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Posts Tagged ‘candidati premio nobel letteratura’

Stavo piangendo per una ragione completamente diversa. Mentre ti osservavo ballare quel giorno, ho visto qualcos’altro. Ho visto un nuovo mondo che si avvicinava a grandi passi. Più scientifico, più efficiente, certo. Più cure per le vecchie malattie. Splendido. E tuttavia un mondo duro, crudele. Ho visto una ragazzina, con gli occhi chiusi, stringere al petto il vecchio mondo gentile, quello che nel suo cuore sapeva non sarebbe durato per sempre, e lei lo teneva fra le braccia e implorava, che non la abbandonasse. Ecco ciò che ho visto. Non eri veramente tu, non era quello che stavi facendo, lo so. Ma ti ho vista e ho sentito il cuore spezzarsi. E non l’ho mai dimenticato.
da NON LASCIARMI.

 

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Sale la febbre per il Nobel, giovedì conosceremo il nome del vincitore. Sappiate che l’età media del vincitore è di 64 anni, che 13 sono state le donne vincitrici, che i vincitori di lingua inglese sono stati 27 su 111, che 76 autori erano romanzieri, e tirate le somme. (Due autori rifiutarono il premio, Sartre e Pasternak. Beh, il secondo non proprio di sua spontanea volontà)
 
 
Al momento, gli scommettitori inglesi danno per favoriti questi autori:
Svetlana Aleksijevitj,
Haruki Murakami,
Ngugi Wa Thiong’o,
Philip Roth,
Joyce Carol Oates

 
E’del 1907 il conferimento del premio all’autore più giovane di sempre, ovvero Rudyard Kipling, allora quarantaduenne. Nel 2007 invece Doris Lessing fu sorpresa dagli accademici di Stoccolma alla veneranda età di 88 anni.
Solo quattro volte, tra il 1901 (la prima volta del Nobel per la letteratura) e il 2014 la poltrona fu divisa da due autori:
1904 – Frédéric Mistral, José Echegaray    1917 – Karl Gjellerup, Henrik Pontoppidan
1966 – Shmuel Agnon, Nelly Sachs  1974 – Eyvind Johnson, Harry Martinson

Solo tredici le donne premiate:
1909 – Selma Lagerlöf              1926 – Grazia Deledda
1928 – Sigrid Undset             1938 – Pearl Buck
1945 – Gabriela Mistral            1966 – Nelly Sachs
1991 – Nadine Gordimer        1993 – Toni Morrison
1996 – Wislawa Szymborska        2004 – Elfriede Jelinek
2007 – Doris Lessing             2009 – Herta Müller
2013 – Alice Munro

Sei gli italiani:
•    Giosuè Carducci, 1906
•    Grazia Deledda, 1926
•    Luigi Pirandello, 1934
•    Salvatore Quasimodo, 1959
•    Eugenio Montale, 1975 e Dario Fo,  nel 1997

altre curiosità qui:

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« Per l’arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inesplicabili e scoperto il mondo della vita nel tempo dell’occupazione »

 

Con questa motivazione l’Accademia svedese ha riposto nelle mani di Patrick Modiano il premio Nobel per la letteratura, un po’ a sorpresa per la verità. Un po’ di Italia nel Premio: il padre era un ebreo francese,italiano di origine. 69 anni, Modiano ha affermato che tra i suoi autori di riferimento ci sono Proust e Céline.

 

Il suo primo libro pubblicato in Italia è stato I viali di circonvallazione , traduzione dal francese di Annamarcella Falco Tedeschi, edito da Rusconi nel 1973. Molti altri romanzi sono seguiti

Trai più noti citiamo Dora Bruder (Guanda, premio Bottari Lattes Grinzane Cavour sezione La Quercia nel 2012), Sconosciute, Bijou, Un pedigree ( tutti Einaudi) e Nel caffè della gioventù perduta (Einaudi). Oltre ai 26 libri (piu uno per ragazzi), ha scritto anche sceneggiature per il cinema (Cognome e nome : Lucien Lacombe, di Malle, e altri tratti dalle sue opere, come Il profumo di Yvonne, di Leconte).

Al centro della sua ricerca una tematica esistenzialista, l’analisi del passato attraverso piccoli tassell di ricordi, che sfociano in una rivelazione: verosimilmente, influenzato anche dall’ambigua figura del padre, riuscito a sfuggire alle persecuzioni naziste grazie ad amicizie potenti…

“Nel romanzo classico – che è psicologico e realistico – lo scrittore era una specie di Dio che controllava i personaggi come marionette. Oggi non è più così. I personaggi sfuggono di mano al romanziere, rivendicando la loro autonomia. Ma proprio perché sono più indipendenti, acquistano anche maggior verità. Anche per questo scrivere non è facile. È come avanzare sulle sabbie mobili. Si ha sempre l’impressione di sprofondare e di perdersi, ma poi all’ultimo momento, miracolosamente, si riesce ad andare avanti”

