Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘autrici americane’

 

 

Lucia Berlin è sempre stata apprezzata da una piccola cerchia di letterati, poi all’improvviso lo scorso anno  la sua meritata fama, purtroppo postuma, si è aperta al mondo, grazie alle traduzioni quasi contemporanee in diverse nazioni. L’autrice eccelle nel dipingere con una forma narrativa tipicamente americana, il racconto, la società americana che ha frequentato, dando voce a donne qualunque ritratte in altrettanto luoghi privi di particolare fascino letterario, lavanderie a gettone, stanze d’ospedale… Ma con l’occhio attento dello scrittore, con una prosa che fila via liscia e musicale, evocativa per quanto sia essenziale. La difficile vita di Lucia Berlin, tormentata dalla scoliosi e dalla povertà,  rappresentata chiaramente tra le righe del suo libro, risplende ora di luce imperitura! Un volume decisamente notevole, tra quelli publicati in questo scorcio d’anno.

La donna che scriveva racconti,

Lucia Berlin, Bollati Boringhieri

Traduzione di Federica Aceto

Una donna molto bella che ha avuto una vita difficile e la racconta in tanti piccoli quadri: protagonista la narratrice onnisciente o vari personaggi secondari, diversissimi tra loro: un vecchio indiano americano incontrato in una lavanderia; una ragazza giovanissima che scappa da una clinica messicana di aborti per ricche americane; la suora di una scuola cattolica; un’insegnante gay. Ma soprattutto, una domestica che ritrae, lapidaria ma benevola, le «signore» (e anche qualche «signore») per cui lavora: una storia indimenticabile, che dà il titolo all’edizione americana del libro, «Manuale per donne delle pulizie». «Indimenticabile» è l’aggettivo che definisce il valore di una storia breve. Tutti ricordano la signora con il cagnolino di Cechov, o la famiglia Glass di Salinger, o l’anziana donna malata di Alzheimer che si innamora di un compagno di sventura, di Alice Munro. Più difficile è ricordare uno qualunque dei protagonisti dei racconti di Raymond Carver, tutti molto simili: uomini che traslocano continuamente per sopravvivere a una crisi economica non solo individuale. O quelli di Charles Bukowski, l’eterno disadattato che ama l’alcol e le donne. Non che sia possibile ricordare tutti i personaggi di Berlin, diversissimi, variegati per sesso, razza, colore e censo, ma di certo il tratto pittorico dell’autrice contribuisce a fissarli nella mente; complice una scrittura ingannevolmente semplice, chiara, essenziale, imprevedibile come la musica jazz ma altrettanto ipnotica. Una vita più che difficile, quella di Lucia Berlin, tormentata dalla scoliosi e dalle sue conseguenze, da un primo matrimonio sfortunato, dalla povertà, e dai lavori tipici degli americani senza radici: ma le esperienze di centralinista, domestica, insegnante precaria o infermiera, e di madre single, forniscono all’autrice un materiale prezioso e vastissimo, che usa per raccontare se stessa con eccentrico, personalissimo talento.

l’autore

Lucia Berlin, nata in Alaska nel 1936, a ventiquattro anni incomincia a pubblicare racconti sulla rivista di Saul Bellow «The Noble Savage» e su «The New Strand», e in seguito su «Atlantic Monthly» e «New American Writing». La raccolta di racconti Homesick ha vinto il National Book Award nel 1991 e il racconto «My Jockey» (di soli cinque paragrafi) il Jack London Short Prize nel 1985. Le sue storie sono ispirate dagli anni dell’infanzia trascorsi nelle città minerarie del West, dagli anni dell’adolescenza a Santiago, in Cile, da tre matrimoni falliti e delll’alcolismo;  dai tanti diversi lavori che dovette fare per sostenere i quattro figli e continuare a scrivere. Nel 2001, la salute sempre più fragile la costringe a trasferirsi nella California meridionale vicino ai figli. Muore nel 2004.

berlin

Read Full Post »

Helene Grimaud, Ritorno a Salem, Bollati Boringhieri

 

Di ritorno da una prova difficile, la famosissima pianista Hélène Grimaud entra in un negozio di antiquario e trova un piccolo tesoro: una chiave, uno specchio appartenuto a Lewis Carroll, e un manoscritto composto da spartiti e pagine di prosa firmato Karl Würth, pseudonimo di Brahms. È il racconto di un viaggio a Rügen, isola nordica dominata da un silenzio irreale, privo di voci animali, che esercita sull’autore un fascino colmo di terrore. Hélène trova una serie di similitudini tra il viaggio di Brahms, e l’incontro del compositore con un lupo, e il proprio percorso di ricerca sul destino ecologico del mondo, che l’ha condotta a creare un rifugio per lupi a Salem, NY. Toccata dal carattere “fatale” di tutte quelle coincidenze, anche Hélène decide di ritornare ai suoi lupi, nella città, Salem, che come Rügen, è legata alla storia della stregoneria.

 

Ancora una volta dunque si confronta con i lupi, come negli altri libri dedicati ai suoi incontri con questo animale, in cui dimostra ottime capacità di scrittura. Del resto, ha dato vita anche a questa fondazione: http://nywolf.org

 

The Wolf Conservation Center (WCC), founded in 1999 by Hélène Grimaud, is a private, not-for-profit environmental education organization located in South Salem, NY. The WCC’s mission is to promote wolf conservation by teaching about wolves, their relationship to the environment, and the human role in protecting their future. The WCC accomplishes this mission through onsite and offsite education programs emphasizing wolf biology, the ecological benefits of wolves and other large predators, and the current status of wolf recovery in the United States.

