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Posts Tagged ‘Bruno Mondadori’

 

 

La nuova frontiera è l’editore più adatto per proporre questo affascinante romanzo, che ci conduce appunto in una terra di limite, il Caucaso, un vero e proprio Far West del XXI Secolo, sospeso tra l’oscuro potere centrale Russo e l’avanzare del fondamentalismo. Quasi senza possibilità di salvezza, il mondo si disgrega e collassa. Le vecchie certezze scompaiono, la cultura caucasica sparisce, e il nuovo è quanto mai ammantato di nebbia…. Non guasta al libro l’ironia di fondo, la capacità di far rispecchiare i propri personaggi nei rispettivi stereotipi, i russi visti dai caucasici, e viceversa!

 

Alisa Ganieva, La montagna in festa, La nuova frontiera

Quando Shamil arriva al giornale trova la redazione in subbuglio: secondo una voce che sta facendo il giro del paese i russi hanno innalzato un muro per isolare il Caucaso dal resto della federazione. La situazione diventa subito incandescente: manifestazioni e scioperi si susseguono giornalmente mentre i sostenitori dei movimenti islamici si scontrano con quelli dei partiti nazionali. Shamil vorrebbe continuare la sua vita come se niente fosse ma stenta a credere ai suoi occhi quando vede la fidanzata, Madina, indossare il velo e seguire i combattenti salafiti sulle montagne. Il sangue inizia a scorrere per le strade ma Shamil continua a esitare, non vuole scappare, fino a quando non è travolto dagli eventi. Alisa Ganieva ci racconta la storia di una catastrofe imminente, del declino di una società dilaniata dall’interno dove – come una visione – nel mezzo di quello che sembra un incubo, l’immagine della montagna in festa appare come un rifugio contro tanta violenza e intolleranza.

TRADUZIONE: ZONGHETTI C.

 

 

un vero e proprio Far West il Caucaso uscito dal disfacimento dell’Unione Sovietica. Il miglior libro che conosciamo su quel mondo è di un polacco, lo segnalavamo alcuni anni fa, lo riproponiamo:

 

 

Periodicamente, la miccia innescata nel Caucaso prende fuoco, con le conseguenze che abbiamo visto in Georgia. Sono passati secoli da quando Lermontov raccontava ne Un eroe del nostro tempo il disprezzo dei russi verso i ceceni, e quell’angolo di mondo non pare davvero essere cambiato di tanto. Confini usati per dividere popoli, immigrazioni di lavoratori russi, nazionalismi e folli presidenti, città devastate da guerre o banditi, questo è il Caucaso.

 

Chi ama gli splendidi reportage di viaggio di Kapuscinski, troverà altrettanto interessante questo libro di un suo connazionale che indaga quell’ampia e poco conosciuta regione che è il CAUCASO, un vero e proprio Far West dove tutto può accadere. Una inchiesta svolta “dal basso”, incontrando la gente, per risalire poi alle ragioni che risiedono dietro i fatti.

 

Wojciech Gorecki,

 

PIANETA CAUCASO,

 

Bruno Mondadori

 

http://www.brunomondadori.it

 

«Un grande reportage su una delle regioni più affascinanti e drammatiche del mondo. Górecki ha superato le enormi difficoltà nelle quali, in quelle regioni, sempre si imbatte un reporter giungendo nei luoghi più inaccessibili e incontrando persone fuori dal comune che ci colpiscono per la loro semplicità e per il loro grande cuore. Sotto la sua penna viva e precisa non soltanto tutto il Caucaso settentrionale, ma anche le differenti popolazioni che lo abitano, ci appaiono come isolati, piccoli satelliti, così che alla fine riusciamo a comprendere tutta la ricchezza e la multinazionalità del “cosmo” Caucaso. La sua passione, il suo sforzo, la sua resistenza ci offrono uno dei libri più preziosi degli ultimi anni.» (Ryszard Kapuscinski). Trad. Verdiani V.

 

English: Tiflis, 1837 Русский: «Вид Тифлиса» (...

