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Posts Tagged ‘La lepre’

John le Carré, 1964

Image by John McNab via Flickr

 

I MIGLIORI GIALLI DEL 2010 /secondo Atlantide
ALFREDO COLITTO, I DISCEPOLI DEL FUOCO, PIEMME

Una trama incalzante, personaggi ben caratterizzati e uno sfondo storico sontuoso, la Bologna del Trecento, evidentemente studiata con scrupolo dall’autore: anche il secondo giallo con protagonista Mondino Dè Liuzzi è in grado di tenere avvinto il lettore!

R.T.RAICHEV, INTRIGO A GOA, ELLIOT

Gialli all’inglese: chi non cerca scene truculente, uccisori seriali, ma predilige l’indagine, il colpo di scena, la spruzzata d’ironia, può rifugiarsi nelle serene indagini della bibliotecaria Antonia Darcy (un cognome che è una garanzia!)

LUIGI DE PASCALIS, ROSSO VELABRO, LA LEPRE

Anno 363, Roma e il suo impero sono al tramonto. In una cornice affascinante, tra nuovi e vecchi culti, corruzione e cospirazioni, un complotto cercherà di sostituire l’Imperatore Giuliano per creare una nuova classe dirigente filo cristiana.

JOHN LE CARRE’, IL NOSTRO TRADITORE TIPO, MONDADORI

Dopo la fine della guerra fredda, il mondo può apparire deludente nel suo complesso, ma gli spunti per un autentico maestro della Spy Story non mancano di certo, sempre abilissimo a cogliere e descrivere gli intrecci tra potere e affari illeciti!

HAYKOL ESMAHAN, HOTEL BOSFORO, SELLERIO

Una libraia tedesca in terra turca, tra Oriente e Occidente, è l’inconsueta detective di questo piacevolissimo e godibile thriller. Che gusto scoprire il caos di Istanbul, districarsi tra i pregiudizi e gli stereotipi dei tedeschi nei confronti dei turchi, e viceversa!

SAM EASTLAND, L’OCCHIO DELLO ZAR, IL SAGGIATORE

Un incalzante thriller ambientato ad una decina di anni di distanza dalla rivoluzione russa: ottime le descrizioni del periodo, molto interessante il personaggio principale, ripreso nella sua parabola dannata: dai gulag siberiani al servizio della paranoica Urss di Stalin!

TONY HILLERMAN, SKELETON MAN, RIZZOLI

Nelle terre degli Hopi, nel New Mexico, una rapina a mano armata terminata con la morte del gioielliere vede un facile colpevole in un ragazzino indiano: ma qualcosa avvenuto cinquant’anni prima cambierà il corso della storia!

MICHELE GIUTTARI, LE ROSE NERE DI FIRENZE, RIZZOLI

Michele Giuttari, poliziotto e scrittore, torna ad affrontare con questo thriller tematiche incontrate nella sua lunga carriera investigativa, alcune già divenute motivo di spunto per i suoi libri con protagonista il comm.rio Ferrara: il mostro di Firenze, i servizi segreti, le sette.

NICK PIZZOLATTO, GALVESTON, MONDADORI

Una storia noir on the road, sulle strade malinconiche di Louisiana e Texas

BILL JAMES, CLUB, SELLERIO

Dopo Protezione e Confessione, ecco il terzo episodio della serie Harpur e Iles, poliziotti sempre in bilico tra legge e crimine. Ritmo forsennato, dialoghi fittissimi e tanti colpi di scena

SEBASTIAN FITZEK, SCHEGGE, ELLIOT

Schegge: un thriller fulminante dal ritmo vorticoso in cui anche il piu’ piccolo particolare e’ importante; si legge tutto d’un fiato, si entra nel meccanismo mentale di Marc Lucas e non se ne esce indifferenti

MARILU’ OLIVA,TU LA PAGARAS! ELLIOT

Bologna notturna fa da sfondo a questo conturbante noir di Marilù Oliva, una città che diventa viva proprio al calare delle tenebre.

