Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘libri da leggere’

autrice di romanzi e racconti e intellettuale molto amata oltreoceano (segnaliamo Tra amiche. La corrispondenza di Hanna Arendt e Mary McCarthy , Sellerio), Mary McCarthy pubblicò questo suo primo libro nel 1942 all’età di trent’anni; edito in Italia da Feltrinelli nel 1962 viene ora finalmente riproposto da Minimum Fax.

 

Nelle sue opere è evidente la vocazione a raccontare le vicende personali, rivissute dalle sue anti – eroine. Gli uomini della sua vita, ambientato negli anni Trenta, fotografa con precisione  sei momenti della vita di Margaret Sargent, i tre mariti e gli amanti, con un taglio feroce sui vizi, le banalità e le meschinerie della società americana, smascherandone ferocemente il finto perbenismo.

I quadri da lei ritratti sono deliziosi, la sua intelligenza coglie nel segno e la sua prosa irretisce il lettore. E che dire del titolo di uno dei “quadri”, L’uomo con la camicia Brooks Brothers”?

 

«Una volta, mi hanno chiesto quale romanzo abbia saputo rappresentare più fedelmente la donna americana dell’ età moderna, e l’ unico titolo che mi è venuto in mente è Madame Bovary »

 

 

Gli uomini della sua vita, Mary McCarthy, Minimum Fax

Traduzione
Augusta Darè

 

Ambientato nella New York degli anni Trenta, Gli uomini della sua vita è la storia di Margaret Sargent, una donna giovane e brillante che si fa conoscere nei circoli intellettuali più bohémien della città sostenendo posizioni politiche provocatorie e conducendo una vita sessualmente disinibita, lontana anni luce dalla rigida educazione cattolica ricevuta da bambina.
Questo romanzo a episodi fotografa Margaret in sei momenti chiave della sua vita. Di volta in volta la vedremo rivelare un tradimento al marito, lavorare come segretaria per un gallerista truffaldino, attraversare l’America nel vagone letto di un uomo sposato, scandalizzare gli ospiti a una cena mondana, animare la redazione di una rivista culturale e infine stendersi sul lettino dell’analista per una lunga, forse salvifica seduta.
Pubblicato originariamente nel 1942, l’esordio letterario di Mary McCarthy è il ritratto di un personaggio indimenticabile ed estremamente moderno, che a distanza di settant’anni ci affascina ancora con l’anticonvenzionalità e la libertà delle sue idee.

Read Full Post »

The Mona Lisa.

Image via Wikipedia

Tucker Rebecca Crenshaw Paul, Leonardo Simboli e segreti, Rizzoli

Chi di noi riesce a guardare il volto della Gioconda – l’opera d’arte più famosa al mondo – senza interrogarsi sul significato del suo misterioso sorriso? Nella speranza di sperimentare di persona il fascino di questo straordinario ritratto, le folle accorrono a contemplarlo nella sala del Louvre dove oggi è conservato. Non meno affascinanti sono gli altri dipinti di Leonardo, sia che ritraggano personaggi del suo tempo, sia che raffigurino creature celestiali, così come i disegni di luoghi a lui familiari, le sue fantastiche invenzioni e le intricate scene di battaglia. Film, romanzi e articoli hanno contribuito a rendere ancora più popolare la vita e l’arte del maestro toscano, pretendendo di rivelare e di interpretare i misteri nascosti all’interno delle sue opere, nonché le sconcertanti intenzioni dell’artista. In effetti l’opera di Leonardo offre numerosi simboli e segreti da svelare; i suoi dipinti, i minuziosi disegni e la sua carriera artistica appaiono oggi difficili da capire tanto quanto lo erano ai suoi tempi, quando era ritenuto dai contemporanei una figura geniale ed enigmatica. Come architetto, scultore, scienziato, inventore e soprattutto pittore, Leonardo incarna perfettamente le nuove idee e l’atteggiamento che hanno caratterizzato la cultura del Rinascimento nel Quattrocento e nel primo Cinquecento. Al servizio di mercanti fiorentini o dei papi, di regnanti, condottieri itineranti o nobili in ascesa, l’artista diede vita a opere che superano le aspetttative dei committenti.

