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Posts Tagged ‘libri locali bologna’

 

 

Roberto Colombari, Lo stendardo di sangue, Minerva

 

Bologna, 1161: uno studente viene bruciato sul rogo per avere rapito e ucciso una ragazza; pochi giorni dopo, un feroce tumulto porta al potere il partito contrario a Federico Barbarossa. Difficile credere che i due eventi possano essere collegati. Il papa ha scomunicato l’imperatore, l’imperatore ha nominato un antipapa, i comuni italiani si schierano con l’uno o con l’altro dei grandi sovrani o piuttosto combattono il vicino per antichi rancori, proprio come fanno le grandi casate dilaniate dall’odio e dalla faida. Battaglie in campo aperto, assedi interminabili e feroci, omicidi nei vicoli della città, mentre la violenza striscia persino nelle sacre mura del più antico monastero bolognese. Difficile immaginarne il legame. La liturgia della guerra e i tradimenti della storia si mescolano all’ordalia del sangue e ai segreti che dividono le famiglie rivali, finché non si svelerà l’unico filo capace di svolgere l’intera trama.

 

 

 

 

Silvano Monti, L’ultimo veterinario di campagna, Pendragon

In una notte turbolenta, in un piccolo borgo montano, un bambino assiste di nascosto al complicato parto della mucca. Vive come una magia l’intervento del veterinario, uno strano individuo a cui tutti danno rigorosamente del lei. Quel bambino diventerà veterinario e per la gente del posto, la sua gente, sarà l’ultimo veterinario di campagna. In questi racconti teneri e scanzonati, poetici e malinconici, quel veterinario ci racconta storie di animali e di persone; storie vere che fanno sorridere e commuovere, in cui s’incontrano personaggi buffi, squinternati, saggi, folli – come il volpaio o il carbonaio – che condurranno il lettore in un mondo perduto a cui l’incanto della natura conferisce i tratti di una fiaba.

 

Angelo Zanotti -Francisco Giordano, Massimo Brunelli, Bologna labirinti d’acque, Persiani editore

BOLOGNA LABIRINTI D’ACQUE – Fin dal Medioevo, dai due canali e dal torrente che attraversano la città derivava una complessa rete labirintica di condotti sotterranei, che alimentava varie attività protoindustriali. In collina, in città e nelle vicinanze, sgorgavano inoltre alcune fonti sorgive di acqua buona, come quelle di Casaglia, Barbianello e Corticella, che nei secoli vennero premiate per le loro qualità. Questa guida, i cui testi sono integrati con notizie storiche, fotografie e mappe, accompagna tutti quelli che desiderano conoscere il sistema delle acque di Bologna lungo i tracciati seguiti dai canali. Nel corso di queste passeggiate i lettori potranno apprezzare la funzionalità dei manufatti idraulici costruiti grazie alle notevoli capacità tecniche dei nostri predecessori, giudicare progetti non attuati, “riscoprire” fuori porta le acque sorgive e i rii collinari meno conosciuti. Nel centro storico, invece, una ricognizione di fontane, targhe, decori, elementi tecnici, toponimi attuali o antichi di strade e di edifici, sia sacri sia civili, fontanelle, segni di vario genere che raccontano o fanno parte dei sistemi delle acque, antichi e moderni, nelle sue molteplici valenze. Oltre ai siti più comunemente celebrati, l’inedito itinerario riguarda elementi ormai quasi del tutto sconosciuti o dimenticati. Un catalogo con imprevedibili percorsi che evocano un mondo scomparso ma che in parte passa ancora sotto i nostri piedi durante la frenetica vita di tutti i giorni.

 

Gianfranco Civolani, Giganti e nani nello sport e non solo, Minerva

 

Dalla A del finnico Aaltonen alla Z di Zoff, passando per Antonio e Pupi Avati, Roberto Baggio e Bulgarelli, fino al grande Coppi, a Lucio Dalla e alla splendida Sophia Loren: la matita del Civ, cantore e memoria storica dello sport bolognese, disegna 101 imperdibili ritratti d’autore; “giganti” e “nani” che, con alterne fortune, hanno incrociato il proprio cammino con Bologna e con l’autore. Un libro con simpatici aneddoti mai rivelati e curiosi retroscena.

 

La giovinezza e la maturità di Bianca Riario, i rapporti con la madre Caterina Sforza, gli intrighi dei potenti per conquistare il potere e la vita quotidiana sono ben descritti in questo godibile romanzo storico di Lisa Laffi, autrice emergente che dimostra di saper ben coniugare le competenze storiche con la narrazione intrigante. Brava!

Caterina Sforza Italiano: Lorenzo di Credi: La...

