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Posts Tagged ‘libri prima guerra’

domani, ecco Wu Ming con L’invisibile ovunque:

WU MING, L’INVISIBILE OVUNQUE, EINAUDI

 

«Non gli servono pensieri lucidi, adesso. Non gli serve una mente sveglia. Inciampa, gli mancano le forze. Fuori i barbari! Fuori i barbari! Cade per terra con la faccia nella polvere. Rimane giú, senza uno sforzo per rialzarsi. Italia! Italia! Chiude gli occhi e trattiene il respiro».

L’invisibile ovunque racconta quattro vite nella Grande guerra, saltando dal fronte italiano a quello francese e ritorno. Chi vive in queste pagine sa che «niente uccide un uomo come l’obbligo di rappresentare una nazione» (Jacques Vaché) e adotta strategie per evadere dall’orrore. Qualcuno sceglie la sfida all’istituzione psichiatrica, accettando il rischio che la follia simulata diventi reale. Qualcuno si arruola negli Arditi, scansando la vita di trincea, al prezzo di divenire un uomo-arma, pugnale con braccia e gambe che un potere futuro potrà usare a suo piacimento. Qualcuno cerca di nascondersi nelle pieghe della guerra, praticando l’umorismo e il paradosso, fantasticando piani grandiosi per assaltare il mondo che ha vomitato un tale abominio. Qualcuno coltiva l’utopia di un’invisibilità che renda impossibile agli uomini combattersi.

 

 

e sabato 12 dicembre, doppia presentazione a Imola: L’invisibile ovunque e Cantalamappa:

https://www.facebook.com/events/1495804050721443/

Sabato 12 dicembre al csa Brigata 36 (via riccione 4 – imola)

non una ma ben due presentazioni di libri del collettivo Wu Ming:
“CANTALAMAPPA” e “L’INVISIBILE OVUNQUE”

insieme a Wu Ming 2, Wu Ming 4 e la compagnia teatrale Tabù?

Ore 16 letture e giochi da “Cantalamappa – atlante bizzarro di luoghi e storie curiose”: sono invitati/e insegnanti, genitori e
bambini/e dagli otto anni in su (pure chi si sente ancora bambino/a anche se non lo è più!).
A seguire merenda per tutti/e !
“un libro di racconti ispirati a luoghi della Terra: luoghi abitati da antiche leggende, oppure teatro di eventi memorabili, o ancora a mezza strada tra la realtà e la fantasia; un libro per sovversive e sovversivi dagli 8 ai 108 anni”

Ore 20.30 presentazione dell’ultimo libro pubblicato “L’invisibile ovunque”: durante la presentazione incursioni e letture teatrali della compagnia “tabù?”, che dal 2000 si impegna sulle problematiche dell’inclusione sociale.
“L’Invisibile ovunque si pone oltre l’arco ventennale che va da Q a L’Armata dei Sonnambuli, e attraverso quattro percorsi ambientati nella prima guerra mondiale rappresenta il nostro modo di NON celebrare il centenario della Grande Guerra.”

 

un video di presentazione di Wu Ming

 

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28 agosto 2015, ore 21

Giardino degli Angeli,

Ivano Marescotti ne DUE GIORNI E UNA NOTTE NELLA GRANDE GUERRA, dal libro di Maurizio Garuti

 

 Lettura-spettacolo di IVANO MARESCOTTI

 

Giardino degli Angeli, Castel San Pietro Terme (Bologna)

  ingresso libero.

 

Dal libro di Maurizio Garuti

DUE GIORNI E UNA NOTTE NELLA GRANDE GUERRA

Minerva Edizioni, 2015, pp. 64, € 5,00

 

1915: l’Italia entra nella grande guerra. C’è la mobilitazione generale e Giuseppe, un contadino emiliano di quarant’anni, con moglie e tre figli, viene richiamato alle armi e spedito in trincea. Il giorno prima del suo arrivo, la sua compagnia si è resa colpevole di un “atto di codardia”: i fanti, usciti per l’ennesimo assalto, hanno voltato le spalle al nemico e sono rientrati nei rifugi, approfittando del fatto che gli austriaci hanno eliminato il plotone dei carabinieri incaricati di sparare su chi ripiegava. le ore trascorrono nell’incubo di una punizione spietata. Giuseppe si troverà gettato nella roulette di un sorteggio dove sarà in gioco la vita o la morte. Un testo teso e drammatico, dove la ferocia immutabile della guerra si scontra con gli slanci altrettanto perenni della solidarietà umana. Da leggere in pubblico o in solitudine, a teatro o a scuola.

