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Posts Tagged ‘autori messicani’

Il vento delle ore,

Ángeles Mastretta, Giunti

“Sarà perché ci sono stati anni in cui ho vissuto di fretta, che adesso, nonostante mi rimangano meno stagioni, le spreco di più?

Ho corso per anni. Rido di me, quando ricordo come una volta le ore mi incalzassero. Dove vai così veloce, dicevano le mie scarpe, visto che prima o poi tutto arriva?

 

UN’ALTRA MAGISTRALE NARRAZIONE DELL’AUTRICE DI DONNE DAGLI OCCHI GRANDI

 

Sull’onda del ricordo e dell’emozione, con “Il vento delle ore”, Ángeles Mastretta ci propone un nuovo, intenso memoir lungo i sentieri incantati dei ricordi rievocando i momenti più preziosi della sua infanzia e giovinezza a Puebla.

 

La zia Catita, fantasiosa e tenace, che aveva il dono di predire il futuro; il padre italiano che appena tornato dal lavoro riuniva con un fischio tutta la famiglia davanti a un piatto di pasta; Ángeles adolescente, che sognava di essere magra come Jackie Kennedy e alta come le fidanzate dei Beatles, alternando digiuni e abbuffate sulla scia di dispiaceri ed entusiasmi; il complesso rapporto con la madre, bellissima, forte e tradizionalista, che non perdonò mai la scelta di Ángeles di vivere l’amore liberamente, convivendo con un uomo senza sposarsi.

 

Attraverso immagini così forti da trasportare il lettore nei luoghi e nel tempo della narrazione, Ángeles Mastretta percorre con il suo stile impeccabile i grandi temi dell’esistenza: la stagione sublime della giovinezza, quella dell’amore e della morte, celebrando soprattutto l’importanza di non lasciarsi sfuggire ogni singola occasione di vita.

traduttore Mogavero E.

 

 

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Jorge Zepeda è un giornalista messicano conosciutissimo in patria: dopo venti anni di lavoro decide con questo libro di fiction di raccontare tutto quello che ha visto ed ascoltato durante la carriera, dando la stura al marcio che il Paese esprime e che non può essere raccontato sulle pagine di un giornale, senza andare incontro a querele, o peggio…

Risultato: il premio Planeta 2014 in Spagna, il più importante in suolo iberico.

 

Jorge Zepeda Patterson,

I corruttori,

Mondadori

 

Città del Messico. Pamela Dosantos, stella del cinema nazionale, mostra le gambe al suo carnefice nel disperato tentativo di sedurlo. Quelle gambe che le avevano permesso di diventare l’amante dei politici più influenti del paese e di raggiungere i vertici del successo magari possono tirarla fuori anche da quella situazione… Purtroppo, fa tragicamente in tempo ad accorgersi che è stata solo una vana speranza… Tomás Arizmendi è un giornalista dal passato glorioso che ha ormai perso la passione per il suo lavoro. Quando si trova a scrivere sulla morte della Dosantos lo fa distrattamente, senza preoccuparsi di verificare un dettaglio recuperato all’ultimo momento. Non si rende conto però che, nella sua ricostruzione, il luogo in cui sarebbe stato ritrovato il cadavere è situato a pochi metri dalla casa di Augusto Salazar, l’uomo più temibile del governo e braccio destro del presidente. È evidente che Tomás è stato manipolato e ora è in serio pericolo… In suo aiuto corrono senza esitazione gli amici dell’infanzia: Jaime, agente dei servizi segreti, Mario, professore universitario, e Amelia (della quale Jaime e Tomás erano segretamente innamorati), capo del partito di opposizione. Nonostante siano passati molti anni da quando Los Azules condividevano utopie e passioni, nessuno di loro ha dimenticato il legame profondo che li ha sempre uniti. Insieme cercano di scoprire la verità sull’assassinio dell’attrice, ma presto si accorgono di avere a che fare con una rete fittissima di corruzione, un’entità viscosa che si è insinuata in tutti i livelli della società. Tra giochi di potere, intrighi, bilanci esistenziali, scontri violenti fra chi guarda alla politica con un barlume di fiducia e chi soltanto con spietato realismo, la posta in gioco per Los Azules è altissima: non devono solo cercare di salvare ciò che resta degli ideali, ma anche le loro stesse vite… Dopo vent’anni di giornalismo, Jorge Zepeda approda alla letteratura per poter finalmente dire ciò che, per non violare la deontologia professionale, non aveva mai potuto raccontare: ambizioni inconfessabili, omicidi realizzati da professionisti senza scrupoli, guerre selvagge tra narcotrafficanti. Ne scaturisce un feroce ritratto dei mali del nostro tempo, una lucida e amara resa dei conti sull’amicizia, il tradimento, il valore della democrazia, l’etica del giornalismo e la libertà di informazione, sullo sfondo di una politica che è messicana ma potrebbe essere di qualsiasi altro paese.

