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Posts Tagged ‘Cavallo di ferro’

“O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l’anno, sovra questo colle
Io venia pien d’angoscia a rimirarti:
e tu pendevi allor su quella selva
siccome or fai, che tutta la rischiari”

1990 per la prima edizione, sotto l’egida di Longanesi, poi nel 1998 toccò a Marsilio proporre il libro con una copertina dai toni molto “licantropeschi”. Ora è nuovamente riproposto da Cavallo di ferro, e torniamo nell’immagine iniziale ad una versione più vicina al romantico plenilunio.
Il libro ripropone il tema del doppio, il classico dualismo Dottor Jekyll e Mr. Hyde, dando vita ad un romanzo epistolare grazie ad un raffinato gioco letterario dal sottofondo apertamente gotico; basato anche su riscontri biografici e filologici ci si troverà così di fronte ad una sorta di apocrifo leopardiano. Perfettamente ricostruito il tono ottocentesco dell’ambientazione, abilmente ritratto dall’autore!

Michele Mari, Io venia pien d’angoscia a rimirarti , Cavallo di ferro

Recanati, 1813. In un austero palazzo nobiliare, il giovane Orazio Carlo tiene un diario nel quale riporta le parole e le azioni del fratello maggiore, Tardegardo Giacomo. Ad attirare l’attenzione del ragazzo è il comportamento misterioso di Tardegardo, che si diletta di poesia e ha tranquille abitudini da erudito, ma è anche roso da una sconvolgente irrequietezza. Si alternano così la rivisitazione della vita e delle opere di un giovane poeta e gli elementi di un romanzo nero, con delitti efferati, strane simbologie e antiche vicende di sangue.
Riprendendo i modi della prosa italiana dell’800 il racconto è l’esecuzione musicale di un apocrifo leopardiano, ed è al contempo un’originale variazione sul tema del doppio, «un apologo misurato ed elegante», ha scritto Lorenzo Mondo  «sulla faccia notturna della vita, sulle pulsioni selvagge che ricollegano l’uomo al tempo delle origini».

mari La copertina dell’edizione Marsilio

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Velázquez uses subtle highlights and shading o...

Velázquez uses subtle highlights and shading on the face and clothes. (Photo credit: Wikipedia)

l ritratto di Venere di Riccardo De Palo, pubblicato da Cavallo di ferro, è dedicato ad uno dei pittori simbolo della ricca Spagna del Siglo de oro,  Diego Velasquez. Un’epoca florida e piena di tutti gli elementi che si possono immaginare: il potere e il lusso sfrenato, l’estrema ricchezza dei pochi e le miserie dei tanti. Riccardo de Palo ha creato una magnifica ricostruzione storica, dando vita attraverso una lunga confessione al ritratto di un grande artista, con i suoi sogni e le sue passioni.

IL RITRATTO DI VENERE,Riccardo de Palo, Cavallo di Ferro

Il pittore Diego Velázquez, artista preferito del re Filippo IV di Spagna, scrive in punto di morte una lettera all’amico Juan de Córdoba, raccontandogli la propria vita da quando era apprendista nella bottega del maestro Pacheco fino all’ultimo incarico ufficiale che lo ha prostrato e costretto a letto.
Dopo le nozze con Juana e le prime prove artistiche, grazie alle sue incredibili doti, Velázquez viene presto invitato a corte, dove diventa testimone privilegiato del «Siglo de oro» dell’arte e della letteratura spagnola. Potrà dunque incontrare molti dei grandi protagonisti del tempo, come Francisco de Quevedo, Luis de Góngora, Calderón de la Barca, Lope de Vega.
E sarà il pittore Rubens a convincerlo della necessità di fare il primo viaggio in Italia per studiare i capolavori di Michelangelo, di Raffaello, di Tintoretto.
Pur sentendo un forte legame con questa terra e nonostante la vita di corte a Madrid gli vada stretta, Velázquez riuscirà a tornare a Roma soltanto a cinquant’anni, incaricato dal sovrano di acquisire inestimabili opere d’arte per adornare il palazzo reale. Ma stavolta, quando sarà costretto a fare ritorno ai suoi doveri, porterà con sé molto più di un’esperienza artistica senza pari, dovrà combattere con una passione trascinante.
Questo colto e raffinato primo romanzo biografico sulla vita di Diego Velázquez, il «pittore dei pittori», racconta di un’epoca sfolgorante di arte e ricchezze, eppure sull’orlo di un baratro, in un’Europa bagnata dal sangue dello scontro fra i regni di Spagna e Francia.

