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Posts Tagged ‘libri consigliari’

THE HEROES: il titolo fa riferimento ad una collina, così chiamata dagli “Uomini del Nord”, di importanza strategica per dominare il territorio. Perché di eroi ce ne sono pochini, nel senso tradizionale del termine, in questo romanzo. Che farebbe parte di un ciclo narrativo: The heroes è un volume a sé stante, al di fuori della cosiddetta Trilogia della Prima legge ( First Law).
Una sorta di “fantasy realistico” visto che non ci sono mostri, creature fantastiche, e altri elementi tipici del genere: ci sono però personaggi molto ma molto originali, presentati senza troppa epicità, ma con tutti i difetti degli esseri umani!

Decisamente, un nuovo gioiello presentato da un editore competente, candidato al David Gemmell Legend Award come miglior libro!

Joe Abercrombie, The Heroes, Gargoyle

Il booktrailer in inglese

 

Bremer dan Gorst, maestro di spade caduto in disgrazia, ha giurato di reclamare sul campo di battaglia l’onore perduto. È ossessionato dalla redenzione e assetato di violenza, dunque non gli importa molto di quanto sangue scorrerà, anche se si trattasse del proprio. Il Principe Calder non ha alcun interesse per l’onore e di certo non ha intenzione di finire ammazzato. Tutto quello che vuole è il potere, e si servirà di qualsiasi bugia ed espediente, tradirà tutti gli amici per raggiungerlo. Almeno sino a quando non sarà lui a dover combattere. Curden lo Strozzato, l’ultimo uomo onesto rimasto al Nord, ha dedicato la sua vita all’arte della guerra, ricavandone solo ginocchia gonfie e nervi logori. Non gli importa nemmeno più chi sia a vincere, vuole soltanto fare la cosa giusta. Ma è possibile individuarla nel mondo che gli sta crollando intorno? Il destino del Nord sarà deciso da tre sanguinosi giorni di battaglia. Ma con entrambi gli schieramenti corrotti da intrighi, debolezze, ostilità e meschine gelosie, è improbabile che siano i cuori più nobili o anche le armi più potenti a prevalere.

Un romanzo storico:
Aquila nella neve, Breem Wallace, Castelvecchi
Relegato nel più estremo lembo dell’Impero, il veterano di guerra Paulinus Maximus deve difendere i confini della Britannia dalla costante minaccia barbarica. Il coraggio, la lealtà, l’esperienza dimostrati in un’impresa tanto ardua gli valgono la nomina a Generale dell’Occidente, l’ambizione di una vita. Ma insieme al titolo giunge l’ordine di una missione destinata a segnare il futuro di Roma: Maximus deve raccogliere e guidare una legione romana per difendere la frontiera del Reno, confine cruciale nello scacchiere imperiale. Sull’altra riva del fiume, le popolazioni nemiche sono unite e preparano la conquista della Gallia, una scorribanda che in breve potrebbe arrivare dritta al cuore dell’Impero. Solo un grande generale può riuscire a impedire il disastro.

Da Tanizaki a Nicolaj Lilin, grandi autori raccontano il tatuaggio.
Il cuore sulla pelle. Arte e dolore del tatuaggio in 22 racconti dal mondo, Edt
Il tatuaggio è di moda, ma non è soltanto una moda. È un costume arcaico della civiltà umana che ciclicamente torna in superficie rinnovando i suoi significati e i suoi simboli. È un fossile vivente, un gesto antichissimo passato indenne attraverso le riprovazioni e le proibizioni. È, soprattutto, un legame tra memoria, avventura e corpo, parente stretto della scrittura e dell’arte. Non dovrebbe dunque stupire che la letteratura lo abbia ospitato e accudito fin dagli esordi, in pagine che spesso si soffermano sul fascino dell’allusione simbolica, sul rapporto quasi erotico fra tatuatore e corpo tatuato, sulle rifrazioni del desiderio che un segno indelebile lasciato sulla pelle può scatenare. Questo libro testimonia alcune di queste rifrazioni immaginarie attraverso le parole degli scrittori di ogni tempo e paese: il tatuaggio come feticcio erotico, marchio criminale, sogno infantile, retaggio d’avventura, simbolo tribale, fantasia sadica, forma d’arte. Quelle raccolte fra queste pagine sono mappe di mondi ignoti, tatuaggi della mente che accendono il bisogno di conoscenza e di avventura, seguendo una linea d’inchiostro che scorre ininterrotta dalla pelle incisa di un corpo al foglio bianco dello scrittore.

