Alhena è una giovane ladra del Regno del Grido. Costretta a rubare dal proprio passato, a soli quindici anni ha commesso più furti di chiunque altro senza essere mai stata fermata. Ciò che la distingue dagli altri è proprio questo: è capace di sparire senza lasciare tracce. Ma basta un colpo, forse puntato troppo in alto, a sconvolgere totalmente la sua vita. Basta un piccolo particolare a distruggere tutto ciò per cui ha lottato fino a quel momento. Al fianco di una regina in cerca del fratello perduto e di un maggiordomo di cui ha sconvolto l’esistenza, Alhena dovrà affrontare un viaggio lungo e complesso sulle tracce di suo cugino, in pericolo per colpa sua, e di un principe esiliato dalla sua patria. Ma riuscirà a portarlo a termine?
Elisa Zamboni è nata a Modena il 22 Febbraio 2000 e vive a Ozzano dell’Emilia. È da quando ha imparato a leggere che desidera inventare una storia tutta sua, e con questo libro, che ha iniziato a scrivere a undici anni, il suo sogno ha potuto finalmente avverarsi. Dividendo il suo tempo libero tra il pianoforte, che suona da autodidatta, e la scrittura, proseguirà i suoi studi al Liceo Linguistico di Imola.
La ladra di Onde di Elisa Zamboni (In.edit edizioni 2014)
Chiara Martelli, La spada di Lasrin, In.edit
Sarah ha quattordici anni e ha sempre vissuto in campagna. Costretta a trasferirsi in città con la madre, i suoi problemi aumentano sempre più fino a indurla a scappare in un bosco. Qui farà un misterioso incontro e grazie ad una spada magica, Lasrin, verrà catapultata in un altro mondo da cui non potrà più tornare indietro. Chiusa nella prigione di una fortezza nera conoscerà Galaxy, una principessa che da anni soffre sotto le torture del re Louvan. Insieme cercheranno di conquistare la libertà e raggiungere il regno di Elodea, senza però sapere cosa le aspetta. Alle loro vicende si intreccerà anche la storia di un giovane schiavo che, contravvenendo alle rigide leggi imposte dalla società, complicherà la situazione già critica per l’avvicinarsi di una guerra.
Sarah compirà cose che non si sarebbe mai nemmeno immaginata, combatterà per salvare la propria vita e un mondo a cui non appartiene, e imparerà a credere in sé stessa.
Chiara Martelli è nata il 19 Aprile 2000 a Bologna e vive a Ozzano dell’Emilia. Dalla sua passione per la lettura è nata la voglia di scrivere che ha portato alla stesura del suo primo libro, composto durante gli anni delle scuole medie. Nei prossimi anni, oltre a completare il suo percorso scolastico al Liceo Linguistico e a dedicarsi ai suoi hobby, in particolare l’equitazione, scriverà i due romanzi successivi.
La spada di Lasrin di Chiara Martelli (In.edit edizioni 2014)
«Mi chiesi se aspettassi ancora qualcosa. Mi parve di sì. Si aspetta sempre altro»
Se amate e conosce Bolano ricorderete certo il racconto Sensini, in Chiamate telefoniche: ispirato dall’incontro con Antonio di Benedetto, da lui giudicato uno dei migliori autori del continente sudamericano. Zama è un oscuro funzionario della corona spagnola di fine Settecento, relegato in un oscuro angolo dell’impero lontano dalla fama derivata dalle sue gesta, dalla moglie, dalla possibilità di essere trasferito in altro luogo, in attesa di un cambiamento destinato a non arrivare, vivendo un presente senza tempo intriso di segni di di disfacimento e morte…
Pubblicato per la prima volta nel 1956, questo romanzo viene considerato una sorta di spartiacque nel panorama letterario del Novecento argentino, capace di aprire la strada a grandi autori…Accostato a nomi importanti come Julio Cortazar, Ernesto Sabato, Alain Robbe Grillet, fu ammirato anche da Borges, che proprio per questo libro si sentì in dovere di esprimere una lettera di ringraziamento all’autore, riportata nella prefazione di questa edizione. La giunta militare che governò il Paese lo imprigionò e torturò.
