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Posts Tagged ‘libri petrolio’

 

 

Ecco, l’indiano anziché soffrire la fame gode di una rendita costante che fa diventare verdi d’invidia i banchieri” Parole del settimana newyorchese Outlook negli anni Venti del secolo scorso, non di qualche populista dei giorni nostri (la storia si ripete sempre!)

La PLUTOCRAZIA degli Osage, c’era chi documentava l’arrivo di alcuni membri della tribù ad una cerimonia rituale con un aereo privato. Cosa era successo? Per una fortunata combinazione, sulle misere terre destinate alla tribù degli Osage (Oklahoma) negli anni Venti era sgorgato il petrolio, portando loro incredibili somme di denaro grazie alle concessioni…

Poi, incredibilmente, iniziarono le morti sospette… Solo dopo venti e passa uccisioni il caso fu affidato ad una nuova agenzia investigativa, l’FBI, guidata da un certo signor Edgar Hoover. Sembra una trama da poliziesco, ma quello che vi presentiamo è un documentato ed appassionante saggio che getta luce su una vicenda che definire incredibile è poco!

 

 

http://www.corbaccio.it/generi/narrativa_generale/gli_assassini_della_terra_rossa_9788867002795.php

 

David Grann,

Gli assassini della Terra Rossa                                          , Corbaccio

traduttore F. Zago

Affari, petrolio, omicidi e la nasita dell’FBI. Una storia di frontiera.

«Un libro splendido» JON KRAKAUER

Negli anni Venti la popolazione più ricca d’America erano gli indiani Osage dell’Oklahoma: nel momento in cui gli idrocarburi stavano per diventare la risorsa più importante del pianeta, sotto il loro suolo furono trovati enormi giacimenti. Giravano in auto di lusso, vivevano in case faraoniche, mandavano i figli a studiare nelle migliori scuole d’Europa.

Poi, a uno a uno, iniziarono a morire ammazzati. Sparati, avvelenati, vittime di agguati e imboscate, sempre in circostanze misteriose. E in questo strascico di ‘vecchio west’ – tra petrolieri emergenti come J.P. Getty e fuorilegge come Al ‘Terrore fantasma’ Spencer – chiunque osasse investigare finiva anch’egli sottoterra.

Quando le morti superarono le due dozzine il caso fu preso in mano dall’FBI, appena nato, diretto da un giovane e ancora inesperto J. Edgar Hoover. Fu messa insieme una squadra di investigatori di origine indiana: si infiltrarono, alcuni finirono male, comunque adottarono tutti i mezzi più o meno leciti a loro disposizione per portare alla luce una cospirazione agghiacciante.

David Grann, dopo anni di ricerche, ci consegna questa vicenda che è riuscito a trasformare in un libro mozzafiato, da leggere come un thriller, una spy story. Un brillante scorcio di una maledetta storia americana.

 

 

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Lei è una delle regine del noir francese, già vincitrice del Grand Prix de la Littérature Policière, del Trophée 813 du meilleur roman français, e altri premi oltralpe, sovente indicata come l’antagonista di Fred Vargas, più vicina allo stile dei Larsson, dei Carlotto, con l’intento di raccontare il marcio della società. Nei suoi libri poliziotti corrotti, killer senza scrupoli, periferie pronte ad incendiarsi, finanza sregolata, poteri economici fuori controllo: come in questo caso, dedicato alla favola nera del capitalismo.

 

Dominique Manotti, Oro nero, Sellerio

Marsiglia, marzo 1973. Appena insediato nel suo primo impiego di commissario con una grande voglia di “sedurre, di convincere, di vincere”, il ventisettenne Théodore Daquin si tuffa nel caso di una sparatoria con due morti. E l’ultima coda della guerra di mafia seguita allo smantellamento della French Connection, un traffico di droga tra Francia e Usa, che ha sconvolto la città e implicato polizia, servizi segreti, politica, di qua e di là dell’Atlantico. Il giorno dopo un altro omi-cidio: stavolta a cadere è un uomo importante, Maxime Pieri, ex boss, diventato con gli anni un tranquillo e stimato uomo d’affari a capo di una fortunata linea di traffici marittimi. Gli hanno scaricato dieci colpi, mentre accompagnava una giovane straniera. I vertici polizieschi e giudiziari sono convinti che sia il regolamento di vecchi conti. Ma per Daquin c’è aria di messinscena, e poi: “giovane, bella, sposata, famiglia ricchissima, cosa ci faceva Emily al braccio di Pieri?”. Emily Weinstein, nipote del ricchissimo magnate delle miniere sudafricane, moglie di Michael Frickx, trader di una potente holding del commercio internazionale. Si solleva, a poco a poco, da Emily Frickx, un odore di petrolio, rafforzato da altre morti di difficile spiegazione. Siamo alle soglie, in quel 1973, della crisi petrolifera che cambiò i connotati dell’economia mondiale, “il mercato del petrolio comincia a cambiare, quindi il mondo sta cambiando”.
Traduttore Bruno F.

 

 

 

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