 

http://www.isuonidegliangeli.it/

 

garuti guerra

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  • Avis è in viaggio sulla Lusitania, nave diretta dal Canada all’Inghilterra carica di persone alla ricerca di una nuova vita. Cosa può sperare una povera orfana in un mondo in guerra? È il 1915 e la nave rischia l’attacco dei tedeschi: la Prima guerra mondiale sta per distruggere tutto. L’incontro con un professore misterioso le apre però uno spiraglio sul futuro grazie al racconto di un’isola magica abitata da strane creature…
  • Mondadori libri, tradotto da Egle Costantini, per ragazzi da 11 anni

 

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Erik Larson, Scia di morte, Neri Pozza

 

È una splendida giornata di maggio del 1915, una di quelle rare giornate di brezza lieve, mare calmo e bel sole, quando il Lusitania, il più grande transatlantico dell’epoca, un «levriero» capace di sostenere una velocità di oltre venticinque nodi, inferiore soltanto a quella dei cacciatorpediniere della marina britannica, naviga al largo delle coste meridionali irlandesi.
La nave, diretta a Liverpool, è salpata da New York a carico pieno, con duemila «anime» a bordo, incluso un numero inaspettato di bambini, e merci, bagagli e vettovaglie varie per un dislocamento di oltre quarantaquattromila tonnellate: il più imponente trasbordo di uomini e merci realizzato, secondo il New York Times, dall’inizio della guerra su un vascello o, meglio, su una vera e propria città galleggiante d’acciaio, inconfondibile coi suoi quattro fumaioli, e invulnerabile grazie alla sua straordinaria velocità.
Le acque del mare d’Irlanda sono state dichiarate «zona di guerra» dalla Germania, ma a bordo del Lusitania i passeggeri e il comandante William Thomas Turner si curano poco della dichiarazione e dell’avviso, pubblicato sui giornali newyorchesi dall’ambasciata tedesca a Washington, in cui si rammenta agli equipaggi che le navi dirette in quelle acque, battenti bandiera britannica o di uno qualsiasi dei paesi suoi alleati, sono «passibili di affondamento». Troppo veloce il Lusitania per qualsiasi sommergibile o imbarcazione militare tedesca. E troppo rassicurante la promessa protezione della Royal Navy britannica.
Con la sirena da nebbia ormai spenta e il sole alto e splendente, i passeggeri del Lusitania, vestiti con più cura e eleganza del solito in quell’ultima giornata di navigazione, sciamano così tranquillamente sui ponti. I ragazzini piú grandi saltano la corda, come sempre. I piú piccoli si aggirano con bambinaie e steward, a piedi o in carrozzina, con i ciucciotti al collo o appesi ai vestitini.
Sono circa le due e dieci quando, a sedici ore di navigazione da Liverpool, Leslie “Gertie” Morton, marinaio di diciotto anni, prossimo a ottenere il brevetto da secondo ufficiale, scorge a dritta sull’acqua un grosso spruzzo di spuma, una specie di gigantesca bolla che erutta in superficie. Qualche istante dopo lo spruzzo diventa una scia che rimane in superficie, come un lunga cicatrice pallida. In gergo marinaresco quella traccia di turbolenza lenta a svanire ha un solo nome: «scia di morte».
Di lì a poco, echeggia sulla nave, chiaro, il grido: «Siluro in arrivo!».
Sepolta sotto i dettagli ingarbugliati dell’affondamento di uno dei più grandi transatlantici della storia, Erik Larson scopre «una gran bella storia» e la narra con ritmo romanzesco, basandosi però rigorosamente su memorie, lettere, telegrammi o altri documenti storici. Ne emerge la saga di una nave e delle «molteplici forze, titaniche o pateticamente insignificanti, che in una bella giornata di maggio del 1915 sono confluite a produrre una tragedia di portata colossale, la cui vera natura e il cui significato sono rimasti a lungo celati tra le nebbie della storia».
Il libro numero 1 negli Stati Uniti