English: Tiflis, 1837 Русский: «Вид Тифлиса» (1837; картон, масло; ГЛМ). Был подарен Лермонтовым его родственнику ген. П. И. Петрову в Ставрополе в 1837. Общий вид города со стороны Авлабарского предместья. Авторство Лермонтова подтверждается живописной манерой, сближающей эту картину с № 6, а также семейным преданием Петровых. (s:Рисунки и живопись (Лермонтов)) (Photo credit: Wikipedia)

 

 

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Un saggio storico sull’Italia contemporanea

Guido Crainz, Il Paese reale, Donzelli

English: Maria de' Medici, old lithograph

English: Maria de’ Medici, old lithograph (Photo credit: Wikipedia)

La fine degli anni settanta segna una svolta nella storia della Repubblica: agli ultimi, cupi sussulti del decennio morente si intreccia l’emergere di trasformazioni colossali che riguardano l’economia e la cultura, il privato e il pubblico, la politica e la comunicazione. Nella convulsa stagione degli anni ottanta si ripropongono inoltre quelle tendenze esasperate all’affermazione individuale, quello sprezzo delle regole, quell’atteggiamento predatorio nei confronti del bene pubblico. Al tempo stesso giunge al punto estremo di crisi un sistema dei partiti sempre più portato a esaudire gli egoismi di ceto, pur di ottenere il consenso. Per molti versi dunque i lunghi anni ottanta si presentano come un luogo di incubazione del nostro presente. Il nesso fra gli anni di Craxi e l’era berlusconiana ha qui le sue radici, e in questo scenario si collocano le domande che oggi ci incalzano: perché l’anomala alleanza di centrodestra riuscì a improntare largamente di sé l’intero ventennio successivo? Quali sono le ragioni della quasi ventennale stagione di Berlusconi? E che Italia ci lascia, quella stagione? E ancora: ci sono le energie e le qualità per affrontare una difficile ricostruzione e misurarsi con la crisi internazionale che chiama in causa l’identità e il futuro dell’Europa? Da dove prendere l’avvio per invertire il degrado di un sistema politico e di una “partitocrazia senza i partiti” che ha superato ogni livello di guardia?

storia e letteratura, libro di viaggio e tanto altro!
Guido Conti, Il grande fiume Po, Mondadori
Un barcaiolo che ha fatto fortuna traghettando le persone da una sponda all’altra quando ancora non esistevano i grandi ponti; una pionieristica repubblica sorta su un’isola in mezzo al fiume; un cacciatore di cadaveri che, all’alba della Liberazione, si muove tra le rive per pescare i corpi dei soldati morti e privarli dei loro ori… Queste sono solo alcune delle vicende straordinarie che affiorano lungo il corso del Po e che Guido Conti ha scelto di andare a recuperare compiendo un vero e proprio viaggio, dalle sorgenti fino al delta. Conti ha risalito il tratto del Monviso che conduce a Pian del Re, dove la scritta “Qui nasce il Po” sancisce solennemente l’inizio del percorso, ha costeggiato il fiume lungo gli argini, ha raccolto curiosità e leggende dalla voce diretta delle persone, a camminato tra campagne e città raccogliendo aneddoti e facendo rivivere la storia epica di un fiume che ha visto passare gli elefanti di Annibale, i cavalli di Attila, le armi dei Lanzichenecchi e le truppe dei Cacciatori delle Alpi di Garibaldi. Ma soprattutto ha ripercorso la storia della letteratura che è nata sulle sponde del grande fiume attraverso i miti, i volti, i personaggi e le anime che hanno tratto dal Po linfa vitale, ispirazione, energia. Un viaggio lungo il quale rileggere Ovidio, Virgilio, Petrarca, Folengo, Ariosto e insieme tanta narrativa contemporanea, scoprendo itinerari e cortocircuiti del tutto inattesi.

per chi ama le biografie:
Stefano Tabacchi, Maria de Medici, Salerno
Negli ultimi anni la tradizionale immagine di Maria de’ Medici veicolata dalla storiografia otto-novecentesca che la ritenne asservita alla politica spagnola e papale, succube dei suoi favoriti e incapace di realizzare l’affermazione dell’assolutismo monarchico è stata oggetto di una profonda revisione, in particolare per quello che riguarda gli aspetti artistici e culturali. La reggenza di Maria viene oggi considerata come un momento decisivo nel passaggio dalla monarchia rinascimentale alla monarchia assoluta, sia sotto il profilo strettamente politico che sotto quello culturale e intellettuale. Il volume è l’unica biografia di Maria de’ Medici disponibile in lingua italiana che presenta un’aggiornata e completa riconsiderazione della vita della sovrana, qui esaminata soprattutto nella sua dimensione politica. In particolare, sono analizzati i modi in cui Maria cercò di affermare un modello di sovranità femminile e di costruire nel sistema politico francese un ruolo specifico per la regina madre.