Antonio Di Benedetto, ZAMA, Sur
Don Diego de Zama è un oscuro funzionario della corona spagnola di fine Settecento: relegato ad Asunción, in Paraguay, vive lontano dalla famiglia, appeso alla flebile speranza di una promozione per cui è disposto a tutto, ma che tarda ad arrivare. Da quell’angolo sperduto nell’immenso vicereame del Río de la Plata, dalla riva di un fiume che pare ai confini del mondo, Zama aspetta: le lettere della moglie Marta, notizie dalla Spagna, un nuovo amore, un’ultima occasione di redenzione. Pubblicato nel 1956, Zama è oggi considerato un romanzo spartiacque del Novecento argentino: ricostruendo un passato remoto e quasi sconosciuto, Di Benedetto crea una storia senza tempo.
Con una prefazione di Maria Nicola.
ecco un brano di una intervista a Bolano:
Nel racconto “Sensini” ( Chiamate Telefoniche) lei presenta una visione amara degli scrittori costretti a partecipare a concorsi per premi di quinta categoria.
‘ Questo racconto può essere letto in molti modi; il racconto parte dalla considerazione per cui, in un certo momento, decido di partecipare ad un concorso letterario per esigenze puramente economiche. Riesco a vincere la menzione per il terzo posto ma con enorme sorpresa mi rendo conto che una menzione speciale, ma non il primo premio, era stato vinto da Antonio di Benedetto, a mio parere uno dei più grandi scrittori latino americani. Dunque la prima cosa che mi domandai fu che cosa ci facesse Di Benedetto in competizione per uno dei tanti concorsi di provincia che, effettivamente sono abbastanza generosi in Spagna, ma che non dovrebbero significare nulla per uno scrittore del calibro di Di Benedetto. A quell’epoca infatti aveva già pubblicato Zama, uno dei migliori romanzi mai scritti in Argentina, oltre che numerosi altri libri di racconti pubblicati in Spagna e tradotti in molte lingue. In seguito lo incontrai anche in un altro concorso che, questa volta, vinse. Dunque il mio racconto parte dalla riflessione di come uno scrittore latino americano, con numerosi riconoscimenti, possa mettersi in competizione su campi di terza o quarta divisione. E la risposta è più limpida dell’acqua: evidentemente queste cose si fanno solo per soldi.
1832 portrait of English writer and biographer Elizabeth Gaskell (1810-65) (Photo credit: Wikipedia)
certo, ci sono ancora editori che ci fanno esultare di gioia. A dire il vero, è stata una lettrice a portarci sulle loro tracce, con reciproca soddisfazione pensiamo.
Nutrirsi della linfa vitale che scaturisce ancora da certi romanzi “classici”, fortifica le nostre difese imminitarie nei confronti di tante altre banalità destinate a sparire in breve tempo…
Jo March, Agenzia letteraria e Casa editrice – la presentazione, dal loro sito.
“Non avremmo potuto scegliere, tra eroine ed eroi letterari che ci appassionano, una figura più appropriata per rappresentare la nostra attività. La seconda, la più ribelle, talentuosa e volitiva delle sorelle March è sempre stata il nostro alter ego immaginario, con la sua smodata passione per la lettura e la sua convinta determinazione per affermarsi come scrittrice.
In lei ci siamo immedesimate quando, nei primi mesi del 2009, abbiamo dato vita a un duplice sogno chiuso nel cassetto: andare in cerca di narrativa originale, in grado di dare espressione linguistica e poetica alla nostra contemporaneità, e riportare alla luce narrativa lontana, nel tempo o nello spazio, a torto dimenticata o mai tradotta in lingua italiana.
Immaginateci, dunque, come novelle Jo, chine sul tavolo della nostra soffitta, a spulciare fogli nuovi e carte ingiallite, all’avvincente e scrupolosa ricerca di quei rari scrittori capaci di smascherare e interpretare aspetti della natura umana, della vita e del mondo sui quali, senza stimolo, non rifletteremmo mai.”
Dal loro conturbante catalogo, presentiamo due fantastici testi. “La storia di una bottega” parte da un disastro di famiglia(l’estinguersi del patrimonio, la morte del padre), capace però di condurre le sorelle protagoniste verso sentieri impensabili per l’epoca: scendere in città per dedicarsi al “commercio”, inaugurando un atelier di fotografia, idealmente proseguendo la passione del padre, forti delle loro capacità. Il lavoro per il ceto ricco dell’epoca era considerato un abominio morale e sociale,ma alle ragazze non resta altra soluzione per restare insieme. Siamo alla fine del Diciannovesimo secolo, e già si avvertono le pulsioni che porteranno all’emancipazione femminile.
