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Posts Tagged ‘autori inglesi’

Bene, siamo convinti. Sally Rooney si presenta con un curriculum lungo da qui a Pechino: oltre ai premi vinti (Costa novel Award, selezionato per il Man Booker Prize) viene considerata la scrittrice più titolata per rappresentare le vite comuni dei Millennials
Come libraio ormai iscritto di diritto alla categoria dei “senior” (e da padre) partecipo con commozione al modo in cui Sally Rooney riesce a trasmetterci in maniera limpida, diretta, i sentimenti, la presunta fragilità dei ragazzi che diventano adulti, e la fascetta in questo caso inquadra bene il tutto: Il romanzo che più di ogni altro di dice cosa vuol dire essere giovani oggi” (The Guardian). Fenomeno di culto nel mondo anglosassone, oggetto di studi, e ci scommettiamo, prossimo film in arrivo…
 
 
Marianne e Connell si parlano di tutto ma solo all’insaputa di tutti, si frugano i corpi e i sentimenti ma solo di nascosto, come pianeti dalle orbite imprevedibili si girano intorno, fra moti armonici e strazianti collisioni. Cosa impedisce a due ragazzi dei nostri giorni disinvolti di stare insieme in libertà e leggerezza? Gli squilibri di classe e potere? Le «stelle contrarie»? O solo l’orrore, e l’attrazione, della normalità? Nell’abbraccio in cui si stringono, però, «il suo corpo sposa quello di lei come quei materassi che pare facciano bene alla salute». E in quel quieto, benefico sostenersi sembra tacere ogni domanda.
Dopo l’esplosivo debutto di Parlarne tra amici, Sally Rooney ci offre un nuovo, emozionante manuale sentimentale per la nostra modernità.
 
«Il suo primo romanzo è stato universalmente e meritatamente acclamato. Era difficile credere che potesse mai scrivere qualcosa di meglio. Invece è successo».
«The Guardian»

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In Mappe per amanti smarriti, suo romanzo d’esordio elogiato da Salman Rushdie ( e già consigliato all’epoca dai librai di Atlantide, nel 2004), Nadeem Aslam ben narrava quante siano le cose che differenziano le varie culture, (perfino il numero delle stagioni) , quanto sia difficile ma non impossibile arrivare ad una convivenza pacifica. I rapporti tra occidente e il resto del mondo, in particolare il Pakistan da cui proviene Nadeem, sono al centro della sua indagine, anche in questo ultimo romanzo. Il primo capitolo de Il libro dell’acqua e di altri specchi ci conduce subito al cuore del problema: il sangue degli infedeli non è nero come qualcuno vuole fare credere, ma dello stesso colore rosso di chi invece segue i precetti di un altro Dio. Prosa e trama che vanno dritti al cuore del lettore.
Tradotto da N.Gobetti
 
 
Scese ed entrò nello studio, dove trovò il libro mutilato di Massud. Vide che sei delle pagine erano state ricucite insieme con filo d’oro. Osservò il lavoro di restauro, facendo correre la punta delle dita su quelle cicatrici lucenti. Ogni cosa che accadeva in quel luogo, e in tanti altri luoghi come quello, riguardava il potere e l’autorità. Tutto. E i conflitti dei pachistani non riguardavano solo il Pakistan, ma la sopravvivenza dell’intera razza umana. Riguardavano il pianeta nel suo insieme.
 
Il libro dell’acqua e di altri specchi si apre in una città fittizia chiamata Zamana, in Pakistan. Nargis e Massud sono una coppia di architetti, uniti da un’affinità elettiva con cui hanno sapientemente modulato ogni fase della loro relazione. Eppure Nargis ha nascosto per tutta la vita al marito un elemento fondante e pericoloso della sua identità: è nata cristiana, con il nome di Margaret, ma crescendo si è finta musulmana per sfuggire agli abusi e alle oppressioni. Quando Massud muore in uno scontro a fuoco, la vita di Nargis inizia a sgretolarsi. Intanto qualcuno si serve degli altoparlanti dei minareti per rivelare i segreti e le dissolutezze degli abitanti, diffondendo il terrore in un Paese in cui l’accusa di blasfemia può costare la vita. I misteriosi annunci presto diventano persecuzioni e Nargis sarà costretta a fuggire. In questo mondo al limite della distopia, diverse trame amorose si liberano come fiumi in piena e con la loro poesia fanno da contraltare all’orrore. Questo romanzo è un ritratto rivelatore dello spirito umano, una storia di corruzione e resistenza, di amore e terrore, e delle maschere che a volte è necessario indossare per salvarsi.
 