storia antica:
Freisenbruch Annelise, Le donne di Roma. Potere, sesso e politica in età imperiale, Bruno Mondadori
traduttore Orlando F.
La storia della Roma imperiale è costellata da decine di grandi figure femminili che non hanno brillato solo di luce riflessa, ma, dietro le quinte o in prima linea, hanno influenzato le sorti della capitale del mondo nei suoi anni d’oro. Nell’antichità romana, in modo assai simile a oggi, le compagne dei politici assolvevano il fondamentale compito di promuovere l’immagine “domestica” del marito, ma erano anche carismatiche opinion-leaders, icone di stile, celebrità dall’esistenza estrema e movimentata. Annelise Freisenbruch, in perfetto equilibrio tra rigore storico e sensibilità narrativa, traccia i profili a tutto tondo di queste donne affascinanti raccontandone la vita pubblica e le abitudini in camera da letto, sullo sfondo di una società in cui l’universo femminile stava mettendo a segno le sue prime, faticose conquiste. Si parte da Livia, consorte del primo imperatore Augusto, assurta a exemplum di moglie virtuosa in grado di ottenere privilegi fino ad allora sconosciuti per una donna (possidente, mediatrice politica, oggetto di culto divino dopo la morte), e si arriva a Elena, madre di Costantino, ispiratrice di un nuovo modello di femminilità intellettuale e ascetica, passando per Messalina, la moglie di Claudio affetta da sfrenata ninfomania, e Agrippina Minore, l’ambiziosa madre di Nerone protagonista di incredibili e truculenti intrighi a palazzo. “Principesse del popolo” e madri irreprensibili, scandalose party-girls e colte protofemministe…

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Cover of "Long John Silver"

Cover of Long John Silver

Pirati. Avventure, scontri e razzie nel Mediterraneo del XVII secolo, Adrian Tinniswood, Bruno Mondadori

Sono cristiani rinnegati che abbandonano casa e famiglia per darsi a una vita di piratesche scorribande. Oppure devoti musulmani impegnati a predare, per conto dell’Impero ottomano, galee spagnole, inglesi, veneziane che conducono i propri traffici nel Mediterraneo. Sono corsari autorizzati dallo stato o furfanteschi pirati, ufficiali ammutinati e schiavi fuggiaschi, capitani coriacei in grado di far tremare l’Europa ma anche comuni marinai protagonisti di atti d’incredibile eroismo. Fanno base a Tunisi, Algeri e Tripoli, infestano i Banchi di Terranova e lo stretto di Gibilterra, svernano gozzovigliando sulle coste irlandesi, guidano le proprie ciurme di ardimentosi persino in Islanda. Sono i pirati della Barberia. Verso questa regione africana, corrispondente all’attuale Maghreb, agli inizi del 1600 ripiegano tutti i più celebri avventurieri, banditi come fuorilegge da Giacomo I, il re d’Inghilterra che dichiarò di voler impiccare i pirati con le sue stesse mani: Peter Eston, corsaro inglese dalla temibile reputazione; l’olandese Danseker, il pirata gentiluomo entrato nella leggenda come Diavolo di Algeri; il capitano John Jennings, tradito e consegnato alle autorità dal suo stesso equipaggio; John Ward, il “più famoso pirata del mondo” che aveva iniziato a solcare i mari come semplice pescatore.

Pirati e altri avventurieri, Fernando Savater, Passigli
Sandokan, il Corsaro nero, Robinson Crusoe, Ivanhoe, Oliver Twist, Long John Silver, ma anche Tintin, e Humphrey Bogart de Il falcone maltese o James Stewart di Nodo alla gola o de La donna che visse due volte: di quanti adorati personaggi in apparenza culturalmente “poco presentabili” è, fin dall’infanzia, popolata la nostra fantasia? Siamo abituati a considerarli personaggi ‘umili’, anche se amatissimi, ma ecco che un filosofo e scrittore del calibro di Fernando Savater ci viene in soccorso partendo da un’affermazione che rovescia termini consolidati: “È l’avventura – mistero, emozione, rischio… – che ci ha resi umani. E il resto sono storie”. Allora, liberi tutti! Rileggiamo senza vergogna la storia dei nostri gusti letterari, guidati da un cicerone sapiente, libero e spiritoso come Savater, attraverso le storie dei pirati, degli avventurieri, dei detectives, dei vampiri, dei mostri. E allora, come dimostra Savater in questo suo excursus nel mondo della fantasia, scopriremo che alla base di ogni storia c’è sempre l’arte di raccontarla, e che scrittori come Robert Louis Stevenson o Emilio Salgari, Daniel Defoe o Walter Scott, ma anche attori, come appunto Bogart o Stewart, o fumetti come Tintin o Flash Gordon, possono a buon diritto costituire gran parte dei grandi amori non solo nostri, privati, ma anche di un intellettuale raffinato come Fernando Savater, che ci insegna che è l’avventura a renderci umani. Finalmente!

