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i libri più venduti ad Atlantide, nel 2016. Harry Potter trionfa ancora…

i libri più venduti ad Atlantide, nel 2016. Harry Potter trionfa ancora…

 

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Non farà fatica ad entrare in classifica questo libro. Il Pontefice ha voluto vergare personalmente le copertine delle sei edizioni in lingua italiana, inglese, francese, tedesca, spagnola e portoghese.

Papa Francesco, Il nome di Dio è Misericordia, Piemme

Un volume-intervista in cui papa Francesco si rivolge a ogni uomo e donna del pianeta in un dialogo semplice, intimo e personale. Il tema centrale del libro è la misericordia, da sempre fulcro della sua testimonianza e ora del suo pontificato. In ogni pagina vibra il desiderio di raggiungere tutte quelle anime – dentro e fuori la Chiesa – che cercano un senso alla vita, una strada di pace e di riconciliazione, una cura alle ferite fisiche e spirituali. In primo luogo quell’umanità inquieta e dolente che chiede di essere accolta e non respinta: i poveri e gli emarginati, i carcerati e le prostitute, ma anche i disorientati e i lontani dalla fede, gli omosessuali e i divorziati. Nella conversazione con il vaticanista Andrea Tornielli, Francesco spiega attraverso ricordi di gioventù ed episodi toccanti della sua esperienza di pastore – le ragioni di un Anno Santo straordinario da lui fortemente voluto. Senza disconoscere le questioni etiche e teologiche, ribadisce che la Chiesa non può chiudere la porta a nessuno; piuttosto ha il compito di far breccia nelle coscienze per aprire spiragli di assunzione di responsabilità e di allontanamento dal male compiuto. Nella schiettezza del dialogo, Francesco non si sottrae neppure dall’affrontare il nodo del rapporto fra misericordia, giustizia, corruzione.

 

 

Nicholas Sparks, Nei tuoi Occhi, Sperling Kupfer

Per ripagare i sacrifici dei genitori, Maria ha lavorato giorno e notte fino a diventare quello che è: il ritratto del successo. Lei è bella, di quella bellezza scura e appassionata che hanno le donne latine, eppure non ha una relazione, tutta presa prima dalla laurea e poi dal posto nello studio legale più importante della zona. Qualcosa, però, mette in pericolo la sua carriera e Maria sente il bisogno di rientrare a Wilmington e cercare la protezione della sua famiglia. Colin sta facendo del suo meglio per ridare un significato alla propria esistenza. Non ha ancora trent’anni, ma la violenza lo ha già segnato profondamente e lui non vuole più correre il rischio di finire in prigione. Le sue giornate sono scandite dallo studio, dalla palestra, e dal lavoro nel bar di Wilmington, la città dove vive ora grazie a una coppia di amici che gli fa da famiglia, proteggendolo da se stesso. È affascinante e lo sa, ma in questo momento una relazione è l’ultimo dei suoi pensieri. Come sempre il destino mescola le carte, e lo fa in una notte di pioggia torrenziale, quando Maria rimane con una gomma a terra e Colin non può fare a meno di fermarsi ad aiutarla…

un graphic novel davvero importante, che testimonia la capacità di questa arte nel raccontare la realtà che ci circonda. Un grande autore parigino condivide con noi quel terribile 2015:
Joann Sfar, Se Dio esiste, Lizard
QUADERNI PARIGINI. GENNAIO – NOVEMBRE 2015

Un 2015 terribile per la Francia e per chiunque, come Sfar, conosce un solo modo per far chiarezza in tempi difficili: diffidare dei dogmi e lasciarsi andare alla seduzione del dialogo. Il diario di un anno di dubbi atroci e di poche, dolci certezze.

«Sto attraversando una crisi in cui tutto mi riporta alla fede. Mio padre e` morto. Io mi sono separato. I miei amici di “Charlie Hebdo” si sono fatti ammazzare. Mi sento disorientato tanto quanto il mio Paese e tento di ritrovare, in mancanza di Dio, almeno la mia buona stella. Per questo ho ripreso in mano i miei taccuini, per trovare qualche risposta alle domande che tutti ci poniamo. E che si possono ricondurre in qualunque ambito, pubblico o privato, a una sola: che tocca fare per crederci ancora?»

È così che si uccide,

Zilahy Mirko, Longanesi

Questo romanzo non è solo il thriller italiano che ha conquistato gli editori internazionali prima dell’uscita. Non è soltanto un esordio travolgente, scritto con maestria inedita. Questo romanzo è una sfida irresistibile, che avvolge il lettore nell’incantesimo della più pura tensione narrativa.

 

La pioggia di fine estate è implacabile e lava via ogni traccia: ecco perché stavolta la scena del crimine è un enigma indecifrabile. Una sola cosa è chiara: chiunque abbia ucciso la donna, ancora non identificata, l’ha fatto con la cura meticolosa di un chirurgo, usando i propri affilati strumenti per mettere in scena una morte. Perché la morte è uno spettacolo. Lo sa bene, Enrico Mancini. Lui non è un commissario come gli altri. Lui sa nascondere perfettamente i suoi dolori, le sue fragilità. Si è specializzato a Quantico, lui, in crimini seriali. È un duro. Se non fosse per quella inconfessabile debolezza nel posare gli occhi sui poveri corpi vittime della cieca violenza altrui. È uno spettacolo a cui non riesce a riabituarsi. E quell’odore. L’odore dell’inferno, pensa ogni volta. Così, Mancini rifiuta il caso. Rifiuta l’idea stessa che a colpire sia un killer seriale. Anche se il suo istinto, dopo un solo omicidio, ne è certo. E l’istinto di Mancini non sbaglia: è con il secondo omicidio che la città piomba nell’incubo. Messo alle strette, il commissario è costretto ad accettare l’indagine… E accettare anche l’idea che forse non riuscirà a fermare l’omicida prima che il suo disegno si compia. Prima che il killer mostri a tutti – soprattutto a lui – che è così che si uccide.

DANIEL SANCHEZ PARDOS, Il segreto di Gaudì, Corbaccio

Barcellona 1874: una città misteriosa, una cospirazione e un artista visionario alla scoperta dei suoi segreti

Ottobre 1874: Gabriel Camarasa, è appena rientrato con la famiglia in una Spagna attraversata da guerre civili e lotte dinastiche dopo aver trascorso diversi anni in esilio a Londra. Frequenta l’Università di Architettura di Barcellona dove incontra un ragazzo del secondo anno: Antoni Gaudí. Ne diventa amico, ma per tanti versi Gaudí resta un mistero per Gabriel: le sue conoscenze nell’ambito dell’architettura sono decisamente superiori a quelle degli studenti più brillanti e inoltre gli interessi di Antoni spaziano nei campi più vari, dall’esoterismo alla fotografia, dalla botanica ai bassi fondi della città. E quando la vita dei due amici viene sconvolta da un omicidio, le domande che si pone Gabriel si fanno più pressanti: dove passa le notti Gaudí quando di lui si perdono le tracce? Perché sembra conoscere così bene i bassifondi di Barcellona e frequenta individui così poco raccomandabili? Quale segreto conosce che potrebbe portare addirittura alla distruzione della celebre Cattedrale del Mare? Gabriel può veramente fidarsi di lui e della bellissima Fiona Begg, illustratrice che lavora nel giornale del padre di Gabriel, ma che sembra avere ben più confidenza con il geniale Antoni? Sullo sfondo di una Barcellona magica, un potente affresco storico, un romanzo che mescola abilmente realtà e finzione travolgendo il lettore con una vicenda d’amicizia e d’amore, di mistero e pericolo difficile da dimenticare.
KRISTIN HANNAH  ,         L’USIGNOLO  ,    Mondadori

Kristin Hannah si addentra nell’universo epico della Seconda guerra mondiale per illuminare una parte della Storia raramente affrontata: la guerra

delle donne. L’Usignolo racconta di due sorelle distanti per età, esperienze e ideali, ognuna alle prese con la propria battaglia per la sopravvivenza

ma entrambe alla ricerca fiduciosa dell’amore e della libertà

 

 

 

PATRICK MODIANO ,      INCIDENTE NOTTURNO ,   Einaudi

E’ notte. A Parigi è scesa la nebbia. Una Fiat verde acqua investe un ragazzo che viene portato in ospedale. Una donna è al volante, una donna

misteriosa, forse già conosciuta un tempo. Restano sulla strada una scarpa troppo stretta, un passaporto falsificato e un giaccone sporco di sangue.