Il libro dell’acqua e di altri specchi è al contempo una storia di formazione sentimentale, uno studio sulla perdita e un ritratto lucido dei conflitti che pervadono il Pakistan contemporaneo. È un romanzo importante dalla prosa cristallina e dai personaggi abilmente caratterizzati nelle loro sfumature emotive. Seppure crudo nella rappresentazione del brutale esercizio del potere, è un inno alla resilienza.
– Laura Garmeson, Financial Times
 
Aslam ha costruito un corpus di opere in cui descrive nel dettaglio il peggio cui gli uomini possono arrivare e ci è riuscito usando una prosa che suggerisce le possibilità salvifiche dell’arte. Orrore e bellezza convivono in un equilibrio precario.
– Peter Parker, The Spectator
 
Sbalorditivo… un romanzo magistrale, con una complessa stratificazione di simboli e una trama puntellata di colpi di scena drammatici fino all’ultima frase.
– Rebecca Steinitz, The Boston Globe

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RECENSIONE.
“Laura passava giornate intere seduta nei boschi, dove le colombelle tubavano di piacere tra i rami”
Ci sono delle costanti nei due lavori pubblicati da Adelphi di Sylvia Townsend Warner, ne “Lolly Willowes” la protagonista decide di partire per un luogo lontano e sconosciuto, da cui sente provenire un forte richiamo, senza darsi spiegazione del perché. Ne “Il cuore vero” una ragazza uscita da uno dei tristi orfanotrofi che hanno popolato il nostro immaginario letterario lascia la fattoria in cui dovrebbe trascorrere una vita da serva per seguire il richiamo del cuore, un giovane biondo dal cuore sensibile chiamato “l’idiota” dalla gente. In una sorta di rivisitazione del mito di Amore e Psiche, servito in salsa vittoriana (come anche l’ambientazione dell’altro romanzo).
Una autrice difficile da inquadrare, nata e sospesa tra Otto e Novecento, stilisticamente vicino al primo secolo, al secondo per i temi affrontati. Donna ribelle e anticonformista: visse per quarant’anni con la poetessa Valentine Acklad, aderì al Communist Party e combattè in Spagna durante la Guerra Civile. Femminista, antifascista, lottò per i diritti degli omosessuali: e scrisse opere che vale la pena salvare dall’oblio. Sarah Waters l’ha definita ” penna formidabile e trascurata ingiustamente a causa del suo radicalismo e della sua fiera omosessualità.”
 
Stupiscono  le descrizioni della natura (una affascinante palude sospesa tra terra e mare ne Il cuore vero), il rispetto che emerge nei confronti degli animali, il lento cammino che intraprendono le sue eroine, la prosa limpida e trascinante, il sottile filo d’ironia che permea i due scritti. Nota: l’edizione nella collana Gli Adelphi perde un po’ di fascino, secondo il gusto del bibliofilo..
 
E
 
Sylvia Townsend Warner,
Il cuore vero,
Traduzione di Laura Noulian
 
Nell’Inghilterra vittoriana Sukey Bond, appena uscita dall’orfanotrofio, viene mandata a servizio in una fattoria dell’Essex. Nulla di meno fiabesco, verrebbe da pensare. Eppure la scrittura obliqua e onirica di Sylvia Townsend Warner ci fa vivere, in questo romanzo, una delle più enigmatiche ed emozionanti storie d’amore che sia dato leggere, ispirata ad Amore e Psiche. Perché nella fattoria lavora un giovane bellissimo ed elusivo, che nei loro rari, furtivi incontri guarda Sukey «con un’espressione di splendente trionfo». Tutti dicono che è «un idiota», ma Sukey lo vede solo «ilare e candido», nella consapevolezza che lei, e solo lei, potrà renderlo felice. E quando Eric le verrà rapito, Sukey capirà che il suo futuro non è più «una regione inesplorata fatta di nuvole», e andrà a cercarlo con infinita determinazione: innumerevoli saranno le sue peripezie, al termine delle quali ritroveremo, miracolosamente, la fiducia nell’impossibile.
 