Germano Celant, Arte povera, Electa – catalogo della mostra
Questa pubblicazione accompagna l’evento “Arte Povera 2011”, a cura di Germano Celant, che si è svolto in simultanea attraverso l’Italia nelle città di Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari, arrivando a coinvolgere otto musei e istituzioni culturali, con un’esposizione che include oltre trecento installazioni e opere in architetture interne e spazi urbani, su una superficie totale di circa 15.000 metri quadrati. L’iniziativa ha come fulcro il gruppo nato nel 1967 con gli artisti Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio, e ne presenta gli sviluppi storici e contemporanei in diversi contesti: dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea alla Triennale di Milano, dal MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma, dal MADRE Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina di Napoli al Teatro Margherita di Bari. Per documentare l’impatto di tale ricerca nel mondo dell’arte, quanto la complessità dei singoli contributi d’artista e le loro aperture a tutti i linguaggi dalla scultura alla fotografia, dalla pittura alla performance, dal video al teatro, dalla scrittura all’architettura, è stato realizzato questo volume che si presenta come catalogo e come libro. Vi sono raccolti trentatré saggi inediti.

LOUVRE – TUTTI I DIPINTI, PROMAREDE, ELECTA 
Finalmente il catalogo completo di tutti i dipinti del Louvre, un’opera finora assente nel panorama editoriale italiano, nonostante questo museo sia oggi il più visitato al mondo. Un reference indispensabile, uno strumento di studio e di consultazione che non può mancare nelle librerie di musei, università, istituzioni, studenti e appassionati d’arte. Il volume raccoglie in circa 700 pagine e in 2800 immagini tutta la pittura del Louvre suddivisa per scuole, dalla Spagna all’Italia, dai Paesi germanici alle Fiandre: si tratta di una delle più complete raccolte di pittura esistenti che annovera capolavori assoluti come la “Gioconda” di Leonardo da Vinci, la “Zattera della Medusa” di Géricault, il Bagno turco di Ingres. Il grande formato del volume assicura un’agevole fruizione delle immagini, mentre i testi specialistici garantiscono un puntuale approfondimento sui grandi capolavori del museo. Le introduzioni alle singole scuole sono curate da Vincent Pomarède, storico direttore del dipartimento di pittura del museo. Il DVD allegato al volume è un utilissimo strumento di consultazione, che permette di ricercare e visualizzare con semplicità tutti i dipinti del Louvre, ingrandendo le immagini a piacere in modo da studiare con più attenzione i particolari. Fotografie di Erich Lessing. Premessa di Henri Loyrette.

Dora Lardellim Viaggio nell’arte degli hotel dell’Engadina 1850-1914 (Musei e luoghi artistici), Ristampa 2011, Skira
Storia dell’arte e abitudini di vita nella regione alpina attraverso l’arredamento e la decorazione d’interni dalla seconda metà dell’Ottocento allo scoppio della Grande Guerra. L’arredamento degli alberghi dell’Engadina dalla seconda metà dell’800 al 1914 – con le sue ricche decorazioni, gli stucchi dipinti, gli importanti allestimenti – si ispira sia alla tradizione locale sia all’arte europea contemporanea. I richiami più evidenti infatti sono all’Italia, all’Impero Austro-Ungarico, alla Francia e alla Inghilterra, anche se di tanto in tanto appaiono chiare influenze degli oggetti artistici di fattura marocchina e estremo-orientale. L’allestimento artistico doveva corrispondere ai bisogni estetici di una società benestante e internazionale che amava viaggiare e sentirsi circondata ovunque da opere e ambienti raffinati nel gusto e nella manifattura. Gli interni degli alberghi illustrati in questo libro sono opera di numerosi decoratori, un tempo famosi e apprezzati, ma oggi del tutto sconosciuti. La loro relazione con i committenti e gli architetti come pure la loro capacità di interpretare i desideri degli ospiti degli alberghi mostrano la loro volontà di creare piccole “opere d’arte”, di essere parte di una “Gesamtkunstwerk” (opera artistica globale) influenzata dallo spirito del tempo. In altre parole, questo libro riccamente illustrato offre uno squarcio della storia dell’arte delle Alpi che rischiava di perdersi nell’oblio.