CHRISTIAN MORK, DARLING JIM, MARSILIO

Molto originale! A tratti noir, a tratti gotic horror, con solide basi nella mitologia  medievale irlandese, terra in cui è ambientato, un pizzico di fantastico. Di certo nero e inquietante, come ci ricorda del resto anche la sua copertina

LINWOOD BARCLAY, IL VICINO DI CASA, PIEMME

un noir originale e di avvincente lettura: cosa accade se i vicini di casa vengono uccisi, e cominci a immaginare che forse il killer cercava te?

TIM WILLOCKS, IL FINE ULTIMO DELLA CREAZIONE, CAIRO

“forse il miglior thriller carcerario mai scritto, di una forza surreale e terribile” Parole di James Ellroy.

LARS KEPLER, L’IPNOTISTA, LONGANESI

Lars Kepler, pseudonimo di una coppia di autori, nuovo talento del giallo scandinavo: un thriller quanto mai elegante, rapido e un tantino truculento destinato a scalare le classifiche. Il thriller nordico più amato degli ultimi mesi

WILLIAM MCILVANNEY, LAIDLAW – INDAGINE A GLASGOW, TRANCHIDA

Un poliziesco a tinte forti ambientato nelle squallide periferie di Glasgow: il protagonista, Jack Laidlaw è un poliziotto dai metodi poco convenzionali. Da non perdere!

GONZALES LEDESMA, NON SI DEVE MORIRE DUE VOLTE, GIANO

Ledesma è un vero esploratore della realtà che lo circonda: lo scrittore ottantatreenne continua a stupire con i suoi noir affilati, capaci di indagare con precisione un momento storico particolare attraverso l’ investigatore Mendez

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La Roma in piena decadenza del quarto secolo dopo Cristo, ormai in procinto di essere surclassata da Costantinopoli, nuovo faro della civiltà, un magistrato ancora fedele ai culti pagani, un complotto forse ordito dai cristiani, un delitto. Sono gli elementi di un affascinante  e denso romanzo storico, ben combinati con ottimi squarci sulla vita di una città in cui il religioso era ben presente nel quotidiana, una metropoli multietnica e zeppa di culti diversi, sporca e corrotta.

La prima stesura dell’opera risale al 1985, per essere poi pubblicata molto tempo dopo nel 2003 da Irradiazioni, e che può aspirare ora ad una platea molto più ampia grazie al nuovo editore e al grande interesse per il genere, il thriller storico!

Luigi De Pascalis,
Rosso Velabro. Delitti e magia nella Roma del IV secolo, La lepre

Roma, primavera dell’anno 363 d.C. L’Impero è al tramonto.
Treviri e la Nuova Roma di Costantino contendono all’Urbe il ruolo e il prestigio di capitale, i germani premono alle frontiere, i cristiani ambiscono all’amministrazione dello Stato mentre l’imperatore Giuliano conduce una difficile guerra contro i persiani.
Nell’arena dell’Anfiteatro Flavio l’invincibile gladiatore Armodio si lascia uccidere da un misterioso avversario. Poco dopo, in un cubiculum del teatro di Marcello viene assassinata la bella Domizia, moglie del prefetto dell’Urbe Lavinio Regolo il quale, durante una cerimonia d’iniziazione mitraica, è irrorato dal sangue sacrilego di una vittima umana anziché da quello salvifico di un toro.
La difficile indagine è affidata all’edile Caio Celso e al suo braccio destro, Alipio, che ben presto si troveranno al centro di un intrigo politico-religioso volto a sostituire l’imperatore Giuliano e creare una nuova classe dirigente filo-cristiana.
Lo scontro, sul piano fisico e metafisico, è fra dèi superni e dèi inferi, fra paganesimo e cristianesimo, tra uomini e dèi. Un giallo avvincente e sui generis, una trama che si dipana con perizia e coraggio tra poliziesco e narrativa fantastica.
Impossibile non scorgere alcune inquietanti analogie tra la Roma del IV secolo e il mondo moderno…

Luigi De Pascalis è stato il primo scrittore italiano di genere fantasy a essere tradotto negli Stati Uniti, entrando nella storica antologia curata da Lyon Sprague De Camp nel 1967, che gettò le basi del genere. È stato definito “un Tolkien mediterraneo”. La sua formazione è tortuosa: ha studiato Medicina, si è laureato in Scienze Politiche, dopodiché ha fatto i più svariati mestieri, tra cui il pittore.  A New York è protetto dal grande critico d’arte Harold Rosenberg, a Firenze è allievo di Ragghianti, a Milano conosce Flavio Caroli che si innamora della sua pittura. Nel frattempo scrive. Vince due volte il Premio Italia per la letteratura fantastica ed è finalista al Premio Camaiore per la letteratura gialla.

