per la prima volta dagli archivi russi, lo storico inglese Antony Beevor ci offre qui una vasta scelta, arricchita da articoli e lettere dello scrittore e da altre testimonianze coeve.
Traduttore Parisi V.
Helen Humphreys, Il canto del crepuscolo,
Posted in i libri che ci sono piaciuti - recensioni, tagged autori canadesi, consigli libri, Helen Humphreys, Il canto del crepuscolo, letture, letture consigliate, letture estive, libri consigliati, NUOVI LIBRI, nuovi libri consigliati, Playground, recensioni, recensioni libri on giugno 17, 2015| Leave a Comment »
La luce del giorno, il buio della notte. Tra questi due diversi momenti, in cui tutto sfuma e ogni cosa assume diversi significati si collocano idealmente le avventure dei protagonisti di questa palpitante vicenda, sullo sfondo del Secondo conflitto mondiale. Soldati, donne, nemici dal volto umano, un quadrilatero perfettamente inquadrato dalla scrittura sapiente e precisa dell’autrice, maestra nel dipingere i rapporti tra le persone, il sorgere delle emozioni .
Helen Humphreys,
Il canto del crepuscolo,
traduzione Fabio Viola
Playground
Nel 1940, James e Rose sono una giovane coppia inglese che la guerra separa subito dopo il matrimonio. Lui, pilota della Raf, viene catturato dai tedeschi e spedito in un campo di concentramento per ufficiali dell’esercito Alleato, mentre lei si ritrova sola in un piccolo villaggio del Sussex, a svolgere il lavoro di sorveglianza per il mantenimento del coprifuoco. Sicuro dell’inutilità dei tentativi di fuga dei compagni di prigionia James combatte la noia della vita del campo studiando una coppia di uccelli, due codirossi, che hanno costruito il nido nelle vicinanze del campo, incoraggiato in questa attività dal Kommandant tedesco. Rose, intanto, costretta a una vita di solitudine, si innamora di un giovane soldato in attesa di partire per il fronte. All’improvviso, però, nella vita di Rose irrompe la sorella del marito, Enid, costretta ad abbandonare Londra dopo un bombardamento tedesco che le ha distrutto la casa. I tre protagonisti sopravviveranno alla guerra, ma le ferite dell’animo saranno molte e difficili da rimarginare.
Miriam Toews, I miei piccoli dispiaceri, Marcos Y Marcos. Il nostro libro del cuore della settimana
Posted in Uncategorized, tagged adelphi, autori canadesi, autori consigliati, complicato atto d'amore, I miei piccoli dispiaceri, letture consigliate, libri, libri consigliati, libri migliori anno, marcos y marcos, miriam toews, NUOVI LIBRI, recensioni, recensioni libri, scrittori canadesi, scrittrici canadesi on aprile 29, 2015| Leave a Comment »
Ci vogliono piccole certezze su cui costruire la giornata. Ebbene, mettete insieme un editore che pubblica solo opere in cui crede, sinceramente amate dalla redazione (e per questa ci hanno garantito l’assoluta affidabilità). Aggiungete la nazionalità dell’autrice (canadese, e i pochi libri che arrivano da quella nazione enorme valgono tutti la tripla a). Poi, Miriam Toews la seguiamo con attenzione dai tempi del suo primo libro italiano, per Adelphi (Un complicato atto d’amore), fino a questo ultimo I miei piccoli dispiaceri, e ha sempre convinto tutti i librai dello staff.
Capite che potete contarci, giusto? Per fortuna, poi, procedendo con la lettura ci si accorge che le premesse vengono ancora una volta mantenute, e non ci resta che condiverne la gioia con i lettori.
Ci vuole un certo coraggio a raccontare una storia che parla di un tentativo di suicidio quando in famiglia ci sono stati due casi “riusciti”, quello del padre, poi quello di una sorella dodici anni dopo. Riuscire ad infondere alla pagina poesia, ironia, e leggerezza significa essere capaci di trasmettere un messaggio positivo, facendo oltretutto buona letteratura. Impossibile non partecipare emotivamente alla vita delle due sorelle protagoniste, la bella e “fortunata” Elf, pianista di fama internazionale, con il mondo ai suoi piedi, e la “precaria della vita” Yoli, che si trova suo malgrado a cercare di rimettere tutto in carreggiata quando la voglia di vivere abbandona il corpo della sorella, gestendo con una forza incredibile la situazione, tra letti d’ospedale, figli lontani, una madre alla ricerca dell’oblio… Difficoltà insormontabili affrontate un piccolo passo dopo l’altro, un libro che rimane dentro dopo averlo voracemente letto!