Philippe Daverio, Il museo immaginato, Rizzoli
Guidato dalla curiosità e dal suo gusto personalissimo, Philippe Daverio inventa la sua collezione d’arte, raccontando capolavori come “La pala di Brera”, “Il giuramento degli Orazi”, “La nascita di Venere” e “La canestra di frutta”. Opere “rilette” dal suo sguardo ironico e graffante, che riconduce i dipinti al loro contesto o ne mette a fuoco i particolari. Il primo vero libro illustrato sull’arte di uno dei più popolari uomini di cultura europei, autore e conduttore di “Passepartout”.

Read Full Post »

“Credo di essere affascinata dal cosiddetto gruppo di Bloomsbury come molti miei contemporanei di ogni nazionalità”: Cosa c’entrano quei raffinati londinesi, Virginia Woolf e gli altri del gruppo di Bloomsbury, si domanderanno i lettori, con questa scrittrice che ci ha affascinato con le vicende di Pedra Delicado?

All’inizio degli anni novanta, Alicia Giménez s’imbatte in una frase, datata 15 dicembre 1929, di Virginia Woolf  “Se questo diario non l’avessi scritto io e un bel giorno dovesse cadere nelle mie mani, cercherei di scrivere un romanzo su Nelly, sul suo personaggio. Tutta la storia tra noi, gli sforzi miei e di Leonard per liberarci di lei, le nostre riconciliazioni”. Nelly è Nelly Boxall, domestica nella casa dei  Woolf dal 1916 al 1934. Quella frase pare un invito rivolto proprio a lei, fino all’avventura londinese che la porta incredibilmente in contatto con il vero diario di Nelly.

Da questo diario prende il via questa ottima ricostruzione del clima dei tempi, della vita dei coniugi Woolf vista attraverso lo sguardo ingenuo fino a un certo punto di una persona appartenente ad una diversa classe sociale: il tutto ben orchestrato dalla mano abile di Alicia Gimenez Bartlett.

Alicia Giménez-Bartlett,
Una stanza tutta per gli altri, Sellerio

Attraverso gli occhi della domestica che servì in casa dell’enigmatica Virginia Woolf, un racconto sul gruppo di Bloomsbury. Una stanza tutta per gli altri è un romanzo sottile, anticonvenzionale, attraversato da una vena antiretorica.
Traduzione di Maria Nicola

«Credo di essere affascinata dal cosiddetto gruppo di Bloomsburycome molti miei contemporanei di ogni nazione. Le pagine che seguono sono una commistione di frammenti del diario di Nelly Boxall e brani del romanzo basato su fatti reali che un giorno finirò di scrivere». Con questa finzione, il ritrovamento del diario di una domestica di casa più la sistemazione di appunti stesi durante una ricerca storico biografica, si annuncia un racconto sul gruppo di Bloomsbury, e soprattutto sulla sua affascinante ed enigmatica protagonista, Virginia Woolf. Solo che Una stanza tutta per gli altri tradisce la sua promessa (già nel titolo, parodistica parafrasi del celebre saggio emancipazionista della Woolf Una stanza tutta per sé) per essere sopratutto il romanzo di Nelly, la domestica che dal 1916 al 1934 servì in casa Woolf. Il romanzo, certo, di ciò che Nelly vedeva: il marito Leonard, i sodali del gruppo, Lytton Strachey, la sorella Vanessa, grande pittrice, Catherine Mansfield, Vita Sackville-West, brandelli di vita della Hogarth Press; e di Virginia, la presenza, quasi volatile, l’ipersensibilità, il suo amore per essere amata. Ma il gruppo di Bloomsbury è solo una cornice, uno sfondo, e forse, viene voglia di dire, una placenta che nutre un mondo di donne che anela a nascere, ma diventa presto solo il decorso di una ossessione impossibile a sciogliersi, di una specie di legame invincibile e doppio. Quello di Nelly per Virginia, dapprima adorata senza discussione; poi progressivamente odiata e amata in un desiderio mimetico, nello sforzo ostinato e respinto insieme di liberarsene. E il legame di Virginia per Nelly, che le sembra una personalità da romanzo: «Se questo diario non l’avessi scritto io e un bel giorno dovesse cadere nelle miei mani, cercherei di scrivere un romanzo su Nelly», confessa la grande scrittrice, quasi sperando di poter scrutare nella psicologia della domestica come in una Signora Dalloway sfortunata. Una stanza tutta per gli altri è un romanzo sottile, anticonvenzionale, attraversato da una vena antiretorica, in cui si può leggere di un intricato rapporto, descritto senza soggiacere a miti e fascinazioni. Ma si può leggere anche una versione di Nelly del gruppo intellettuale più influente del Novecento che lo dilegua in una specie di sentimento del contrario e ne rovescia l’atmosfera, rendendolo ironicamente ancora di più rappresentativo del secolo.