Caterina Sforza Italiano: Lorenzo di Credi: La dama dei gelsomini, conosciuto anche come Ritratto di Caterina Sforza – Pinacoteca Civica di Forlì. (Photo credit: Wikipedia)

un brillante romanzo storico, incentrato sulla figlia di Caterina Sforza;

Lisa Laffi, Il serpente e la rosa, I doni delle muse

 

 

Quando Bianca Riario è costretta ad abbandonare Roma per ritirarsi nella residenza di Forlì, è ormai rassegnata a un ruolo di secondo piano all’ombra della madre, Caterina Sforza. Guidata dallo storico Leone Cobelli, apprenderà tuttavia la complessità delle relazioni politiche che coinvolgono la sua famiglia, fino a comprendere il tradimento che si sta consumando ai danni del Serpente degli Sforza e della Rosa dei Riario. Unico indizio nelle sue mani, alcune quartine dal significato oscuro che parlano di complotti, in anni in cui è sempre più difficile distinguere alleati e nemici. Tra congiure e lotte per mantenere il potere, Bianca e Caterina tengono tra le mani le sorti della Romagna anche quando ogni speranza sembra vana.

 

Laureata in Conservazione dei Beni Culturali e insegnante di Lettere, Lisa Laffi vive a Imola dove per anni ha lavorato per il giornale Il Nuovo Diario Messaggero. È autrice di una commedia teatrale e di due saggi di storia locale, pubblicati all’interno di Pagina e vita di storia imolesi.

 

 

 

Non dimenticate, la nostra sezione di libri locali si è particolarmente arricchita. E possiamo proporre anche testi ormai introvabili come questo, pietra miliare nel settore:

 

Luigi Fantini , Antichi edifici della montagna bolognese, Nuova Alfa 

 

Luigi Fantini (1895-1978), Paletnologo, archeologo, speleologo e fotografo, grande esploratore dell’Appennino bolognese e ricercatore di reperti preistorici.

Dagli anni Trenta iniziò il prezioso lavoro di documentazione sull’edilizia rurale che si concretizzò in quello splendido volume che è ” Antichi edifici della montagna bolognese”, testo importantissimo dal punto di vista documentario perché concorre a costituire un archivio iconografico unico fino ad allora pressoché inesistente, dell’immagine della montagna bolognese

fantini unofantini due

 

 

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Libreria Atlantide segnala:

Martedì 19 maggio ore 17.30
Biblioteca Comunale Castel San Pietro Terme

Davide Cerè incontra  Francesco Paolucci autore del romanzo

1943. Il Sillaro racconta Alberto Perdisa editore, 2009
storie quotidiane durante la guerra a Castel San Pietro Terme

Scene di vita quotidiana in questo piacevolissimo racconto che ravviva ricordi sbiaditi per tanti. La vicenda è quella di una famiglia bolognese sfollata a Castel San Pietro, a casa di parenti, in particolare quella di un ragazzo di tredici anni, lo stesso autore, posto di fronte ai drammatici eventi che si dipanarono a partire dall’armistizio, momento in cui i cittadini furono costretti a far da soli le proprie scelte, non solo politiche. Descrivendo la difficile convivenza con la guerra, la ricerca del cibo, il contatto con i soldati tedeschi e fascisti, lo sguardo di Paolucci conduce il lettore in un mondo in cui le difficoltà gradualmente aumentano e l’ingegno è costretto ad aguzzarsi. Alcuni fanno la scelta di diventare partigiani, ecco infatti ritratti personaggi commoventi e pieni di ardore come il maestro Renato Giorgi o come il padre, mentre Francesco organizza piccole rappresaglie contro i camion tedeschi.
Non la Storia ma tante microstorie dove ritroviamo le fughe nei rifugi, l’armeggiare con gli stoppini delle lampade a petrolio, l’arrivo delle scarpe di legno, le corse sul letto del Sillaro, l’uccisione del maiale di nascosto dai tedeschi, le letture di romanzi scovati nelle vecchie librerie dei parenti, l’ascolto clandestino di Radio Londra e quello dell’Eiar, le notti trascorse con un occhio aperto e l’orecchio teso ai movimenti di Pippo, l’aereo notturno americano che svolazzava qua e là lasciando cadere a caso una bomba.
Un diario minimo quindi dove i ricordi emergono nitidi e si fanno racconto ricco di partecipazione.

Francesco Paolucci delle Roncole è nato a Bologna il 20 ottobre del 1930. Più volte bocciato nelle scuole del Regno e della Repubblica, ha avuto maggiore fortuna all’Università e, conseguita la laurea, ha intrapreso la professione di avvocato specializzandosi nel diritto amministrativo e processuale.     Insofferente, negli anni verdi della vita quotidiana, ha cercato nuove esperienze all’estero, spesso in autostop e, soprattutto nel 1956, dedicandosi con un gruppo di amici a Nikelsdorf, al confine dell’Austria, al recupero e all’assistenza ai profughi che fuggivano dalla tormentata Ungheria.
Cacciatore per tradizione e passione e amante della natura in tutte le sue manifestazioni, sente perciò il peso della clausura imposta dalla professione, anche se temperato dal vivo interesse per l’attività forense.

interverrà il Sindaco Vincenzo Zacchiroli

info:
Biblioteca di Castel San Pietro Terme, 051-940064, http://www.cspietro.it
Biblioteca di Osteria Grande, 051-945413

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