Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘bookup’

Milano, primi anni Ottanta, un ragazzino cresciuto a musica classica scopre la dirompente forza del rock. Un gustosissimo esordio, offertoci da un apprezzato autore di video musicali e che ben conosce quell’ambiente, per ripercorrere senza sentimentalismi ma con affetto la realtà di quegli anni!
 L’ERBA CATTIVA, AGO PANINI, INDIANA

Un ragazzino di quattordici anni, cresciuto a suon di Wagner e lezioni di flauto traverso, scopre all’improvviso il fascino del rock. È una rivoluzione che lo porterà a cambiare scuola, aspetto e amicizie, dando il via a un’avventura che gli stravolgerà la vita. Dalle soffocanti sale-prove in cantina alla prima, sgangherata tournée a bordo di un furgoncino, sino alla firma del contratto con una multinazionale, un’epopea giovanile nel nome della passione e dell’incoscienza sullo sfondo della Milano anni Ottanta. Ma non quella da bere, l’altra: quella delle scuole popolari, delle contestazioni giovanili, dei gruppi rock indipendenti, del Leonkavallo e del Virus, dei festival di periferia. Una Milano che si sbatte, trasudando sogni ed energia adolescenziale a mille.

Read Full Post »

A prima vista, Sotto questo sole tremendo, già pubblicato in Francia e Germania, sembrerebbe un noir. Tanto è lo stile, dai toni vagamente chandleriani , per quanto l’ambientazione lo renda atipico: un paesino dell’Argentina bruciato dal sole. Poi, subito qualcosa fa percepire qualcosa di diverso: animali piuttosto strani (coleotteri pericolosi per l’uomo), il caldo atroce che modifica il territorio e le abitudini dei suoi abitanti, e renderebbe impossibile la vita ad un estraneo,  per poi arrivare al cuore centrale del romanzo: il passato tragico e violento dell’Argentina che ritorna. Meno di duecento pagine che si leggono d’un fiato!

 

Sotto questo sole tremendo
CARLOS BUSQUED,Atmosphere Libri
Traduzione di Silvia Busqued

 

Cetarti trascina le sue giornate rinchiuso in casa, sprofondato davanti alla TV in nuvole di fumo. Una sera, mentre Discovery Channel trasmette un documentario sulla pesca dei calamari giganti, squilla inaspettato il telefono. Un tale da Lapachito, nel Chaco, lo informa che sua madre e suo fratello sono stati uccisi a colpi di fucile. Sedici ore e settecento chilometri più tardi Cetarti si ritroverà così nella profonda provincia argentina, in un paese di strade melmose, case diroccate, sole implacabile, per recuperare i resti dei suoi familiari. Dentro la teca domestica, o fuori, sotto un sole tremendo, il paesaggio è lo stesso: un mondo senza accadimenti e senza emozioni, come se tutto fosse già stato e dell’umano esistere non restasse altro che la condanna a un moto perpetuo e inerziale. Non diversamente dalla vecchia elefantessa del circo condannata a danzare senza tregua da scariche elettriche, anche Cetarti scivola inerte incontro al suo destino. Che lo accoglie con la faccia grossa e i denti marci di Duarte, ex sottufficiale dell’aeronautica, collega e amico dell’assassino di sua madre. Insieme a Duarte e al suo giovane e stordito aiutante, Cetarti proseguirà il suo vagabondare in un nulla stipato di espedienti per sopravvivere: una truffa per riscuotere l’assicurazione dei defunti, il trasloco nella stamberga del fratello ucciso e da tempo perso di vista (stravagante collezionista di spazzatura varia e insetti stecchiti), il misterioso sodalizio con una salamandra, il coinvolgimento nei traffici criminali dell’ex sottufficiale. Il viaggio di ritorno dei tre da Cordoba, dopo aver incassato i soldi dell’assicurazione, riserva un inatteso finale

Read Full Post »

 

A ventotto anni l’autore, di origine bulgara, è  diventato una star letteraria nel paese di accoglienza, gli Stati Uniti: le sue storie sono state descritte come “meravigliose” da Salman Rushdie, il suo nome è stato accostata per l’originalità a quello di Jonathan Safran Foer, e sarà presto pubblicato in dodici nazioni. Con i suoi racconti Penkov ci immerge nella tumultuosa storia della sua patria nativa, in quella dell’Europa dell’est degli ultimi centoventi anni, in diversi ambiti temporali che suggeriscono la nostalgia per la giovinezza, quella per un futuro migliore. Un talento da seguire!