La fine del pirata, Gabriele Dadò, Magenes

Mar dei Caraibi, 1766. Ricevuta una misteriosa lettera, il capitano di vascello Gabriel Edwards porta la sua nave nella colonia di Saint Petersburg, dove il nuovo governatore, al soldo della Spagna, ha venduto la città al nemico, spalleggiato da un pirata che lo stesso Edwards credeva di aver ucciso tempo prima. Edwards si troverà ad affrontare una corsa contro il tempo per liberare la città in mano ai pirati, con una squadra di navi spagnole cariche di soldati in arrivo oltre l’orizzonte. E quando il traditore fuggirà portando con sé la donna che il capitano ama, scatterà una caccia furiosa per il Mar delle Antille, fra tempeste, battaglie navali e duelli all’ultimo sangue, per salvare un amore e l’orgoglio dell’Inghilterra.

Pirateria. Storia della proprietà intellettuale da Gutenberg a Google, Adrian Johns, Bollati Boringhieri
Tempo di pirati globali, il nostro. Hanno i tratti ipertecnologici degli hackers che trovano un varco in bastioni informatici, o l’aspetto proteiforme dei contraffattori su scala planetaria. Però dietro il loro sfuggente anonimato, la loro incerta identità politica e la loro destrezza clandestina preme un albero genealogico antico e gremito di fuorilegge a viso scoperto: i briganti contemporanei vi compaiono solo come gli ultimi discendenti della variopinta torma che per secoli ha battuto l’Occidente dalle due sponde dell’oceano. Mancava finora un genealogista che avesse il talento di Adrian Johns nello scovare quei nomi dimenticati di editori, scienziati, industriali, ridando corpo e parola ai protagonisti di una guerra di corsa che fin dall’inizio ha toccato i presupposti della civiltà quale noi la intendiamo, e che si combatte ancora con esiti apertissimi. Infatti nelle tipografie in cui si ristampavano illegalmente i libri o nelle fabbriche che mettevano indebitamente a profitto invenzioni brevettate sono state in gioco le idee di creatività, trasmissione, autenticità, plagio. Le nozioni stesse di diritto d’autore e di proprietà intellettuale hanno conosciuto un lungo travaglio.

E per finire, tutti a cantare:

http://www.youtube.com/watch?v=li8VfNetr28

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Consapevoli che il mondo cambia
Social network, chat, web 2.0, amicizie virtuali, avatar

Percorsi di lettura tra storie e suggerimenti 2011

A cura di Dorotea La Faci

Da alcuni anni la Zona bibliotecaria del Circondario Imolese sviluppa con le classi un tema comune che viene scelto cogliendo le spinte culturali, storiche e sociali che si respirano in quel momento.
I ragazzi, oggi, affrontano le tecnologie con grandissima abilità ma spesso non si fermano a pensare che le loro azioni on-line possono avere una ripercussione anche a distanza di anni. E’ da questo pensiero che i bibliotecari dei vari comuni dell’Imolese sono partiti per dare voce ad una serie di letture che hanno per tema internet, i social network, le chat, le realtà virtuali e che dovrebbero coinvolgere ragazzi ed adulti (genitori, formatori, noi bibliotecari stessi) nella ricerca del corretto uso di questi “strumenti”, troppo spesso utilizzati senza conoscerne le potenzialità.
Ogni tanto affianchiamo consapevolmente bambini e ragazzi nella navigazione: da parte nostra eviterà affrettati giudizi negativi e ai ragazzi eviterà comportamenti inopportuni.

Grazie a Libreria Atlantide per i preziosi suggerimenti e ad Alfonso Cuccurullo per il lavoro che intraprenderà con le classi della Zona bibliotecaria del Circondario Imolese.