Amy Levy, La storia di una bottega
(1888)
Traduzione di Valeria Mastroianni e Lorenza Ricci
Introduzione di Silvana Colella – A cura di Valeria Mastroianni e Lorenza Ricci
Collana: Atlantide
Nella Londra di fine Ottocento, le giovani sorelle Lorimer perdono improvvisamente il padre e finiscono sul lastrico. Rifiutandosi di accettare un destino che le vedrebbe divise tra i vari familiari che si sono offerti di dar loro ospitalità e protezione, scelgono di restare insieme e di sopravvivere con le loro forze: fra lo sgomento generale, si trasferiscono nell’affollata e viva Baker Street, nel centro di Londra, e aprono una bottega di fotografia. Lacerate dai dubbi, sballottate dai colpi della fortuna, eppure appassionate e tenaci, Gertrude, Lucy, Phyllis e Fanny cercano di resistere alle privazioni e di conquistarsi uno spazio nella società, difendendo un’indipendenza per nulla scontata nella tarda età vittoriana. Nel 1888, Amy Levy realizza un originale e raffinato ritratto di donne emancipate e moderne, utilizzando una metafora assolutamente calzante, quella della tecnica fotografica. Come la fotografia imprime, con leggi e codici del tutto nuovi, la realtà, stravolgendo per sempre l’arte e il concetto di immagine; nella stessa misura, le quattro protagoniste rivolgono uno sguardo più genuino alla vita, incarnando una donna, al contempo idealista e concreta, che annuncia il mutamento rapido e inarrestabile della condizione femminile alle porte del ventesimo secolo.Informazioni sull’autore
Amy Judith Levy nacque il 10 novembre 1861 a Londra da una famiglia borghese di religione ebraica. Già nel 1875 appariva, sulla rivista femminista «The Pelican», il suo primo componimento poetico, The Ballad of Ida Grey (A Story of a Woman’s Sacrifice). Nel 1879 entrò al Newnham College di Cambridge e fu la prima studentessa ebrea nella storia dell’istituzione. Insofferente verso l’isolamento dell’Università e della società dovuto al suo essere una donna e un’ebrea, fu perennemente tormentata, come si evince dai suoi scritti. Nel 1888 l’editore Thomas Fisher Unwin pubblicò The Romance of a Shop (La storia di una bottega), il suo primo romanzo. Morì suicida soltanto un anno dopo a soli ventotto anni.
in Nord e Sud di Elizabeth Gaskell domina invece la contrapposizione tra il mondo rurale del Sud, quasi fiabesco, e i nuovi ritmi della città industriale del nord, votata al mondo nuovo.Valori tradizionali da una parte, la vita frenetica dall’altra. Con un’altra ottica però si intravede la nascente lotta di classe, la possibilità di arrivare a condizioni di vita più decorose per gli operai, uniti in cerca di riscatto, cosa difficilmente ottenibile nella immutabile “quiete agreste”. Su questi temi si innesta il percorso umano della bella protagonista, cosparso ovviamente di difficoltà, dubbi e gioie!
Due testi consigliatissimi per chi ama il romanzo classico! (il fatto che la collana si chiami Atlantide, dovrebbe essere una garanzia, no?)