A est dell’Occidente,
Penkov Miroslav, Neri Pozza
Traduttore: Arduini A
In “Makedonija”, il racconto che apre la raccolta, Nora e suo marito vivono da otto anni in un ospizio a qualche chilometro da Sofia. Vivono accettando più o meno serenamente le ingiurie degli anni, i malanni, la nostalgia del passato. Finché un giorno il marito di Nora si imbatte in una dolorosa scoperta. Gli cade di mano il portagioie della moglie, il coperchio si spalanca e, sul fondo, uno scomparto segreto rivela le lettere che qualcuno ha scritto a Nora più di sessant’anni prima, quando lei aveva appena sedici anni. Da quell’istante l’uomo diventa preda della gelosia, un’assurda gelosia per il giovane fidanzato della moglie morto da oltre mezzo secolo, alimentata dal desiderio di voler essere lui quel ragazzo che ha amato Nora quand’era vicina all’inizio della sua vita e non alla fine. Nel secondo racconto, “A est dell’Occidente”, Naso incontra Vera nel 1970 quando lui ha sei anni e abita con i genitori sulla sponda bulgara del fiume del suo paese, mentre lei vive sull’altra riva, quella serba. La incontra durante la grande riunione in cui i due paesi concedono alle due famiglie di passare qualche ora insieme, e per tutta la vita, nei diversi luoghi in cui lui e Vera si ritroveranno a vivere, cercherà invano di abolire il confine reale e immaginario che lo separa irrimediabilmente da lei. In “Comprando Lenin”, un ragazzo decide di lasciare la Bulgaria ed emigrare in America. Non c’è nessuna guerra o miseria che lo costringa ad approdare su rive straniere. Se ne va perché può farlo.

Read Full Post »

Esordire come editori

 

Le Edizioni La Linea. Ecco il loro “esordio”:

 

“Ci eravamo rintanati al quarto piano di uno scialbo condominio della
città. Vi avevamo passato qualche mese nell’anonimato, la portinaia
indecisa sulle parole con cui salutarci e i vicini che ne facevano a meno.
Fu un omino tarchiato che illuminò la nostra presenza in quel luogo. Lo
fece scaricando nell’atrio dello stabile un paio di scatoloni di libri
provenienti da una tipografia. Tra i mugugni di chi tentava di scavalcarlie l’imbarazzo della portinaia, li caricammo in ascensore e li portammonel nostro ufficio. Ne uscirono due libri a cui ci presentammo come i loro editori.”

 

qualche notizia sulle Edizioni La Linea:

 

La Linea è un marchio editoriale che nasce a Bologna e debutta in libreria nel luglio 2011.

 

I fondatori sono quattro soci legati da una passione comune e decisi ad affrontare insieme una sfida che non si presenta certamente facile. Due di loro, Alessandro Menon e Marco Nardini, si occupano da tempo di libri: il primo lavora da oltre vent’anni nell’ambito dell’editoria scolastica e da alcuni anni ha avviato uno studio professionale; il secondo, dopo un’esperienza pluriennale in case editrici, radio e librerie, ha aperto un’agenzia letteraria. Gli altri due, Isabella De Ponti e Andrea Ghezzi, provengono da un dottorato di antropologia con un lungo periodo di ricerca sul campo all’estero.

 

Il programma editoriale si articola in quattro collane.
Tam Tam, la collana di narrativa, è dedicata a romanzi e racconti. Quello che vogliamo offrire è uno sguardo attento e critico, ma anche ironico e tagliente, verso la società in cui viviamo, punti di vista obliqui e originali, così come testimonianze della propria realtà di appartenenza, storie di emigrazione e di ibridazione, contesti sociali nuovi e inusuali.

 

La collana di saggistica breve Le Stringhe è un contenitore dedicato a opere sintetiche e divulgative su temi di ampio respiro, che possano interessare una larga audience di lettori.

 

La collana di antropologia Il Secondo Libro si propone di reindirizzare l’esperienza di campo o di studio del ricercatore sociale verso la dimensione narrativa o descrittiva, proponendo testi scritti per il grande pubblico, piuttosto che per l’accademia: il cosiddetto “secondo libro” dell’antropologo, appunto.

 

Infine, la quarta collana, La Linea Edu, si rivolge al settore della didattica per adulti, con particolare attenzione alla popolazione immigrata. Dal 2012 i titoli di questa collana usciranno in coedizione con la casa editrice Loescher.
L’ultima fatica de La Linea, Nostalgia dell’ombra, dello scrittore messicano (esordiente con questo libro in Italia!) Eduardo Antonio Parra

Nostalgia dell’ombra è la cronaca della nascita di un killer nel Messico violento dei nostri giorni.

