Posts Tagged ‘libri rifugiati’
PREGHIERA DEL MARE, KHALED HOSSEINI, SEM
Posted in le news dal mondo del libro, tagged Khaled Hosseini, libri, libri novità, libri nuovi, libri rifugiati, preghiera del mare, sem on settembre 3, 2018| Leave a Comment »
Il nostro scaffale dedicato a rifugiati e migranti. I libri non hanno confini
Posted in Uncategorized, tagged add, ammare, approdo, autori einaudi, bauman, carlos spottorno, catozzella, clandestino, colfer, colombo, dall'altra parte del mare, don milani italiani stranieri, EINAUDI, einaudi colfer, esodo, FELTRINELLI, feltrinelli catozzella, feltrinelli pellai, feltrinelli quirico, frontiera, La crepa, laterza, laterza morales, leogrande, les mots libres, les mots libres bauman, libri migranti, libri rifugiati, libri rifugiati exit west, libri senza confini, mio nome non è rifugiato, morales, NERI POZZA, non siamo rifugiati, paura, pellai, quirico, salvezza, salvini, scaffale migranti, shaun tan, stranieri alle porte, Tunuè on luglio 2, 2018| Leave a Comment »
I LIBRI NON HANNO CONFINI.
“Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora io dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri.
(L’obbedienza non è più una virtù)
DON MILANI
Le librerie sono sempre state luoghi di incontro, in cui scoprire il mondo, ampliare gli orizzonti. I muri non aiutano nessuno, servono solo ad isolarsi, e a perdere la facoltà di udire le voci.
Aprire un libro vuole dire permettere al pensiero di confrontarsi con quello di un’altra persona, diventare empatici e propensi all’ascolto. Ad Atlantide trovate in bella vista un piccolo scaffale dedicato ai migranti. Per bambini e per grandi.
Ernst Lothar, Una viennese a Parigi, E.o
Posted in i libri che ci sono piaciuti - recensioni, tagged austria annessione romanzi, autori austriaci, E.O, Ernst Lothar, libri, libri consigliati, libri nazismo, libri nuovi, libri rifugiati, novità libri, recensioni, recensioni libri, Una viennese a Parigi on febbraio 11, 2018| 2 Comments »
“Vienna ha accettato l’annessione in maniera così passiva, si è rassegnata con una tale remissività..”. Motivo per fuggire da una Vienna osannante al Fuhrer, e rifugiarsi nella ben diversa Parigi (le prime pagine, quelle della scoperta della città, sono un vero e proprio inno alla Ville Lumiere) per la protagonista di Una viennese a Parigi. Dalla penna sapiente di Ernst Lothar, pagine che pulsano di vita e di grande storia, di resistenza e di riflessione. Del resto anche l’autore de La melodia di Vienna, di origini ebraiche, scelse di non restare nei territori del nazismo nel 1938, e al ritorno, dopo la fine della guerra, nel momento in cui l’antisemitismo era ancora ben vivo, fu accusato di codardia per avere abbandonato il Paese, dilemma morale ben vivo anche nei pensieri della giovane Franzi. Ottimo libro di agile lettura per rivivere il momento storico, per ben comprendere il dramma dei rifugiati, degli espatriati, appesi ad un documento sempre difficile da ottenere, con il pensiero alla Patria e alla famiglia rimasta a soffrire..
(p.s. continuiamo le nostre annotazioni sui tempi di recapito della posta. La corrispondenza spedita il 12 da Parigi raggiungeva Vienna già il 15. Nel 1938)
Ernst Lothar, Una viennese a Parigi, E.o
https://www.edizionieo.it/book/9788866329251/una-viennese-a-parigi
febbraio 2018, pp. 512
ISBN: 9788866329251
Traduzione: Monica Pesetti
Dall’autore della Melodia di Vienna, un altro capolavoro di uno dei grandi protagonisti della letteratura mitteleuropea riscoperto dalle Edizioni E/O. Ernst Lothar continua la sua indagine sui destini dell’Europa sospesa fra le due guerre mondiali.
Austria, 1938, i nazisti hanno occupato Vienna, l’Europa è sempre più vicina al baratro del secondo conflitto mondiale. Gli austriaci subiscono l’invasione con un misto di cecità e impotenza ma Franzi non è come gli altri e decide di abbandonare la città. La ragione non è la sua etnia o la sua religione, non è ebrea né appartenente ad alcuna minoranza. Solo non riesce a sopportare l’idea di assistere all’ascesa di Hitler. Si fa dunque trasferire a Parigi, in un ufficio di corrispondenza della casa di produzione cinematografica per cui lavora. In Francia tutto appare diverso: la gente è libera, nessuno teme che il proprio vicino di casa lo denunci, i cartelloni dei teatri sono ricchi di spettacoli, i bistrot traboccano di gente. Lì conosce un affascinante giornalista, Pierre, e anche se un sordido ricatto minaccia la loro unione, presto se ne innamora. Franzi è felice, ma sulla coscienza le grava il peso della sua scelta: è da codardi abbandonare il proprio paese nel momento del bisogno? Ma cosa avrebbe potuto fare da sola? Perché nessun austriaco ha mosso un dito per opporsi a Hitler? La guerra spazza via interrogativi, sogni e speranze. Pierre è costretto a partire per il fronte mentre la Francia cade sotto il giogo del Reich. È allora che Franzi vede nei francesi la stessa cecità che era stata degli austriaci, lo stesso desiderio di far finta che nulla stia succedendo. Ma questa volta Franzi non scapperà.