Un incidente banale riapre possibili vie del passato e dà inizio a un’inchiesta attraverso la città
Benito Mussolini, Il mio diario di guerra, Il mulino, a cura di Mario Isnenghi
Raffica di artiglieria austriaca. Crepitio di proiettili. Schianto di rami. Turbine di schegge. Un grosso ramo, stroncato da una granata, si è abbattuto sul mio riparo. Ci sono due feriti nella mia compagnia. Passa un morto del XXXIX battaglione. Un altro morto degli alpini. II bombardamento è finito. È durato un’ora. I bersaglieri escono dai ripari. Si canta”. L’autore è Benito Mussolini e Il Mulino riporta in libreria il 14 gennaio Il Mio Diario di Guerra. Il volume è curato da Mario Isneghi. Lo storico, che ha insegnato Storia contemporanea all’Università Ca’ Foscari di Venezia, è stato il primo studioso ad attirare l’attenzione su questo testo, che per molto tempo l’impronunciabilità politica del nome del suo autore ha impedito di cogliere la rilevanza e l’originalità del diario mussoliniano.

Seuge sul sito : http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/2016/01/09/esce-il-diario-di-guerra-di-mussolini_ff44d6de-a069-46e2-ae90-a40b99f6300f.html

Con il Mulino Mario Isnenghi ha pubblicato anche La tragedia necessaria (nuova ed. 2013), L’Italia in piazza (2004), Le guerre degli italiani (2005), La Grande Guerra (con G. Rochat, 2008). Il mito della Grande Guerra, ripubblicato nel 2014, fa di lui lo storico più autorevole del conflitto mondiale.

 

Giuseppe Catozzella, Il grande futuro, Feltrinelli

Amal nasce su un’isola in cui è guerra tra Esercito Regolare e Neri, soldati che in una mano impugnano il fucile e nell’altra il libro sacro. Amal è l’ultimo, servo figlio di servi pescatori e migliore amico di Ahmed, figlio del signore del villaggio. Da piccolo, una mina lo sventra in petto e ora Amal, che in arabo significa speranza, porta un cuore non suo.Amal e Ahmed si promettono imperitura amicizia, si perdono con i loro sogni in mezzo al mare, fanno progetti e dividono le attenzioni della affezionata Karima. Vivono un’atmosfera sospesa, quasi fiabesca, che si rompe quando le tensioni che pesano sul villaggio dividono le loro strade. In questo nuovo clima di conflitti e di morte anche Hassim, il padre di Amal, lascia il villaggio, portando con sé un segreto inconfessabile.
Rimasto solo, Amal chiede ancora una volta il conforto e la saggezza del mare e il mare gli dice che deve raggiungere l’imam della Grande Moschea del Deserto, riempire il vuoto con un’educazione religiosa. Amal diventa preghiera, puro Islam, e resiste alla pressione dei reclutamenti. Resiste finché un’ombra misteriosa e derelitta riapre in lui una ferita profonda che lo strappa all’isolamento. Allora si lascia arruolare: la religione si colma di azione. L’educazione militare lo fa guerriero, lo fa uomo. Lo prepara a trovare una sposa per generare un figlio. Ma è proprio questo l’unico destino consentito? Qual è il bene promesso? L’avventura di vivere finisce davvero con la strage del nemico?
Con leggerezza e pienezza “alla Mark Twain” Giuseppe Catozzella racconta una storia che, attraverso la leggenda, cerca il presente e nel presente si avvita. Con febbrile determinazione.

Lì, fuori dallo scafo, le braccia alzate al cielo e gli occhi chiusi, sentivo con la precisione delle cose certe che avrei vissuto in eterno.

 

Dario Fo, Razza di zingaro, Chiarelettere

Uno zingaro campione di boxe sfida il nazismo. Una storia toccante e vera.
Il nuovo romanzo del premio Nobel Dario Fo.

Lui è Johann Trollmann (1907-1943), pugile sinti nella Germania nazista, il più bravo di tutti, ma c’è un particolare: è uno zingaro. La vita di Johann comincia subito di corsa, da quando, bambino, scopre la boxe e sale sul ring portando con sé i valori e la tradizione della sua gente, e guadagnando strepitose vittorie, una più emozionante dell’altra, con il pubblico (soprattutto femminile) in visibilio. Ma uno zingaro non è come gli altri
tedeschi: come può rappresentare la grande Germania alle Olimpiadi del 1928?
Le strade del successo ben presto gli vengono sbarrate, il clima politico peggiora, il nazismo travolge tutto, anche la sua vita e quella della sua famiglia. Non importa che Johann sia il più bravo, il titolo di campione dei pesi mediomassimi gli verrà negato, nonostante la vittoria sul ring. Da quel momento la sua vita diventa impossibile: prima il divorzio cui è costretto per salvare la moglie e la figlia, poi la sterilizzazione, la guerra cui partecipa come soldato e infine il campo di concentramento e l’ultima sfida, quella decisiva, contro il kapò, che vincerà, e per questo sarà punito. Con la morte. Dario Fo, grazie a una ricerca meticolosa e storicamente ineccepibile di Paolo Cagna Ninchi, ancora una volta recupera una vicenda vera e dimenticata e la propone in una vibrante ricostruzione narrativa alla nostra attenzione distratta: un modo efficacissimo per parlare indirettamente del presente che non vogliamo vedere. Solo di recente la Germania ha riconosciuto il valore e l’autenticità di questa storia consegnando alla famiglia Trollmann la corona di campione dei pesi mediomassimi negata a Johann ottant’anni prima.

 

Curiosamente, anche Frassinelli propone un libro con il medesimo protagonista, sempre uscito in questi primi giorni dell’anno: Mauro Garofalo, Alla fine di ogni cosa.

Ogni giorno vissuto come se fosse l’ultimo. Ogni incontro, ogni parola pronunciata, l’ultima occasione. “La prima volta che ho sentito il nome di Jo

English: Johann Wilhelm Trollmann

English: Johann Wilhelm Trollmann (Photo credit: Wikipedia)

hann Rukeli Trollmann avevo appena finito di allenarmi al sacco. Con le mani ancora fasciate e i guantoni, appresi la vicenda del pugile a cui il Nazismo aveva tolto il titolo di campione perché “zingaro”. Per tutta risposta, la volta dopo Trollmann era salito sul ring con il corpo cosparso di farina, i capelli tinti di giallo, si era lasciato battere. Quell’uomo aveva messo in scena la sconfitta dello stesso fanatismo ariano che ora lo crocifiggeva; aveva avuto il coraggio di guardare dritto in faccia il grande male del Novecento. Mi resi conto che quella non era una storia qualsiasi, era una sfida. E dovevo seguirla.” Mauro Garofalo racconta la storia del campione tedesco di pugilato degli anni Trenta Johann Trollman, detto Rukeli, come solo i grandi romanzieri sanno fare: si fonde con il suo personaggio, ne assume lo sguardo e le emozioni e ci porta con lui nel momento più terribile della Storia, facendoci vivere una vicenda umana e sportiva, tragica e bellissima.