 

 

Nasce a Boulogne-Billancourt, una città poco distante da Parigi, il 30 luglio del 1945, figlio di Albert Modiano, un ebreo francese di origini italiane, e di Louisa Colpijn, un’attrice belga di etnia fiamminga. Studia in Alta-Savoia poi a Liceo Henri-IV a Parigi dove ha come insegnante di Geometria Raymond Queneau, amico della madre e che diventerà amico suo. Termina gli studi ad Annecy e non li prosegue. Introdotto dall’amico nel mondo letterario, conosce l’editore Gallimard e, nel 1967, scrive il suo primo romanzo La Place de l’Etoile che viene pubblicato dallo stesso Gallimard. Il romanzo gli vale il Premio Roger Nimier. È documentarista per Carlo Ponti e paroliere per Françoise Hardy. Nei suoi romanzi, per lo più ambientati nella Parigi occupata dai nazisti e costruiti intorno alla figura dello straniero, dell’esule, dell’ebreo, si intrecciano una vena disperata di ascendenza esistenzialista ed il gusto della rievocazione. L’autore rievoca molto spesso, nei personaggi dei suoi romanzi, l’ambigua figura del padre, un ebreo sicuramente vittima del Nazismo, che, arrestato nel 1943, si dimostrò pronto a tutto per sopravvivere (infatti sfuggì alla deportazione grazie a potenti amicizie collaborazioniste); una figura dalla duplice e ambigua identità, invischiata molto spesso in rapporti di complicità con i carnefici.

 

Nel 1978 il romanzo Rue des boutiques obscures (dove lui ha anche abitato), gli vale il Premio Goncourt.

 

Nel 2014 l’Accademia di Svezia gli ha assegnato il Premio Nobel per la letteratura.

 

eccone un ritratto:

 

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sono due grandi nomi della letteratura del XX secolo: Ivo Andric si è meritato il Nobel nel 1961, David Grossman è uno dei candidati per le prossime edizioni…

Due editori ben diversi, il moloch Mondadori e Zandonai, che ci piace sempre più, offrono ai lettori queste due perle che vale davvero la pena segnalare.

 

David Grossman, Caduto fuori dal tempo, Mondadori
Una sera, in una città di un luogo immaginario, un padre si alza da tavola. Deve “andare laggiù”. Ha perso un figlio, cinque anni prima, e “laggiù” è dove il mondo dei vivi confina con la terra dei morti. Durante il cammino si uniscono a lui altri personaggi che vivono ciascuno il dolore per la perdita del proprio figlio: il duca signore di quel luogo, un insegnante di matematica che riempie di problemi i muri di casa, un’ostetrica, un ciabattino. Con loro, idealmente perché costretto in una stanza, c’è anche una strana figura di Centauro, con la parte inferiore del corpo trasformata in scrivania. È uno scrittore che da quindici anni vive circondato dagli oggetti del figlio morto, il cui unico desiderio è quello di catturare la morte con le parole. Durante la marcia ognuno di quei genitori parla di sé, del proprio dolore, del desiderio di rivedere almeno una volta il proprio figlio. Finché arrivano a un muro di impalpabile consistenza su cui compaiono sporgenze di volti e corpi umani, nei quali sembra di ravvisare le sembianze dei propri figli. Da lontano il Centauro racconta questa storia per cercare di costruirsi una vita in cui ci sia spazio anche per un figlio morto. “Lotto contro la distruzione, la cancellazione, l’oblio. dice, anche se in questo modo il dolore mantiene intatta la sua violenza.

un video per conosere meglio l’autore:

 

 

Ivo Andric, Litigando con il mondo, Zandonai

Ambientati tra Sarajevo e Visegrad agli inizi del secolo scorso, i sette racconti di questa raccolta sono accomunati dalla giovane età dei loro protagonisti, invariabilmente chiamati a fare i conti con le difficoltà e i turbamenti della fase più cruciale dell’esistenza. E a confrontarsi per la prima volta con le evidenze di un mondo, quello degli adulti, che ancora non conoscono, e che si rivela loro alternando l’incanto della scoperta al dolore per i sogni infranti e le molte attese deluse. Sono proprio questi momenti fatali, momenti che spesso affidiamo, più o meno consapevolmente, ai più remoti anfratti della nostra memoria, a occupare il centro, a rappresentare la costante di questa narrazione intensa ed evocativa. Ed è la straordinaria sensibilità narrativa di Andric a farli riaffiorare nuovamente puri, come un distillato d’esperienza, e a suggerirci quanto importanti e necessari siano quei dilemmi, paure e battaglie che, mentre varcavamo la linea d’ombra che immette nell’età adulta, hanno portato ciascuno di noi, anche solo per un attimo, a litigare con il mondo.

 

 

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