PER APPROFONDIRE:

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un bel dono di inizio autunno da Salani, il nuovo libro di David Almond, dall’autore di Skellig. Non serve aggiungere altro!
La canzone di Orfeo, David Almond, Salani
tradotto da G.Iacobaci W. Ricketss
Claire adora la sua amica Ella. Sono inseparabili da quando giocavano insieme da piccole e da allora Claire protegge la sua dolce, svagata bellezza. Ora condividono con i loro amici i sogni di libertà e invincibilità che solo a diciassette anni si possono avere.
Durante una gita sulle spiagge del Northumberland, Claire e i suoi amici sfidano la notte alle fiamme di un falò, dormono nelle tende e si risvegliano al canto di uno sconosciuto, comparso dal nulla. Il suo nome è Orpheus: chi lo ascolta si perde nella sua musica, rapito da un incanto antico e nuovissimo. Ed Ella ne sarà rapita più di tutti, così tanto che Claire non sa se esserne felice o preoccupata. Ma Ella e Orpheus non possono sfuggire al loro amore, è come se lo aspettassero da sempre.
Un romanzo che è come un canto, il racconto di una grande amicizia e di un primo amore, dell’irrefrenabile vitalità e dell’immensa fragilità a cui espongono. Una riscrittura sorprendente del mito di Orfeo ed Euridice, un inno alla gioventù avventata, all’amore totalizzante e alla vita senza paure, nello stile lirico e visionario di Almond

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Un incantevole romanzo storico ambientato sul mare, libro d’avventura, giallo, introspettivo, alla maniera dei capolavori di Conrad! Chi non vorrebbe imbarcarsi su una baleniera?  «Le acque del Nord di Ian McGuire è un libro d’avventura esplosivo, inquietante, che non si riesce a smettere di leggere. McGuire è un narratore nato». Michiko Kakutani, «The New York Times»
 
Ian McGuire, Le acque del nord, Einaudi
trad di Andrea Sirotti
 
 
 
1859. Un uomo in fuga dai suoi fantasmi s’imbarca su una baleniera diretta verso il grande Nord. Non immagina che l’inferno può essere bianco come il ghiaccio artico.
 
1859, Patrick Sumner è un giovane medico che ha servito nell’esercito inglese durante l’assedio di Delhi. Ma nel suo passato militare c’è un evento oscuro che l’ha costretto alle dimissioni e il cui ricordo lo perseguita. Rimasto senza un soldo e in fuga dai propri fantasmi, decide di imbarcarsi come chirurgo di bordo su una nave baleniera, la Volunteer. Nel nord della baia di Baffin, tra il Canada e la Groenlandia, c’è una polinia (una zona di mare artico dal microclima particolare dove si concentrano le balene) nota come North Water: è qui che è indirizzata la Volunteer, ed è qui che il suo equipaggio scoprirà cos’è l’inferno. Del resto sembra già una nave di dannati: a bordo della baleniera, Sumner si ritrova di fronte un’umanità perduta e violenta. Ma soprattutto si ritrova di fronte un uomo brutale, che sembra essere l’incarnazione stessa del male: Henry Drax, il ramponiere. Quando sulla nave viene ucciso un giovanissimo mozzo, primo di una serie di brutali omicidi, Sumner è costretto a guardare in faccia il suo passato e a sfidare nuovamente l’orrore. Candidato al Man Booker Prize. Inserito in ogni lista dei migliori libri dell’anno dal «New York Times» al «Wall Street Journal», passando per il «Guardian» e il «New Statesman». Bestseller sia negli Stati Uniti sia in Inghilterra. Amato da Colm Tóibín, Hilary Mantel e Martin Amis. La Bbc ne farà una serie televisiva. Insomma, McGuire ha convinto tutti, pubblico e critica, e non c’è da stupirsi. Perché in queste pagine c’è tutto quello che qualunque lettore vorrebbe trovare: avventura, emozione, suspense. Le acque del Nord è un thriller, un romanzo storico e di viaggio, un grande racconto che tiene incollati fino all’ultima pagina. Ma soprattutto è la prova di scrittura magistrale di un autore che ha trovato la sua personalissima voce letteraria guardando a Melville, Dickens, Conrad e McCarthy.
Le acque del Nord di Ian McGuire è un libro d’avventura esplosivo, inquietante, che non si riesce a smettere di leggere. McGuire è un narratore nato».
Michiko Kakutani, «The New York Times»