Please visit their website: http://nywolf.org

Atka, the white wolf at the beginning of this video is the CEO of the WCC’s Ambassador team. As an Ambassador wolf, Atka lives on exhibit where he can “teach” WCC visitors about the importance of his wild counterparts.

Music: Hélène Grimaud ~ Moonlight Sonata by Beethoven
Helene’s website: http://helenegrimaud.com/

Read Full Post »

 

 

Kate Chopin, nata Katherine O’Flaherty (Saint Louis, 8 febbraio 1851 – Saint Louis, 22 agosto 1904), rimase vedova a 32 anni, madre di sei figli già a 29, il “patrimonio” trasmessole dal marito ammontava a debiti per 12000 dollari , in seguito al fallimento dell’impresa commerciale di cui era titolare( circa 229.360 dollari nella valuta del 2005). Ne seguì un periodo di depressione, ma su consiglio del medico personale, cominciò a riversare sul foglio quanto aveva in sè: pubblicò a proprie spese At Fault, suo primo romanzo (scritto da luglio 1889 ad aprile 1890) e riuscì a farsi stampare diversi racconti su riviste letterarie, principalmente di interesse locale.

Il suo principale successo è proprio The Awakening , Il risveglio, storia di una donna intrappolata in una società ben poco dolce nei confronti delle donne, capace però di giungere ad una liberazione personale e del proprio corpo: naturalmente, fu tacciata di immoralità all’epoca. La critica e il pubblico lo amanto per l’indiscussa qualità di scrittura, per l’importanza riconosciuta di essere una delle prime opere femministe.

 

 

Kate Chopin, Il risveglio, Nova Delphi

trad Martini C.

Kate Chopin in 1894

Kate Chopin in 1894 (Photo credit: Wikipedia)

Durante una vacanza estiva a Grande Isle (Louisiana), Edna Pontellier, giovane madre di famiglia sposata con un facoltoso uomo d’affari di New Orleans, si accorge di aver vissuto un’esistenza lontana dalle sue aspirazioni più autentiche e s’innamora di un uomo più giovane di lei. Al rientro in città, rifiutando per sempre le convenzioni sociali e culturali che hanno soffocato la sua personalità e i suoi desideri, Edna intraprende un solitario cammino di rinascita interiore che culminerà in un risveglio dei sensi e dello spirito. Il risveglio narra la storia di una donna in conflitto, costretta a confrontarsi con modelli femminili e canoni comportamentali imposti dal contesto sociale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Read Full Post »

Joyce Carol Oates, 2006

Image via Wikipedia

una grande signora delle lettere, Joyce Carol Oates ( “Dark Lady of American Letters,” viene a volte definita) , incanta con Uccellino del paradiso, Mondadori. La violenza degli uomini, il disgregarsi di una famiglia, le disparità di classe e le ipocrisie danno vita a un potente quadro di provincia americana, in un piccolo paese dal nome emblematico, Sparta.
Dalla prima pagina il ritmo narrativo della signora Oates inchioda il lettore, con la sua prosa e la sua “presa diretta” sulle vite delle sue protagoniste, con la fitta rete di relazioni che riesce a creare tra esse in questa vicenda di crimine senza punizione

Joyce Carol Oates, L’uccellino del Paradiso, Mondadori

Un uomo e la sua storia. La storia di una parte della sua vita. L’ultima, forse. Una storia che inizia con la telefonata di una sconosciuta che gli dà appuntamento in un’aula di tribunale. L’aula di tribunale in cui qualcuno la uccide insieme al suo cliente, imputato per traffico di droga, e a due poliziotti. Un assassino a volto scoperto che dopo aver sparato, davanti a tutti, si toglie la vita. Comincia qui, la storia. Da quelle pallottole in un’aula di giustizia. E da una parola sussurrata all’orecchio, un istante prima di morire. Tre sillabe, sei lettere. Un nome. Solara. La prima tessera di un domino al contrario o l’ennesima tappa di qualcosa che si è messo in movimento molto tempo fa. Forse, il giorno in cui ha sentito quel nome, l’uomo avrebbe dovuto lasciar perdere. Forse, oggi che racconta, sa che avrebbe dovuto lasciar perdere. Ma ormai è tardi. Ormai è accaduto e non resta che far sapere quello che è successo. Che quelle tre sillabe, sei lettere, quel nome lo riporta di colpo al pomeriggio in cui sua moglie perde la vita in un incidente stradale. E ancora più indietro, a un giorno di un’estate siciliana in cui una bomba fa saltare per aria in un cortile di Palermo la vita di un magistrato e quella della sua scorta. Venticinque anni di coincidenze racchiuse in un’esplosione. La scatola magica in cui un potere nuovo trova le radici della sua fondazione. Radici antiche, che vanno ancora più indietro. Radici lontane, che sono altre tessere dello stesso domino. Fino ad arrivare alla prima. Quella che regge la catena. Quella che nessuno, nel Paese delle storie dimenticate, deve sapere chi tiene in mano.

Read Full Post »