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Ipazia di Alessandria, filosofa, matematica, astronoma, trucidata barbaramente dai cristiani su istigazione del vescovo Cirillo nel IV secolo dopo Cristo, figura diventata improvvisamente d’attualità grazie al film AGORA’ girato da Alejandro Amenabar finalmente approdato agli schermi italiani (  il cast , Rachel Weisz, Max Minghella, Rupert Evans , Oscar Isaac . il trailer lo trovate qui: http://www.youtube.com/watch?v=Bbcc38SZELc&feature=player_embedded )
una figura di certo memorabile, degna di essere sottratta all’oblio, a cui La lepre edizioni aveva dedicato un saggio particolarmente felice e fortunato, edito nell’ottobre 2009:

IPAZIA vita e sogni di una scienziata del IV secolo d.c.,  ANTONINO COLAVITO – ADRIANO PETTA , La lepre

Margherita Hack “Ipazia è una lezione da non dimenticare, è un libro che tutti dovrebbero leggere.”
Quattro edizioni e più di 25.000 copie vendute in tre mesi.

Alla vigilia della tanto attesa e tanto discussa uscita del kolossal Agorà di Alejandro Amenabàr, Ipazia è già un caso letterario e alimenta un dibattito che non accenna a smorzarsi.
La figura di Ipazia, alla quale si ispira il film con Rachel Weisz, è rimasta per molto tempo nell’ombra.
Ipazia era astronoma, matematica, musicologa, medico, filosofa, erede della scuola alessandrina e fu fatta massacrare da Cirillo, vescovo di Alessandria.
Con questo delitto la cultura occidentale ha definitivamente escluso la donne dalla sfera del sapere. La vita di Ipazia è una delle più antiche parabole su un conflitto secolare ma ancora attuale: fede e ragione, uomo e donna.
L’importanza di questo personaggio è ancora sottovalutata: per secoli la scienza sperimentale moderna ha creduto di avere un solo padre, Galileo, quando in realtà possiede anche un madre, nata 1200 anni prima di Galileo: Ipazia. Il ritratto che ci è stato tramandato è quello di una donna di intelligenza e bellezza straordinarie.
Fu l’inventrice dell’astrolabio, del planisfero e dell’idroscopio, oltre che la principale esponente alessandrina della scuola neoplatonica. Aggredita per strada, fu scarnificata con conchiglie affilate, accecata, smembrata e bruciata.
Questo assassinio è considerato dal grande storico Edward Gibbon, detto il Voltaire inglese, “una macchia indelebile” nella storia del cristianesimo.
Sul personaggio di Ipazia hanno scritto Voltaire, Diderot, Proust, Pèguy, Leopardi, Pascal, Cavino, Luzi e molti altri ancora.
Su Facebook esiste un gruppo che chiede: Dichiariamo festa nazionale il giorno della morte di Ipazia.
All’inizio del III millennio l’UNESCO, dietro richiesta di 190 stati membri, ha creato un progetto internazionale che intende favorire piani scientifici al femminile nati dall’unione delle donne di tutte le nazionalità, perché attualmente nell’ambito della scienza solo il 5% delle donne ricopre cariche di responsabilità. L’UNESCO ha chiamato questo progetto IPAZIA.
In studio Giancarlo Bosetti, direttore Reset, e Adriano Petta, studioso di storia della scienza. Al telefono Piergiorgio Odifreddi, matematico e scrittore.

in uscita il 4 maggio è invece questo testo de La Tartaruga Edizioni :
Ipazia Muore, Maria Moneti Codignola

