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Posts Tagged ‘autori uruguayani’

una piacevole sorpresa, questo noir conturbante che arriva… dall’Uruguay. Un autore capace di coniugare ottima prosa e vicenda coinvolgente, immergendo il lettore nelle atmosfere di un Sudamerica animato da contrabbandieri, piccoli e grandi malviventi, confini da attraversare, strade invase dalla pioggia, una dark lady affascinante e misteriosa. Ottima lettura! (bonus, ad un certo punto, fa capolino anche Notturno indiano di Tabucchi, letto dal protagonista)
 
Henry Trujillo, Tre avvoltoi, Atmosphere edizioni
 
Traduzione dallo spagnolo di Raul Schenardi
 
Javier ha bisogno di soldi per andare in Spagna. Il contrabbando di auto sembra essere una valida opzione per iniziare la sua avventura. Sarà la prima volta che vive fuori della legge. Nel suo giro tra le strade dell’America Latina, incontra Paula, una ragazza boliviana che lo afferra con la sua storia sordida e lo trascina in un mondo di persecuzione, ricatti e omicidi…
 
Il romanzo si svolge sul confine tra Bolivia e Argentina, ma il protagonista è un giovane uruguaiano di vent’anni. I meccanismi di tensione del romanzo sono in crescendo e il destino è contornato da sempre più personaggi (come in una tragedia greca). Intuendo il dramma che affiora, il lettore segue le tribolazioni del protagonista con apprensione e simpatia. Questo romanzo è una buona occasione per visitare l’America Latina con Trujillo, considerando che per un autore uruguaiano è una cosa abbastanza rara.
 
Henry Trujillo è nato in Uruguay nel 1965. Ha una laurea in Sociologia, è docente di letteratura e, naturalmente, scrittore. Ha pubblicato quattro romanzi, Torquator, La persecución, El vigilante e l’eccellente Ojos de caballo, tutti con successo editoriale. Se tutta la letteratura riflette letture intelligenti, Trujillo ha raggiunto uno stile inconfondibile. Nel 2007 ha pubblicato Tres Buitres (Tre avvoltoi). Nel 2012 è stata pubblicata la versione francese Trois vautours.
 
 
 
L’incipit:
«Perché scrivere questa storia?» domanda Javier Michel. «Perché aggiungere altre parole a tutte quelle che già esistono? Ci ho pensato spesso e non riesco a capire cosa faccia la differenza. Perché dobbiamo ricordare? A volte mi viene da pensare che siamo come un pesce volante che per un attimo guizza sopra la superficie delle onde, solo per un attimo, quanto basta per restare ammaliati da tanta bellezza. Non gli sfugge che, se restasse lì, morirebbe in un istante: vede come si infrangono i raggi del sole sul dorso dell’oceano, vede come danneggiano gli occhi le ferite che gli strappa. Comunque, non saprà mai se maledire il dio che un momento dopo lo costringerà a tornare nell’abisso, o ringraziarlo per avergli permesso di contemplare l’eternità. Così noi raccontiamo storie, soltanto per quell’istante in cui ci affacciamo a qualcosa di diverso. Soltanto perché domani, il prossimo minuto o il secondo successivo non sia uguale a tutti gli altri».
avvoltoi

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“Caro, il nostro matrimonio non è stato un fallimento, ma qualcosa di peggiore, un successo sprecato”

La prosa che sgorga dalla penna di Mario Benedetti è precisa e tagliente, ogni parola occupa un posto preciso che viene illuminato procedendo con la lettura, risultando al tempo stesso asciutta e poetica. Se ne “La tregua” la vicenda ruotava intorno all’apparizione nella vita monotona di una collega d’ufficio, una piccola pausa appunto nell’esistenza, argomento de Chi di noi tre è invece una sorta di anomalo triangolo amoroso tra amici, in cui ognuno ha una diversa percezione dei sentimenti dell’altro. Apparentemente banale come trama, perfetta dimostrazione invece che ogni materia può divenire capolavoro quando la mano è salda..

Un libro da gustare pagina per pagina, un raffinato cognac per veri intenditori. Chiudete fuori il mondo, e appartatevi con lui.

“Quando la fede e il dubbio mostrano infine la loro ingenua, profonda relazione e sopraggiunge lo stupore davanti all’assurdità dell’esistenza, davanti alla meravigliosa indifferenza di Dio, si recupera la calma per sempre, e la calma per sempre si chiama noia.”
Mario Benedetti, Chi di noi tre, Nottetempo

Con lo sguardo profondissimo e tagliente che è la cifra della sua scrittura, Mario Benedetti esplora da par suo il tema del triangolo amoroso. Ai tempi del liceo, Miguel, Alicia e Lucas si ritrovano catturati in un platonico ménage à trois il cui motore è Miguel, col suo disprezzo per se stesso e il suo gusto manipolatorio: attratto da Alicia ma convinto che sia destinata a Lucas, decide di costruire l’amore tra i due. Quando, invece, Alicia sceglie proprio lui, è già troppo tardi: il fantasma del triangolo si è insediato, e non si capisce piú chi sia davvero l’altro. Attraverso un diario, una lettera e un racconto, ciascuno affidato a uno dei protagonisti, la storia cambia radicalmente a seconda di chi la narra: e se dissolve ogni illusione di realtà, non perde nulla in verità, sondando in modo acutissimo sentimenti, frustrazioni, desideri, solitudini.

Hanno detto de La tregua:

“Uno dei grandi romanzi novecenteschi della resa”. Andrea Bajani, la Repubblica

“Un esempio di potenza espressiva e nitidezza letteraria che hanno a che fare con la vita”. Francesco Piccolo, Corriere della Sera

Traduttore Marinoni S.

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