Alicia Giménez-Bartlett (Almansa,1951) vive a Barcellona.È la creatrice della serie dell’ispettrice Petra Delicado, cui appartengono, Giorno da cani, Messaggeri dell’oscurità, Morti di carta, Riti di morte, Serpenti nel Paradiso , Un bastimento carico di riso,Il caso del lituano, Nido vuoto e Il silenzio dei chiostri, tutti pubblicati nella collana La memoria. Nella collana Il contesto questa casa editrice ha pubblicato anche Vita sentimentale di un camionista, Segreta Penelope e Giorni d’amore e inganno. Nel 2006 ha vinto il Premio Piemonte Grinzane Noir e il Premio La Baccante nato nell’ambito del Women’s Fiction Festival di Matera. Nel 2008 il Raymond Chandler Award del Courmayeur Noir in Festival.

Read Full Post »

fortes
La Spagna ci supera non solo nell’economia, ma anche nei bestseller: dopo i vari Zafon, Ildefonso Falcones, Matilde Asensi, Perez Reverte, un’altra autrice spagnola, Susana Fortes (già conosciuta per un bel libro ambientato nell’Albania comunista) propone un avvicente romanzo, davvero ben calibrato e pieno di fascino. Spaziando su due piani temporali, il Quattrocento appunto, la Firenze del Botticelli mirabilmente descrtta, e i nostri giorni (una formula non sempre vincente) l’autrice dona vita ad una storia “voltapagina”, con le giuste dosi di avventura e mistero.

Su BOOKSWEB TV uno speciale dedicato al libro:
http://www.booksweb.tv/content/show/ContentId/306

Susana Fortes, Quattrocento, Nord Edizioni

Firenze, aprile 1478
Sono giorni terribili, quelli che seguono il fallimento della congiura ordita dalla famiglia Pazzi.
Firenze è assetata di sangue, decisa a punire con la morte o con l’esilio chiunque abbia partecipato alla cospirazione. Dal suo palazzo, Lorenzo de’ Medici osserva, impassibile, i corpi gettati in Arno, le decapitazioni, i linciaggi. E la città intera che vendica la morte di suo fratello Giuliano e che si consegna liberamente nelle sue mani, rendendolo potente come non mai. Il Magnifico sa bene che i fili di quella congiura sono stati tirati da personaggi molto più influenti della famiglia Pazzi.
Però ignora di essere lui stesso un semplice burattino nelle mani della Storia…

Firenze, oggi
Sono in pochi a conoscere Pierpaolo Masoni, pittore rinascimentale dallo stile tormentato. E Ana Sotomayor, dottoranda in Storia dell’arte, è arrivata a Firenze proprio per capire qualcosa di più su questo oscuro personaggio, che ha sempre esercitato su di lei un fascino particolare. Le sue appassionate ricerche la portano ben presto a due ritrovamenti eccezionali: la presenza, nei sotterranei degli Uffizi, di un quadro del Masoni, che però nessuno ha mai visto, e una serie di quaderni in cui il pittore racconta nei dettagli la propria esistenza e le vicende che hanno segnato la storia di Firenze alla fine del XV secolo, tra cui la congiura dei Pazzi. D’un tratto, però, l’ultimo – e più importante – quaderno scompare e Ana diventa oggetto di una serie di minacce inquietanti, intese a non farle scoprire quale sia il vero soggetto del quadro «dimenticato» negli Uffizi. E chiaro che, nella vita del Masoni, ci sono più misteri di quanti Ana avesse immaginato. Ma è possibile che sia l’unica persona a sapere veramente cos’è successo a Firenze in quell’aprile del 1478?

