E questo è un consiglio di lettura davvero cool, il che in un torrido giorno come questo non dovrebbe dispiacervi. Se pensate che a leggere Dahl traggano vantaggio solo i giovani lettori, sbagliate di grosso. Questa è la splendida raccolta di tutti i suo racconti, edizione 2016, ben farcito di tutto il suo humour, con le sue molteplici sfumature:
Roald Dahl, Tutti i racconti, Longanesi
Per la prima volta in Italia, vengono raccolti in un unico volume tutti i racconti di Roald Dahl, uno dei grandi maestri della short story, autore di opere di narrativa e di libri per ragazzi di grande successo internazionale. Enigmatiche e illuminanti, le storie di Dahl sono spesso attraversate da una vena di humour macabro tanto più efficace quanto più ispirata da situazioni del tutto normali, che il gusto raffinato e implacabile dell’autore conduce a esiti imprevedibili e non di rado addirittura cinici (ma di un cinismo sobrio, impeccabile). «I suoi racconti» ha osservato Corrado Augias, «sono perfette macchine narrative: la situazione di partenza sembra comune, addirittura banale, ma nel corso della vicenda subentra un piccolo incidente che rovescia in modo sinistro o grottesco i fatti… Dahl ha l’abilità di far diventare la cattiveria una qualità rivelatrice della natura umana.» |
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I GIUDIZI
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“L’assoluto maestro del racconto.” The Observer “Divertente, estremamente divertente. Roald Dahl è uno degli scrittori più spassosi che conosca. E, soprattutto, un malvagio.” Giorgio Manganelli |
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UN BRANO
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“Nel pomeriggio alla stazione di servizio arrivò il derattizzatore. Risalì il vialetto con aria furtiva e passo leggero, senza fare alcun rumore sulla ghiaia. Su una spalla aveva uno zaino militare, indossava una giubba nera di foggia antiquata con tasche enormi e pantaloni di velluto marrone, stretti al ginocchio da pezzi di corda bianca. «Sì?» chiese Claud, pur sapendo perfettamente chi fosse. «Addetto roditori.» I suoi occhietti neri si muovevano rapidi scrutando l’ambiente. «Il derattizzatore?» «In persona.» Era un tipo magro e castano, con il viso a punta e due dentini allungati color dello zolfo che gli sporgevano dall’arcata superiore e spingevano in dentro il labbro di sotto. Le orecchie erano sottili e appuntite, e così arretrate sul cranio che sembravano quasi spuntare dalla nuca. Gli occhi erano neri, ma quando ti guardavano vi balenava un bagliore giallo proveniente da chissà dove.” da Il deratizzatore |