 

 

 

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LO Stato francese concede alle librerie che ne fanno richiesta la possibilità di ricevere fondi per la creazione di scaffali di poesia e di teatro, generi che di solito non garantirebbero un indice di rotazione elevato. Un altro concetto di cultura, evidentemente.

In libreria, Le giovani Parole, di Mariangela Gualtieri (Einaudi). Grande poesia!

 

È un respiro largo quello che attraversa quest’ultima raccolta poetica di Mariangela Gualtieri, fatto del ritmo delle stagioni e delle generazioni, ascolto del silenzio, risveglio primaverile della terra, ebbrezza di vita connessa a ogni forma della natura. Ma nel libro non manca il lato ombroso, il vento che scuote, le «formiche mentali» che intasano la testa e impediscono il senso più leggero e piú compiuto della gioia. Dunque le poesie di queste pagine sono anche luogo alto di raccoglimento sulla trama e le connessioni del mondo sensibile, attraverso la parola ma anche attraverso lo «stare fermo» del corpo o lo sguardo sulle cose dato dalla lente di un microscopio. Lo «stile semplice» della Gualtieri è il punto d’arrivo di questo percorso spirituale e il punto di forza della sua piú recente poesia. Uno stile semplice ma ricchissimo di risonanze letterarie, da Bruno Schulz, al quale è dedicata un’intera sezione, ad altri autori amati con i quali la poetessa intreccia versi e parole in una sorta di grande e potente preghiera collettiva.

Sentiamo la notte quella vastità
tutta sopra il tetto della casa
sopra il letto un richiamo di sfere
una pressione per entrare nel petto
tutto quel vasto nero assetto d’orbite.
Venga. Entri.
Quell’ingrandire, quel seminare sé
e liberare nell’aria il respiro.
Quell’impastare terra e sangue
e particelle e spegnere il pensare
per spalancamento cerebrale.
Il fiume è un impasto
di luce e acque accese.
L’ormeggio delicato si scioglierà da sé
appena salirai e quel viaggiare
avrà cominciamento. Andrai. Andrai. Andrai. –

———

 

Questo giorno io lo butto via
sparpaglio le sue ore ciondolando
guardo la pioggia fine solo stando
ferma, seduta qui al tavolino.
Lo butto come giorno che non conta
una cartaccia sporca, una buccia
niente di niente che si getta via.
Si chiama lunedì, si chiama aprile
numero ventinove, e piove piove
e sarei piena di cose da fare
per farne un giorno col suo risultato.
Ma l’ho detto. Sarà buttato, sperso
consegnato ad un ozio che non vale
se non come preghiera. Allora dire
ecco, io offro questo ciondolare
sull’altare del mondo affaccendato.
Faccio io il perno che non muove.
Il punto che sta fermo. Lo bado io
quell’immobile stato delle cose.

 

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Dietro le palpebre
c’è vastità
di altissime cime.
E sopra le cime
ancora un salire
senza chiodi né arpioni
senza neanche un’ala
o una fune.

E tutte le porto con me
in offerta alle antenne
vertiginose
batto lentamente
la pallina del cuore
assecondo questo freno potente
cancello le bandiere
innesto la mia vita
alle sponde di quel gran mare –
che è il cielo.

 

Mariangela Gualtiera, in azione


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SILVIO RAMAT

da Elis Island, Poesie da un esilio, di Silvio Ramat, Mondadori, 2015

 

XXXIX

 

Amica, a volte non mi riconosco.

E non è il trauma previsto – lo specchio

che ti rimanda una figura nuova

di te, segnata dal declino.

E’ altro,

è il rimpianto delle cose neglette,

di eventi che da sempre ho disprezzato.

Ecco, ultimamente, nella cornice

desertica di giorni che fra poco

non riuscirò nemmeno a enumerare

farsi strada una voglia di mercati

e fiere, di passare tra i banchetti

sfiorando i cenci le stampe le pentole

come non ho mai fatto nelle età

governate (ne ero certo) dal senno.

E nostalgia di voci, di rumori,

di passi che s’incrociano: un fastidio

ieri quand’erano troppi, un miraggio

oggi che te ne parlo senza voce.

 

16 luglio

 

Silvio Ramat, nato nel 1939 a Firenze, ha insegnato letteratura italiana contemporanea all’università di Padova. Accanto al fitto lavoro del critico (premiato nel 2001 dall’Accademia dei Lincei) c’è quello del poeta, con numerosi titoli raccolti nel volumeTutte le poesie 1958-2005 (2006). Sono poi usciti Il Canzoniere dell’amico espatriato (2009 e 2012), Banchi di prova (2011) e La dirimpettaia e altri affanni (2013). Per gli Oscar Mondadori ha curato Tutte le poesie di Alfonso Gatto (2005).

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VALERIO MAGRELLI ha appena dato alle stampe questo suo “canone personale” in cui compaiono 39 poeti per il Millennio:

Millennium Poetry – Viaggio sentimentale nella poesia italiana, Il mulino

Vorrei che queste 39 voci avessero la funzione che in cucina hanno gli aperitivi, ovverosia gli starters: cibi per cominciare, per aprire lo stomaco, nella speranza che il resto venga poi».

Chi non ha qualche verso prediletto? Nel confessare le sue preferenze, Magrelli suggerisce però un approccio particolare. Attento al multilinguismo e agli scambi fra culture, il suo lavoro presenta infatti sia poeti italiani che abbracciano altre lingue, sia stranieri che adottano la nostra come nel caso dell’inglese Milton, autore di un sonetto in italiano offerto all’italiano quale lingua d’amore. E appunto come un atto d’amore per la tradizione, questo libro è rivolto a chi voglia attraversare mille anni di versi in poche pagine.

>> Valerio Magrelli a Pane quotidiano

Valerio Magrelli professore di Letteratura francese presso l’Università di Cassino, collabora con «la Repubblica». Fra i suoi libri più recenti, oltre a «Nero sonetto solubile. Dieci autori riscrivono una poesia di Baudelaire» (Laterza, 2010), ricordiamo, per Einaudi, le prose di «Geologia di un padre» (2013) e i versi di «Il sangue amaro» (2014).