Miriam Toews, I miei piccoli dispiaceri, Marcos Y Marcos
Elf è sempre stata la più bella.
Ha stile, idee geniali, ti fa morir dal ridere; le capitali del mondo la ricoprono allegramente di dollari per farle suonare il pianoforte e gli uomini si innamorano perdutamente di lei.
Yoli è la sorella squinternata. Ha messo al mondo figli con padri diversi, ha un amante avvocato, se si rompe la macchina fa sesso con il meccanico, ha il conto sempre in rosso e una carriera mancata.
E cos’è adesso questa storia che Elf vuole morire? Proprio in questo momento, poi, a due settimane da un’importantissima tournée.
“Elfie, ma ti rendi conto di quanto mi mancheresti?” Quali sono le cose giuste da dire per salvare una vita? Yoli la prende in giro, la consola, la sgrida, aggredisce lo psichiatra dell’ospedale, cammina lungo il fiume tumultuoso del disgelo, non sa più che pesci pigliare.
Cospira con la madre, con zia Tina, con il tenero marito scienziato di Elf, con Claudio, il suo agente italiano, e tra cene alcoliche, sms di figli ed ex mariti, sorrisi e ultime frontiere del pianto, lottano tutti per convincere Elf a restare. E in questo lungo duello di parole, carezze, umorismo nero si celebra la grazia e l’energia che occorrono per accettare il dono fragile della vita.
Scritto per dare forma a un dolore vero, I miei piccoli dispiaceri è un’esplosione di intelligenza, comicità e calore: Miriam Toews è una scrittrice grandissima, e in questo romanzo ha messo tutta la testa, l’anima e il cuore.
“Il genio di Miriam Toews miscela lacrime e risate in un magico elisir che pare l’essenza stessa della vita”
The Washington Post
“Un romanzo irresistibile” The New York Times
bio. Autentica rivelazione della narrativa canadese degli ultimi anni, Miriam Toews è nata in Manitoba, in una comunità mennonita di stampo patriarcale e fondata sulla colpa. I suoi genitori avevano vedute più larghe e si sono rassegnati a vederla fuggire. A diciotto anni era già a Montréal, e scrivere è stata la sua ribellione.
Il regista messicano Carlos Reygadas l’ha tentata con il cinema, nominandola sul campo attrice protagonista di Luz silenciosa; la sua intepretazione è memorabile, ma il suo vero terreno era e rimane la scrittura, comica e malinconica in modo inestricabile.
Nel 2004 ha vinto un premio stratosferico, il Governor General’s Award, con Un complicato atto d’amore, pubblicato in Italia da Adelphi.
Traduzione di Maurizia Balmelli
Novità. Wajdi Mouawad, Anima, Fazi editore
Posted in le news dal mondo del libro, tagged Anima, autori canadesi, autori libanesi, FAZI EDITORE, libri, libri nuovi, nuove letture, romanzi libano, Wajdi Mouawad on febbraio 26, 2015| Leave a Comment »
un gatto, unico testimone di un delitto. Una trama intrigante da un autore nato in Libano, emigrato prima a Parigi, poi in Canada. Con questo background esistenziale, per sapere se effettivamente «il cielo non ha visto niente di più bestiale dell’uomo» dovrete leggervi il libro…
Wajdi Mouawad,
Anima, Fazi editore
Una donna assassinata in una casa vuota, distesa in una pozza di sangue nel buio del salotto. Unico, impotente testimone, il gatto. È questa la scena agghiacciante che Wahhch Debch si trova davanti una sera, tornando dal lavoro. Quella casa è la sua, quella donna è sua moglie.
Accecato dal dolore, assetato di vendetta ma soprattutto in cerca di risposte, l’uomo parte alla caccia del killer. Nel disperato tentativo di trovare una spiegazione al male, sprofonda nelle viscere di un mondo a sé stante, che vive appena sotto la pelle del mondo civile, abbandonato a mafie e traffici di ogni sorta, governato da leggi proprie.
È un’esplorazione della natura umana nei suoi lati più oscuri, quella compiuta da Wahhch, un viaggio che lo porterà dalle gelide riserve indigene del Québec, dove le più orribili bassezze si mescolano alla bellezza della cosmologia indiana, fino al Libano, dov’è sepolto il suo tragico segreto, un episodio brutale dell’infanzia che gli ha cambiato per sempre la vita.
Sconvolgente odissea contemporanea, Anima è al tempo stesso un’ardita provocazione letteraria: capitolo dopo capitolo, il filo della narrazione è ripreso da una successione di animali, a partire dal gatto che racconta la scena iniziale. In un bestiario infernale, cani, gatti, ma anche topi, serpenti e insetti d’ogni genere si fanno testimoni dell’intera vicenda, immergendo il lettore nella loro percezione della realtà. La desolante verità che emerge è una sola: «il cielo non ha visto niente di più bestiale dell’uomo».
trad. Conti A.