«Un thriller storico con personaggi realmente esistiti, dallo stile asciutto e incalzante».
Antonio Monda, la Repubblica

«Con Scia di morte, Erik Larson realizza la sua prova più matura e appassionante… Racconta l’affondamento del Lusitania e il conseguente ingresso degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale».
Antonio Monda, la Repubblica

«Un libro avvincente su un grande evento».
New York Times Book Review

Hanno scritto de Il Giardino delle bestie:

«Il lavoro documentario di Larson è eccezionale, ma lo è anche l’abilità narrativa con cui ricostruisce la Berlino di quegli anni».
Lara Crinò, il Venerdì di Repubblica

«Una magnifica, struggente… irresistibile storia vera».
New York Times

«Come Addio a Berlino di Christopher Isherwood, Il giardino delle bestie è la cronaca diretta di una società che precipita lentamente nella follia».
Chicago Sun-Times

Traduzione Laura Prandino
Erik Larson è nato a Freeport, Long Island, nel 1954. Collaboratore di Time, New Yorker, Atlantic Monthly, Harper’s e altre prestigiose riviste americane, ha scritto numerose opere, tra le quali si segnalano Isaac’s Storm (1999) e The Devil in the White City: Murder, Magic and Madness at the Fair That Changed America (2003), libro vincitore dell’Edgar Award in the Best Fact Crime 2004, di prossima pubblicazione presso Neri Pozza. Erik Larson vive a Seattle con la moglie e tre figlie.

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“Il mito asburgico, lungi dal morire con la fine dell’Impero, sembra anzi avere iniziato con questa la sua più suggestiva e interessante stagione”, ha scritto Magris.

 

un grande romanzo sul disfacimento dell’impero asburgico, dopo la Prima Guerra Mondiale, vissuta negli occhi di questa dissoluzione l’ha sofferta:

“Che cosa mai era successo, com’era possibile che il mondo fosse cambiato a tal punto?” Un day after intriso di nostalgia, senso di sconfitta, difficoltà ad adattarsi alla nuova misera realtà, fatta di disoccupazione, povertà, sofferenza morale e fisica per le ferite ancora aperte del conflitto.

Chi frequenta la letteratura centro europea di inizio secolo sa quanto possa essere affascinante: questo testo cattura subito l’attenzione del lettore, portandolo in una situazione di attesa per gli sviluppi della storia, con una tensione narrativa che ricorda quello de LE BRACI di Marai.

 

Lo stendardo, Alexander Lernet Holenia, Adelphi

Traduzione di Elisabetta Dell’Anna Ciancia

 

Negli ultimi mesi della prima guerra mondiale, sul fronte balcanico ormai disfatto, nasce un amore fra l’alfiere Herbert Menis e la bella Resa Lang. Un amore travolgente, stendhaliano e hofmannsthaliano, che sembra fuori tempo, nello scenario di rovine ormai moderne in cui si situa – così come fuori tempo appare, nelle sue splendide uniformi, il reggimento di cavalleria a cui il protagonista appartiene. Ma è proprio quello scarto di tempi, quel rispecchiarsi e momentaneo confluire di mondi paralleli a dare a questo romanzo una vibrazione estrema, un’accensione esaltante, nella leggerezza e in una sorta di incosciente allegria come pure nella cupezza demoniaca. Pubblicato nel 1934, Lo stendardo, qui presentato in una nuova traduzione, rimane oggi, insieme alla Cripta dei Cappuccini di Joseph Roth, il grande messaggio di congedo della civiltà asburgica, stretto nelle mani di un alfiere della letteratura, come una logora e nobile insegna.

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