I bibliotecari
Zona bibliotecaria e archivistica
del Circondario Imolese

E-mail, J. Pope. Mondadori 1998
In tutte le classi c’è qualche “ragazza terribile”, e Zoe, quindici anni, è senz’altro una di loro. Sally, una giovane insegnante, riesce a stabilire con lei un rapporto di confidenza che passa attraverso un fitto scambio di e-mail. Così il computer diventa uno strumento per raccontare e analizzare i piccoli e grandi problemi quotidiani. E sarà leggendo questo diario “telematico”, ironico e tuttavia pieno di rabbia e sofferenza, che Sally si avvicinerà sempre di più al terribile segreto di una ragazzina. Da undici anni

Cresci papà, D. Narinder. Sinnos, 2007
Ti è mai capitato di non andare d’accordo con tuo padre? Di pensare che proprio non ti capisce? Anche Robbie la pensava così. Finché un giorno, grazie a un po’ di magia e a Internet, le cose cambiano per sempre.

Libro di facile lettura, inserito nella collana Leggimi indicata anche per chi ha problemi di lettura

Il vangelo secondo Larry, J. Tashjian. Fabbri 2003
Josh, per dare corpo alle proprie convinzioni, ma anche per corteggiare Beth, crea un sito Internet da cui, con lo pseudonimo di Larry, mette in rete “sermoni” su vari temi d’attualità. Inaspettatamente Larry si ritrova un ampio seguito di fan: sono sempre più numerosi, credono in lui, fondano un fan club e il sito diventa un caso nazionale.

In “www.bibliotecasalaborsa.it/ragazzi/xanadu” cliccando su libri2010 si possono trovare moltissimi commenti a questo libro

Quando mi troverai, R. Steed. Feltrinelli 2010
Credete nella possibilità e alla capacità di viaggiare nel tempo? Di poter vivere certe cose anni prima che succedano? Perché è di questo che si interroga Miranda, dodici anni, newyorkese. Il viaggio nel tempo è anche il tema preferito del libro che Miranda legge e rilegge (Nelle pieghe del tempo, di Madeleine L’Engle, da cui è stato tratto il film Viaggio nel mondo che non c’è) ed è la passione di Marcus, un ragazzo che frequenta il suo stesso anno a scuola. Poi Miranda comincia a ricevere dei misteriosi bigliettini che parlano di avvenimenti che si verificano solo nelle settimane successive e che le chiedono di scrivere una storia.

Ti voglio vivere, R. Rasulo. Mondadori 2010
Diciassette anni, qualche incertezza, una migliore amica. Mel sembrerebbe una ragazza qualunque, ma dietro di lei si nasconde Queen Bee, lo pseudonimo con cui firma il blog che raccoglie tutte le sue disavventure sentimentali. Solo la fedele Simona conosce il suo segreto; ma quando il ragazzo di lei comincia a corteggiare Queen Bee, la doppia identità entra in crisi e l’amicizia anche…

Su Myspace sembravi più carino, EmoTrilly. Mondadori 2010
Quando si è loggata la prima volta si sentiva felice, e scegliere il nick
“spikkiodisole” le sembrava un bel modo di comunicarlo al mondo. Finalmente
si era trasferita da quel paesino imbucato e MySpace l’avrebbe sicuramente aiutata a fare amicizia in questa nuova città. Sarà proprio la comunità
di amici di MySpace ad aiutarla quando il suo sogno nato per caso potrà diventare magica realtà.

Diciannovenne di Milano che si firma con il nickname di emoTrilly. Il suo è uno dei libri più in voga tra gli adolescenti, che si rispecchiano nel suo blog-book. Un diario in cui trovano spazio amori, amicizie, la vita tra i banchi di scuola ma anche il mondo dei social network e la generazione emo…

gli altri testi che fanno parte della bibliografia potete trovarli qui:

http://www.box.net/shared/lr9ryx5rgr

questi sono alcuni saggi che indagano il tema:

 