Due rappresentanti argentini, venditori di elettrodomestici alle prese con le dure leggi del commercio, una coppia stranamente assortita per un romanzo divertente e dalla straordinaria freschezza narrativa.
Carrera e Fracassi, Daniel Guebel, La linea editore
Julio César Carrera e Carlos “Cacho” Fracassi sono due rappresentanti della stessa impresa di elettrodomestici che non potrebbero essere più diversi: tanto estroverso e volgare l’uno (qualità che gli valgono però ottime vendite), quanto timido e incapace l’altro. Questa incompatibilità caratteriale viene tuttavia smussata dalle rocambolesche vicende cui i due vanno incontro. E così, tra uno scambio di mogli, un viaggio nella poverissima provincia argentina e la perdita del lavoro, i due divengono la versione moderna di Don Chisciotte e Sancho Panza, in una lotta dei perdenti e dei mediocri che svela un’umanità irriducibile ai dettami economicisti della società odierna.

Un saggio storico
La battaglia di Stalingrado, Alfio Caruso, Longanesi
Stalingrado (l’odierna Volgograd) fu teatro della più lunga e sanguinosa battaglia della seconda guerra mondiale, uno scontro che durò dall’estate del 1942 all’inverno del 1943. Il 22 novembre, per quasi trecentomila uomini della Wehrmacht e dei suoi alleati, chiusi in una sacca dalle armate sovietiche, iniziò un tragico conto alla rovescia. Il freddo, la fame, la sete, le malattie uccisero più tedeschi degli attacchi russi. La città divenne un incubo, un cumulo di macerie, un inferno: ogni ferita era a rischio d’infezione, la sopravvivenza una sfida quotidiana. Il 2 febbraio del 1943, contravvenendo all’ordine del Fuhrer di resistere a ogni costo, si arresero in centoventimila: di questi solo seimila tornarono a casa dopo una lunga detenzione, durata per alcuni tredici anni. Dopo oltre cinque mesi di battaglie, il mattatoio contava più di un milione e mezzo tra morti e feriti, dall’una e l’altra parte. Dei settantasette soldati italiani che avevano partecipato all’assedio se ne salvarono soltanto due. Con la sconfitta di Hitler e dei suoi eserciti nella battaglia di Stalingrado, ebbe finalmente inizio il cruento tracollo del Terzo Reich.

Viaggio, avventura e fotografia:
Shackleton in Antartide. La spedizione Endurance (1914-1917) nelle fotografie di Frank Hurley, Nutrimenti
Frank Hurley (Sydney, 1885-1962) è il fotografo e cineoperatore che ai primi del secolo ha soggiornato più a lungo in Antartide. Partecipò nel 1911-1914 alla spedizione Aurora di Douglas Mawson e, appena conclusa quella, raggiunse quella di Sir Ernest Shackleton che doveva attraversare il continente passando per il polo. L’Endurance non raggiunse mai le coste antartiche e con il suo equipaggio rimase imprigionata dai ghiacci del mare di Weddell. Andò alla deriva per mesi, sino a quando il 21 novembre 1915 finì letteralmente in frantumi, stritolata dai ghiacci. La marcia dei naufraghi verso il mare trascinando le scialuppe sul pack, l’approdo a Elephant Island, la traversata di ottocento miglia per raggiungere un porto di baleniere e cercare soccorsi, il successivo recupero dei naufraghi, fanno ormai parte del mito di Shackleton. In questo libro quel mito viene mostrato attraverso più di duecento fotografie che Frank Hurley scattò durante i due anni che trascorse sul pack prima e su Elephant Island poi, come membro della spedizione Endurance. Nonostante fosse stato costretto ad abbandonare gran parte delle attrezzature e alcune centinaia delle lastre fotografiche impresse durante la spedizione, Hurley continuò il suo lavoro sino alla fine, documentando con gli ultimi scatti a sua disposizione l’arrivo dei soccorsi e il salvataggio dei naufraghi di Elephant Island il 30 agosto

una forte esperienza di vita
Correre o morire, Jornet Kilian, Vivalda
In montagna, ma non solo, Kilian, eroe e ragazzo semplice, ha rivoluzionato il mondo dello sport. Una persona straordinaria racconta la sua esperienza. Insieme a Kilian affronterete fatiche epiche come la traversata di corsa dei Pirenei, proverete l’adrenalina degli arrivi alle più prestigiose ultra-trail del pianeta, correrete per il piacere di farlo osservando pensieri e sensazioni del corpo, scoprirete segreti per trovare la volontà quando le forze vi abbandonano. Sentirete i vostri piedi e il vostro corpo fluire con l’ambiente, ballare con il terreno adattandosi alle sue forme e vi troverete inaspettatamente alla fine del libro. Una grande esperienza di vita e di lettura, non solo per gli appassionati. Prefazione di Simone Moro.