 

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Yves Bonnefoy, la voce più importante della poesia francese contemporanea

Il digamma. Testo francese a fronte, Es edizioni

“L’opera di Yves Bonnefoy (1923) si è affermata, nell’arco di oltre un sessantennio, come una delle più ricche e vitali del catalogo novecentesco per una serie di ragioni che ormai appaiono evidenti, e che sono riconducibili a una sostanziale capacità d’innovazione nella tradizione, oltre che per l’ampiezza d’interessi e di scritture (dalla poesia alla prosa, dalla critica alla traduzione), nella stretta sinergia fra creazione e pensiero. […] La storia poetica di Bonnefoy, che ha caratterizzato tutto il secondo Novecento ed è ancor oggi un baluardo di coerenza e attaccamento ai valori dell’uomo e della cultura in un’epoca che sempre più la minaccia, percorre dal Dopoguerra l’evoluzione della lirica contemporanea approdando a una poetica della presenza. […] ‘Il digamma’ si colloca in un lavoro di scrittura pienamente ‘di poesia’, che ama ultimamente affidarsi a raccolte snelle di testi in prosa, nei quali si può vedere per lo più la naturale evoluzione, sempre vitalissima, dei récits en rêve di Bonnefoy, testi che egli concepisce come il frutto del sogno ‘da svegli’, ovvero dell’azione di un immaginario vigile, proprio per distinguerli dai récits de rêve, le trascrizioni dei sogni notturni dei surrealisti, più preda della pulsionalità libidinale onirica, nella quale egli vede un pericoloso rischio di concettualizzazione dell’immaginario poetico.” (dall’Introduzione di Fabio Scotto)
Traduzione Fabio Scotto

 

 

 

 

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In uscita, quello che di certo è un vero e proprio avvenimento editoriale per chi ama la poesia:

Antonia Pozzi, Parole, Ancora

Prima e unica edizione integrale delle poesie di Antonia Pozzi.

La prima edizione integrale di tutte le poesie di Antonia Pozzi (con alcuni inediti). Il libro avrà un saggio introduttivo a cura di Graziella Bernabò e un profilo biografico di Antonia Pozzi curato da suor Onorina Dino.

L’ancora

Sono rimasta sola nella notte:
ho sul volto il sapore del tuo pianto,
intorno alla persona
il silenzio – che sul tonfo
della porta richiusa, a larghi cerchi
si riappiana.

Lenta nell’acqua oscura
del cuore –
lenta e sicura,
tra le alghe profonde
gli echi delle tempeste le lunghe correnti
le molli ghirlande di onde
intorno a inabissati
scogli –

lenta e sicura,
fino alle sabbie segrete giacenti
sul fondo dell’essere –
fida tenace, con i suoi tre bracci
lucenti
penetra l’àncora
delle tue parole:
– Tu aspetta me -.

16 dicembre 1934

 

English: Yves Bonnefoy on 2004. Français : Yve...

English: Yves Bonnefoy on 2004. Français : Yves Bonnefoy au collège de France en 2004. (Photo credit: Wikipedia)

 

 

 

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Furono tre le grandi carestie che colpirono l’isola, falcidiando il raccolto del prodotto principale delle terre, la patata: quella più grave cominciò proprio nel 1845, e si protrasse con forza fino al 1849. Mezzi di coltivazione inadatti, la peronospora, l’errata politica agricola condotta dai dominatori britannici produsse esiti disastrosi: conseguenza della povertà e degli stenti fu la massiccia immigrazione verso nuove terre.

 

Un evento che ha lasciato echi indelebili nella memoria degli irlandesi, che naturalmente ha trovato echi letterari:

 

Patrick Kavanagh, con la sua poesia LA GRANDE FAME:

 

La grande fame

 

Terra è il verbo e terra è la carne

 

dove i raccoglitori di patate come spaventapasseri meccanici si muovono

 

lungo i fianchi della collina – Maguire e i suoi uomini.

 

Se li guardiamo per un’ora possiamo dimostrare qualcosa

 

della vita, distrutta dalla fatica sul Libro

 

della Morte? Qui i corvi schiamazzano sui vermi e sulle rane

 

e i gabbiani sono soffiati via dalle siepi come giornali vecchi,

 

per fortuna.

Segue…

 

ed ecco qualche romanzo:

 

Joseph O’Connor

Stella del mare, Guanda

Addio alla vecchia Irlanda

 

“Consideri in che angustie mi trovo. Nelle mie proprietà, da quattro anni, non c’è un uomo che mi paghi l’affitto. La morte di mio padre mi lascia possessore della metà di tutti gli acquitrini del Connemara del Sud, di una grande estensione di sassi e vile torba, e di un mucchio ancora più grande di conti protestati e salari non versati. Per tacere delle ragguardevoli imposte dovute al Governo”. Prese un pezzo di pane, bevve un sorso di vino. “Morire è molto costoso” e sorrise cupamente al Capitano. “A differenza di questo chiaretto, che è roba da quattro soldi”.

 

Joseph O’ Connor, quarantenne di Dublino, già noto da noi per titoli di successo come Cowboys & Indians e Il rappresentante, con il suo nuovo bellissimo romanzo Stella del mare porta alla ribalta un periodo storico di grande sofferenza per il suo paese, quando, a metà ‘800, una devastante malattia delle patate portò alla fame milioni di contadini, costringendoli all’emigrazione di massa. Il teatro d’azione del romanzo è la nave “Stella del mare”, diretta a New York, che ammassa nella terza classe centinaia di disperati, mentre in prima classe un gruppo di privilegiati trascorre il tempo in lauti pasti e furiosi litigi. Tra questi, un proprietario terriero ormai in rovina ma scelto come capro espiatorio per le colpe della classe aristocratica egoista e crudele, che è braccato da un malvivente imbarcato tra gli emigranti con il preciso compito di assassinarlo. Le storie personali dei due antagonisti, inconsapevolmente uniti dall’amore per la stessa donna, anch’essa sulla nave come governante dei figli del Lord, sono ricostruite attraverso flash back inseriti da un narratore occulto, che è poi uno dei personaggi, un giornalista americano, reduce da un’inchiesta sulla tragica carestia irlandese, che raccoglie materiale sugli eventi di cui è testimone a bordo, e attraverso il diario del Capitano e soprattutto testimonianze dirette, scrive il grande romanzo cui ha sempre aspirato.

Per questa storia assai complessa, circostanziata nella ricostruzione storica e appassionante nella trama che unisce la suspence del giallo e l’intensità dei grandi sentimenti, O’ Connor si è messo sulle tracce di un grande maestro, Charles Dickens (che appare nel libro in un divertente cammeo, intento a frugare i bassifondi cercando materiale per i suoi romanzi) utilizzando quindi un linguaggio che ricrea l’atmosfera vittoriana e rinnova la potenza della scrittura romanzesca nella sua stagione d’oro. Trad. Bocchiola M.

 

 

Peter Behrens, La legge dei sogni, Einaudi

Fergus ha quindici anni quando vede i suoi genitori e le sue sorelle morire di fame. Non possiede niente. Solo la rabbia e il desiderio di sopravvivere. Nel suo viaggio verso la salvezza Fergus farà la conoscenza di una banda di banditi bambini guidati da una misteriosa ragazzina, scoprirà i piaceri e le insidie della carne in una casa di piacere a Liverpool, rischierà la vita nei cantieri ferroviari del Galles in un estenuante corpo a corpo con la vita per guadagnarsi il diritto a esistere.
Siamo soliti immaginare la fine del mondo come un evento futuro, un qualcosa che deve ancora avvenire. Dimenticandoci che il mondo è finito molte volte, in molti modi. La Grande Carestia che travolse l’Irlanda a metà Ottocento fu questo: una catastrofe immane che significò la morte per milioni di persone e l’emigrazione in America come unica speranza per altrettanti disperati, in tempi in cui la traversata dell’Oceano era terribile e spesso fatale. Da lì a qualche anno la popolazione dell’isola si dimezzerà.
Raramente la Grande Carestia è stata descritta in una maniera altrettanto vivida e sincera, con una scrittura scabra, affilata, ma allo stesso tempo evocativa e dolente, degna di Cormac McCarthy.
Se la storia è un incubo da cui tentiamo di svegliarci, l’unica scelta per Fergus è sottomettersi alla legge dei sogni.  Trad di Maurizia Balmelli

