Ho camminato per ventuno isolati insieme a Leto e al Matematico, fresco di viaggio in Europa. Sono stato anche io alla festa di compleanno di Washington, grazie al racconto di Boton, ho preso il treno con Leto per trascorrere le vacanze in campagna, e ho assistito a quanto accaduto a suo padre, mentre lui e la madre erano via. Ho atteso che il traffico cessasse per attraversare la strada insieme ai due protagonisti, e conosciuto la loro sorte e quella dei dei partecipanti alla festa grazie alle “memorie dal futuro” del Matematico. Ho incrociato anche io come loro Tomatis lungo il cammino e ascoltato una nuova versione di quello che è accaduto la festa, per poi rivederlo, pagine dopo, sul divano di casa della madre .. Come Leto ho avuto anch’io l’impressione di essermi perso qualcosa del discorso di Washington, riportato dal Matematico, e che quelle parole avrebbero donato un senso compiuto a tutto ciò che era accaduto o stato detto in precedenza.. Mi è venuto il dubbio che la vita in fondo sia una somma incessante di casualità, e che una di queste ci faccia perdere di vista il significato di quanto è accaduto prima . Ho la certezza di avere letto un libro fondamentale, tra i migliori del 2018. Nell’impossibilità di ringraziare di persona l’autore, scomparso qualche anno fa, doveroso proferire un sonoro GRAZIE all’editore La nuova frontiera, e a chi ha tradotto Glossa.
Ai sommi basta una passeggiata tra due amici, in una città argentina degli anni Sessanta, parlando degli echi di una festa alla quale nessuno dei due ha partecipato, per dare vita ad un libro sublime, capace di contenere il mondo intero, di spalancare finestre sul passato e sul futuro, nei pensieri di Leto e del Matematico, nel composito universo dell’America Latina, in un turbine caleidospico di immagini vive sempre cangianti. Per chi ama Onetti, e la sublime letteratura sudamericana del secondo Novecento..
Juan Josè Saer, Glossa, La nuova frontiera
Tradotto da Gina Maneri
L’uomo che si alza la mattina, si fa una doccia, fa colazione e poi esce nel sole della città, viene, non c’è dubbio, da più lontano che dal suo letto, e da un buio più nero e più fitto di quello della sua camera: nulla e nessuno al mondo potrebbe dire perché Leto, questa mattina, invece di andare come tutti i giorni al lavoro, sta camminando, indolente e tranquillo, sotto gli alberi che contribuiscono all’ombra della fila di case, lungo la calle San Martín in direzione sud.”
Leto e il Matematico si incontrano una mattina per strada. Il primo si è appena trasferito in città dove lavora come contabile. Il secondo viene da una famiglia dell’alta borghesia cittadina ed è appena tornato da un viaggio di studio in Europa. Decidono di fare un pezzo di strada insieme parlando della festa del poeta Washington Noriega, festa alla quale nessuno dei due ha partecipato.
A partire da un pretesto così semplice Saer costruisce una macchina letteraria perfetta, capace di insinuare il dubbio su tutto ciò che crediamo di vivere e percepire. Il lettore vede il romanzo dispiegarsi liberamente sotto i suoi occhi, come se si scrivesse da solo. Vede la coscienza dei protagonisti esitare e i loro ricordi ingannarli mentre si accumulano, passo dopo passo, parole non dette, angosce e disillusioni.
Cosa sono i ricordi, il tempo, la realtà e come li raccontiamo sono i temi dell’opera più filosofica di Saer, che è, allo stesso tempo, il commovente racconto della generazione perduta di un paese, l’Argentina, che proprio in quegli anni viveva il suo periodo più buio.
Uno dei romanzi più sorprendenti del XX secolo. – Le Figaro
Glossa coglie la natura selvaggia dell’esperienza umana in tutte le sue sfaccettature e la deriva cieca, incomprensibile e inarrestabile del tempo. – The New York Times
È un mondo intero, con le sue incertezze e il suo caos, quello che si dipana nel corso di questa passeggiata. Un mondo folle come quello che noi viviamo. – Le Monde