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Appuntamento in biblioteca alle 18. Introduce Giorgio Tonelli. Conversa con l’autrice Anna Magli. Letture di Rita Rimondini

Venerdì 25 settembre – ore 18,00
Biblioteca Comunale Casa Bondi – Castenaso

 presentazione del romanzo

IL BAMBINO DI BUDRIO
di ANGELA NANETTI

Introduce Giorgio Tonelli

Conversa con l’autrice Anna Magli

Letture Rita Rimondini

Nell’Italia del Seicento, tra il borgo di Budrio “antico castello della città di Bologna” e la Roma di Innocenzo X, la storia vera del tormentato rapporto tra un maestro troppo ambizioso e un allievo dal talento straordinario, il piccolo Giacomo Modanesi.

La solitudine di un bambino prodigio, narrata in prima persona dal medico di Budrio, Alberto Carradori, uno dei pochi amici e confidenti del giovane genio.

Con penna sapiente e straordinaria capacità di ricostruire le ambientazioni e le atmosfere dell’Italia Seicentesca, Angela Nanetti ci regala il ritratto memorabile di una creatura prodigiosa, ingenua e fragile, alla quale per cieco amore del sapere, viene rubata l’infanzia. Un romanzo che, pur raccontando una vicenda lontana, ha nella voce dell’io narrante le vibrazioni di una coscienza moderna.

Approfondimenti

Il libro

Nel 1644 Budrio è un antico castello della città di Bologna con belle mura cinte da un fossato e, intorno, una campagna ricca di acque.
Dentro al castello, si erge, solenne, la chiesa di San Lorenzo, con un alto campanile e il convento accanto, provvisto di chiostro e di torre dell’orologio. Il convento ospita diciassette frati, tra i quali padre Giovanni Battista Mezzetti.
Noto come «l’unto del Signore» per il suo titolo di teologo conseguito grazie a un breve papale, il frate ha poco più di trent’anni ed è un uomo alto, con lo sguardo sicuro, i capelli fluenti e la voce suadente e imperiosa. Tra le duemila anime ospitate nel castello e fuori le mura, ha eletto a suo confidente, in virtù della disposizione che spinge l’uno verso l’altro i contrari, il medico di Budrio, Alberto Carradori.
Al «povero uomo di scienza», come Carradori definisce se stesso, confida non soltanto i suoi disturbi, i suoi scatti d’ira improvvisi e il fuoco interiore che lo consuma, ma anche le sue angustie, i suoi slanci e il suo fervore di maestro del convento, addetto a insegnare la grammatica, la lingua italiana e quella latina ai ragazzi di Budrio. Svela, soprattutto, di coltivare vasti progetti per l’avvenire di un suo allievo: Giacomo Modanesi, un bambino di intelligenza e memoria prodigiose.
Il ragazzo appartiene a una famiglia povera proveniente dal Po, da luoghi pieni di miasmi dove l’acqua facilmente s’impaluda. Sua madre è morta di febbri maligne e suo padre è un garzaiolo che riesce a stento a provvedere a se stesso. Padre Giovanni Battista Mezzetti ha scorto il bambino per strada mentre mendicava e, dopo aver convinto il console e il massaro del castello, l’ha accolto nella scuola del convento per accorgersi, alle prime improvvisate lezioni, che la gloria di Dio è davvero nelle sue creature, poiché Giacomo Modanesi è un autentico prodigio, una mente che apprende come una spugna immersa dentro l’acqua, un ingegno destinato a grandi, inimmaginabili cose.
Quale migliore occasione per celebrare con lui la potenza del Creatore?
Finalista alla prima edizione del premio letterario Neri Pozza 2013, Il bambino di Budrio racconta la storia vera del tormentato rapporto affettivo tra un maestro troppo ambizioso e un allievo dal talento straordinario. Grazie a una penna sapiente e a una grande capacità di ricostruire le ambientazioni e le atmosfere dell’Italia seicentesca, Angela Nanetti si addentra nelle stanze proibite di papa Innocenzo X e ci regala il ritratto memorabile di una creatura prodigiosa, ingenua e fragile, cui viene rubata l’infanzia. Un romanzo che, pur raccontando una vicenda lontana, ha nella voce dell’io narrante le vibrazioni di una coscienza moderna.

L’autrice

Angela Nanetti è nata a Budrio e si è laureata in storia medievale. Ha insegnato nelle scuole medie e superiori di Pescara, dove risiede. Dal 1984 a oggi ha pubblicato più di venti romanzi per ragazzi, molti dei quali premiati in Italia e all’estero. È tradotta in 25 paesi. Il bambino di Budrio è il suo primo romanzo per un pubblico adulto.

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prossimamente, da Angela Nanetti, un romanzo storico finalista al premio Nazionale di lettura Neri Pozza, che premia un inedito italiano scelto dal comitato di lettura composto dagli agenti letterari Luigi Bernabò e Marco Vigevani, dagli scrittori e giornalisti Francesco Durante e Stefano Malatesta, dallo scrittore e critico letterario Silvio Perrella, dalla scrittrice Sandra Petrignani, dal direttore editoriale Giuseppe Russo  (per la cronaca, il premio 2013 è stato vinto da La ricchezza di Marco Montemarano, ora edito da Neri Pozza).

Il bambino di Budrio, questo il titolo, è la ricostruzione  romanzata di un evento storico realmente accaduto; già lo immaginiamo molto coinvolgente, vista la bravura dimostrata dall’autrice nel campo della letteratura per ragazzi: vi troveremo l’Inquisizione, il fascino del Seicento, con le sue paure e ossessioni, l’ignoranza e la peste.

Angela Nanetti è nata a Budrio, in provincia di Bologna, e nella città delle due torri ha frequentato le scuole superiori e l’università, laureandosi in storia medievale.

Negli anni Ottanta ha esordito come scrittrice per ragazzi con “Le memorie di Adalberto”, un breve romanzo di formazione fortemente innovativo nella scrittura e nei contenuti, col quale ha iniziato quella collaborazione con l’editore di Trieste El-Einaudi Ragazzi -Emme Edizioni che dura ancora oggi, e che l’ha portata ad essere candidata all’Hans Christian Andersen Award nel 2004 e nel 2006

“L’idea nacque nel 2005, quando una cara amica mi fece notare una una raccolta di stampe presente in pinacoteca. Da subito rimasi affascinata dalla storia di un bambino di Budrio, un povero garzaiolo vissuto nel Seicento, dotato di straordinarie capacità intellettive. Padre Mezzetti, predicatore del convento di paese, ne scoprì il talento e lo portò a Roma per esibirne le capacità. In poco tempo il bambino, capace di dissertare in latino e greco, divenne un fenomeno per il pubblico del tempo; ma, altrettanto in fretta, i due dovettero ritornare in paese, viste le accuse dell’inquisizione di vicinanza al demonio. Una volta tornato a casa il bambino non fu più in grado di esprimere le proprie capacità e padre Mezzetti morì in un tragico incidente.”

(tratto dauna intervista ad Angela Nanetti _ http://www.budrionext.it/?p=9320       )

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