 

Nial Williams, La nostra vita nelle stelle, Mondadori

rlanda, 1845. Il raccolto delle patate è andato distrutto e ciò basta a scatenare una spaventosa carestia che provocherà in pochi anni un milione di morti, dando il via a un’emigrazione obbligata. Quella di Francis Foley, il patriarca, e dei suoi 4 figli, Tomas, i gemelli Finan e Finbar e Teige è una saga familiare che li porta alla celebre conquista di un appezzamento nelle vergini terre del West, a cui partecipa Tomas, all’isola “segreta” dove il vecchio si rifugia con Teige, al viaggio dei gemelli con una carovana di zingari, alla fuga d’amore di Teige con la moglie di un’altro. Sulle loro vicende dominano i simboli della mitologia celtica e la natura, le costellazioni e le leggende millenarie della loro terra.  A. L. Zazo (Traduttore)

 

Colum McCann, Transatlantic, Rizzoli

Terranova, 1919: gli aviatori Alcock e Brown fanno rotta sull’Irlanda nel primo tentativo di trasvolata atlantica senza scalo, affidandosi, per esorcizzarne gli orrori, a un bombardiere modificato della Grande Guerra. Dublino, 1845: in tournée oltreoceano per promuovere la sua sovversiva autobiografia, Frederick Douglass trova negli irlandesi un popolo aperto alla rivoluzionaria causa dell’abolizionismo, nonostante la devastante carestia che impone ai poveri sofferenze terribili persino agli occhi di uno schiavo americano. New York, 1998: lasciata a casa la giovane moglie e un figlio appena nato, il senatore George Mitchell parte per Belfast con il compito di condurre a termine le trattative di pace nella martoriata Irlanda del Nord. Questi tre emblematici viaggi sono legati tra loro da una misteriosa lettera che attenderà un secolo prima di essere aperta, e dai destini di quattro donne determinate a curare le ferite della vita con la dolce ostinazione della femminilità.

 

e un bel volume per conoscere meglio la storia dell’isola:

 

Eugenio Biagini, Storia d’Irlanda dal 1845 a oggi, Il Mulino

Nel corso di centocinquant’anni l’Irlanda ha conosciuto la più devastante carestia dei tempi moderni, è divenuta l’economia industriale d’Europa in più rapida crescita, è passata dalla sussistenza alla globalizzazione avanzata. Insulare ma cosmopolita, monarchica e repubblicana, culla del moderno terrorismo eppure modello di democrazia parlamentare, con la sua cultura popolare, la sua musica e la sua antica lingua, l’Irlanda per gli italiani è ancora poco conosciuta. Questo libro offre un’introduzione aggiornata e critica ai temi e problemi che hanno segnato lo sviluppo di questa nazione nell’epoca contemporanea

 

 

 

 

 

 

 

 

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è in uscita un libro di Loretta Napoleoni dedicato all’Isis, per Feltrinelli (metà novembre), cosa che ci ha fatto venire in mente la realizzazione di una piccola bibliografia dedicata al tema, al mondo arabo e al rapporto con l’occidente, al fondamentalismo, alle primavere arabe.
L’altro titolo più recente è il numero monografico di Limes, di settembre 2014.

qui potete trovare la bibliografia:
https://app.box.com/s/z6gy2j38ea9v4l1z005z

qua un succinto depliant:
https://app.box.com/s/z6gy2j38ea9v4l1z005z

Per alcuni temi abbiamo pensato di proporre anche le schede, altri risultano di semplice lettura, per cui troverete solo i dati bibliografici

 

English: Portrait of Loretta Napoleoni Italian...

English: Portrait of Loretta Napoleoni Italiano: Foto di Loretta Napoleoni (Photo credit: Wikipedia)

 

un trailer di quel che trovate pronto per essere scaricato gratuitamente seguendo i link:

Loretta Napoleoni, Isis – lo stato del Terrore – CHI SONO E COSA VOGLIONO LE MILIZIE ISLAMICHE CHE MINACCIANO IL MONDO, Feltrinelli

Di immimente uscita

Le decapitazioni dei prigionieri, mostrate in video professionali che fanno il giro del mondo in pochi minuti. La pulizia etnico-religiosa nelle zone occupate dell’Iraq, con milioni di profughi sciiti, cristiani, yazidi. La proclamazione di un califfato, un ideale vecchio di secoli, che viene visto da milioni di musulmani nel mondo come una nuova speranza di riscatto. La milizia terroristica globale adesso è una milizia chiamata Isis, lo Stato Islamico dell’Iraq e della Siria. Ma chi sono questi miliziani? Perché decapitano i prigionieri sulla pubblica piazza mediatica globale?

LORETTA NAPOLEONI è un’economista, analista e scrittrice. Vive da trent’anni tra Londra e gli Stati Uniti occupandosi di terrorismo ed economia. Ha insegnato etica degli affari alla Judge Business School di Cambridge e conduce seminari in diverse università internazionali. Ha pubblicato tra l’altro Terrorismo S.p.a. (2005), Economia canaglia. Il lato oscuro del nuovo ordine mondiale (2008), I suoi libri sono stati tradotti in 18 lingue.

Titolo                       : Stati islamici e minoranze cristiane

Autore                       : Sale Giovanni

Editore                       : Jaca Book

Prezzo                       : EUR 19.00 IVA Assolta

Collana                       : Di fronte e attraverso n. 858

Pagine e formato             : 223 (8)

Tipologia di prodotto         : Libro

Negli Stati islamici mediorientali, dal Nord Africa al Pakistan, compresi Sudan, Penisola Arabica, Iraq, Iran, Turchia e Afghanistan, con l’aggiunta dell’Africa occidentale, sia sotto governanti arabi sia durante l’Impero ottomano, la vita delle comunità cristiane che precedevano l’islamizzazione è proseguita costantemente mantenendo le proprie tradizioni religiose culturali e artistiche.

La contemporaneità, invece, è caratterizzata da due fattori tendenti a sconvolgere equilibri e armonie secolari. Il peso delle potenze coloniali nell’Ottocento e nel Novecento ha provocato in questi Paesi una situazione di sottosviluppo che il petrolio non ha tolto. Anzi le differenze sociali si sono aggravate, legando, nonostante puntuali tentativi di indipendenza e di opposizione alle potenze occidentali, le élites ai benefici dell’oro nero e lasciando le popolazioni in un disagio crescente. Disagio e miseria sono divenuti terreno fertile, dopo l’insuccesso di vari movimenti comunisti, socialisti e nazionalisti, per movimenti fondamentalisti islamici, unica forma di protesta rimasta. Gli ulteriori interventi militari delle guerre del Golfo hanno appiattito l’immagine dei cristiani sulle responsabilità delle potenze belligeranti, accreditando anche atti persecutori. Il Medio Oriente sta perdendo ormai moltissimi cristiani, che emigrano lasciando proprio le terre del primo cristianesimo e provocando un impoverimento culturale per l’intero Medio Oriente.