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autore di classe, Robert Harris, capace come pochi di affiancare il pathos narrativo alle grandi vicende storiche. Con Monaco ci porta a quei giorni cruciali del 1938, in cui a Monaco Chamberlain, Hitler e C. discussero del futuro della Cecoslovacchia, senza loro rappresentanti. Disse alla Camera dei Comuni Churchill di quell’accordo, riferendosi al Primo Ministro inglese: ” You had to choose between war and dishonour. You chose dishonour and you will have war. »
 
Robert Harris, Monaco, Mondadori
tradotto da A. Raffo
 
 
 
 
Settembre 1938. Hugh Legat è uno degli astri nascenti del Servizio diplomatico britannico e lavora al numero 10 di Downing Street come segretario particolare del primo ministro, Neville Chamberlain. L’aristocratico Paul von Hartmann fa parte dello staff del ministero degli Esteri tedesco ed è in segreto un membro della cospirazione anti-Hitler.
 
I due uomini, che si erano conosciuti e frequentati a Oxford, non si sono più visti né sentiti per sei anni, fino al giorno in cui le loro strade si incrociano nuovamente in circostanze drammatiche in occasione della Conferenza di Monaco, un momento cruciale che definirà il futuro dell’Europa.
 
Entrambi si ritroveranno di fronte a un grave dilemma: quando sei messo alle strette e il rischio è troppo alto, chi decidi di tradire? I tuoi amici, la tua famiglia, il tuo paese o la tua coscienza?
 
Nella tradizione di Fatherland, che ha reso famoso Robert Harris in tutto il mondo, Monaco è un romanzo di spionaggio basato sui fatti reali che hanno cambiato il corso della storia, che parla di tradimento, coscienza e lealtà ed è ricco di dettagli e figure chiave dell’epoca – Hitler, Chamberlain, Mussolini, Daladier -, raccontati in maniera vivida e cinematografica.

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la bravissima Belinda Bauer ci conduce nuovamente tra le brughiere già conosciute del Somerset, per ritrovare il giovane investigatore Steven Lamb, già incontrato ne Blacklands e Negli occhi dell’assassino, suggestivi gialli dai toni gotici con il giusto tono di ironia.
 
 
Belinda Bauer,
Il ladro di bambini tristi, Marsilio
tradotto da F.Zucchella
 
Un’ombra cupa si allunga sull’estate calda e rigogliosa dell’Exmoor: fra le ginestre e l’erica della brughiera, è un susseguirsi inspiegabile di rapimenti di bambini. Voi non li amate, accusa uno dei biglietti lasciati dal misterioso rapitore. Cosa lo spinge a compiere un gesto così crudele e immotivato? Il piccolo villaggio di Shipcott si ritrova alla mercé di un orco psicopatico, e ancora una volta Steven Lamb (ormai diciassettenne, e teneramente innamorato di Emily) finisce suo malgrado al centro di una vicenda in cui niente – e soprattutto nessuno – è quello che sembra. Steven è proprio sicuro che Jonas Holly, il poliziotto del villaggio, abbia assassinato la moglie? E Jonas, a sua volta, è riuscito a riprendersi dal trauma della morte violenta e insensata della sua adorata Lucy? Intanto, l’indagine su questi enigmatici rapimenti deve proseguire, e come se non bastasse l’attenzione dei media nazionali si fa sempre più pressante: le vittime del “Pifferaio Magico” (come l’hanno soprannominato i tabloid) devono essere liberate prima che sia troppo tardi. In un clima tesissimo, avvelenato da sospetti, risentimenti e paranoie, all’ispettore Reynolds sembra di essere in un vicolo cieco. Nessun indizio utile, nessuna richiesta di riscatto, nessun motivo apparente. Nessuna speranza. Perché è vero: le persone fanno male ai bambini. E allora, in un’atmosfera carica di suspense morbosa, la lotta contro il tempo diventa estenuante. Dopo Blacklands e Negli occhi dell’assassino, anche per il suo terzo romanzo Belinda Bauer ritorna tra le brughiere misteriose del Somerset inglese, e ci consegna la sua personalissima versione di un gotico rurale dal fascino contemporaneo, vivificatada quei sottili tocchi di ironia di cui è maestra.