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curioso trovare l’amarezza sconfinata e la disillusione nei confronti della società di Thomas Bernhard in un autore mediterraneo, cileno trapiantato in Spagna per la precisione. Ma questa è l’impressione che la lettura de Lucertola senza coda di procura, pur senza arrivare ai toni parossistici del grande autore austriaco. e’ un pittore disilluso dalla mercificazione dell’arte a dare sfogo alla sua amarezza in questo bel testo che La nuova frontiera propone, un libro in cui sono contenuti i temi cari all’autore: la realtà volgare e materialista, la ricerca di una utopia…

 

Josè Donoso, Lucertola senza coda, Cavallo di ferro

 

Antonio Muñoz-Roa è un pittore disilluso che vive nel totale isolamento della sua casa di Barcellona. Da giovane è stato un promettente membro del movimento informalista spagnolo, abbandonato all’improvviso quando stava per essere corrotto dalle leggi del mercato, desacralizzando così quel senso genuino che, secondo il pittore, era l’elemento indispensabile dell’opera d’arte. Durante una vacanza nell’entroterra catalano, non ancora contaminato dalle brutture del turismo di massa, il pittore scopre il borgo rurale di Dors e se ne innamora subito. Qui decide di trascorrere il resto della vita, in una delle tante case di pietra dove i locali non vogliono più stare. Presto, però, si scontrerà proprio con quegli abitanti del paese, conquistati dalla modernità che chiamano “progresso”, ignari del valore artistico ed estetico del loro villaggio. “Lucertola senza coda” è il romanzo inedito scoperto dalla figlia di Donoso tra le carte che suo padre aveva ceduto alla biblioteca dell’Università di Princeton. Rivisto e corretto dal critico Julio Ortega, questo libro recupera per i lettori la prosa nitida dello scrittore scomparso e contiene tutti i suoi temi poetici, primo fra tutti quello della ricerca dell’utopia, ricerca destinata a spezzarsi le ali contro la realtà sempre volgare e materialista.

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Ha vinto cinque premi Hugo e sei premi Nebula – i massimi riconoscimenti della letteratura fantastica – ed è considerata una delle principali autrici viventi di fantascienza. Grande innovatrice del genere fantascientifico\fantastico, è capace di introdurre i temi del pacifismo, dell’utopia e del femminismo nelle sue storie. Cavallo di ferro editore propone di Ursula Le Guin un grande romanzo storico dedicato alla moglie italica di Enea, l’eroe di Virgilio. Lavinia racconta finalmente la propria vicenda, dialogando con il lettore, rimarcando con intelligenza quanto taciuto dal poeta, come a suggerire che se la Storia ricorda Enea, è anche grazie alla presenza di Lavinia…

Ursula K. Le Guin

Image via Wikipedia

In omaggio all’Eneide di Virgilio, Ursula K. Le Guin dà voce a un perso­naggio silenzioso e minore del poema: la principessa Lavinia, moglie italica dell’eroe troiano Enea. Ed è proprio attraverso il racconto della giovane, stavolta protagonista e artefice del suo destino, che ripercorriamo gli ultimi libri dell’opera virgiliana, guardandoli da un diverso punto di vista.
Lungo un filo tutto nuovo che congiunge fra loro i pochi cenni a Lavinia nell’Eneide, l’autrice narra l’infanzia e l’adolescenza di questa ragazza nell’idillico mondo pre-romano, il tur­bamento di fronte alla scelta dei pretendenti alla sua mano, l’arrivo del va­loroso straniero secondo quanto an­nunciato da un oracolo, e poi la guerra.
Prorompendo dagli stretti confini che le ha imposto Virgilio, la principessa Lavinia del Lazio si muterà a sua volta in un’eroina, nell’emblema di una forza che non è solo violenza e armi, e si farà delicata portavoce del diritto all’autodeterminazione. Con questo romanzo, considerato dalla critica il coronamento della sua lunga carriera letteraria, Ursula K. Le Guin si conferma attenta indagatrice dei rapporti sociali e superba maestra nella creazione di affascinanti scenari.

http://www.ursulakleguin.com/Index-Lavinia.html

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eco

Umberto Eco, Il cimitero di Praga, Bompiani, dal 29 ottobre in libreria
a trent’anni dal Nome della rosa, ecco il sesto romanzo di Umberto Eco, Il cimitero di Praga.

