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La giovinezza e la maturità di Bianca Riario, i rapporti con la madre Caterina Sforza, gli intrighi dei potenti per conquistare il potere e la vita quotidiana sono ben descritti in questo godibile romanzo storico di Lisa Laffi, autrice emergente che dimostra di saper ben coniugare le competenze storiche con la narrazione intrigante. Brava!

 

Lisa Laffi, Il serpente e la rosa, I doni delle muse

 

Quando Bianca Riario è costretta ad abbandonare Roma per ritirarsi nella residenza di Forlì, è ormai rassegnata a un ruolo di secondo piano all’ombra della madre, Caterina Sforza. Guidata dallo storico Leone Cobelli, apprenderà tuttavia la complessità delle relazioni politiche che coinvolgono la sua famiglia, fino a comprendere il tradimento che si sta consumando ai danni del Serpente degli Sforza e della Rosa dei Riario. Unico indizio nelle sue mani, alcune quartine dal significato oscuro che parlano di complotti, in anni in cui è sempre più difficile distinguere alleati e nemici. Tra congiure e lotte per mantenere il potere, Bianca e Caterina tengono tra le mani le sorti della Romagna anche quando ogni speranza sembra vana.

Laureata in Conservazione dei Beni Culturali e insegnante di Lettere, Lisa Laffi vive a Imola dove per anni ha lavorato per il giornale Il Nuovo Diario Messaggero. È autrice di una commedia teatrale e di due saggi di storia locale, pubblicati all’interno di Pagina e vita di storia imolesi.

 

La dama dei gelsomini by Lorenzo di Credi Port...

La dama dei gelsomini by Lorenzo di Credi Portrait of Caterina Sforza. Location: Museum of Forlì in Italy. (Photo credit: Wikipedia)

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Italiano: Autore: Tiziano Rossano Mainieri Sog...

Italiano: Autore: Tiziano Rossano Mainieri Soggetto: Valle del Sillaro, vista con calanchi sulla Pianura Padana Immagine tratta da questa pagina (Photo credit: Wikipedia)

   

 

Emilio  Prantoni, Alle radici del Sillaro, Bacchilega

Frammenti di storia, cronaca, leggende

 

In queste pagine sono presentati, in modo esemplare, anche se non esaustivo, i molteplici aspetti che caratterizzano i paesi dell’alta valle del Sillaro, presentati da valle verso monte. Si parte da Sassuno, con il suo misterioso Dragone, si dà un’occhiata al Villaggio della Salute Più, sorto in un punto nevralgico del fronte invernale 1944-1945 durante la Seconda Guerra Mondiale, si scoprono le ricchezze naturalistiche, storiche e artistiche dei piccoli nuclei di Villa di Sassonero, di San Mamante e dei Casoni di Romagna, con le loro storie, a volte poco conosciute ma molto interessanti, come quella della miniera di rame del Sassonero, il cui minerale prendeva la strada per l’Inghilterra, oppure la strana storia della statua di Sant’Antonio a Casoni di Romagna.

Procedendo verso monte si incontrano i principali centri abitati della valle: Sassoleone, Belvedere, Giugnola e Piancaldoli. Per ciascuno di questi sono presentati numerosi argomenti che spaziano dalla leggenda alla storia, dall’architettura all’arte, dalle tradizioni al colore locale.

 

 

L’evoluzione del popolamento si intreccia con lo sviluppo delle strade e con le vicende politiche dei signori e dei governi che hanno dominato queste terre nei secoli. A volte la fantasia popolare ha dato vita a leggende meravigliose, ispirate a personaggi di rilevanza storica come il condottiero Annibale Barca o la Signora di Imola e Forlì Caterina Sforza, o a particolarità geologiche, come la salsa di Sassuno o le gigantesche ofioliti sparse tra le argille, che hanno fatto pensare a draghi confinati nel sottosuolo o a grandiose contese tra le forze del bene e del male, impersonate dal Diavolo e da San Zanobi.

 

Un’altra chiave di lettura interessante è quella che tiene conto della diffusione nella valle dei luoghi di culto, la cui presenza fa capire come fossero distribuite la popolazione e l’ economia in passato, visto che chiese, ospitali e altri centri ecclesiastici si reggevano grazie alle risorse che poteva dare il territorio nel quale si trovavano. I luoghi di culto, poi, rimandano a un altro aspetto importante del territorio, cioè l’entità del patrimonio artistico giunto fino ai giorni nostri. Dipinti, sculture ed elementi architettonici di pregio appartengono, infatti, nella maggioranza dei casi, agli edifici di culto, ancora in uso o meno, presenti nella valle.

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