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Posts Tagged ‘Bolaño’

I librai di Atlantide sono sensibili alle storie di capelli (e anche un pò invidiosi della zazzera di Alan Pauls…)! Il libro non è nuovissimo come altri che di solito recensiamo, ma merita di certo attenzione, se come noi lo avete trascurato!

Una vera e propria ESPERIENZA mistico\letteraria quella che si prova leggendo LA STORIA DEI CAPELLI, secondo tassello di una ideale trilogia dedicata dall’autore all’Argentina degli anni Settanta.

È di certo un genio un autore che dedica quasi una pagina per descrivere il taglio di una ciocca di capelli e un paio di righe per parlare della separazione dalla moglie del protagonista! Alan Pauls racconta le ansie quotidiane derivanti dalla perdita condensandole nell’attenzione che la voce narrante rivolge alla sua capigliatura, mentre sullo sfondo passano diversi avvenimenti che hanno segnato il decennio degli anni Settanta, le capigliature afro alla Angela Davies, la musica, le azioni dei Montoneros..

Solo un grande potrebbe reggere una simile dovizia di dettagli dedicata al tema apparentemente principale del libro senza uccidere di noia il lettore, ne siamo convinti (per poi passare da questo infinitamente piccolo ad un senso generale riconoscibile man mano che la lettura procede!).  E che pagine spassose, che stile inconfondibile, con lunghe frasi, incisi e parentesi. Superbonus, le irruenti apparizioni di quello che si definisce IL SUO MIGLIORE AMICO, Monti, con la sua poliedrica vita. E il pensiero va ad un altro Monti, compagno di scuola in questa pianura, che come l’amico del libro si è ammalato, e non ce l’ha fatta… Un saluto, a lui.

 

Alan Pauls,

Storia dei capelli, Sur Edizioni
“Uno dei migliori scrittori latinoamericani viventi.”

Roberto Bolaño

 

Cosa passa per la testa di un uomo mentre si sottopone al rito noioso e ansiogeno del taglio dei capelli? Attraverso un flusso narrativo fatto di pensieri, ricordi ed eventi in presa diretta, entriamo in quella testa che sta per essere cambiata per sempre dal taglio di capelli perfetto. Una vita intera rivisitata attraverso il filtro della sua ossessione: i capelli.

L’infanzia e l’adolescenza negli anni Settanta dominati dai tagli afro, il rapporto con un miglior amico insopportabile dai riccioli curatissimi, una moglie a cui viene rubata misteriosamente una parrucca, un cane che quando viene tosato diventa irascibile, e soprattutto un nuovo parrucchiere: Celso, un paraguayano che ha il potere di cambiare le vite che lo sfiorano con la leggerezza affilata del suo tocco di forbici.

 

Trad. Nicola S.

 

 

 

 

 

 

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Scrisse diversi libri,  tutti facenti parte di una unica opera ideale che indaga l’America Latina degli anni sessanta – ottanta, vista attraverso gli occhi di un letterato molto particolare. Dopo la sua prematura morte, è nato un vero e proprio “movimento” di fans e sostenitori della sua opera. Ci sentiamo di iscriverci senza remore al “partito” di Roberto Bolano, un autore assolutamente da conoscere, che è stato definito un incrocio tra Borges e Tarantino…

Quest’anno ricorrono i dieci anni dalla sua morte, e i sessanta dalla sua nascita.

Roberto Bolano. La vita
Abbandonato il Cile all’indomani del colpo di stato che portò alla dittatura di Augusto Pinochet, Roberto Bolaño visse dapprima in Messico e poi in Spagna, dove si stabilì definitivamente.
Dopo aver pubblicato diverse raccolte di poesie, ottenne la consacrazione presso critica e pubblico come autore di romanzi e racconti nei quali ebbe modo di dispiegare una scrittura e un’inventiva originali, maturate attraverso un lungo confronto con i classici e le avanguardie letterarie, in particolare con il surrealismo e l’opera di Jorge Luis Borges. Nel 1993 pubblicò La pista di ghiaccio, nel quale, affidando il racconto di uno stesso crimine a tre diversi personaggi, dimostrò la predilezione e il talento per la costruzione di strutture narrative complesse e centrifughe.

Nel 1996 apparve La letteratura nazista in America, il più borgesiano dei suoi lavori: si tratta infatti di un falso manuale di storia della letteratura, una galleria di scrittori inventati, di opere mai scritte e di citazioni introvabili, tutti accomunati dall’appartenenza a quella cultura fascista e razzista che, bandita dall’Europa all’indomani della seconda guerra mondiale, sembrò trovare in America un nuovo e fertile terreno in cui proliferare. Ricorrendo ad allusioni o a figure reali della cultura latinoamericana, Bolaño utilizzò le armi dell’ironia e della comicità per mettere alla berlina cantori e fiancheggiatori delle dittature militari sudamericane.