Elizabeth Cleghorn Gaskell Nord e Sud
(1855)
Traduzione di Laura Pecoraro Traduzione dei testi in esergo: Laura Pecoraro e Marisa Sestito A cura di Valeria Mastroianni e Lorenza Ricci
Nord e Sud, a indicare due estremi in contrasto, fu il titolo voluto dall’ editore, non quello pensato da Elizabeth Gaskell, che sul frontespizio immaginava il nome della sua eroina, Margaret Hale. Sono le due polarità geografiche e la maturazione della protagonista a fornire i temi cardine del romanzo: Margaret, trasferitasi da Helstone, fiabesco villaggio del Sud, a Milton-Northern, popolosa città manifatturiera del Nord, si trova bruscamente immessa nel mondo nuovo, e per molti aspetti irriconoscibile, prodotto dall’industrializzazione. La famiglia Hale, che coltiva valori tradizionali, è totalmente estranea alla frenetica vita del centro industriale in piena espansione, alla nascente lotta di classe fra padroni e operai, all’inquinamento e al degrado sociale. Eppure Margaret stringe presto amicizia con Bessy Higgins, una ragazza ammalatasi per le pessime condizioni di lavoro in fabbrica, e con il padre Nicholas, sindacalista impegnato attivamente nel movimento operaio: prendendo a cuore la famiglia, inizia a nutrire curiosità e interessi fino a quel momento sconosciuti. Subito complesso si rivela, invece, il rapporto con John Thornton, allievo del signor Hale e padrone di uno dei più importanti cotonifici di Milton: Margaret è combattuta tra l’ammirazione per l’uomo che si è fatto da solo, contando unicamente sulle proprie capacità, e l’ostilità per l’industriale che, a suo giudizio, è responsabile delle misere condizioni di vita dei suoi operai. Attraverso l’occhio di un’ anima incorrotta, Elizabeth Gaskell rappresenta così la corruzione dei tempi nuovi, e non li condanna. Anzi auspica soluzioni che sintetizzino i due opposti, la vita arcaica e quella moderna, in modo che la prima dia contenuto alla seconda. Grazie al vissuto doloroso, suo e dell’ambiente soffocato che la circonda, la sua eroina acquisisce identità, supera i pregiudizi e apprende una nuova etica, incarnando la ‘congiunzione’ fra passato e futuro, fra uomini e donne, fra padroni e operai. Fra Nord e Sud.”
Informazioni sull’autore
Elizabeth Gaskell (1810-65) è autrice di raffinate opere letterarie come Mary Barton (1848), in cui ha rappresentato l’ambiente operaio di Manchester; Ruth (1853), che racconta la perdizione dell’eroina protagonista nella società perbenista di epoca vittoriana; North and South (1855), monumentale affresco che ritrae le trasformazioni sociali in atto in Inghilterra in seno alla rivoluzione industriale. Per commemorare l’amica Charlotte Brontë, la Gaskell scrisse la sua biografia, pubblicata nel ’57. Morì improvvisamente mentre si accingeva a comporre il penultimo capitolo dell’incompiuto Wives and Daughters.
NORD E SUD forse lo avrete “visto” in Tv: ecco il trailer dello sceneggiato trasmesso poco tempo fa da LA EFFE:
questa settimana abbiamo deciso di presentare i libri di un piccolo editore, di recente entrato in un mercato editoriale non tenero con chi non ha dimensioni esagerate. Ci sembra il caso di segnalarlo,visto che tra l’altro offre ai lettori anche ottimi libri, in grado di far partire il pensiero!
Hoka Hey,
Giuseppe Ruffini – illustrato da Arianna Vairo
Un racconto sul protagonista della lotta degli indiani d’America contro l’arrogante occupazione delle loro terre da parte dei bianchi. Tra il guerriero Sioux, conosciuto da tutti con il nome di Cavallo Pazzo, ormai arrivato alla fine della sua disperata resistenza, e un ragazzo bianco, si stabilisce un imprevedibile quanto sincero rapporto.
Un racconto di “formazione” che vorrebbe dare ai giovani lettori lo spunto per soffermarsi ad ascoltare le ragioni degli altri.
Ghandi – Un pugno di sale
Chiara Lossani – illustrato da Arianna Vairo
Srinivasa segue suo padre in un misterioso viaggio attraverso l’India. Sulla punta della lingua tante domande: perché camminano verso il mare? E chi è quell’uomo sempre sorridente, dalla testa rasata che alla sera li raduna facendo discorsi di pace e rispetto mai ascoltati prima? Come mai tra loro c’è un ragazzo diverso, un intoccabile, che l’uomo osa prendere per mano, violando le regole della casta? Nell’India oppressa dal dominio inglese, Gandhi e la sua marcia per la conquista del sale vengono raccontati dalle emozioni di un ragazzo che incontra per la prima volta la libertà.
Tra apocalittici e fiduciosi abbiamo scelto la seconda opzione. Fiduciosi che si possa cambiare e che le cose davvero importanti tornino ad essere al centro degli interessi e delle azioni di tutti, ognuno per come e quanto può.