 

EAN                           : 9788882723804

Stato editoriale             : In commercio (01/01/2008)

Titolo                       : Islam: Dall’apostasia alla violenza

Autore                       : Samir Khalil

Editore                       : Cantagalli

Prezzo                       : EUR 16.80 IVA Assolta

Pagine e formato             : 220 (8)

 

Samir ci aiuta a comprendere l’Islam e il modo in cui esso è vissuto, gli slanci spirituali e le difficoltà, il glorioso passato e l’arretratezza del presente, le vittime (cristiani, ma anche musulmani) e i carnefici. Fino a poco tempo fa, preti e missionari che lavorano in Africa del nord e in paesi asiatici musulmani, dove i cristiani sono minoranza e dove gli stranieri sono a mala pena accettati, non hanno mai sbandierato troppo ai quattro venti le violenze che i cristiani (e i musulmani) subiscono da parte del potere politico o dai gruppi fondamentalisti. In più, siccome il cristianesimo è visto come una religione straniera (sebbene sia nata in Medioriente), le notizie diffuse in Occidente hanno sempre rischiato di essere lette come una nuova forma di colonialismo culturale. Questo libro di Samir sgombro da ogni falsa cautela, ci aiuta a comprendere con realismo i problemi dell’Islam fino alla radice, che è l’ambiguità con cui è interpretato lo stesso Corano. Nel fare ciò, egli dà voce a tutti i musulmani che vorrebbero riformare e modernizzare l’Islam, ma non riescono, o non possono, per la violenza e l’intolleranza che domina il mondo musulmano, fra dittature, terrorismo e sharià.

 

 

 

 

EAN                          : 9788804597131

Stato editoriale             : In commercio (13/04/2010)

Titolo                       : Le origini della rabbia musulmana. Millecinquecento anni di confronto tra Islam e Occidente

Autore                       : Lewis Bernard

Editore                       : Mondadori

Prezzo                       : EUR 11.50 IVA Assolta

Collana                       : Oscar storia n. 523

Pagine e formato             : 439 (8)

 

Bernard Lewis, uno dei più celebri e autorevoli studiosi della civiltà mediorientale, propone in queste pagine una visione unitaria della multiforme vicenda del mondo musulmano e dei suoi problematici rapporti con l’Occidente: quindici secoli di guerra e coesistenza pacifica, di regni illuminati e regimi dittatoriali, di vette di eccellenza scientifica e letteraria e abissi di mise e terrore sanguinario. Con maestria divulgativa e spaziando dall’organizzazion della propaganda sotto la dinastia abbaside ai tragici fatti dell’11 settembre 2001, l’autore restituisce un affresco vivo e accessibile degli aspetti materi sociali, artistici e religiosi dell’Islam e ci guida nella difficile impresa di fare i conti con alcune delle domande più urgenti degli anni in cui viviamo Perché se, dopo l’attentato alle Torri Gemelle e le guerre in Afghanistan e in Iraq, la questione mediorientale è diventata di bruciante attualità, non si può pensare di risolverla senza prima calarla nel suo reale contesto storico, geografico, religioso e culturale.

SEGUE SUL SITO.

 

JIHAD E FONDAMENTALISMO

Titoli e schede

 

Il volume più recente è questo, in libreria da metà settembre:

EAN                           : 9788883714733

Stato editoriale             : In commercio (19/09/2014)

Titolo                       : Le maschere del Califfo,

Autore                       :

Editore                       : Limes Espresso

Prezzo                       : EUR 14.00 IVA Assolta

Pagine e formato             : xxxxx

Il numero 9/14 della rivista Limes si intitola “Le maschere del califfo” ed è dedicato ai jihadisti dello Stato Islamico e alle crisi che scuotono il Medio Oriente.

Che cos’è lo Stato Islamico? Chi lo usa e per quali progetti? L’Occidente e le partite del Golfo.

 

 

 

 

 

EAN                           : 9788830720527

Stato editoriale             : In commercio (01/03/2012)

Titolo                       : Cristiani e musulmani, una sola mano. L’Egitto di Piazza Tahrir dal dialogo alla democrazia

Autore                       : Ferrero Elisa

Editore                       : EMI

Prezzo                       : EUR 13.00 IVA Assolta

Pagine e formato             : 176 (8)

 

A un anno dalla rivoluzione egiziana nata in piazza Tahrir, questo volume ripercorre una catena di avvenimenti che stanno cambiando un’ampia area del mondo arabo. La base del libro è costituita da un diario che, oltre agli eventi finiti in prima pagina, racconta sentimenti, speranze e paure della gentE comune. L’esito finale della rivoluzione è ancora incerto. Il libro non contiene quindi un finale rassicurante ma ricostruisce in presa diretta un processo politico largamente inattesto. La “democrazia all’improvviso”, potremmo dire, pensando soprattutto ai sogni dei primi protagonisti della primavera egiziana: i giovani di Facebook e di Twitter, una generazione che ha messo da parte le vecchie ideologie – nazionalismo, fondamentalismo, socialismo – per misurarsi con la grande sfida di un radicale cambiamento nel mondo arabo. Ma potremmo anche dire i “paradossi della democrazia”, pensando che i veri beneficiari delle lotte di piazza oggi appaiono partiti attraversati da ideologie che di democratico hanno ben poco. Questo è stato il vero tema di fondo della rivoluzione, molto più che le contrapposizioni tra cristiani e musulmani o tra “moderati” e “fondamentalisti”, tra filoccidentali e filoarabi. Abbiamo ora di fronte uno scenario instabile, nel quale diverse spinte culturali, politiche e religiose cercano nuovi equilibri. Anche in questa fase sarà utile continuare ad ascoltare le voci di piazza Tahrir.

 

 

 

EAN                           : 9788879813594

Stato editoriale             : In commercio (19/03/2010)

Titolo                      : La spada dell’Islam. Il gihadismo globale da Al Zawahiri ad Abu Sayyaf

Autore                       : Aruffo Alessandro

Editore                       : Datanews

Prezzo                       : EUR 18.00 IVA Assolta

Collana                      : Short books

Pagine e formato             : 142 (8)

 

Un quadro delle correnti e delle organizzazioni militanti dell’estremismo islamico radicale tuttora operante in Medio Oriente, in Asia e con ramificazioni in Europa. Un viaggio nella storia recente del pensiero islamico gihadista e dei suoi teorici più autorevoli. Si parte da Abdallah Azzum “il giordano” militante e combattente in Afghanistan fautore di una gihad mondiale, per arrivare ad Al Zawahiri, il radicale sunnita operante in Egitto, e poi a Bin Laden sostenitore di una internazionale gihadista e infine ad Al Zarqawi e Abu Sayyaf.

 

 

EAN                           : 9788816412330

Stato editoriale             : In commercio (17/10/2013)

Titolo                       : Islam contro Islam. Movimenti islamisti, «jihad», fondamentalismo

Autore                       : Sale Giovanni

Editore                       : Jaca Book

Prezzo                       : EUR 14.00 IVA Assolta

Collana                       : Di fronte e attr. Libri civiltà cattolica

Pagine e formato             : 166 (8)

 

Le rivolte che hanno infiammato il mondo arabo dalle primavere del 2011 costituiscono uno degli eventi storici più importanti degli ultimi tempi. I recenti eventi della “seconda rivolta egiziana” hanno segnato una battuta d’arresto significativa nel tentativo di coinvolgere l’islam moderato e conservatore nel processo di modernizzazione e democratizzazione. In questo studio si traccia la storia dell’islamismo radicale e dell’islamismo conservatore negli ultimi decenni, esaminando le ragioni del loro sviluppo e del loro successo tra gli strati più poveri della società, nonché le loro richieste e rivendicazioni politiche e ideologiche. Particolare attenzione presteremo alla “ripresa”, su scala globale, della cosiddetta rivoluzione jihadista, che ha portato all’affermarsi nel mondo islamico della figura del combattente del jihad, che va incontro alla morte nella “via di Dio”. Le “azioni martirio” condotte dagli sciiti prendono di mira soltanto i nem ci combattenti. Le operazioni condotte dai sunniti, al contrario, in particolare dai membri di al-Qae-da, colpiscono indiscriminatamente senza risparmiare neppure i civili musulmani presenti sul luogo dell’azione. La lotta jihadista è ancora attiva negli scenari più caldi del pianeta, come in Siria, in Sudan, in Libia, in Pakistan e in Afghanistan.