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Siamo nella vivace New York di metà del Settecento, un inglese sbarca recando con sè una lettera di cambio di alto valore, reclamandone la riscossione. Vera, falsa, e quali sono i motivi che hanno indotto l’uomo a varcare l’Oceano? Francis Spufford immerge il lettore nel clima e negli odori dell’epoca, persino negli usi commerciali, adattando anche lo stile narrativo a quello del periodo, un godibilissimo romanzo storico..
 
 
 
 
Francis Spufford
Golden Hill, Bollati Boringhieri
 
Traduzione di ADRIANO PROSPERI
 
New York, dicembre 1746. Quando Richard Smith sbarca a Manhattan, la città è ancora un piccolo porto coloniale (settemila abitanti contro i settecentomila di Londra), sporca, caotica, piena di olandesi, di faccendieri e traffi canti di ogni genere. La Rivoluzione americana arriverà solo dopo trent’anni, e ogni Stato del New England batte moneta propria. Smith è in possesso di un ordine di pagamento al portatore di mille sterline – una cifra enorme, all’epoca – da riscuotere presso la counting house di un sospettosissimo Gregory Lovell.
Ma chi è Smith? Su di lui, uomo di bell’aspetto, nascono mille leggende, e tutte le famiglie più in vista della città lo invitano a casa propria. Smith si lascia coinvolgere nella vita locale e nel corteggiamento della bella e cinica Tabitha, figlia di Lovell.
Fin dalle prime pagine è chiaro che l’autore ammicca al romanzo inglese dell’epoca, ma con gli occhi di chi conosce la storia, letteraria e non, dei secoli a seguire. Un esempio: appena sbarcato, il protagonista ingenuo e distratto viene abilmente alleggerito del portafogli, una disavventura classica, ma poi incontrerà un personaggio che Fielding o Defoe avrebbero forse immaginato ma non raccontato in modo tanto esplicito.
La scrittura brillante dell’autore di L’ultima favola russa, e la sua incontenibile immaginazione, riescono a trasportarci dentro un’avventura d’altri tempi, completa di recite teatrali, duelli e storie d’amore.
Francis Spufford è un abilissimo ricercatore e conoscitore della storia e della letteratura del Settecento, e il lettore non potrà che trarre godimento dalla ricostruzione degli ambienti, dai ritratti dei vari personaggi e dalle vicende picaresche del protagonista. Un romanzo di
fattura straordinaria che il pubblico e la critica inglese hanno accolto con entusiasmo.
 
Come un romanzo di Henry Fielding appena riscoperto e arricchito con materiale alla Martin Scorsese… New York è ricreata in maniera superba… La scrittura scoppia di energia e di allegria, e alla fi ne la soddisfazione è enorme sotto ogni punto di vista. Golden Hill merita una grande stella luminosa».
«The Times»
«Golden Hill è un romanzo gioioso che ti lascia raggiante, e al contempo così serio che ti chiede di rileggerlo più e più volte… Questo libro è oro puro».
«Sunday Telegraph»
«Ci sono scene più illuminanti, cesellate con più amore, di libri interi».
«Financial Times»
«Una ricerca approfondita resa con una scrittura leggera… Golden Hill è intrattenimento di prima classe».
«The Guardian»

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il nuovo mese porterà MOLTI libri stuzzicanti. Eccone uno, da Hilary Mantel, l’autrice de WOLF HALL:
 