L’Associazione Pratibianchi è nata per raccontare le storie di uomini, di idee, di lotte e di sconfitte, di fatiche che protagonisti anonimi e illustri hanno sostenuto per dare alla loro e alla nostra vita un volto più giusto, più dignità alle persone, più consapevolezza e forza a chi abbia subito la coercizione o persino la cancellazione della propria memoria e identità.
Un altro semplice principio ci ha guidati nella scelta dei temi: si tratta di rispettare tutto ciò che ci riguarda più da vicino: gli alberi, l’acqua, la terra, il cibo e tutti quegli elementi la cui essenzialità per la vita tendiamo spesso a dimenticare.
Sono pericoli attuali che vediamo ogni giorno nelle immagini che ci giungono da
lontano, e sui volti di molti che vivono nelle nostre città dove la regola e la consuetudine mai messa in dubbio del superfluo è più che mai costretta a misurarsi con domande che non ci lasciano tranquilli: potrà durare ancora a lungo? Ce ne sarà abbastanza anche per i nostri figli?
Nell’invito che ci viene rivolto a consumare di più per sostenere produttività e crescita crediamo si nasconda un inganno, a volte doloso a volte semplicemente frutto di pigrizia e miopia. Ampliare continuamente l’offerta di prodotti creati al solo scopo di soddisfare presunti bisogni individuali – il più delle volte indotti – crediamo sia da irresponsabili.
Un solo vero e proprio “bene” meriterebbe invece di crescere e diffondersi poiché il suo incremento è a vantaggio di tutti: la cultura. In una società civile e caratterizzata da una più robusta eticità è la cultura il bastione contro ingiustizia, intolleranza, falsificazione e mistificazione.
C’è qualcosa di nuovo nel mondo dell’editoria, non sempre cose degne di nota, ma in questo caso l’iniziativa vale la segnalazione, secondo noi!
Nasce infatti INDIES, un laboratorio permanente di ricerca letteraria per far emergere le voci più nuove e più interessanti della narrativa contemporanea italiana e internazionale.
Allo stesso tempo il progetto vuole unire l’esperienza degli editori indipendenti nel campo della ricerca e della sperimentazione con l’esperienza e il prestigio di Feltrinelli.
Voland, Nottetempo, Transeuropa, Nutrimenti, 66thand2nd e Zandonai si sono unite dando vita ad una sinergia con Feltrinelli per creare una collana di narrativa innovativa, facendo scendere in campo i loro “centravanti” letterari. E’ già in libreria Adrian Bravi, L’albero e la vacca, sono in arrivo Stefano Amato, Il 49esimo Stato (Transeuropa/Feltrinelli), Jenny Erpenbeck, La sera di ogni giorno (Zandonai/Feltrinelli).
Poi, trovate anche Dulce Maria Cardoso , ad affrontare un tema per noi piuttosto originale, il ritorno nella madrepatria dei portoghesi dalla colonia africana dell’Angola: è un ragazzo a descrivere il salto nel vuoto che deve affrontare:
Dulce Maria Cardoso, Il ritorno, Feltrinelli
Rui ha quindici anni e non capisce perché sono dovuti partire così tardi. È l’ultimo aereo che lascia l’Angola prima dell’indipendenza e c’è una confusione tremenda, gli ex coloni portoghesi quasi fanno a botte per andare via. Rui non sa come fare, con la madre e la sorella. E papà non arriva. Rui non ha mai visto la madrepatria. Quando scendono dall’aereo fa freddo. In Angola il freddo non esisteva. L’albergo di lusso dove li sistemano insieme a una massa di profughi dalle ex colonie è strano, sono tutti gentili ma distanti, sembrano in imbarazzo di fronte a loro. E papà non arriva. Rui non sa come fare. Non sa come fare con la madre malata, con le pasticche che non si trovano, con le crisi che incombono. Non sa come fare con la sorella che per integrarsi dimentica la vita di prima. Non sa come fare con la moglie del portiere che lo guarda con quegli occhi. Non sa come fare con la professoressa nuova che tratta lui e i suoi compagni “angolani” da deficienti. Ma papà quando arriva? L’ultimo straordinario romanzo di Dulce Maria Cardoso sui retornados dalle ex colonie dopo la Rivoluzione dei garofani. Con precisione narrativa e chiarezza di stile ammirabili, l’autrice ci svela un Portogallo in piena “restaurazione” post-dittatura. Una vicenda intensa, drammatica, raccontata attraverso gli occhi di un bambino, di “ritorno” in patria, che traccia una radiografia, anche linguistica, di un paese ancora intorpidito e forse frustrato dal recente capovolgimento storico.