Negli anni successivi apparvero I detective selvaggi (1998), Amuleto (1999), Notturno cileno (2000) e Amberes (2002). Tra le raccolte di racconti si ricordano Chiamate telefoniche (1997), Puttane assassine (2001), Il gaucho insostenibile, pubblicato postumo nel 2003, 2666 (2009), I dispiaceri del vero poliziotto (2011).

Da una “costola” de Letteratura nazista in America prende corpo Stella distante, la parabola umana dell’enigmatico Carlos Wieder, ora riproposta da Adelphi Editore:

Roberto Bolaño
Stella distante, Adelphi
Traduzione di Barbara Bertoni

Chi era Carlos Wieder? Un poeta o un assassino? Un artista o un criminale? Un pilota spericolato che si esibiva in performance di «scrittura aerea» o un autore di snuff movies? E ha veramente arrestato e torturato e ucciso, nei mesi successivi al golpe di Pinochet, decine di persone, per poi esporre le foto dei cadaveri ridotti a brandelli perché convinto della assoluta, gra­tuita purezza del male – perché solo il dolore è in grado di rivelare la vita, e lo scopo della sua era «l’esplorazione dei limiti»? Nulla, sembra ribadire Bolaño, è più sfuggente della verità. Tant’è che, una pagina dopo l’altra, un tassello dopo l’altro – attraverso un accumulo di indizi, molti dei quali di natura squisitamente letteraria, e di storie parallele, alcune tragiche, alcune grottesche, alcune paradossalmente fiabe­sche (ma tutte, sempre, eccessive, «come lo era il Cile di quegli anni») -, il nostro percorso di avvicina­mento a quella che potrebbe essere la verità diventa via via più sdrucciolevole, come se l’autore medesimo ci invitasse a dubitare degli eventi che narra non meno che degli scrittori che cita, delle poe­sie, delle riviste, dei movimenti letterari a cui allude. Nonché, in definitiva, dell’esistenza stessa di un uomo chia­mato Carlos Wieder.

Juan Villoro racconta Bolano, partendo dalla creazione di un movimento letterario”infrarealista”…..

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Borges, Bioy Casares, Ocampo, Puig, Arguedas, Hernández, Rulfo, Vargas Llosa, Amado, Cortázar, Soriano: tutti autori grandissimi del catalogo Einaudi degli anni d’oro, molti ora “dismessi” , a cui va aggiunto di diritto anche Felisberto Hernández, pubblicato nel 1974 con una nota introduttiva di Italo Calvino, che di lui affermava: “Non somiglia a nessuno: a nessuno degli europei, a nessuno dei latinoamericani, è un irregolare che sfugge a ogni classificazione e inquadramento ma si presenta ad apertura di pagina come inconfondibile”.

Non riuscendo a imparare la stenografia, aveva inventato e perfezionato un suo sistema stenografico. La sua prosa può vagamente esser definita “realismo onirico”, un vagabondare incongruo e senza risoluzione tra le pieghe dell’esistenza quotidiana, con degni finali che non risolvono alcunchè. Fu apprezzato da Borges e amato da Cortazar, e questo potrebbe essere un buon “incentive” per cogliere il mistero nella realtà, l’incongruo nascosto e l’ironia di quanto può capitarci…..

 

Come un personaggio dei migliori libri di Bolano, così raccontiamo la sua esperienza umana, dal Blog di Edizioni Sur:
http://blog.edizionisur.it/

” ….la vita di Hernández non fu meno bizzarra dei racconti e dei romanzi brevi alle cui trame l’autore l’ha spesso intrecciata: la vita di un ragazzo timido dalla vocazione musicale precoce, che dopo aver studiato con Clemente Colling (l’organista cieco di una chiesa di Montevideo, poi divenuto personaggio di uno dei suoi romanzi) comincia a guadagnarsi da vivere accompagnando al piano la proiezione dei film muti. Pianista errante, dagli anni ’20 sino al 1942 Felisberto si guadagna da vivere soprattutto suonando con fortuna disuguale, da solo o con un trio dal vasto ed eterogeneo repertorio: dai cinema ai caffè, dai teatri alle sale da concerto dove esegue Stravinsky.
In perenni ristrettezze economiche, prova ad aprire una libreria che fallisce, dà lezioni di piano, si sposa tre volte e ogni volta divorzia, intreccia intense relazioni amorose, trascorre due anni a Parigi con una borsa di studio ottenuta tramite Jules Supervielle, vive in misere pensioni, ingrassa mostruosamente per via di una fame insaziabile che lo renderà obeso al punto che il suo cadavere, dopo la morte per leucemia nel 1964, non passerà dalla porta di casa e dovrà essere calato dalla finestra. ”