L’autore
Ernst Lothar
Ernst Lothar Müller (Brno 1890-Vienna 1974) è stato uno scrittore, regista e critico teatrale, grande interprete dello spirito austriaco. Nel 1938, a causa delle persecuzioni del regime nazista per le sue origini ebraiche, emigrò negli Stati Uniti dedicandosi all’insegnamento universitario. Dopo la caduta del Reich tornò a Vienna e continuò a scrivere. Fra i suoi romanzi ricordiamo La melodia di Vienna e Sotto un sole diverso.
Hakan Gunday, Ancóra, Marcos Y Marcos. Il nostro libro del cuore della settimana
Posted in Uncategorized, tagged Ancora, autori turchi, Hakan Günday, libri, libri immigrati, libri immigrazione, libri nuovi, libri rifugiati, marcos y marcos, NUOVI LIBRI, nuovi libri consigliati, prix medicis, recensioni, recensioni libri, TURCHIA on febbraio 17, 2016| Leave a Comment »
Il romanzo di questi anni disperati, di popoli costretti a lasciare le proprie terre in fuga dalla guerra, gente che implora “ancóra” acqua, “ancóra” vita. Un giovane autore nato a Rodi da genitori turchi dona ai lettori l’opera capace di fotografare quanto stiamo vivendo.
Pagine drammatiche, quasi urlate, grazie anche alla narrazione in prima persona di Gaza, figlio di trafficanti d’uomini, e promettente continuatore del business paterno, capace di divenire nella parte centrale perfetto esponente di quella che può ancora essere definita la banalità del male. Saprà approfittare del messaggio insito nella figura della rana, quella rana di carta ricevuta da un profugo afgano, simbolo buddhista della reincarnazione, della speranza di una nuova vita?
Il libro si è guadagnato in Francia il prestigioso Prix Medicis.
Hakan Gunday, Ancóra, Marcos Y Marcos
Daha, ancóra: è l’unica parola turca che conoscono i migranti clandestini. Ancóra acqua, ancóra pane, ancóra speranza. Viaggiano nel cassone di un camion per monti e deserti, verso la costa turca dell’Egeo. Lì entra in gioco Ahad. Carica i migranti sul furgone, attraversa il bosco e li nasconde sottoterra, nella cisterna del suo giardino. Attendono lì, per settimane, sognando la Grecia. La cisterna è buia e spoglia, la governa un tiranno bambino: Gaza, il figlio di Ahad. Cresciuto senza madre tra trafficanti di uomini, ha ricevuto un’unica lezione di vita: sopravvivi. E il suo cervello è diventato più veloce del suo cuore. Gaza è un piccolo genio, sogna di studiare al liceo, all’università. Ma tra lui e i suoi sogni c’è di mezzo Ahad, padre padrone. È la cisterna, la sua scuola; Gaza, scienziato in erba, studia il comportamento delle persone in cattività. Una notte di pioggia cambia tutto. Il furgone di Ahad esce di strada, i clandestini muoiono a decine nel precipizio. Gaza vede l’inferno con i suoi occhi e non vuole più saperne dell’umanità. C’è una voce chiara, tuttavia, che lo chiama, dal profondo della sua mente. È la voce di Cuma, clandestino afgano, amico perduto. Dalle sue mani ha ricevuto l’unico bene al mondo che gli sia caro: una rana di carta. Con quell’origami in tasca, sempre tra le dita, con quella voce in testa, Gaza cerca una via per la rinascita. Sarà questa rana, verde e salterina, a indicargli la strada.
Tradotto da Bertuccelli F.
Hakan Günday, nato a Rodi nel 1976, ha sangue turco e sguardo europeo. Figlio di diplomatici, cresce spostandosi da una città all’altra, per poi approdare a Istanbul, dove adesso vive.
A ventitré anni, invece di varcare il portone dell’università, comincia a trascorrere le giornate al caffè di fronte e scrive il suo primo romanzo. Da allora ne ha scritti otto, diventando in Turchia l’autore che tutti gli editori vorrebbero pubblicare, perché è un mito tra i giovani e campione d’incassi in libreria.
Racconta storie a tinte forti con stile vivo e fulminante, con passione cocente e sensibilità delicata. Tra incroci inediti di Oriente e Occidente, Hakan Günday coglie la vita in situazioni estreme, stagliandosi come una voce nuova e forte dell’Europa più giovane che cambia. Dopo A con Zeta, celebrato come miglior libro del 2011 in Turchia e tradotto in diciannove lingue, Ancóra affronta il tema scottante dei migranti ed è in corso di pubblicazione in tutto il mondo. In Francia è stato il caso letterario dell’autunno 2015 e ha vinto il prestigioso Prix Médicis.