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Posts Tagged ‘herman hesse’

Herman Hesse era affascinato dagli iris. In un suo racconto (“Iris”, contenuto in Fiabe e leggende, Mondadori) il protagonista torna con la memoria ad un momento dell’infanzia, quando il fiore azzurro sbocciava nel giardino della madre. Il ricordo, che riteneva perduto, è lo spunto per tornare a qualcosa di puro e incontaminato, fa nascere domande sul significato della vita che porteranno ad un cambiamento radicale nella vita di Anselm.
Iris
 
“Mi succede sempre così (…) – disse – quando odoro un fiore. Perché ogni volta sento che al profumo è legato il ricordo di qualcosa di straordinariamente bello e prezioso, che un tempo mi apparteneva ma che poi ho perduto. E lo stesso avviene per la musica, e a volte con la poesia: all’improvviso un lampo che dura un istante, come se scorgessi d’un tratto una patria perduta, in fondo a una valle, che però subito scompare ed è dimenticata.”

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passaggi… Da giugno a luglio, con i libri.
 
 
Luglio, Herman Hesse, in uscita domani la nuova edizione, per Guanda
Il titolo originale del racconto che qui presentiamo, Heumond, è una parola in disuso, formata dai sostantivi Heu (fieno) e Mond (luna), quest’ultimo nella sua accezione di mese, e sta praticamente per luglio, l’epoca della fienagione. Proprio durante alcuni giorni d’estate si sviluppa infatti il breve, tormentato itinerario spirituale di Paul Abderegg, che Hermann Hesse colloca sullo sfondo tangibile di una natura a un tempo scenario fisico e metafora della vita interiore. In vacanza nella villa paterna, il giovane Paul è strappato alle sue appassionate letture di adolescente dalla visita di due donne, coetanea l’una, più matura l’altra; in un rapporto fatto di parole non dette, sguardi, moti dell’animo, avrà inizio la sua educazione sentimentale. Più che nell’azione o nella trama, il pregio più evidente di questo libro risiede nello stile denso di sensibilità psicologica con cui Hesse cala il lettore in un mondo dove anima e natura sono l’una il riflesso dell’altra. Nella descrizione del primo turbamento amoroso di un adolescente, Giorni di luglio restituisce l’esperienza della vita con una finezza poetica che uguaglia la vivida rappresentazione della realtà.
 
Gerbrand Bakker,Giugno, Iperborea
Nelle piatte campagne dell’Olanda del nord tutti ricordano quel 17 giugno del 1969, quando la regina Giuliana venne in visita ufficiale. L’intero paese in festa accolse la vivace sovrana insofferente all’etichetta, che dopo un bicchiere di troppo si fermò ad accarezzare la figlia di una contadina. Quella mamma era Anna Kaan e proprio in quel giorno carico di promesse avrebbe vissuto la più atroce tragedia. Sono passati quarant’anni ed è di nuovo giugno quando Anna volta le spalle al mondo per rintanarsi nel fienile, a fissare il rettangolo di cielo aperto dalle tegole cadute. Attorno a lei il vecchio marito, l’indolente primogenito Klaas, il ribelle Jan, e il fragile Johan, che le lesioni cerebrali di un incidente in moto hanno reso “al tempo stesso lento e senza freni”, si muovono come estranei tra i cocci di una fattoria e di una famiglia sgretolate, sospese in un microcosmo di silenzi. Eppure qualcosa li unisce tutti nel profondo, qualcosa che solo la piccola Dieke, figlia di Klaas, con la sua spensierata curiosità infantile, può strappare ai fantasmi di quella lontana estate. E di cui solo Gerbrand Bakker può cogliere la volatile essenza, con un realismo domestico crudo e asciutto che conosce la poesia del “non detto”, il potere evocativo di un vetro incrinato, di una vecchia canzone. Tra continui salti di tempo e di prospettiva, si ricompone così il puzzle di tre generazioni travolte dalla macchina inesorabile del progresso e del destino, in un rarefatto viaggio carveriano attraverso i nervi scoperti dell’esistenza, le più intime ripercussioni del ricordo e della nostalgia.
traduzione di: Elisabetta Svaluto Moreolo
Postfazione di: Elisabetta Svaluto Moreolo
giugnoluglio

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Il 2 luglio 1877 nasce a Calw, nel sud della Germania,  HERMANN HESSE.Una poesia

CANZONE DI VIAGGIO

 

Sole, brilla adesso dentro al cuore,

vento, porta via da me fatiche e cure!