Read Full Post »

Sarà vero che Martin Amis non è mai stato in Russia, ma di certo leggendo questo suo ultimo libro e i precedenti, parrebbe proprio il contrario, per come riesce a decifrare l’animo di quel Paese..

Il narratore, un uomo anziano incline alla collera e gli scoppi di generosità, sta tornando come turista all’accampamento di lavoro sopra il Circolo polare artico in cui era una volta prigioniero di Stalin’ Mentre viaggia, scrive le sue memorie, ricostruendo il triangolo amoroso tra lui, il fratellastro e una sensuale donna ebrea, Zoya.

Il protagonista è un terribile rappresentante del XX secolo, con tutto lo strascico di dolore che questo può significare. Come tanta parte nel significato della storia è pure il cinico e spietato volto della Russia di Stalin, che va a confondersi con quello di oggi.

Un gran bel libro sorretto da una prosa capace, da parte di uno dei maggiori autori inglesi contemporanei.

Martin Amis

La casa degli incontri

Einaudi

Nel campo di lavoro di Norlag c’era un edificio riservato alle visite coniugali: lo chiamavano «la casa degli incontri». Donne coraggiose e disperate coprivano distanze continentali, in viaggi che duravano settimane se non mesi, solo per poter passare una notte con il loro compagno internato nel gulag.

Nel campo di lavoro di Norlag c’era un edificio riservato alle visite coniugali: lo chiamavano «la casa degli incontri». Donne coraggiose e disperate coprivano distanze continentali, in viaggi che duravano settimane se non mesi, solo per poter passare una notte con il loro compagno internato nel gulag. Ma le conseguenze di questi incontri erano spesso fatalmente tragiche.

Sarà così anche per due fratelli innamorati della stessa donna, divisi da un conflitto che neanche la prigionia riuscirà a sanare, un risentimento che si proietta oltre la morte dei protagonisti e si riflette nel declino di un’intera nazione.

Il protagonista di questa bruciante confessione non può proprio definirsi un eroe: è un uomo istintivo e violento, che durante la Seconda Guerra Mondiale «si è fatto strada in quella che sarebbe stata chiamata Germania Est a suon di stupri», ma allo stesso tempo è un individuo capace di grandi slanci emotivi e dotato di una sensibilità che può solo definirsi «tipicamente russa». Ormai è vecchio e l’antica autoindulgenza ha lasciato il posto al rimorso e all’amarezza: decide di tornare in patria – da cui era fuggito vent’anni prima – e intraprendere un ultimo disperato viaggio attraverso la Siberia, nei luoghi che lo videro internato in un gulag da dopo la guerra fino al mutamento del clima politico successivo alla morte di Stalin.

Le giornate al suo interno sono scandite da un implacabile calendario di violenze: nel campo la vita nuda si rivela in tutta la sua crudeltà e quell’esperimento chiamato Unione Sovietica viene a reclamare il suo costo in vite umane.

A Norlag, un inferno artico «poco sopra il sessantanovesimo parallelo», è rinchiuso anche il fratellastro del narratore, Lev. A dividerli non sono solo le inclinazioni – Lev è un poeta e un pacifista – ma anche l’amore di Zoya, una giovane ragazza ebrea, bellissima e sensuale, che con la sua scelta decide il destino dei due uomini.

La casa degli incontri è stato acclamato dalla critica inglese e americana come il romanzo migliore di Martin Amis, in cui il dettaglio della ricostruzione storica si fonde con una delle più sorprendenti e coinvolgenti immersioni nell’anima di un popolo. Una storia di risentimento e amore fraterno, di disperazione e disgusto per se stessi, di sopravvivenza ai propri tradimenti e alla morte di una nazione. Ma soprattutto la cronaca terminale di un lento e velenoso declino, perché: «quello che non ti uccide non ti rende più forte. Ti rende più debole, e ti uccide in un secondo momento».

«Probabilmente è il romanzo migliore di Amis. Un’opera spietata e commovente: è come un treno lanciato a folle velocità nel cuore di tenebra dei gulag sovietici».

The New York Times

Martin Amis è nato a Oxford nel 1949. Di lui Einaudi ha pubblicato L’informazione, Il treno della notte, Money, Altra gente. Un racconto del mistero, Cattive acque, Esperienza, Koba il Terribile e Cane giallo.

Read Full Post »