Sulla trama c’è un riserbo totale, di  ufficiale si sa che “il protagonista sarà un falsario, tale capitano Simonini, che, nella seconda meta’ dell’Ottocento, fu ingaggiato dai servizi segreti di mezza Europa, dai Savoia ai francesi”, e che la vicenda ruoterà attorno a temi come “intorbidamenti di notizie, i falsi miti fatti circolare dai potenti, l’inaffidabilità delle fonti”.  A sei anni da La misteriosa fiamma della regina Loana, Eco ci condurrà a scoprire una realtà ottocentesca, in cui Praga svolgerà un ruolo speciale, sfondo per una spy story infarcita di trame oscure, congiure e doppi giochi, complotti ed attentati: è la politica di quel secolo, ma forse anche i nostri giorni non sono poi diversi..

Chi ama Il nome della rosa può anche leggere: breve carrellata di romanzi storici, più o meno dotti
La cattedrale del mare, Ildefonso Falcones, Tea
Ambientato in Spagna, a Barcellona, in epoca medievale
Franz Schatzing, Il diavolo nella cattedrale, Longanesi
Colonia, XIII secolo: un misterioso omicidio insanguina il tempio di Dio, sullo sfondo di una città sconvolta da implacabili lotte per il potere.Premio Bancarella 2007
Andres Neuman, Il viaggiatore del secolo, Ponte alle grazie
Germania, XIX secolo. Nella sperduta cittadina di Wandernburgo approda Hans, giovane traduttore. Quella che sembra una tappa nel suo viaggio si trasforma nella più inesorabile e splendida delle trappole: l’incontro con un circolo letterario e con un saggio suonatore di organetto, una catena di misteriosi delitti, e una donna..
Iain Pears, La quarta verità, Tea
Oxford, 1663, un docente del New College viene trovato ucciso, una ragazza è condannata all’impiccagione. Quattro testimoni raccontano la loro “verità”, ma solo uno di loro non mente…
Arturo Perez Reverte, Il club Dumas, Saggiatore
Lucas Corso, mercenario di libri da collezione, “cacciatore di libri su commissione”, svolge indagini sui libri antichi; la sua fama (e la sua vita) sarà messa a dura prova da due incarichi delicati quanto insoliti….
David Liss, L’apprendista, Saggiatore tascabili
Benjamin Weaver, un ebreo nella Londra del primo ‘700, in un mondo cristiano e razzista che si muove negli ambienti della malavita londinese dando la caccia a debitori e ladri, alle prese con un primigenio caso di grande speculazione.
Speciale per noi di Bologna: Alfredo Colitto, Cuore di Ferro e I discepoli del fuoco, Piemme
Due indagini di Mondino De Liuzzi, medico e anatomista nella Bologna del 1300
Richard Zimler, Mezzanotte, ovvero il principio del mondo, Cavallo di ferro
Romanzo di una grande avventura, d’amore e d’amicizia, nel secolo Diciannovesimo
Carlos Ruiz Zafon, L’ombra del vento, Mondadori
Una Barcellona misteriosa, un segreto sepolto nel Cimitero dei Libri dimenticati…
David Mitchell,I mille autunni di Jacob De Zoet, Frassinelli
Fine del Diciottesimo secolo, Estremo oriente. Jacob va incontro al suo destino, tra incontri e tradimenti, delitti ed amicizie, sullo sfondo di un mondo sfuggente e difficile da decifrare
ALLA SCOPERTA DI PRAGA : grandi autori per una città magica
Ian Neruda, I racconti di Mala Strana, Utet
Johannes Urzidil, L’amata perduta, Adelphi
Bruce Chatwin, Utz, Adelphi
Bohumil Hrabal, Una solitudine troppo rumorosa, Einaudi
Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere, Adelphi
John Banville, Ritratti di Praga, Guanda  Un superbo libro di viaggi.
Angelo Maria Ripellino, Praga Magica, Einaudi
un affascinante saggio sulla magia che sprigiona questa città: un classico da accompagnare ad ogni guida di viaggio per chi vi si reca!

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