In occasione dell’uscita nelle sale italiane dell’atteso e discusso Agorà di Alejandro Amenábar, distribuito dal 23 aprile 2010 con un anno di ritardo, La Tartaruga edizioni pubblica Ipazia muore, un romanzo unico e appassionato sulla vicenda umana della prima scienziata nella storia: l’astronoma e filosofa vissuta nel IV secolo d.C. che affrontò la persecuzione della chiesa fino alla morte, in nome della sua passione per la scienza, la libertà e la ricerca della verità.
considerate appannaggio maschile. Molte dovettero pagare questa passione con la vita, quasi fosse una colpa di cui vergognarsi.
La più nota, nella tarda antichità, fu senza dubbio Ipazia, scienziata e filosofa, nata ad Alessandria d’Egitto nel 370 d.C., inventrice di strumenti come il planisfero e l’astrolabio. Figlia del matematico Teone, e lei stessa prima matematica della storia, fu la più nota esponente alessandrina della scuola neoplatonica, circondata dal rispetto e con allievi giunti da ogni angolo del mondo.
Vissuta in un’epoca confusa e intollerante, segnata dallo scontro fra la civiltà ellenistica e il protocristianesimo, la fama di Ipazia suscitò l’odio del vescovo Cirillo al punto da fargli tramare la sua uccisione, avvenuta nel 415. Aggredita da un gruppo di monaci fanatici, fu trascinata in una chiesa e uccisa a colpi di conchiglie affilate. Mentre ancora respirava, le cavarono gli occhi come punizione per aver osato studiare il cielo. Dopo averla fatta a pezzi cancellarono ogni traccia di lei bruciandola.
Protagonista di una pagina poco nota della storia – raccontata anche nel tanto atteso quanto discusso Agorà di Alejandro Amenábar – Ipazia è oggi considerata la prima martire pagana del fanatismo cristiano. Lo stesso storico Edward Gibbon ha definito il suo assassinio, messo prontamente a tacere, «una macchia indelebile» nella storia del cristianesimo. In questo romanzo l’autrice ricostruisce la vicenda umana della filosofa, con i suoi affetti, la sua sete di conoscenza e il suo bisogno di amore: una donna la cui volontà non diede mai segno di piegarsi a ciò che il destino e la sua epoca le avevano riservato.
Maria Moneti Codignola è docente di Filosofia Morale all’Università di Firenze. Ha studiato il socialismo utopistico, il pensiero illuministico, soprattutto francese, e la filosofia classica tedesca. È membro di alcuni gruppi internazionali di studio su temi di filosofia morale, utopia e bioetica. Ha pubblicato il saggio Non di solo amore (1990).

Protagonista di una pagina poco nota della storia – raccontata anche nel tanto atteso quanto discusso Agorà di Alejandro Amenábar – Ipazia è oggi considerata la prima martire pagana del fanatismo cristiano. Lo stesso storico Edward Gibbon ha definito il suo assassinio, messo prontamente a tacere, «una macchia indelebile» nella storia del cristianesimo. In questo romanzo l’autrice ricostruisce la vicenda umana della filosofa, con i suoi affetti, la sua sete di conoscenza e il suo bisogno di amore: una donna la cui volontà non diede mai segno di piegarsi a ciò che il destino e la sua epoca le avevano riservato.

Maria Moneti Codignola è docente di Filosofia Morale all’Università di Firenze. Ha studiato il socialismo utopistico, il pensiero illuministico, soprattutto francese, e la filosofia classica tedesca. È membro di alcuni gruppi internazionali di studio su temi di filosofia morale, utopia e bioetica. Ha pubblicato il saggio Non di solo amore (1990).
Non finisce qui, perchè Ipazia è protagonista anche di un libro per ragazzi.
Nel 2000 era uscito per Fabbri L’occhio del sole, ambientato nella biblioteca di Alessandria, sempre con protagonista la filosofa:

L’occhio del sole, Karel Vereyen, Fabbri
Alessandria, IV secolo d.C. Collanthus lavora nella biblioteca della città, la più grande del mondo. Hypatia, la direttrice, gli affida una serie di compiti delicati. E così il ragazzo si trova a viaggiare indietro nel tempo, immerso nella lettura di antichi papiri che parlano di Iside e di Osiride, della costruzione delle piramidi, di sofferenza e di mistero: la storia dell’Egitto scorre sotto i suoi occhi avvincenti come un romanzo. E poi c’è il romanzo d’amore, vero, questa volta, che lega Collanthus ad Aset, audace fanciulla promessa sposa a un sacerdote molto più vecchio di lei… Età di lettura: da dieci anni.

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