 

 

EAN                           : 9788890713019

Stato editoriale             : In commercio (02/12/2013)

Titolo                       : L’Islam contro l’Islam. L’interminabile guerra fra Sunniti e Sciiti

Autore                       : Sfeir Antoine

Editore                       : ED-Enrico Damiani Editore

Prezzo                       : EUR 23.00 IVA Assolta

Collana                       : Logiche

Pagine e formato             : 280 (8)

Traduttore                   : Radjani A.

Tipologia di prodotto         : Libro

In “L’Islam contro l’Islam” Antoine Sfeir ricostruisce le origini storiche e teologiche di una guerra di religione oggi operante con effetti devastanti. Uno studio assolutamente essenziale per capire l’attuale evoluzione geopolitica del mondo islamico.

 

EAN                           : 9788815234810

Stato editoriale             : In commercio (08/03/2012)

Titolo                       : Martiri che uccidono. Il terrorismo suicida nelle nuove guerre

Autore                       : Tosini Domenico

Editore                       : Il Mulino

Prezzo                       : EUR 18.00 IVA Assolta

Collana                       : Saggi n. 766

Pagine e formato             : 193 (8)

 

Le lamiere divelte degli autobus israeliani, l’ecatombe delle Torri gemelle, la metropolitana di Londra sventrata, il sangue nelle strade di Kabul e nei mercati di Baghdad. Chi sono i giovani che si immolano quasi ogni giorno in Afghanistan, in Iraq e in Pakistan, massacrando innumerevoli civili inermi, e che sognano di fare altrettanto nelle capitali dell’odiato Occidente? Cosa li induce a una scelta così cruenta, di cui saranno essi stessi le prime vittime? Chi li incoraggia? Quali sono i gruppi armati che li mandano in “missione”? Questo libro ricostruisce con cura origini e sviluppi del fenomeno, decifra le idee che fanno di un suicida assassino un eroe e un martire, mette in luce le condizioni politiche, economiche e culturali che agevolano i gruppi terroristici e favoriscono l’arruolamento dei kamikaze. Infine, spalanca la “scatola nera” delle esperienze, delle motivazioni e delle emozioni che spingono gli attentatori al tragico paradosso di annientare se stessi e altri innocenti in nome di valori religiosi e ideali di giustizia.

 

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dal 18 al 26 ottobre, a Bologna, FESTA DELLA STORIA. Un appuntamento straordinario, qui potete seguirne tutti i dettagli, con gli innumerevoli appuntamenti : http://www.festadellastoria.unibo.it/

 

Una piccola selezione di nuovi testi sul tema: 

 

Il filo d’oro. Storia della scrittura,

Clayton Ewan,

Bollati Boringhierihttp://www.festadellastoria.unibo.it/

Trad Antonelli d’Oulx B

“Questa, ha scritto Ewan Clayton, presentando il suo libro, è la storia degli uomini che hanno cambiato la scrittura; e siccome noi siamo gli eredi delle scelte che loro hanno fatto, questa è anche la nostra storia”. Il filo d’oro della comunicazione scritta, la più antica e persistente delle tecnologie umane, si è dipanato lungo tutto il percorso dell’umanità per oltre tremila anni. Parte dalle pareti rocciose di Wadi el-Hol, nell’Alto Egitto, e da lì passa ai pezzi di coccio, al papiro, alle architravi marmoree, alla pergamena, alle tavolette di cera, alla carta cinese, fino ad arrivare allo schermo pixellato del computer e sui muri delle periferie metropolitane. Ogni parola, tracciata da chiunque, con qualsiasi mezzo e su qualsiasi superficie, ha mostrato chiaramente la storia che l’ha preceduta e dialogato in maniera serrata con il suo tempo e la sua società. Questo è “Il filo d’oro”: l’epopea di quel miracolo culturale che è la parola scritta, da sempre strumento insuperabile di comunicazione e motore del progresso culturale, scientifico e politico dell’umanità. Stiamo vivendo un periodo di svolta e di grandi cambiamenti tecnologici. Eppure mai come ora gli uomini hanno scritto con tanta abbondanza, e in questo loro gesto, forse inconsapevolmente, continuano a tramandare, adeguandoli al loro tempo, segni che sono figli di una storia lunga e sfaccettata, che poi è la nostra storia.

 

                La famiglia Rosselli. Una tragedia italiana,

                Rosselli Aldo, Castelvecchi

Questa biografia atipica e struggente è il racconto di una famiglia ferita dalla Storia, dove le vicende private si intrecciano con quelle dell’Europa e in cui l’autore si confronta con il valore e il peso di una profonda eredità morale. Aldo Rosselli comincia dall’amore tra i nonni Joe e Amelia e prosegue fino al periodo dell’esilio dopo la morte del padre Nello e dello zio Carlo, assassinati dai fascisti a Bagnoles-de-l’Orne nel 1937. Emerge così la forte presenza di Amelia, l’intelligenza e il coraggio dei due fratelli, la condivisione dell’impegno politico, i lutti che hanno trasformato quell’impegno in testimonianza. Più che una ricostruzione storica, “La famiglia Rosselli” è una sorta di evocazione, un flusso d’immagini che lo scrittore estrae dagli epistolari e dalle fotografie, quelle stesse foto che popolarono di fantasmi e interrogativi la sua mente di bambino. In queste pagine non c’è traccia di retorica, ma la capacità di materializzare gesti e volti, la volontà di riallacciare gli ideali e gli affetti, la memoria e la vita, di scavare dentro di sé alla ricerca di frammenti di felicità.

 

Storia dei grandi esploratori, Mirko Molteni, Odoya

In ogni epoca uomini ardimentosi osarono spingersi al di là della rassicurante linea del proprio orizzonte per affrontare l’ignoto. Nel testo di Molteni riemergono le testimonianze degli esploratori celebri e meno celebri che dalla più remota antichità arrivarono fino alle soglie dell’età moderna. Se i faraoni egizi spedivano bastimenti lungo il mar Rosso ed esploratori terrestri a tracciare vie carovaniere oltre le cateratte del Nilo, i fenici costeggiarono l’Africa, circumnavigandola. Quanto ai greci, le spedizioni militari di Senofonte e Alessandro Magno diedero loro occasione di marciare nei più ignoti recessi dell’entroterra asiatico. Gli imperatori della Cina spedirono ambasciatori nell’Asia centrale. Nell’estremo Nord le navi dei vichinghi arrivarono presto all’Islanda e da lì in Groenlandia e Nord America. Per le vie carovaniere lasciate in eredità da Gengis Khan si mosse anche Marco Polo, e per generazioni i mercanti europei ne seguirono le orme cercando floridi affari. Quando, nel XV secolo, le vie dell’Oriente tornarono a chiudersi, si aprì l’epoca delle grandi esplorazioni via mare: dalle missioni africane promosse da Enrico il Navigatore a Bartolomeo Dias, che doppiò il capo di Buona Speranza aprendo la via per l’India, raggiunta poi da Vasco da Gama. In seguito al rivoluzionario approdo delle caravelle di Colombo sulle sponde dei Caraibi, l’epopea delle scoperte geografiche fu sancita dal giro del mondo di Magellano, base per gli imperi coloniali dei secoli successivi.

