Mio fratello precipizio, mia sorella acqua di torrente,
mia madre canne per una capanna, mio padre
muffa su rocce rossobrune, suo padre parente dei pesci,
figura acquatica con polmoni, come te.
Nessuno ci ha inventato, eravamo nella polvere
già nel primo istante, esistiamo fin
dall’inizio. Solo piú tardi abbiamo avuto anime e ci è stato permesso di scrivere. Nostre sono le parole
di pietra e d’acqua. Mai abbiamo rinnegato
la nostra origine, siamo quel che c’è,
numeri con un nulla alla fine. Una volta qualcuno
lanciò un sasso nell’acqua, quei cerchi che si allargano
ancora, siamo noi.
Una delle poesie che compongono la raccolta L’OCCHIO DEL MONACO, di Cees Nooteboom, opera seconda classificata nella categoria POESIA, tra i migliori libri in traduzione del 2019 secondo la giuria de L’INDISCRETO, nella traduzione di Fulvio Ferrari.