OTTO MESI A GHAZZAH STREET, FAZI
 
 
Traduzione di Giuseppina Oneto
 
Arabia Saudita, Gedda, Ghazzah Street. Uno strano posto. Un luogo senza passato, un luogo di passaggio dove nessuno si ferma per più di qualche anno e dove la gente, in casa, tiene le sue cose negli scatoloni. Anche la terra e il mare, laggiù, sono in continuo mutamento: ci sono ville costruite da pochi anni con vista sul mare che oggi si affacciano su un muro.
Frances Shore è una cartografa, ma quando il lavoro di suo marito la porta in Arabia Saudita si ritrova come una prigioniera sperduta, incapace di orientarsi nelle zone oscure del paese. Il regime che impera è corrotto e inflessibile, molti degli stranieri che incontra non sono che avidi faccendieri in cerca di denaro accompagnati dalle mogli e i vicini musulmani si muovono furtivi ma hanno occhi per ogni cosa. Le strade non sono il posto adatto per le donne, e Frances – il marito Andrew è spesso assente – si ritrova confinata nel suo appartamento cercando di dare un senso a tutto ciò. Ma la battaglia è ardua. Le giornate diventano un susseguirsi di vuoti e di silenzi, interrotti soltanto dagli inspiegabili rumori provenienti dal piano superiore, che però, a quanto le è stato detto, dovrebbe essere disabitato. Quello dell’appartamento al piano di sopra diventa un mistero tutto da sciogliere, che obbligherà la protagonista a scontrarsi con le mille contraddizioni di un mondo infernale: un mondo asfittico, fatto di sofferenze celate, silenzi strazianti, segreti inconfessabili. Un mondo di cui le donne sono vittime ma anche complici.
Hilary Mantel, la più grande scrittrice inglese del nostro tempo, prima e unica donna a ricevere due volte il Man Booker Prize, torna con un romanzo avvincente e attualissimo, in cui racconta il difficile mondo saudita con una sapienza e un talento senza pari.
 
«Terribilmente avvincente. Costringe il lettore a sospendere la vita quotidiana fino alla fine della lettura».
«Sunday Times»
 
«Un incubo orwelliano sbalorditivo».
«Literary Review»

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Peter James, decisamente uno che sa come catturare l’attenzione del lettore, come inchiodarlo alla sedia, con la sua capacità di far procedere la storia attraverso capitoli con protagonisti e situazioni che si alternano..
 
Il segno della morte
Peter James, Longanesi
Tradotto da Alessio Lazzati
 
La telefonata che Jamie Ball riceve è a dir poco allarmante. Quelle che sente sono le parole della sua futura moglie, Logan Somerville. Logan ha appena parcheggiato la macchina nel garage sotto il palazzo in cui vive, un posto che non è mai piaciuto a nessuno dei due, male illuminato e poco sicuro. Gli ha appena detto di avere visto un uomo, in quel parcheggio, uno sconosciuto. Poi un urlo straziante, e il silenzio.
Quando, poco dopo, la polizia arriva sul posto, la donna è scomparsa, lasciando la macchina e il cellulare come uniche prove del suo passaggio.
Quello stesso pomeriggio, alcuni operai, scavando in un parco in un diverso quartiere di Brighton, scoprono i resti di una ragazza morta oltre trent’anni prima.
In apparenza sembrano due casi del tutto scollegati, ma l’ispettore Roy Grace, incaricato di seguire la prima indagine, non può non notare che le vittime sono molto simili nell’aspetto… Un sospetto che viene presto confermato da un’altra sparizione, e dal ritrovamento di un altro, recente cadavere, che ha lo stesso marchio a fuoco trovato sul corpo seppellito nel parco. I collegamenti sono troppi per poter essere ignorati, e le due indagini vengono fatte confluire. Possibile che tutto sia opera di un serial killer, il primo a Brighton in oltre ottant’anni?
Français : Peter James au Salon du livre de Pa...

Français : Peter James au Salon du livre de Paris lors de la conférence Le Polar comme forme d’expression. (Photo credit: Wikipedia)

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