Nessuno accendeva le lampade, Felisberto Hernandez, La nuova frontiera

Di Felisberto Hernández, Italo Calvino scrisse: “Non somiglia a nessuno: a nessuno degli europei e a nessuno dei latinoamericani, è un “irregolare” che sfugge a ogni classificazione e inquadramento ma si presenta ad apertura di pagina come inconfondibile.”
E in effetti Hernández sorprende il lettore con immagini sconcertanti e surreali, in cui non di rado gli oggetti o le singole parti dell’essere umano acquistano vita propria. Coniugando in maniera magistrale il ricordo e l’invenzione, il senso dell’humour e l’inquietudine, Hernández guida il lettore in un geniale gioco di analogie e associazioni di idee e seduce chi ha la fortuna di leggerlo.

Felisberto Hernández (Montevideo 1902 – 1964), pianista e scrittore, è uno degli autori più importanti della letteratura ispanoamericana del ventesimo secolo. La pubblicazione, nel 1942, del romanzo Por los tiempos de Clemente Colling segna una svolta nella sua vita e lo porta ad affiancare al pianoforte la macchina da scrivere. Seguono El caballo perdido (1943), Nadie encendía las lámparas (1947), Las Hortensias (1949), La casa inundada (1960) e Tierras de la memoria (1965).

un link alla sua opera:
http://www.felisberto.org.uy/la_obra_en_italiano.html

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Updated world map of the Köppen-Geiger climate...

Image via Wikipedia

 

tempo di vacanze, ci pare.  Per ogni vostra destinazione, Atlantide ha pronto una amena lettura, pertinente con il luogo che avete scelto .

Ecco i nostri consigli per le Americhe, edizione 2011

AMERICHE
MESSICO: Luis Alberto Urrea, La figlia della curandera, XL
CILE: Hernan Rivera Letelier, La bambina che raccontava i film, Mondadori
BRASILE, Veronique Ovaldè, Quel che so di Vera Candida, Ponte alle grazie
PERU’. i romanzi di MARIO VARGAS LLOSA, Einaudi
AMERICA LATINA: Bolano , Detective selvaggi, Sellerio
Belli,Nel paese delle donne, Feltrinelli
ARGENTINA: Ricardo Piglia, Bersaglio notturno, Feltrinelli
PATAGONIA: Coloane, Capo Horn, Guanda
ALASKA: David Vann, L’isola di Sukkwan, Bompiani
USA: Zadoorian, In viaggio contromano, Marcos
MISSOURI: I libri di Daniel Woodrell
CUBA: Berta Serra Manzanares, Gli occhi dell’uragano, La nuova frontiera

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Da oggi in libreria:
Roberto Bolano, Amuleto, Adelphi

Da quando Conan Doyle ha dimostrato che del corpo, in un’indagine ben condotta, si può tranquillamente fare a meno, molti autori di storie poliziesche si sono divertiti a mettere i propri protagonisti in condizione di apparente disagio fisico. Ultimo, ma solo in ordine di tempo, è arrivato Roberto Bolaño, che in questo romanzo ha inventato Auxilio Lacouture, una straordinaria anti-Nero Wolfe. Se per via della stazza il detective di Rex Stout abbandona a fatica, e comunque malvolentieri, la sua serra, Auxilio, che peraltro è magrissima, non può semplicemente uscire dai bagni della facoltà di Lettere e Filosofia di Città del Messico, dove la polizia ha appena fatto irruzione a caccia di sovversivi. Siamo nel settembre del 1968, cioè nel cuore di una stagione rivoluzionaria rispetto alla quale i moti europei sono un pranzo di gala, appena un po’ rumoroso: e quello che Auxilio tenta febbrilmente di ricostruire è un atroce delitto politico – il primo anello, si scoprirà, di una catena ininterrotta di crimini. Un’immagine dopo l’altra, lo spazio fisico si dissolve, mentre la voce di Auxilio diventa quella di Bolaño, e attraverso una galleria di personaggi indimenticabili ridisegna la geografia, immaginaria e persino troppo reale, di un intero continente.

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