Read Full Post »

Colpisce dalle prime righe il libro d’esordio di Luis Devin, antropologo torinese che ha vissuto in quel territorio da cuore di tenebra che è l’Africa Centrale. Vivendo fianco a fianco con i pigmei e altri popoli del bacino fluviale del Congo, ha captato l’essenza della vita nella foresta, gli echi di antichi saperi e di un modo di vivere inconcepibile per noi occidentali. Questo libro è il frutto di questa esperienza, di quelle che cambiano la vita di certo. Il suo stile di scrittura è conciso ed evocativo al tempo stesso, permettendoci di calarci appieno nel contesto descritto con estrema passione e partecipazione: le foreste, le tribù, gli antichi riti di propiziazione e iniziazione. Una lettura consigliatissima!
English: Illustration from 1911 Encyclopædia B...

English: Illustration from 1911 Encyclopædia Britannica, article BANTU LANGUAGES. (Photo credit: Wikipedia)

 

“Qui nel ventre della foresta, dove gli anziani ci hanno portato per fare di noi degli uomini, non abbiamo più un nome, non abbiamo uno scopo. Stiamo scomparendo, ma al tempo stesso possiamo prendere qualsiasi forma. Siamo come l’acqua. Siamo argilla appena raccolta in un buco scavando con le mani e con il machete. Siamo metallo fuso in attesa di colare in uno stampo…”

UNA STORIA VERA DAL CUORE DELL’AFRICA,
UN VIAGGIO AFFASCINANTE IN UN MONDO SCONOSCIUTO:
QUELLO IN CUI TUTTI GLI UOMINI SONO NATI

Africa Centrale. Jenghi, il misterioso e potente spirito della foresta, è pronto a uccidere i giovani pigmei di un accampamento durante un antico rito d’iniziazione. Tra i ragazzi che giacciono a terra nella radura, nudi, con i corpi dipinti e cosparsi di sangue, c’è per la prima volta anche un bianco, uno studente di antropologia arrivato nella foresta da pochi mesi. Comincia così il racconto autobiografico di Luis Devin, scandito dai rituali a cui i pigmei Baka l’hanno sottoposto per farne un membro del gruppo e consentirgli di condividere con loro i segreti della foresta. Ma il rito di passaggio, con le sue prove da superare e i suoi insegnamenti, è anche il filo conduttore di una vicenda più ampia, che si sviluppa in un mondo naturale (la grande foresta africana) e culturale (gli accampamenti pigmei) mantenutosi fino a tempi abbastanza recenti in relativo equilibrio, un mondo che purtroppo sta velocemente scomparendo. Spedizioni per la raccolta del cibo, battute di caccia con la balestra, canti propiziatori, strumenti musicali fatti di foglie e di acqua, ma anche deforestazione, conflitti con i popoli Bantu, stregoneria, alcolismo, prostituzione e commercio illegale di selvaggina: sono questi alcuni dei temi che fanno da sottofondo alla storia principale, che Luis Devin ci narra con uno stile asciutto e coinvolgente.

Read Full Post »

Esordire nella traduzione.

Emanuela Cavallaro racconta la sua esperienza:

 

Il mio esordio nel campo della traduzione letteraria è, in realtà, precedente alla pubblicazione del mio primo libro. Cioè, per precisione dovrei dire “del primo libro tradotto da me”. Perché in fondo non l’ho scritto io. O forse sì…? Comunque a me viene spontaneo dire il mio primo libro. Perché in fondo l’ho scritto anch’io. O almeno l’ho ri-scritto. Ci ho convissuto per mesi, soppesando ogni parola, modellando ogni frase, ragionando sulle metafore, adattando il ritmo e lo stile. Non è forse scrittura, questa? Certo, non ho inventato la storia, né i personaggi. Questo è compito dell’autore. Ma quella storia poi chi ve l’ha (ri)raccontata in italiano, cari lettori? E quei personaggi, chi ve li ha descritti nella vostra lingua? E allora, la prossima volta che leggete un libro in traduzione, date un’occhiata anche a pagina 3, soffermatevi un attimo su quel nome scritto in piccolo sotto il titolo. Perché se il testo scorre lieve, se le battute sono divertenti, se i giochi di parole vi fanno sorridere, è (anche) merito del traduttore.

E il mio esordio… Beh, quello magari ve lo racconto un’altra volta.