La libertà ritrovata. Come (continuare a) pensare nell’era digitale ,Schirrmacher Frank, Codice
La presenza pervasiva di Internet e la sua crescita esponenziale degli ultimi anni hanno fatto sì che oggi chiunque abbia accesso a un flusso di informazioni ininterrotto e in continuo aggiornamento. Accanto agli indubbi vantaggi di questa rivoluzione culturale – collaborazione delle comunità online, democraticità della produzione, condivisione di contenuti – convive però un “lato oscuro”: la corsa frenetica per fare propria e immagazzinare questa mole enorme di dati sta modificando (e non in meglio) il nostro approccio cognitivo, addirittura la nostra modalità di lettura, che cerca inutilmente di adeguarsi alle capacità e ai ritmi inumani dei motori di ricerca. Il rischio, sostiene Schirrmacher, è quello di disimparare a pensare, a interpretare criticamente: invece di dominare le informazioni, ne siamo travolti e ne diventiamo schiavi. L’uomo deve difendere i tratti peculiari della sua natura, che lo rendono unico e libero: emozione, fantasia, creatività, capacità di ragionamento, concentrazione, talento. Solo riscoprendo l’elemento incalcolabile della mente umana avremo la chance di governare, e non di subire, la simbiosi con l’ambiente tecnologico in cui viviamo. Prima che Google ci dica quale concerto andare a vedere, o quale donna sposare.

Digital Prof, Marco Guastavigna – Marina Boscaino, Sei Editore
Una professoressa di latino di un “classico liceo classico”,dallo sguardo ancora ingenuamente speranzoso,,eun esperto di tecnologie della didattica, scafato e disincantato, attraversano con il lettore un anno scolastico: e la scuola che percorriamo passo passo ’e impariamo a conoscere nella sua quotidianità, nei suoi’,’appuntamenti più classici, dalle lezioni agli scrutini agli’,’esami, è quella coinvolta dalla “rivoluzione” delle “nuove”‘,tecnologie, dove tutto funziona un po’ così così, dove’,’l’innovazione fa spesso a pugni con i tempi elefantiaci del gran corpaccione scolastico, dove si rincorrono parole’,’d’ordine dietro le quali c’è spesso poco o nulla, se non’,’l’attesa mai realizzata del cambiamento.’,’Quali scenari si trova ogni giorno davanti un insegnante’,’nelle fatiscenti aule del terzo millennio? C’è posto per il digital prof?’,’Episodi, situazioni, occasioni di una vita scolastica smagata’,’ma appassionata, digitale ma non troppo; tra leggerezza’,’e ironia, il quadro semiserio di un rinnovamento mai’,’realmente conquistato, la cronaca di una scuola’,’che (non) c’è.

A scuola con i media digitali, Vita e pensiero
I media digitali stanno trasformando le pratiche di consumo dei giovani. Mobilità, socialità, marcata autorialità, ne fanno un crocevia per le logiche di costruzione della cultura, l’educazione, la cittadinanza. La scuola e, in generale, le agenzie educative non possono non raccogliere la sfida che proviene da questi dispositivi, veri e propri ambienti per gli individui e i contesti in cui essi operano e interagiscono. Il volume raccoglie in questo senso i risultati di una riflessione condotta negli ultimi anni dal CREMIT (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Informazione e alla Tecnologia) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore sia sul versante della concettualizzazione teorica sia della sperimentazione educativa. Il CD-Rom allegato, oltre ai materiali della ricerca, contiene un numero cospicuo di schede didattiche espressamente rivolte a insegnanti, animatori socio-culturali, educatori.

Nativi digitali, Paolo Ferri, Bruno Mondadori
Media digitali e comunicazione interattiva sono i fenomeni più eclatanti del mutamento sociale e dell’industria culturale all’inizio del nuovo millennio. Oggi gli iPad, gli eBook, così come gli smartphone, e i Tablet Pc, sempre connessi a Internet, assediano ogni giorno più da presso il regno della carta stampata gutenberghiana. Ma la nuova cultura digitale, cioè l’affermarsi di uno stile comunicativo orientato all’interazione, alla produzione di contenuti e alla condivisione, è stata accompagnata, durante gli ultimi ventanni, dall’affacciarsi sulla scena di una nuova forma evolutiva dell’Homo sapiens: il “nativo digitale”. Chi sono i nativi digitali? Come comunicano? Come si relazionano al sapere? Nati e cresciuti all’ombra degli schermi interattivi, i Nativi sono simbionti strutturali della tecnologia, e le protesi tecnologiche che utilizzano dall’infanzia sono parte integrante della loro identità individuale e sociale. Fin da piccoli videogiocano, hanno un blog, e comunicano sui social network come Facebook o My Space. E con questa specie in via di apparizione che dovremo confrontarci noi immigranti digitali. Non sono nuovi barbari… Sono i nostri figli e sono, semplicemente, diversi.