grazie ad un amico siamo giunti ad un contatto con Andrea Settis Frugoni, neo editore per i tipi di Barta. Il suo progetto editoriale è molto interessante, sentire qualcuno parlare di buoni libri, di bei libri (come formato editoriale), di scelte fatte in base a criteri di qualità e dei propri gusti, sposta l’attenzione del marketing al progetto editoriale, e ci emoziona ancora. Sono certo che qualche editore farebbe fatica a distinguere l’uno dall’altro i libri che pubblica, come una scatola di pelati.
ecco la presentazione di Barta, casa editrice appena nata, secondo le parole del suo editore.
La casa editrice Barta nasce con due convinzioni: una casa editrice deve pubblicare i libri che vorrebbe leggere; la distinzione tra letteratura alta e letteratura bassa va sostituita con quella tra buoni libri e cattivi libri. Libri che vanno letti, e perciò venduti a prezzi il più possibile contenuti (come si vede dal primo titolo, l’unico finora stampato e perciò prezzato). Il piacere di leggere, insomma: a cominciare dalla veste grafica e dalla scelta della carta.
Dichiarazioni programmatiche, concretezza editoriale: i nostri primi quattro titoli registrano il romanzo di un quasi esordiente (Andrea Dei Castaldi, Finistère, maggio 2013, 12×19 cm, 236 pp., 12 euro), un giallo classico di un’autrice Usa (Patricia MacDonald, Il buio nell’acqua, settembre 2013), una raccolta di inediti di Čechov curata da Carla Muschio e con uno scritto di Andrea Camilleri (Anton Čechov, Umoresche, settembre 2013) e un fumetto collettivo su alcuni momenti della Resistenza (R-esistenze, a cura di Stefano Gallo e Tuono Pettinato, con alcune nuove leve del fumetto italiano, settembre 2013). Ogni volume è accompagnato da un segnalibro ad hoc.
Chi vuole altre informazioni, può consultare il sito www.barta.it, dove troverà, tra le varie sezioni dedicate alla casa editrice (collane, prezzi, contatti, incontri), anche due sezioni «esterne» dedicate al piacere di leggere: Coselli, in cui si parla di quel che può ruotare intorno al libro (arte, video, interventi, strategie); e Colonna dell’invidia, in cui consigliamo libri di altre case editrici (purché piccole/medie) che avremmo voluto pubblicare noi.
E da allora sole, luna e stelle possono continuare tranquillamente il loro corso: io non so più se sia giorno o notte e tutto il mondo mi scompare intorno.
Goethe
IL ROMANZO E L’AUTORE
Quale scelta se la passione si presenta con la forza sovvertitrice di un’eclisse? Davide era morto durante l’inverno in un incidente stradale. La sua fine prematura costringe tutti coloro cui era legato a ripensare la propria esistenza e a riscrivere le relazioni che li uniscono. Ma è il dubbio insostenibile che questa morte porta con sé a imporre a Giona, suo fratello gemello, un viaggio – quasi un inseguimento – per dare un senso a quanto di sconvolgente è accaduto.
Dall’Italia attraverso la Francia, il percorso di Giona è nel divenire delle passioni, le lecite e le illecite, che molto domandano a chi le vuole comprendere. E solo dove la Terra finisce, attraverso un’immersione catartica in acque oscure e profonde, desideri ed errori potranno sciogliersi e assumere forme nuove.
Sullo sfondo di un romanzo dai molteplici piani narrativi, dallo stile classico e potente, sembrano echeggiare le parole di Andrea Pazienza: «Amore è tutto ciò che si può ancora tradire».