Emanuela Cavallaro – traduttrice

 

 

Emanuela Cavallaro è nata a Bologna nel 1970. Ha studiato Lingue e Letterature Straniere all’Università di Bologna e alla Ruhr-Universität di Bochum, specializzandosi in Germanistica.Alterna l’attività di traduzione con l’insegnamento dell’Italiano, per cui ha anche co-redatto alcuni libri di testo. Per Luciana Tufani ha tradotto Simona Ryser, Ruth Schweikert, Friederike Kretzen e Aglaja Veteranyi.

la sua ultima fatica come traduttrice di libri:

 

Ospiti estranei, Verena Stefan, Luciana Tufani

Ispirata da un bizzarro termine del linguaggio burocratico svizzero, l’autrice tesse una trama che si dipana tra due continenti e tra due generazioni. Ospite estraneo è stato il padre, tedesco trasferitosi in Svizzera dopo la guerra e rimasto sempre “lo straniero”, tollerato ma non benvenuto. E ospite estranea si sente nonostante tutto anche la figlia, emigrata a sua volta dall’Europa al Canada, seppure in un’epoca e in condizioni totalmente diverse. All’iniziale disorientamento dovuto alla nuova vita in un altro paese, si aggiunge poi la scoperta di un ospite estraneo nel proprio corpo.

Read Full Post »

 

Come non segnalare un esordio letterario compiuto ad ottanta anni!  Viene da pensare alle parole di Hokusai: “Tutto quello che ho dipinto fino a 65 anni non ha valore”, disse il pittore giapponese Hokusai. “Solo a 73 anni ho cominciato a capire come sono fatti veramente gli animali, le piante, gli uccelli, i pesci e gli insetti. A 90 penetrerò il segreto di tutte le cose. A 110 tutto – ogni punto, ogni linea – prenderà vita”. Insomma, il tempo di imparare, di mettersi in gioco e sperimentare non ha mai termine.

Jamil Ahmad, ex funzionario civile pakistano, offre al lettore un vivace affresco di un angolo di mondo che solitamente viene dipinto come “il luogo più pericoloso della terra”,un area compresa tra Iran, Pakistan e Afghanistan, una zona isolata e remota, in cui le varie tribù che vi abitano sono riuscite a resistere quasi completamente all’influenza della modernità. La scena è ambientata negli anni Cinquanta, e le forti vicende con cui affascina il lettore fanno da sfondo ad un nuovo scontro tra gli antichi ritmi e le nuove esigenze di vita.

 

Jamil Ahmad, L’acqua più dolce del mondo, Bollati Boringhieri

Era il 1893, quando Sir Henry Mortimer Durand tracciò con un bastone una riga sulla sabbia del deserto per segnare il confine tra l’Afghanistan e l’allora India nordoccidentale, ora diventata Pakistan: uno dei tanti lungimiranti interventi britannici forieri di ogni genere di disastro. E disastri verranno in quel territorio. Oltre a quelli noti, come l’invasione sovietica e l’attacco americano, ci sono quelli che Ahmad racconta qui, in forma di romanzo. La narrazione comincia negli anni Cinquanta, e finisce una ventina d’anni dopo. A condurre il lettore attraverso le incredibili vicissitudini delle tribù locali, per lo più nomadi, costrette dalle guerre e dall’avanzare della modernità a perire per mancanza di cibo e acqua, a raccontarci le loro storie, le loro affascinanti leggende e l’imperscrutabile saggezza di cui sono portatrici, è un bambino, Tor Baz, “il falco nero”. Tor Baz nasce sotto il più infausto degli auspici: figlio di una donna colpevole di adulterio, viene alla luce in un avamposto militare nel deserto dove la madre ha trovato rifugio insieme al padre. Quando il piccolo ha sei anni, arriva un drappello di guerrieri guidato dal nonno materno, deciso a vendicare l’onore offeso uccidendo la figlia e il suo amante. Non ha però il coraggio di uccidere anche il piccolo, che vagherà fino all’età adulta da una tribù all’altra, da una figura paterna all’altra, conducendo anche il lettore nei recessi più oscuri del territorio e in quelli più misteriosi delle anime che lo popolano.

Read Full Post »

ecco come Libreria atlantide coniuga BOOKUP ESORDI.
“11 ESORDI D’ORO – LA SQUADRA DI ATLANTIDE
I migliori esordi degli ultimi dodici mesi, scelti dallo staff di Libreria Atlantide,
più qualche contenuto extra.
Ogni giorno, tra il 17 e il 25 novembre, il blog di Atlantide  svelerà un esordio speciale. Restate in linea e seguite il flusso!
Vetrina speciale per gli esordi selezionati da Bookup e Atlantide anche in libreria, ovviamente!
Non conoscete BOOKUP ESORDI – LETTI DI NOTTE? qui trovate tutte le notizie: www.lettidinotte.it  .

Read Full Post »