per l’elegantone
The perfect gentleman. La ricerca dello stile e dell’eleganza senza tempo a Londra,Sherwood James, De Agostini
La ricerca dell’eleganza perfetta nell’abbigliamento maschile inevitabilmente conduce nel West End, settore storico di Londra dove, dal 1666, i quartieri di Mayfair, Piccadilly e Saint James’s sono stati scelti da sarti, produttori di scarpe, cappellai, gioiellieri e profumieri come sede dei loro atelier. Oggi questa enclave di eccellenza presenta la più alta concentrazione di marchi specializzati in beni di lusso per uomini dal gusto raffinato, e proprio in queste antiche strade i gentiluomini moderni che apprezzano la qualità, lo stile e la migliore esecuzione artigianale possono seguire le orme di grandi appassionati della cura sartoriale come lord Brummell, Edoardo VII, Oscar Wilde, Winston Churchill, il duca di Windsor, Cary Grant, Fred Astaire, il principe Carlo e, più recentemente, gli affascinanti duca di Cambridge e principe Harry. “The Perfect Gentleman” è dedicato ai protagonisti nel mondo degli accessori maschili di lusso: presenta non soltanto i complementi indispensabili per accompagnare un abito fatto su misura in Savile Row, ma anche gli articoli più esclusivi prodotti da enoteche, armerie, cartolerie e tabaccherie storiche. Attraverso secoli di vicissitudini economiche e politiche, questi marchi hanno resistito all’affermarsi della fabbricazione di massa e al declino della produzione industriale inglese per servire generazioni di clienti illustri che li hanno insigniti del prestigioso Royal Warrant. Prefazione di Terence Stamp.

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Tre vite, tre diversi modi di essere
donna, nonna, madre e figlia, ritratte con il consueto acume psicologico, la solita attenzione ai piccoli dettagli dell’esistenza, da quella fine narratrice che è Penelope Lively. Qualcosa di più che una saga familiare, uno sguardo al destino e ai tempi: infatti, gli anni Trenta, Settanta e Novanta sono qualcosa di più dello sfondo su cui si muovono le protagoniste, diventano i perni attorno a cui ruotano i diversi modi di comportarsi e vivere.


Penelope Lively, Tre vite, Guanda

Londra, anni Trenta. Matt, un giovane artista squattrinato, sta disegnando su una panchina di St. James Park, quando Lorna, insofferente rampolla di una famiglia di Kensington, gli si siede accanto in lacrime, e all’istante scocca il colpo di fulmine. Nel giro di qualche mese i due si sposano e si trasferiscono in un cottage spartano nella campagna del Somerset. Hanno anche una bambina, Molly. Proprio quando la loro felicità pare renderli immuni dalla vita reale, un nuovo personaggio fa la propria comparsa sulla scena, intrusivo, fastidioso, implacabile: la Storia. Scoppia la guerra, e Matt deve partire per il fronte, in Grecia.

Londra, anni Sessanta. Molly, ormai ventenne, lavora come segretaria del ricco e raffinato James Portland, con il quale intreccia una relazione da cui nasce Ruth.
Nonostante le insistenze dell’uomo, Molly non lo sposa, perché sa di non esserne davvero innamorata.

Londra, anni Novanta. Ruth è una giornalista free-lance, sposata e madre di due figli. Il suo matrimonio, però, è irrimediabilmente in crisi, e lei si ritrova a dover mettere in discussione tutto di sé e a imbarcarsi in un viaggio a ritroso negli anni alla riscoperta del passato della sua
famiglia.

I GIUDIZI

“Un brillante impianto narrativo
e una scrittura lucida per un meraviglioso romanzo dei sentimenti.”
The Sunday Times

“Penelope Lively conosce alla perfezione
la geografia del cuore umano.”
People

UN BRANO

“Si conobbero su una panchina di St
James’s Park; era il 6 giugno 1935. Lorna piangeva perché aveva avuto una lite violenta con sua madre; Matt dava da mangiare alle anatre selvatiche per farle avvicinare. Era seduto con il blocco da disegno sulle gambe, una mano in continuo movimento e l’altra che ogni tanto gettava un boccone per richiamare l’interesse dei volatili. Disegnava; le anatre si scansavano l’una con l’altra e starnazzavano; Lorna smise di piangere e lo osservò, sempre più rapita. Quando infine si accorse di lei, Matt le lanciò uno sguardo furtivo e non ebbe più scampo…

Più tardi andarono in una sala da tè.
Rimasero seduti per ore davanti a una teiera e a un piatto di dolci, poi vagarono per le strade, perdendo il senso del tempo. A fine giornata capirono entrambi che la loro vita aveva cambiato corso. Lorna tornò a casa a Brunswick Gardens e fu accolta dalla madre con l’ennesimo sfogo di disapprovazione. Matt sapeva solo che doveva rivederla, e per sempre.”

Penelope Lively è nata al Cairo nel 1933 e vive in Inghilterra dal 1945. È membro della Royal Society of Literature. Con il romanzo Incontro in Egitto ha vinto il Booker Prize; da Salani sono usciti i libri per ragazzi Il fantasma di Thomas Kempe e Alieni
a lieto fine.

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