Gioia più profonda non conosco sulla terra,

che l’essere per via nell’ampia vastità.

 

Verso la pianura inizio il mio cammino,

sole mi fiammeggi, acqua mi rinfreschi;

per sentire la vita della nostra terra

apro tutti i sensi in festa.

 

Mi mostrerà ogni giorno nuovo,

fratelli nuovi e nuovi amici,

finché senza dolore ogni forza loderò,

e di ogni stella sarò ospite e amico.

 

Hermann Hesse da La felicità, versi e pensieri -Mondadori

Trad di Nicoletta Salomon.

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Non sempre i libri sono fonte di gioia: i terribili bigliettini che lo zio del protagonista del primo racconto estrae dalle tasche riservano sempre ansia e preoccupazione, quello zio perennemente assente dalla vita di casa, rinserrato nella sua biblioteca….

Apprezzato da Borges (lo definiva il noir capolavoro del genere, insieme al Processo di Kafka e al Giro di vite di Henry James) Herman Hesse, Walter Benjamin, per giungere fino al critico Carlo Bo, secondo il quale la sua opera è “un monumento dell’intelligenza e della passione”, Julien Green esplora nei suoi libri con la sua prosa attenta  il destino spesso tragico che accompagna l’esistenza dei suoi protagonisti, il percorso che si dipana davanti ai loro passi, circondati da un’atmosfera di mistero.

la scheda:
Julien Green,
Viaggiatore in terra, Nutrimenti
pp. 224 – € 17
A cura di Giuseppe Girimonti Greco
Traduzione e note di Giuseppe Girimonti Greco, Francesca Scala, Ezio Sinigaglia, Filippo Tuena

Scritte o pensate quando Julien Green era poco più che ventenne, le cinque storie riunite in questo libro sono perfetti esempi dell’incontro tra suspense e alta letteratura. In Viaggiatore in terra – un’indagine a più voci d’impressionante coerenza – al centro della narrazione è il destino di un giovane studente universitario, atterrito dall’incertezza del suo futuro e sconvolto da qualcosa di potente che sembra essergli estraneo ma che proviene, forse, dalle sue paure; Le chiavi della morte mette in scena una casa disabitata dove un manoscritto ritrovato suscita fantasie di morte tanto forti da trasformarsi in ricordi; in Christine un’enigmatica, silenziosa adolescente, ospite di un’altra dimora spettrale, paga a caro prezzo il turbamento erotico di un coetaneo. Leviatano tratteggia la figura dell’unico passeggero di un mercantile che varca inutilmente l’Atlantico, senza riuscire a sottrarsi al suo destino; Maggie Moonshine racconta, in un’atmosfera più distesa, l’adolescenza di una trovatella che viene accudita da un’anziana zitella inquieta e da una tenera mammy quasi in previsione di una fuga senza ritorno.
Sia che agiscano nella Virginia post-schiavista, o in una Francia rurale, o in un piroscafo in navigazione, i protagonisti di queste storie sono tutti in qualche modo strappati al loro ambiente familiare e scaraventati in un mondo ostile dove vengono a contatto con l’essenza del mistero: quella che proviene dal nostro io.
La nitida e profonda scrittura di Green, osannata al suo esordio nel 1926, proprio con Viaggiatore in terra, dall’editore Gaston Gallimard, da Jean Cocteau e da autori del calibro di André Gide, Georges Bernanos, François Mauriac, André Malraux, ha attraversato il secolo scorso cimentandosi nella narrativa, nel teatro, nella diaristica e nell’autobiografia.
Le novelle di questa raccolta, agli apici di questa straordinaria produzione, sono state affidate, anziché a un unico traduttore, a un’équipe che ha lavorato di concerto pur nell’autonomia delle scelte interpretative; Viaggiatore in terra e Christine sono presentate in una nuova versione mentre Le chiavi della morte, Leviatano e Maggie Moonshine sono inedite in Italia.

Julien Green

Julien Green (Parigi 1900-1998), scrittore naturalizzato francese di origine americana, accademico di Francia, è tra i grandissimi narratori del secolo scorso. Sin dai suoi esordi ha saputo affrontare, con straordinaria eleganza e profondità, i temi più rappresentativi della grande letteratura francese: la fragilità dell’innocenza, la colpa, l’espiazione, il continuo conflitto interiore tra il Bene e il Male.

Portrait of Julian Green (1900-1998)

Portrait of Julian Green (1900-1998) (Photo credit: Wikipedia)

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