 

 

MARCUS REDIKER

La nave negriera, Il mulino

 

«quando la Gran Bretagna e gli Stati Uniti abolirono il commercio di schiavi, cosa aveva prodotto la nave negriera? Aveva già portato nove milioni di persone dall’Africa al Nuovo Mondo… circa cinque milioni di persone erano morte in Africa, sulle navi e nel primo anno di lavoro nel Nuovo Mondo. Nel solo periodo che va dal 1700 al 1808 circa 500 mila morirono nella marcia verso le navi, altri 400 mila a bordo e ancora 250.000 poco tempo dopo l’arrivo a destinazione»

 

Dall’Africa all’America, il viaggio nell’Atlantico di schiavi e negrieri: la storia dello schiavismo si arricchisce con questo libro di un nuovo avvincente capitolo. Sotto la lente di ingrandimento, la nave quale microcosmo che riassume l’intero mondo della tratta. Grazie a una sequenza di storie esemplari, dedotte da fonti d’epoca, veniamo a sapere com’era fatta la nave, cosa vi accadeva, chi la popolava: gli schiavi, il capitano, la ciurma, gli ospiti eventuali, i mercanti. Ne scaturisce la vivida rievocazione di quelle terribili «prigioni galleggianti» che solcando l’oceano produssero insieme enorme ricchezza e altrettanta desolazione e dolore.

 

Marcus Rediker insegna Storia atlantica nell’Università di Pittsburgh. Fra i suoi libri: «I ribelli dell’Atlantico. La storia perduta di un’utopia libertaria» (con P. Linebaugh, Feltrinelli, 2004), «Canaglie di tutto il mondo. L’epoca d’oro della pirateria (Elèuthera, 2005), «La ribellione dell’Amistad» (Feltrinelli, 2013).

 

chiudiamo con un’opera suprema, dedicata alla Prima Guerra Mondiale: Joe Sacco ha dipinto nella Metro Parigina la sua versione della Battaglia della Somme. Ne è nato il graphic novel che segue:

 

LA Grande Guerra, JO SACCO, RIZZOLI LIZARD

 

Iniziata il 1° luglio 1916, la Battaglia della Somme è diventata il simbolo della follia della Prima guerra mondiale. Solo durante quel primo giorno vennero uccisi circa 21.000 soldati britannici e altri 57.000 vennero feriti. Quando l’offensiva si arrestò, i caduti erano più di un milione. In “La Grande Guerra”, il giornalista-fumettista Joe Sacco rappresenta gli eventi di quel giorno con un’opera panoramica muta, straordinariamente dettagliata: dal generale Douglas Haig alle imponenti postazioni di artiglieria dietro le linee, alle legioni di soldati che emergono dalle trincee per essere abbattuti nella terra di nessuno, fino alle decine di migliaia di feriti in ritirata e ai morti seppelliti in massa.

 

 

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Sul grande schermo, la vita di Christine de Pizan, Cristina di Pizzano, donna straordinariamente colta vissuta nella seconda metà del Trecento, originaria proprio della frazione del comune di Monterenzio. La regia è affidata all’esordiente Stefania Sandrelli, noi ricordiamo il bel libro che Maria Giuseppina Muzzarelli ha voluto dedicargli, e quello pubblicato nel 1996 da Regine Pernoud.

La scheda del film: http://www.comingsoon.it/scheda_film.asp?key=47611&film=Christine-Cristina

Regia: Stefania Sandrelli
Sceneggiatura: Giacomo Scarpelli, Marco Tiberi, Furio Scarpelli, Stefania Sandrelli
Attori: Amanda Sandrelli, Alessio Boni, Alessandro Haber, Roberto Herlitzka, Sara Bertelà, Paola Tiziana Cruciani, Blas Roca Rey, Antonella Attili, Mattia Sbragia

Un’ italiana alla corte di Francia. Christine de Pizan, intellettuale e donna ,
Muzzarelli M. Giuseppina, Il Mulino

Suo padre era originario di Pizzano, un paese vicino a Bologna. Lei, nata in Italia ma vissuta in Francia, fu sempre Christine de Pizan. Tra la fine del Trecento e i primi del secolo successivo, fu la prima donna intellettuale di professione. La sua figura è stata riscoperta negli ultimi anni in Francia e nei paesi di lingua inglese, e infine anche in Italia (dove Stefania Sandrelli sta preparando un film sulla sua vita). Il nuovo libro di Giuseppina Muzzarelli offre un breve e partecipato ritratto della vita e dell’opera di questa donna fuori dal comune. Era singolare, a quei tempi, il fatto che Christine ricevesse dal padre, noto medico e astrologo, una straordinaria istruzione; più tardi, rimasta vedova e priva di risorse, quell’istruzione le consentì di proporsi come scrittrice di apprezzate opere che lei stessa produceva e faceva miniare, facendosi in certo senso editrice avanti lettera. Scrisse opere di storia, di araldica, di poesia, riflessioni sulla pace, sulla guerra, sulla fortuna ma soprattutto fu oppositrice fiera ed efficace dei pregiudizi contro le donne.

Storia di una scrittrice medievale. Cristina da Pizzano ,
di Pernoud Régine, Jaca Book

Di origine italiana, Christine vive in Francia, nella seconda metà del XIV secolo, dove il padre è astronomo-astrologo e medico alla corte di Carlo V. La sua esistenza è colpita da prove e difficoltà: vedova a venticinque anni, con a carico tre figli oltre alla madre e i fratelli, caduta in disgrazia a corte, deve affrontare diversi ostacoli per affermare le sue capacità di scrittrice. I suoi conflitti personali, filtrati da una sensibilità poetica e da una non comune acutezza, divengono lo spaccato di un’epoca cerniera (la fine del ‘300 e l’inizio del ‘400) e danno voce ai problemi del tempo, dal suo punto di vista di donna

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Katyn, il film del maestro Andrzej Wajda  con Stanislawa Celinska, Andrzej Chyra e Magdalena Cielecka, riguardante i tragici fatti che seguirono l’invasione della Polonia durante la Seconda guerra mondiale, è sugli schermi. Qui sotto trovate il trailer, e la scheda di un saggio storico che ha indagato la ben triste vicenda

http://www.vivacinema.it/articolo/katyn-trailer-e-locandina/6888/

Pulizia di classe. Il massacro di Katyn
di Zaslavsky Victor, Il mulino

A seguito dell’alleanza tedesco-sovietica siglata in agosto, nel settembre 1939 i tedeschi invadevano la Polonia, scatenando la seconda guerra mondiale. In pari tempo l’Urss entrava in Polonia da est; durante quel periodo di occupazione, i sovietici catturarono migliaia di soldati dell’esercito polacco, e nell’aprile 1940 a Katyn fucilarono circa quindicimila tra ufficiali e “nemici di classe”. Il massacro venne poi scoperto dai nazisti allorché a loro volta occuparono quelle aree dopo l’attacco all’Urss. Quella scoperta fu l’inizio di una guerra di propaganda e disinformazione destinata a durare decenni.

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