«Una bomba a orologeria pronta a esplodere in mezzo alle vostre librerie. Anima è un trionfo…».
L’Express
«In questo libro sconvolgente Mouawad ripercorre le guerre di ieri per fare luce su quelle di oggi».
Huffington Post
«La sua opera ritrae una cultura e una generazione che si considera al riparo dalla guerra, salvo poi viverla interiormente ogni giorno della propria vita».
El Mundo
Nato in Libano nel 1968, Wajdi Mouawad si è trasferito prima a Parigi e poi a Montréal a causa della guerra. Artista poliedrico, Mouawad è al contempo scrittore, drammaturgo, regista e attore. In Canada e in Francia è considerato uno degli autori di teatro contemporanei più importanti degli ultimi anni. Lo spettacolo Incendies è stato riadattato a film, ottenendo la candidatura all’Oscar come miglior film straniero nel 2011. Dopo Visage retrouvé, pubblicato da Leméac/Actes Sud nel 2002, Anima è il suo secondo romanzo, che tha ottenuto numerosi premi, tra i quali il Prix Mediterranée e il Premi Llibreter de narrativa.
il nostro libro del cuore della settimana. Ruth Ozeki, Una storia per l’essere tempo, Ponte alle grazie
Posted in i libri che ci sono piaciuti - recensioni, tagged autori canadesi, Canada, Hello Kitty, libri, libri consigliati, libri nuovi, man booker prize, Ponte alle grazie, recensioni, recensioni di libri, Ruth, Ruth Ozeki, scrittori, Una storia per l'essere tempo on ottobre 21, 2013| Leave a Comment »
Dimenticate Nicholas Sparks e il suo messaggio in bottiglia, la voce che dal Giappone giunge fino alle coste del Canada ha un tono molto diverso! Non per niente:
a: il libro è finito nella shortlist del Man Booker Prize 2013
b.: l’editore italiano lo ha inserito all’interno di una collana chiamata semplicemente “SCRITTORI”, che vuole accogliere autori dal sicuro talento, che faranno strada!
c: gli scrittori canadesi sono trendy, ora, dopo la vittoria al Nobel di Alice Munro!
Un palpitante cortocircuito narrativo tra lo stile orale e giovanilistico (scoprirete un sacco di cose sul Sol levante) di una ragazza giapponese, della nonna anarchica-monaca, e quello di una scrittrice canadese decisa ad isolarsi per un poco dal mondo. Uno di quei romanzi che parlano di tutto (senza disperdersi in troppi rivoli, però), dallo tsunami al senso della vita, dal significato della memoria e del rapporto tra vita e narrazione, cercando di compore un quadro tra passato e presente, realtà e finzione, affetti della vita familiare e internet. È la scoperta di un misterioso diario sulla spiaggia a dare il via a questo straordinario romanzo, davvero notevole!
Ruth Ozeki, Una storia per l’essere tempo, Ponte alle grazie
trad: Banfi E.
A Tokyo, la sedicenne Nao crede che ci sia una sola via di fuga dalla sua dolorosa solitudine e dal bullismo dei compagni di classe. Ma prima di farla finita, si ripropone di raccontare la vita della sua bisnonna, una monaca buddhista ultracentenaria. Un diario è il suo unico passatempo, un diario che toccherà molte vite in modi che Nao non immagina neppure.
Sull’altra sponda del Pacifico troviamo Ruth, scrittrice che vive su un’isola sperduta e che rinviene una serie di oggetti dentro un contenitore per il pranzo di Hello Kitty, portato a riva dalle onde. Che si tratti di un relitto del devastante tsunami del 2011? A man a mano che ne emerge l’importanza del contenuto, Ruth si lascia trascinare nel passato, nel dramma di Nao e nel suo destino ignoto, e contemporaneamente in avanti, nel proprio futuro.
In questo romanzo a due voci incentrato sul rapporto tra scrittore e lettore, passato e presente, realtà e finzione, che attinge alla fisica quantistica, alla storia e al mito, Ruth Ozeki attinge alla fisica quantistica, alla storia e al mito. Diviso tra Canada e Giappone, di cui restituisce le atmosfere e i risvolti più tragici, Una storia per l’essere tempo è il raffinato ritratto di tre donne molto diverse tra loro. Un racconto intenso e ammaliante, ironico e lieve, sulla natura umana e sulla ricerca del proprio posto nel mondo.
