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Posts Tagged ‘CALIXTHE BEYALA’

calciatrice

Mohamed ha trasformato la sua ricerca sulla vita del padrein un avvincente esordio che ruota attorno all’esperienza dei rifugiati, alla vicenda di un ragazzino che diventerà uomo. Chi ha amato Metà di un sole giallo di Chimamanda Ngozi troverà una nuova potente voce femminile dall’Africa, un continente che comincia a svelare al mondo importanti tesori letterari. (tanto da meritare una vera e propria NAZIONALE DELLE AUTRICI AFRICANE CONTEMPORANEE, che trovate sotto)

Mamba Boy, Mohamed Nadifa, Neri pozza
Ambaro, la madre di Jama, è una bedu, una beduina somala capace di seguire a piedi i cammelli durante gli spostamenti della carovana di suo padre. Incinta di Jama di otto mesi, un giorno si siede esausta ai piedi di un’antica acacia nella savana. Sul lato del pancione esposto al sole scorge a un certo punto arrotolarsi un gigantesco mamba nero, il serpente dal veleno più letale che vi sia. Il mamba appoggia il muso da diavolo saggio sull’ombelico, poi scivola giù e, con un colpo di coda, scompare nella sabbia. Naturale, perciò, che quando Jama nasce, Ambaro lo chiami Goode, che significa appunto mamba nero. Goode, il ragazzo fortunato, nato con la benedizione del grande serpente. La buona sorte, però, non sembra accompagnare affatto i primi passi del ragazzo nel mondo. Guure, suo padre, un sognatore di liuto che non accetta l’idea che la giovinezza possa finire, abbandona Ambaro e Jama al loro destino e parte per il Sudan con la speranza di fare fortuna come autista per gli stranieri. Lasciata la Somalia e trasferitasi con Jama ad Aden, la città dello Yemen coi suoi edifici color sabbia e le sue fabbriche, dove accorrono da ogni parte commercianti, criminali, facchini, pescatori e ciabattini, Ambaro inaspettatamente muore. E Jama si ritrova da solo in un luogo che non è affatto un paradiso, come immaginava sua madre, ma un posto sporco e pericoloso. Dopo aver vissuto in strada con i ragazzi del mercato, Jama decide di tornarsene in Somalia con un solo proposito in testa: ritrovare suo padre.


NAZIONALE DELLE AUTRICI AFRICANE CONTEMPORANEE

N. 1 in porta, dal Camerun, Werewere Liking, La memoria amputata, Baldini Castoldi e Dalai
N. 2 dal Sudafrica, Wicomb Zoe, In piena luce, La tartaruga
N. 3 dall’Egitto, Leila Aboulela, Minareto, Rizzoli  ( http://www.missioni-africane.org/724__Sindiwe_Magona, dove troverete altre schede di autrici del continente)
N. 4 Dal Sudafrica, Sindiwe Magona, Guguletu blues – Racconti di donne della township, Questo è il mio corpo, entrambi editi da Goree
N. 5 dalla Costa d’Avorio, Veronique Tadjo , Ombra di Imana – viaggio al termine del Ruanda
N. 6 dal Kenya Marguerite Ogola, Alla fine del cielo, San Paolo
N. 7 a prendere il prestigioso posto occupato dalla Zimbabwana Yvonne Vera, Il fuoco e la farfalla, Le vergini delle rocce, Frassinelli (scomparsa nel 2005, una grande autrice ) http://www.missioni-africane.org/472__Yvonne_Vera , lanciamo proprio la somala Mohamed Nadifa (ora vive in Inghilterra), con il suo Mamba Boy
N. 8 da Sudafrica\Kenya\Italia, Valentina Akava Mmaka, Cercando Lindiwe, Epochè (dalla terza partita giocherà Dal Mozambico, Paulina Chiziane, L’allegro canto della pernice, e Niketche. Una storia di poligamia , entrambi La nuova frontiera , esclusa per lieve infortunio)
N. 9  dalla Nigeria Chimamanda Ngozi Adichie , Metà di un sole giallo (Einaudi) e Ibisco viola (Fusi orari) http://www.halfofayellowsun.com/
N.10 Dal Camerun, Calixthe Beyala, Gli alberi ne parlano ancora, A bruciarmi è stato il sole (Epoche per entrambi)
N.11 dalla Francia, ma di origini africane da parte di padre (Senegal), Marie Ndiaye, Tre donne forti, Giunti

E queste sono le vispe riserve:
N. 12 Fatou Diome, dal Senegal, di cui ricordiamo Sognando Maldini, Edizioni Lavoro
N. 13 Italo-etiope,Gabriella Ghermandi,  è nata ad Addis Abeba nel 1965, e si è trasferita in Italia nel 1979. Da parecchi anni vive a Bologna, città originaria del padre. Ha pubblicato Regina di fiori e di perle, Donzelli editore
N. 14 camerunense, Leonora Miano, con il suo Notte dentro, Epochè

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Calixthe Beyala ha fatto irruzione a 25 anni nel paesaggio letterario francese con il romanzo, intenso e politico, A bruciarmi è stato il sole apparso in Italia presso le edizioni Epoché.

