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Posts Tagged ‘il coniglio hitler e il cilindro del demagogo’

Goebbels visita una scuola. Individua un ragazzino e gli domanda a bruciapelo: “Tu! Dimmi: chi è tua madre?”. “La Germania nazista, Herr Ministro!” risponde molto prontamente il giovincello. “Bravo! E chi è tuo padre?”. “Il Führer Adolf Hitler, Herr Ministro!” replica il ragazzino con gran piglio. “Sei in gamba, giovanotto” si compiace Goebbels. “E dimmi, che ti piacerebbe fare da grande?”. E il ragazzino, pronto: “L’orfano, Herr Ministro!!!”.

 

http://www.lanavediteseo.eu/item/coniglio-hitler-cilindro-del-demagogo/

 

Il coniglio Hitler e il cilindro del demagogo, Moni Ovadia, La nave di teso

 

Chi ha trasformato il più feroce tiranno della storia, Adolf Hitler, in un coniglio che spunta dal cilindro nel più classico dei giochi di prestigio?

Nessuno si sarebbe azzardato a fargli ricoprire questo ruolo in vita, né all’inizio della sua ascesa, quando poteva ancora essere fermato, né in seguito, quando

il suo potere era ormai diventato inarrestabile. Perché a qualcuno venisse in mente di usare il diabolico Führer come un trucco da palcoscenico, doveva fare

la sua comparsa un nuovo tipo di demagogo. Un leader che per legittimare le proprie guerre ha bisogno

di riattizzare continuamente le paure del suo popolo, additando il nemico di turno.

Così il mondo si è popolato di tanti, nuovi Hitler: ogni dittatore, dittatorello, estremista, fanatico, ogni nemico dell’olimpico Occidente diventa, con un gioco di prestigio, un coniglio col ciuffo e i baffetti neri. Con l’unico scopo di mettere a tacere chiunque rivendichi il valore non negoziabile della pace. Su questo inganno prosperano gli imperi moderni, che sventolano bandiere diverse ma usano gli stessi metodi per soffocare il diritto, la democrazia, il dissenso.

Eppure non tutto è perduto, la memoria rimane il deterrente più efficace: Ovadia raccoglie le storie senza tempo di reietti e viaggiatori, abitanti irrequieti di deserti, ghetti e territori contesi, racconti che accendono il fuoco della nostra indignazione in un dialogo sorprendente con i nostri giorni.

La voce di Moni Ovadia torna più forte che mai in un pamphlet corrosivo e coraggioso contro un mondo in cui il confine tra verità e menzogna è sempre più sottile.

Un racconto civile per riflettere, ora con severità ora con il sorriso, sull’identità del nostro tempo, un vibrante esercizio di pace e indipendenza di pensiero.

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