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Posts Tagged ‘La donna dai capelli rossi’

in libreria, il nuovo libro del Nobel Orhan Pamuk, La donna dai capelli rossi
 
 
 
La storia di Cem comincia con un vuoto, quello lasciato dal padre, dissidente comunista nella Istanbul degli anni 80; scompare per lunghi periodi, imprigionato e torturato dal regime, lasciando al figlio adolescente insicurezze e domande senza risposta. A colmare questa assenza una passione quasi compulsiva per la lettura che, alimentata nella bottega di un libraio dove lavora per breve tempo, si trasforma nel sogno di diventare scrittore. La mancanza di una figura autorevole e la sensazione di un definitivo abbandono da parte del padre per motivi diversi da quelli politici, rafforzano il suo legame con il mastro dei pozzi, Mahmut Usta, con il quale va a lavorare nonostante la contrarietà della madre che lo vuole studente universitario. Mahmut lo prende come apprendista, lo chiama” Signorino”, stigmatizzando la sua origine borghese, stabilisce con lui un rapporto severo, esigente ma colloquiale.
 
Cem è affascinato dal mito di Edipo e da quello di Rostam e Sohrab, che ha scoperto nel Libro dei re, archetipi, in culture diverse, del rapporto tra padri e figli. Questi racconti lo accompagnano mentre cerca l’acqua con il mastro, scava un pozzo che non sembra voler ripagare la faticosa, e ossessiva, ricerca. Altre storie vengono raccontate dopo ĺe dure giornate di lavoro da Mahmut che mescola fatti veri con racconti di tradizione popolare.

Orhan Pamuk, turkish novelist.

Orhan Pamuk, turkish novelist. (Photo credit: Wikipedia)

 
L’incontro casuale con la Donna dai Capelli Rossi segnerà la sua vita; la cerca ovunque, la trova in un teatro itinerante che recita il monologo della madre di Sohrab ucciso involontariamente da Rostam. Il mito si ripresenta nella vita del protagonista fino alla fine, lo accompagnerà tutta la vita come commento dei suoi rapporti irrisolti. La passione tra la donna e Cem dura solo una notte, poi lei e il teatro se ne vanno. Abbandonato il Mastro la vita riprende il suo cammino, Cem diventerà un ricco costruttore, non di parole e storie come sognava, ma di edifici in una città in pieno sviluppo. Ma l’abbandono di Mahmut Usta è avvenuto in modo drammatico e l’uomo di successo è tormentato dai rimorsi, ossessionato dai sensi di colpa. Ragazzo senza padre, con una moglie che non può dargli figli, Cem colma i vuoti con la ricchezza. Ma riceverà una lettera che cambierà la sua vita con esiti imprevedibili.
 
L’autore riconosce il debito che ha nei confronti di Dostoevskij; la sua storia, come tante altre scritte da Pamuk, illumina le passioni e le debolezze umane con un respiro universale anche se ambientate in una amatissima Istanbul, colta nei suoi contradditori aspetti, nel suo incerto progredire tra passato e presente, desiderosa di conservare la sua cultura ma aperta all’Occidente.
 
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«Mai come in questo momento la pubblicazione di un romanzo di Orhan Pamuk interroga l’Occidente. Insignito del premio Nobel, cantore della Istanbul entrata al giro del secolo negli itinerari turistici europei, lo scrittore si è assunto il ruolo antico di mediatore culturale tra il vicino Oriente e un perduto Occidente. Nello stesso volgere di anni, la Turchia sperimentava tutte le posizioni, le contraddizioni, le lacerazioni del vivere al confine tra due mondi, duecivilizzazioni, due epoche. Fino alla cronaca di questi giorni. E la cronaca di questi giorni ci narra immancabilmente di oppressione, violenza, resistenza, di un’esistenza storica in preda a brutalità preistoriche, di ferite immedicabili» (Antonio Scurati, «La stampa» del 07/01/2017, link).
 
 
 
Traduzione di Barbara La Rosa Salim

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