Internet ci rende stupidi?, Nicholas Carr, Cortina
Mentre usiamo a piene mani i vantaggi della Rete, stiamo forse sacrificando la nostra capacità di pensare in modo approfondito? Il lettore troverà qui una delle più avvincenti spiegazioni delle conseguenze intellettuali di Internet che siano mai state pubblicate.
Il nostro cervello cambia in risposta alle nostre esperienze: mentre un libro incoraggia il pensiero profondo e creativo, Internet favorisce l’assaggio rapido e distratto di piccoli frammenti di informazione tratti dalle fonti più disparate. La Rete ci sta riprogrammando a sua immagine e somiglianza?
Nicholas Carr scrive per il New York Times, New Republic, Wired e altre riviste. In italiano ha pubblicato Il lato oscuro della rete (Electa, 2008).

La sicurezza in internet, Azzurro Press
A cosa serve Internet? Quali opportunità offre a bambini e adolescenti? Sono questi i primi interrogativi che genitori, insegnanti ed educatori si pongono cercando risposte concrete. Che cosa possiamo fare per colmare il gap generazionale tra giovani e adulti, per abbattere il muro che le tecnologie digitali stanno ulteriormente rafforzando? Prima di tutto conoscere il mezzo, informarsi per capire. Poi, educare alla Rete i bambini fin da subito, stare insieme a loro di fronte al computer per condividere esperienze ed emozioni; in questo modo, quando più grandi si troveranno soli a navigare, sapranno riconoscere i potenziali pericoli di Internet.

I social network, Azzurro Press
“Se non sei connesso non esisti”. I social network si stanno ritagliando uno spazio sempre più importante nella vita dei più giovani. Una trasformazione che coinvolge sempre più bambini e adolescenti, una nuova dimensione sociale in costante crescita, un luogo “vero” che apre a nuove forme di aggregazione e di amicizia: da soli nella loro camera possono comunicare con tantissime persone in tutto il mondo. Di fronte a questa “rivoluzione culturale” aumentano le preoccupazioni e le ansie degli adulti che spesso, senza capirne i motivi, condannano o ne impediscono l’uso, aumentando il rischio che i ragazzi ne facciano un utilizzo sbagliato e non consapevole dei pericoli. Questa guida rappresenta un aiuto prezioso: risponde alle domande più frequenti e spiega in modo puntuale i meccanismi e i rischi dei social netwok più frequentati, perché gli adulti possano proteggere i ragazzi accompagnandoli, così come insegnano loro ad attraversare la strada, per condividere le tante opportunità che queste comunità offrono.

Seymour Papert, Connected Family, Mimesis
“Connected family” di Seymour Papert affronta la tematica, estremamente attuale, di come gestire in famiglia e a scuola il problema del primo contatto dei bambini con i computer e gli strumenti della comunicazione digitale. La tesi centrale del saggio è molto originale e in controtendenza: per Papert, infatti, sono proprio i bambini, con il loro innamoramento spontaneo per la tecnologia, che possono aiutare genitori e insegnanti ad aumentare le loro competenze tecnologiche. Gli adulti devono farsi guidare dai bambini, piuttosto che imporre la loro logica e il loro modo di considerare le nuove tecnologie. Nello stesso tempo, però, è fondamentale che essi riflettano attentamente sul “mega-cambiamento” che la rapidissima diffusione dei nuovi media introduce nel modo di rapportarsi con il mondo dei loro figli e studenti. Solo in questo modo sarà possibile mantenere e rinsaldare il patto educativo e formativo tra le generazioni, che proprio queste grosse trasformazioni rischiano di minare, e sfruttare a pieno il potenziale di innovazione e creatività che le tecnologie implicitamente veicolano, stabilendo con i “digital kids” un terreno comune di dialogo.
Per i ragazzi, una “Guida all’uso consapevole dei Social Network”:
http://www.portaleragazzi.it/content/view/636/459/

Secondo uno studio, il 50% degli adolescenti inserisce dati personali sul web senza rendersi conto delle conseguenze.
La Commissione Europea ha lanciato una campagna dal titolo  “Posta con la Testa” per conoscere meglio i termini della questione
Maggiori info su:
http://ec.europa.eu/news/science/100209_1_it.htm

 

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Diete miracolose e pillole portentose, medicine molto alternative e disinformazione: un mondo variegato ma anche pericoloso. Ne parla in un bel saggio BEN Goldacre, difendendo la scienza dai ciarlatani:

Ben Goldacre
LA CATTIVA SCIENZA, BRUNO MONDADORI

La salute, il timore di perderla, la ricerca di ogni mezzo per conservarla sono ossessioni ricorrenti, coltivate dai canali pubblicitari attraverso un bombardamento quotidiano di consigli, ricette, soluzioni spesso imprecise, talvolta fuorvianti o dannose.
Contro la disinformazione interessata, la fiducia ingenua, i rischi dell’ignoranza, questo libro propone un rimedio: la consapevolezza.
Ben Goldacre non si limita a svelare menzogne e verità manipolate, ma racconta come sia facile cadere preda di questi inganni e, soprattutto, come sia possibile evitarlo.
Di fronte ai pericoli della cattiva scienza, questo libro è il manifesto, divertente, spietato e appassionato, di una scienza buona.

Goldacre riesce a smantellare tutte le sciocchezze che omeopati, nutrizionisti, industrie cosmetiche e farmaceutiche ci raccontano a scopo pubblicitario.
New Scientist

Questo libro insegna a distinguere le teorie affidabili dalle favole. Una lettura salutare.
Daily Mail

Scrittura avvincente e padronanza dei tempi comici: divertimento assicurato.
Bookbag
INDICE
1. L’argomento
2. Brain Gym
3. Il complesso Progenium XY
4. L’omeopatia
5. L’effetto placebo
6. L’assurdità del momento
7. «Scoperta la pillola capace di risolvere un complesso problema sociale»
8. La medicina tradizionale è malvagia?
9. Come i media favoriscono la disinformazione scientifica
10. Perché le persone intelligenti credono alle cose stupide
11. Le cattive statistiche
12. Gli allarmismi sanitari
13. La bufala mediatica del vaccino trivalente

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Una entusiasmante biografia a cura dello storico vincitore del World History Association Book Prize nel 2007, con il titolo tradotto in Italia (da Bruno Mondadori ) Esploratori. Felipe Fernandez Armesto non mette semplicemente in ordine cronologico gli avvenimenti del navigatore che diede il nome ad un nuovo continente, ma contestualizza la sua opera nella vita del tempo, dando vita ad un affresco originale e vibrante, forte anche di una competenza scientifica e di una prosa capace. Scienza e magia, eroismo e viltà, magnanimità e crudeltà nei confronti del prossimo, i confini all’epoca erano molto incerti, e di questo quadro l’autore riesce a dar conto al lettore, calandolo a forza nella realtà quotidiana in cui si mosse Amerigo Vespucci, da stregone a navigatore!

AMERIGO, Felipe Fernandez Armesto, Bruno Mondadori
La vita avventurosa dell’uomo che ha dato il nome all’America

Chi era in realtà Amerigo Vespucci, l’uomo al quale la storia ha deciso di intitolare un intero continente? Di questo personaggio conosciamo poco, eppure la sua vita sembra degna dei migliori romanzi d’avventura. Protettore di prostitute, mercante di gioielli, stregone dedito alle pratiche di magia: con le sue contraddizioni e le sue zone d’ombra, Amerigo incarna l’emblema dell’avventuriero moderno, capace di fallimenti disastrosi e imprese straordinarie. Dalla Firenze di Lorenzo de’ Medici alla Siviglia di Ferdinando e Isabella fino alle traversate oceaniche sulle tracce del Nuovo Mondo, Fernández-Armesto ci regala, attraverso l’affresco di un’epoca, il ritratto magistrale di un eroe della modernità.

«Amerigo Vespucci fu eroe e canaglia. Ma mi aspetto che questo i lettori lo sappiano già. Quello che voglio è dimostrare che fu anche mago e venditore. Un mercante divenuto stregone.
Questo libro racconta come avvenne questa strana mutazione e tenta di aiutare i lettori a comprenderne il perché. Il nome America fu un effetto collaterale della storia: una misura del successo riscosso nell’arte di vendere se stesso, un prodotto dell’incantevole natura stregonesca di Amerigo.
L’arte di vendere e la stregoneria richiedono entrambe qualità particolari: parlantina suadente, dita leggere come piume, sicurezza contagiosa. Vespucci iniziò ad acquisirle nella città che lo vide nascere e studiare. In una Firenze rinascimentale, dove la vita era frenetica, pomposa, competitiva, consumistica e violenta, le abilità di un prestigiatore si sviluppavano facilmente. Anche perché servivano a sopravvivere».

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