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Posts Tagged ‘islanda’

giornata giusta per l’uscita di questo libro?
Un thriller dall’Islanda dal titolo significativo…

L’angelo di neve, Marsilio

 
 
Siglufjörður, cittadina di pescatori nel punto più a nord dell’Islanda, accessibile dal resto del paese solo attraverso un vecchio tunnel, è soffocata dalla morsa dell’inverno.
La temperatura è ben al di sotto dello zero, il vento scuote le tegole, e la neve che cade incessante da giorni la fa sembrare un luogo incantato dove tutto può succedere. Finché qualcosa di inaspettato succede davvero. Una giovane donna viene ritrovata in un giardino priva di sensi, in una pozza di sangue. Un vecchio scrittore muore nel teatro locale in seguito a una caduta.
Ari Þór, ex studente di teologia diventato poliziotto quasi per caso, si immerge nell’indagine malvolentieri, stretto tra la nostalgia della fidanzata rimasta a Reykjavík e la diffidenza di una comunità che fa fatica ad accoglierlo. In un clima di tensione claustrofobico, dovrà imparare a farsi largo tra l’attenzione morbosa della stampa e i segreti dei residenti, a convivere con le bufere sferzanti e a trovare la strada della verità in un buio senza fine.
Ragnar Jónasson  (1976) vive a Reykjavík. Avvocato e giornalista, insegna diritto d’autore all’università ed è anche un noto traduttore (sue le traduzioni di Agatha Christie in islandese). È l’autore della serie Dark Iceland, un successo internazionale, di cui L’angelo di neve è il primo episodio.

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Landmannalaugar region

Landmannalaugar region (Photo credit: Wikipedia)

Freddo e paura vi avvolgeranno per bene in questo thriller arricchito da un pizzico di mistero soprannaturale, trascinandovi nel buio totale dell’inverno islandese, sorretto da un ritmo narrativo incalzante!

Yrsa Sigurdardóttir, Guardami, Saggiatore

 

Islanda, inverno 2008. Un incendio uccide in modo atroce quattro disabili e il custode della residenza in cui vivevano. Le autorità individuano il colpevole in un ragazzo down che, condannato per aver appiccato il fuoco, viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico. È ancora prigioniero della struttura quando, due anni dopo, un avvocato si interessa al suo caso e, sicura che il mistero dell’incendio nasconda altro, decide di fare chiarezza.

Ma la luce di Islanda, abbagliante, sa essere ingannevole: cancella i contorni, la profondità, e anche le facciate bianche delle case borghesi, linde, ordinate, possono nascondere legno marcito. Le ricerche si impantanano, girano a vuoto, inquietanti apparizioni spettrali infestano le notti troppo lunghe e le piste più promettenti si rivelano specchietti per le allodole: la verità, questa volta, potrebbe essere troppo distante, celata nel mondo impenetrabile di un giovane autistico, nei suoi disegni che sono squarci, e nei silenzi di una donna costretta a letto dalla paralisi, in quei suoi occhi spaventati di animale in trappola.

In questo romanzo, che è anche il tentativo riuscito di sottrarre l’Islanda alla spettacolarità dei suoi scorci naturali per indagarne la disgregazione umana e morale, le periferie lugubri e deserte, Yrsa Sigurdardóttir insegue una scrittura secca ma empatica, piana ma non per questo confortevole, e tende con maestria i fili di un thriller che spiazza, mozza il fiato: per il freddo, per la paura.

 

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Assicuratevi di essere soli e che i vicini non facciano rumore. Scegliete la vostra miglior poltrona, e gustatevi appieno questo vero e proprio distillato del meglio che la letteratura possa offrirvi di questi tempi. Non c’è una sola riga in questo libro che sia inutile, che non valga la pena di centellinare come un Sauterne di pregio, e che non sia colma di poesia. Stefansson  torna a raccontarci l’Islanda semplice di un tempo, quando qualcuno poteva vivere in regioni remote senza mai toccare il denaro, portando ai nostri occhi protagonisti semplici, pieni di umanità. La natura leopardianamente aspra quanto incantevole (la tristezza degli angeli è la neve), lo scorrere del tempo, l’alternarsi delle stagioni e dei sentimenti umani, tutto viene reso con pagine  piene di lirismo, in cui emerge il potere universalmente salvifico della parola scritta, dell’universo che si ricompone e rigenera grazie ai libri. Tra i migliori libri dell’anno, sì

 

La tristezza degli angeli, Jon Kalman Stefansson, Iperborea

traduzione di S.Cosimini

 

È la tristezza degli angeli la neve che cade dal cielo illuminando i lunghi inverni d’Islanda, e che le raffiche dei venti trasformano in accecanti bufere. Il postino Jens è scampato a stento alla loro furia quando arriva alla locanda del Villaggio, soccorso dal ragazzo orfano che vi è stato accolto dopo aver perso in mare il suo unico amico. Insieme dovranno affrontare un’ultima, estrema missione per portare la posta nei lontani fiordi del nord, dove il mondo cede il passo all'”inverno eterno”. Un uomo e un ragazzo. Un ruvido “gigante muto” con un amore segreto e troppi pesi sul cuore che cerca espiazione tra i ghiacci della brughiera. Un giovane alle prese con la ricerca di sé e la scoperta dei sensi che crede nel potere salvifico delle parole, nella profondità del sentire “che rende l’umanità sublime e maledetta”. Due solitudini inconciliabili si uniscono in una marcia epica attraverso l’inferno bianco, una battaglia fraterna per difendere la dignità dell’uomo contro il crudele mistero della natura. Con la voce incantata della poesia e la grazia di una visione che fonde cuore e pensiero, Jón Kalman Stefánsson racconta un viaggio verso l’origine stessa dell’esistenza, dove la più dura costrizione convive con la più vertiginosa libertà, e alla dolce tentazione della morte si oppone quella luce che portiamo dentro e che nonostante tutto rifiuta di cedere alle tenebre, perché “siamo a bordo di una barca che fa acqua”, ma “con le nostre reti marce vogliamo pescare le stelle”.

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