Scrittrice pluripremiata e monaca buddhista zen, Ruth Ozeki è regista di numerosi film indipendenti che sono stati acclamatissimi dalla critica. Affiliata del Brooklyn Zen Center, vive tra New York e Vancouver. A pochi mesi dall’uscita, i diritti di traduzione di Una storia per l’essere tempo sono stati venduti in oltre dieci Paesi, tra cui Germania, Spagna, Paesi Bassi, Francia, Stati Uniti e Brasile.
A Tale for the Time Being by Ruth Ozeki — Official Book Trailer |
Margaret Laurence, I rabdomanti, Nutrimenti editore. Il nostro libro del cuore della settimana
Posted in i libri che ci sono piaciuti - recensioni, tagged autori canadesi, I rabdomanti, libri, libri consigliati, Margaret Laurence, Nutrimenti editore, recensioni libri, romanzi consigliati on novembre 29, 2012| Leave a Comment »
Peccato se ne conoscano così pochi, peccato che l'”import” sia così esiguo: perché tutti gli scrittori canadesi che vengono tradotti in italiano lasciano buonissime impressioni! Se amate Alice Munro, con la sua capacità di introspezione, sarebbe davvero un delitto mancare l’appuntamento con Margaret Laurence, che viene considerata una sorta di “maestra” per la connazionale. Grande capacità di dare vita a ritratti umani sontuosi, e uno stile magnifico che sorregge con disinvoltura le sue opere.
I rabdomanti è l’ultimo libro di una sorta di ciclo narrativo costruito attorno all’esistenza femminile,in un ambito geografico ristretto; nello specifico, è una sorta di viaggio a ritroso dell’autrice stessa: protagonista è una scrittrice che volge il suo sguardo alle passate stagioni, al filo conduttore capace di unire vita e letteratura. Quel che si dice un indimenticabile ritratto femminile, capace di percorrere senza timore un sentiero fatto di asperità!
Margaret Laurence,
I rabdomanti, Nutrimenti editore
Traduzione di Chiara Vatteroni
Morag Gunn è una scrittrice affermata, quarantasette anni e cinque romanzi. Vive in una casa di campagna affacciata sul fiume: il vento che soffia in direzione opposta alla corrente è l’immagine del potere della memoria. Nell’attesa impaziente di notizie della figlia, partita per l’Ovest alla ricerca di sé, Morag si abbandona al vortice dei ricordi, raduna i frammenti di una vita – la sua vita – che si succedono come spezzoni di un film: desideri, dolori, incontri, conflitti, passioni. L’infanzia difficile, bambina orfana cresciuta in una famiglia umile della provincia; il desiderio di fuga, l’università. Poi l’amore, l’uomo sposato – il professore più grande di lei, la bella casa di città – e l’altro, il mezzosangue, il cantastorie, la sfida di Morag alle convenzioni. E infine la scrittura, quella rabdomantica ricerca del succo racchiuso dentro la scorza, accesso privilegiato al senso segreto delle cose.
Pochi hanno saputo descrivere come Margaret Laurence la condizione femminile, con ruvido rigore e tensione emotiva, scavando a più riprese nei recessi dell’autobiografia. I rabdomanti, ultimo romanzo dell’autrice canadese, quello in cui più emerge il sodalizio tra vita e letteratura, ci consegna un personaggio indimenticabile, la storia di una donna battagliera e orgogliosa, e del suo difficile percorso di autodeterminazione.
“Sontuosa la trama, meravigliosa la scrittura. Un libro poetico e vigoroso, con una delle protagoniste femminili più realistiche e ricche di umanità della narrativa contemporanea”.
The New Yorker
Margaret Laurence
Margaret Laurence (1926-1987) nasce a Neepawa, piccolo centro rurale nella provincia del Manitoba, in Canada, che le servirà da ispirazione per la città immaginaria di Manawaka, in cui è ambientata la saga di cinque romanzi che le ha dato notorietà internazionale. Dopo la laurea segue il marito ingegnere in Africa, dove vive per alcuni anni e inizia a scrivere. I riconoscimenti arrivano negli anni Sessanta con il ritorno in patria e la pubblicazione del primo romanzo del ciclo di Manawaka, L’angelo di pietra. Nel 1974 la saga si chiude con I rabdomanti, che le vale il secondo Governor General’s Award, il più prestigioso premio letterario del Canada, già ricevuto nel 1966.
Di lei Agostino Lombardo ha scritto: “Margaret Laurence, come Shakespeare, come Faulkner, ha un senso pieno della vita e dunque ha il senso della sua tragicità. Qui sta, io credo, il segno supremo del classico, ed è qui la svolta che la scrittrice fa compiere alla letteratura canadese (così come Hawthorne e Melville, a metà dell’Ottocento, l’avevano fatta compiere alla letteratura americana)”.