Trad. Pino Cacucci

 

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Monterrey e dintorni, luoghi un tempo teatro degli eroismi oltre confine del ranger Tex Willer, ha assunto negli ultimi anni altri significati, ovvero quello di luogo dominato dalla violenza dei narcos, che permea ogni istante dell’esistenza dei suoi a volte rassegnati abitanti. Con passione, Antonio Parra rende l’orrore e la violenza, in opposizione ad una antitetica America del Nord, avvertita come antitesi al nord del Messico. Ramiro, il protagonista, si trasformerà con naturalezza in un killer al soldo della malavita, senza possibilità di deviare dal corso del destino.

Eduardo Antonio Parra, Nostalgia dell’ombra, La Linea

Traduzione di Angela Masotti

Nostalgia dell’ombra è la cronaca della nascita di un killer nel Messico violento dei nostri giorni.
Il libro si apre a Città del Messico, con la consegna a Ramiro, sicario al soldo di un uomo d’affari, di una busta contenente le generalità della sua prossima vittima, una donna che vive a Monterrey.
Il tempo presente della narrazione, svolta in prima persona, è interrotto a capitoli alterni dalla cronaca di un passato che pare lontanissimo e che vede protagonista la persona che Ramiro era prima: Bernardo, giornalista di Monterrey, che anni addietro, in una sera da incubo nella quale giunge la fulminante rivelazione del gusto per l’omicidio, si trova a interrompere il corso di una esistenza tranquilla e a dare inizio a una parabola esistenziale che lo inchioda tra i paria del Messico. Eccolo, allora, con il soprannome di el Chato, mendicante insieme ad altri disperati in una discarica di Monterrey, poi aspirante emigrante alla frontiera con gli Stati Uniti e, infine, galeotto nelle allucinanti carceri nazionali. Questo il filo che permette al passato di ritrovare la coincidenza col presente e a Bernardo, el Chato, e Ramiro di ricombinare una catena ininterrotta di derivazioni.
Sia nell’architettura del testo sia nella lingua, capace di registrare con grande acutezza il tempo intimo di un uomo, Parra rivela una capacità e un talento davvero invidiabili.

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Ormai Elmer Mendoza è diventato un habituè dei premi letterari, e dei favori del pubblico e della critica di lingua spagnola; con questo suo primo libro tradotto in italiano, Proiettili d’argento, è risultato vincitore del terzo premio Tusquets, un’opera che ha destato parecchio scalpore in Messico: i suoi politici sudditi del potere del narcotraffico non sono stati molto graditi all’establishment locale. Il suo stile lo fa accostare a Chandler per il tono narrativo, e le situazioni, e al Perez Reverte de La regina del sud per il substrato umano.

Proiettili d’argento, Élmer Mendoza , La nuova frontiera

Abbandonato dall’unica donna che ha mai amato e in cura da uno psicanalista per superare un trauma della sua infanzia, al detective Edgar “Zurdo” Mendieta viene affidato un caso che sembra un vero rompicapo.
Bruno Canizales, avvocato di successo e figlio di un importante politico, è ritrovato morto con la testa perforata da una pallottola d’argento. La pressione dei media e della politica si fa subito asfissiante e il cellulare di Mendieta non smette mai di suonare: i superiori gli chiedono notizie dell’indagine e lo informano dei continui ritrovamenti di nuovi cadaveri.

Chi c’è dietro a questo omicidio e a quelli che stanno insanguinando il paese? I narcos? La politica corrotta che si prepara a una resa dei conti? O i membri della stravagante setta della Piccola Fratellanza Universale a cui lo stesso Canizales apparteneva?

Élmer Mendoza nasce a Culiacán, Messico, nel 1949. Professore dell’università di Sinaloa è uno dei più attivi intellettuali del suo Paese. Tra il 1978 e il 1995 pubblica cinque raccolte di racconti e due reportage letterari. Nel 1999 esce il suo primo romanzo, Un asesino solitario, che viene subito elogiato dalla critica e ha reso Mendoza “il primo scrittore che ricostruisce con efficacia l’effetto della cultura del narcotraffico sul Messico”. Pochi anni dopo pubblica El amante de Janis Joplin, vincitore del XVII premio Nacional de Literatura, e Efecto Tequila, finalista del premio Dashiell Hammett. Nel 2006 esce il suo quarto romanzo, Cóbraselo caro. Proiettili d’argento, vincitore della terza edizione del premio Tusquets, è il suo primo libro tradotto in italiano.

Traduzione dallo spagnolo (Messico) di Pino Cacucci

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