Andrea Dei Castaldi vive nel borgo trevigiano di Asolo. Finistère, scritto in più riprese tra il 1998 e il 2005 – periodo che non a caso definisce anche uno dei tre diversi piani temporali della narrazione – è il suo primo romanzo. In precedenza ha pubblicato il racconto Pelle, apparso nel volume Solo a cura di Raffaella Tancredi (Felici, Pisa 2011); e in seguito ha scritto i romanzi La cesura e Il demiurgo, di prossima pubblicazione presso Barta.
«Ritrovai sul fondo di un cassetto, durante un trasloco, cinquanta pagine dattiloscritte di un lungo racconto privo di conclusione abbozzato ai tempi dell’università. Finistère. E la mia sorpresa nello scoprirne i molti sviluppi, una volta che il racconto ricominciò a fluire, dopo che da lettore tornai a essere narratore, è ciò che ancora oggi mi lega affettivamente a questo romanzo, in cui ritrovo intatta l’inquietudine buona dei miei vent’anni».
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in preparazione:
ANTON CECHOV
UMORESCHE
a cura di CARLA MUSCHIO
con uno scritto di ANDREA CAMILLERI
2013
qzerty/qwerty, 2
224 pagine circa, 12×19 cm
«La risposta a quella mia vecchia e irrisolta domanda credo d’averla finalmente ricevuta. Si trova tra le pagine di questa raccolta di scritti cechoviani, finora inedita in Italia, e che si intitola Umoresche, […] composizioni brevi o brevissime su giornali umoristici firmate dal giovane studente in medicina con diversi pseudonimi.
Lo trovo un libro di divertentissima lettura e nello stesso tempo un fondamentale contributo per una migliore comprensione della complessità creativa di Čechov».
(Dallo scritto di Andrea Camilleri)
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PATRICIA MACDONALD
IL BUIO NELL’ACQUA
2013
qzerty/qwerty, 3
312 pagine circa, 12×19 cm
Amatissima in Francia, pressoché sconosciuta in Italia (un romanzo pubblicato da Mondadori svariati anni fa), questa autrice di gialli Usa mette una prosa limpida e scorrevole al servizio di intrecci degni di Agatha Christie, ricchi di colpi di scena e di raffinate introspezioni psicologiche.
In Il buio nell’acqua protagonista è la giovane Morgan, costretta a rinunciare a un romantico viaggio per aiutare la sua migliore amica, rea confessa per l’omicidio di marito e figlio. Può la sua amica aver fatto una cosa tanto terribile? E se non è stata lei, chi? E come?
Pat MacDonald scrive gialli classici, e tuttavia per certi versi è tanto moderna da parere, per sensibilità, un Ellroy elegante. Come ha detto una delle nostre lettrici, ha un solo problema: che la gente la conosca.
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R-ESISTENZE (fumetto)
a cura di STEFANO GALLO
TUONO PETTINATO
2013
fumisterie, 1
112 pagine circa
17×24 cm, a 2 e/o 4 colori
Scrivere un fumetto sulla Resistenza, un libro d’avventura, rivolto principalmente ai ragazzi tra i 10 e i 14 anni: l’idea nasce dall’incontro tra la proprietaria di una libreria di fumetti, Silvia Barsotti, un ricercatore di storia contemporanea, Stefano Gallo, un affermato autore di fumetti, Andrea Paggiaro (in arte Tuono Pettinato), e un editore, Barta.
Nel negozio della libraia spesso i clienti, sia adolescenti sia adulti, chiedevano fumetti che parlassero della Seconda guerra mondiale, della lotta al fascismo e al nazismo, della nascita della Repubblica. E la libraia non aveva volumi da offrire. Era naturale che, in un luogo dove si vendono storie, la Storia diventasse storie.
bibliodiversità, bella parola. Peccato che il mercato e la crisi economica stia letteralmente falciando le piccole realtà, e la possibilità di “ascoltare campane differenti” si riduce giorno dopo giorno.
Pensate, nei folder che i rappresentanti dei gruppi più forti propongono ai librai capita di leggere queste iniziative di supporto al lancio di UN singolo libro:
Iniziative promozionali
Teaser ad agenti e librai
Banner sul sito
Pagina speciale su rivista del gruppo editoriale
Booktrailer
Massiccia campagna stampa
Bozze in lettura a giornalisti e personalità di spicco del mondo della cultura
Autore invitato in italia
Bozze on demand
Copertura web straordinaria di blogger e sito del gruppo editoriale
Cartello da vetrina
Segnalibri in libri ad alta tiratura
Manca solo la benedizione Papale, urbi et orbi!
