la storia vera è quella della scrittrice (sopra) : nata nel 1932, unica femmina di cinque figli, paga con il carcere, durante la dittatura, il suo imegno contro ogni forma di discriminazione. Raccontava di essere diventata femminista alla faccia di una zia che ripeteva sempre che le donne non hanno volontà e scrittrice per le tante ore trascorse in cucina, con la vecchia domestica nera, ad ascoltare leggende piene di orrori e sensualità.
La sua vita , le sue posizioni politiche ne fanno una icona della società e della letteratura brasiliana: Heloneida Studart(1932 – 2007), che subì il carcere negli anni peggiori della dittatura brasiliana ,raccontava di essere diventata femminista alla faccia di una zia che ripeteva sempre che le donne non hanno volontà, scrittrice grazie alle tante ore passate in cucina con la domestica nera, ad ascoltare storie vibranti dei tempi passati.
Questo suo terzo libro proposto in Italia da Marcos Y Marcos presenta diversi tratti inconfondibili della sua felicissima ispirazione, il realismo magico, la scrittura “dalla parte delle donne”, la violenza della dittatura, la superiorità del modo di sentire femminile nei confronti di quello maschile. Meno riuscito è forse il personaggio narrante, il torturatore che giunge a ravvedersi grazie all’incontro una donna.
Passaporto per il mio corpo, Heloneida Studart, Marcos Y marcos
“Non esiste amore più grande di quello di una madre per il figlio. Non c’è sentimento altrettanto intenso di quello di un figlio
per la madre.
Se avessi conosciuto la mia, non sarei diventato cera nelle mani del maggiore. Non avrei stretto un patto con il diavolo.”
“‘È terribile perdere chi amiamo’ disse piano. ‘La perdita di un amato è una condanna all’inferno’.”
“Eravamo soldati di una guerra santa. Difensori di una civiltà che doveva schiacciare la testa del serpente – come la donna con la veste blu. Ci avrebbero sempre lodati, decorati, premiati. Per noi niente tribunali, accuse o sentenze. Nessun giudice impudente ci avrebbe alzato il dito contro.
Traduzione di Daniele Petruccioli
Carmélio tortura gli uomini per professione. Il maggiore Fernando gli assegna la vittima, e lui colpisce con spietatezza cruda, collezionando lacrime e dolore come un entomologo infernale. Il regime durerà fino al Terzo millennio, dice il maggiore Fernando. E anche se dovesse crollare, i suoi carnefici non pagheranno: le nuove democrazie rimescolano le carte e dimenticano. Una diversa punizione, tuttavia, attende Carmélio. Trovare la donna che è destinato ad amare e apparire ai suoi occhi come il più odioso nemico; essere condannato al suo odio per sempre. Dorinha è la donna che riassume in sé tutte le donne: l’amata, la figlia, la madre che un giorno l’ha abbandonato nel cesto del bucato. La donna che lo metterà di fronte a se stesso. Un confronto terribile, e definitivo. Carmélio non ha più alibi, non ha difese. Si spoglia di ogni corazza, si offre inerme, vulnerabile, alla strada e al mondo. Parte a piedi per il sertão, nel Nordest del Brasile, terra polverosa e nera, patria di ribelli e di profeti. Sotto le stelle che giocano alle ballerine, inseguito dai fantasmi delle sue vittime, Carmélio scioglie la tenebra che gli era cresciuta dentro, scopre gli eccessi e i pericoli dell’amore.
Heloneida Studart nasce a Fortaleza, nel Nordest del Brasile, nel 1932. Unica femmina di cinque figli, lascia giovanissima la città natale e le costrizioni di un’educazione rigida e conservatrice per trasferirsi a Rio de Janeiro e intraprendere la sua carriera di giornalista e attivista politica. Paga con la persecuzione e il carcere, durante la dittatura, il suo impegno contro ogni forma di discriminazione e di oppressione. Dal 1978, continua la sua militanza come deputato del Partito dei lavoratori brasiliano. Dice di essere diventata femminista alla faccia di una zia che ripeteva sempre che le donne non hanno volontà, e scrittrice per le tante ore trascorse in cucina, con la vecchia domestica nera, ad ascoltare leggende favolose, piene di orrori e sensualità.
Dice di aver sempre lottato per una pace che sia libera
coesistenza tra diversi, nel rispetto delle reciproche diversità.
Quando Heloneida Studart è morta, il 3 dicembre 2007,
il governatore di Rio de Janeiro ha disposto tre giorni di bandiere a mezz’asta.