Dopo i successi di critica e pubblico in Francia, dove la scrittrice di origini camerunensi risede, la sua popolarità si è estesa anche all’Italia: Beyala è la più nota e la più tradotta delle scrittrici africane della nuova generazione e ha saputo conquistare in breve tempo un suo pubblico con il divertente Come cucinarsi il marito all’africana. Una fama meritata, aggiungiamo noi, e destinata ad aumentare azzardiamo.

Nella maggioranza delle sue opere, sempre venate d’ironia, emerge la nuova condizione della donna africana (per residenza o d’origine), volta sì a conservare i retaggi culturali e le connessioni con i luoghi d’origine, ma anche a sfrondarli da tabù, superstizioni, e modi di vivere che la relegavano all’ultimo gradino della scala sociale. Il terreno preferito dei suo romanzi è sovente quello dei rapporti tra donna e uomo. Altro tema dominante, è la necessità di restituire al lettore una immagine del continente africano, e dei suoi abitanti, che sia lontana dagli stereotipi.

Personaggio coraggioso e attivo su vari fronti, dalle collaborazioni con le associazioni che si occupano di diritti umani a quelle che hanno a cuore la condizione femminile, è stata a volte attaccata anche dalla stampa africana con l’accusa di donare al mondo una immagine deformata del continente-

Con questo suo vivace libro, Calixthe diventa il primo autore di colore a vestirsi dei panni dei Bianchi, dei colonizzatori. E lo fa scegliendo un Paese emblematico e paradossale, lo Zimbabwe, dove il colonialismo ha mostrato uno degli ultimi suoi volti, e fra i peggiori. Superato però da un “poi” ancora peggio del “prima”, con la dittatura di Robert Mugabe, che ha portato il Paese allo sfacelo.


Calixthe Beyala
La Piantagione
Traduzione di: Gaia Amaducci
Epochè edizioni

“NON SI E’ AFRICANI PERCHE’ NERI. E’ UN FATTO DI VIBRAZIONE”

Zimbabwe, anno 2000. I latifondisti bianchi, discendenti dai coloni fondatori dell’ex Rhodesia, vivono nell’agio e nel lusso di splendide tenute, attorniati da domestici tuttofare e contadini neri. La loro comoda esistenza viene sconvolta dalle riforme agrarie del “Presidente eletto democraticamente a vita”, dittatore megalomane e sanguinario che vuole espropriarli, apparentemente a beneficio del popolo nero. In questo scenario si muove Blues, la protagonista del romanzo, bellissima figlia diciottenne di un grande possidente, forte e determinata. Travolta dall’amore, saprà metterlo in secondo piano e lottare per quello che considera più importante: conservare la sua terra e riportare la Piantagione allo splendore di un tempo.
L’autrice dà prova di grande finezza psicologica nel ritrarre donne e uomini di razze, classi sociali ed età diverse, creando immagini e situazioni di grande impatto con lo stile che l’ha resa famosa nel mondo: folgorante, rigoglioso e ironico, degno di un’Africa seducente e ammaliante.

Calixthe Beyala

Calixthe Beyala è nata a Douala, nel Camerun. È stata segnata da un’infanzia separata da entrambi i genitori, originari della regione di Yaoundé. Di temperamento solitario, come si definisce, è cresciuta da sola con un sorella maggiore di quattro anni. Calixthe Beyala ha frequentato il primo ciclo di studi in Camerun, da dove è partita a 17 anni per ottenere un diploma in Francia, dove ha seguito studi gestionali e letterari. Ora vive a Parigi. Ha vissuto anche a Malaga e in Corsica. Ha viaggiato molto in Africa, in Europa e nel resto del mondo. Oltre al francese, parla lo spagnolo e numerose lingue africane. Grazie al suo impegno civile e alla sua opera letteraria, Calixthe Beyala è stata insignita di numerose onorificenze. Dell’Autrice, le edizioni Epoché hanno pubblicato Gli onori perduti (2003), Come cucinarsi il marito all’africana (2004), A bruciarmi è stato il sole (2005) e Gli alberi ne parlano ancora (2007).

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