Secondo voi, un impegno di marketing del genere può rivelarsi un insuccesso commerciale? Purtroppo anche il consumatore è un essere umano, e fatalmente abboccherà a cotanto dispiegamento di sirene. Se paradossalemente lo stesso giorno quel libro uscisse anche con un titolo diverso, con diverso editore e diversa copertina, difficilmente potrebbe attirare la stessa attenzione del primo.
Vi invitiamo a leggere queste righe di un gruppo di editori indipendenti, e ci duole molto sottolineare frasi come:
“È inoltre risaputo che il tempo medio di permanenza delle novità in libreria è sempre più breve ed è oggi assestato intorno ai 30/40 giorni.” purtroppo, ci avviamo verso questo tipo di china.
amiamo ancora i libri, e vederli trattati come un prodotto commerciale qualunque, con le stesse dinamiche di marketing, ci suona ancora offensivo…
Quest’anno l’estate comincia in libreria Letture, incontri, apprendisti librai, scrittori socialmente utili, micromostre;
dal tramonto all’alba, la prima notte bianca delle librerie indipendenti italiane. Il 21 giugno, solstizio d’estate, le librerie indipendenti aderenti all’iniziativa invitano i lettori alla più grande condivisione del piacere di leggere. Editori, librai, lettori, insieme per creare una sorta di universo comune accomunato dalla passione per la carta stampata.
Grazie al collegamento via Skype, i lettori potranno scegliere il proprio libraio di fiducia per farsi consigliare, ascoltare i suggerimenti degli editori, partecipare a mostre e reading. Tutti i dettagli dell’iniziativa li trovate qui, sul sito della libreria che l’ha ideata: http://www.repubblicalibri.it/ o anche qui, sul sito di Marcos Y Marcos, sempre a fianco dei librai indipendenti: http://www.marcosymarcos.com/Letti_di_notte.htm.
I piccoli editori, le piccole realtà, stentano assai in un mondo costruito su misura per i grandi, dove l’ossessione per il profitto e per il guadagno di nuove fette di mercato porta poi alle degenerazioni che sono sotto gli occhi di tutti. Per questo, vogliamo dedicare uno spazio alle nuove proposte di chi fatica a trovare spazi, pur proponendo ottime cose.
questa settimana proponiamo:Edizioni O.G.E. Nata nel 2005, la casa editrice O.G.E. ha deciso di dare spazio,nella collana di narrativa “Oleandri”, non solo ad autori già affermati ma anche a esordienti di sicuro talento e a scrittori che, pur apprezzati in ambiti locali, non riescono per varie ragioni ad approdare alla ribalta del mercato nazionale.
DI O.g.e. Edizioni proponiamo: Isabelle, amica del deserto
Viaggi, avventure, amori di una giovane esploratrice del Magreb
Mirella Tenderini
Una vita purtroppo breve, quella di Isabelle Eberhardt, sul crinale tra XIX e XX secolo. Eppure gremita di audaci esperienze: la parabola di una giovane donna nata a Ginevra da genitori russi, scrittrice e giornalista irrequieta, innamorata del Magreb e dell’Islam, che a lungo viaggiò attraverso il Nord Africa, travestita da cavaliere arabo per potersi addentrare in territori interdetti a visitatrici europee. Amica di sceicchi ma anche di ufficiali dell’esercito coloniale francese, sospettata di spionaggio da una parte e dall’altra, Isabelle abbracciò la fede musulmana e visse emozionanti avventure, troncate da una morte assurda, a soli 27 anni, nel 1904: vittima di un’improvvisa inondazione in Algeria, ad Aïn-Sefra; annegata, paradossalmente, in pieno deserto del Sahara. http://www.edizioni-oge.com/
questo blog, nato dall'esperienza di Libreria Atlantide e Libreria Solea (ora non più esistente), vuole proporre a chi ama i libri recensioni e notizie, cuoriosità e classifiche, con la voce sincera di autentici librai. Quella che suggeriamo ai lettori di cercare fra le tante anime delle librerie indipendenti, d'Italia e del Mondo. Prima che scompaiano...