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Streghe di Romagna

L’editore Il Ponte Vecchio continua la sua meritoria opera di ricerca storica con questo nuovo saggio di Giuliana Zanelli, una vera e proprio autorità:
 
Streghe di Romagna, Il Ponte Vecchio
 
 
Il saggio propone materiali lungamente frequentati da Giuliana Zanelli, quelli della stregoneria nel Cinque e Seicento, quando – pur nel progresso delle scienze e delle arti che chiamiamo Rinascimento e agli albori della Rivoluzione scientifica – in ogni parte d’Europa si accendono i roghi, sui quali ardono le streghe.
In una lunga sequenza d’anni, tribunali laici ed ecclesiastici istruiscono processi ai danni di donne e uomini accusati di maleficio e di patti diabolici, in una ossessione che riusciamo difficilmente a comprendere.
Nelle sue ricerche, l’autrice, pur nella consapevolezza delle dimensioni continentali del fenomeno, secondo la sua lunga abitudine di studio, non si allontana troppo da casa e dunque dalla concretezza della documentazione. In questo impegno, mentre alla luce di nuovi studi e interpretazioni affronta la rilettura di fatti di cui già si era occupata in passato, altri ne esplora, interrogando i documenti conservati nel fondo inquisitoriale della sua città.
Il racconto, che incorpora ampi stralci dai verbali dei processi, dà voce alle presunte streghe, ai loro delatori, alle chiacchiere di quanti testimoniano contro o a favore delle vittime sventurate di un tempo tragico.
Prende forma così un mondo di superstizioni, di paure, di fantasiose credenze la cui eco è giunta fino a noi.

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Venerdì 28 ottobre, ore 20,30

Biblioteca Comunale di Castel San Pietro

FESTA DELLA STORIA.

 

Presentazione del libro con la presenza dell’autrice Muriel Pavoni: “Veduta  di pianura con dame” Ed. La Meridiana – ritratti in forma di romanzo ispirati all’arte di donne: maestre, attiviste sindacali, partigiane vissute tra la Bassa Bolognese e la Romagna.

 

 Relatore Paolo Bassi.

 

Racconti liberamente ispirati alle vite di dieci donne partigiane che dal 1800 hanno contribuito alla storia del nostro Paese in qualità di attiviste (come Giuseppina Cattani, Maria Goia, Maria Luisa Minguzzi), staffette (come Ida Camanzi, Maria Margotti, Benilde Verlicchi), artiste che non declinarono al loro ruolo di fare la resistenza (come Cordula Poletti e Sonia Micela) o, ancora, maestre (come Maria Maltoni e Giovanna Righini Ricci).

Biblioteca Comunale di Castel San Pietro, via Marconi 29, Castel San Pietro Bo 051 940064

Gli altri appuntamenti castellani li trovate qui: http://www.festadellastoria.unibo.it/programma/la-festa-internazionale-della-storia-edizione-di-castel-san-pietro-terme-bo

http://www.festadellastoria.unibo.it/

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Attenti, osservate bene il cielo oggi, visto che

SE SA’ MICHIL U S’ BAGNA ALJ EL, E’ PIOV SENA A NADEL

L’arcangelo Michele è di solito rappresentato con le ali, e in caso di pioggia il 29 settembre, farà brutto tempo fino a Natale o per tutto l’inverno.

Notizia tratta da: Eraldo Baldini – Giuseppe Bellosi CALENDARIO E TRADIZIONI IN ROMAGNA Il Ponte Vecchio, 2016. Freschissimo di stampa!

 

Eraldo Baldini e Giuseppe Bellosi ripropongono in questo volume sia una loro fortunata opera del 1989, da molto tempo introvabile, “Calendario e folklore in Romagna”, sia una corposa nuova parte che funge da aggiornamento, integrazione e ampliamento di quel testo. Il ciclo dell’anno, scandito dall’avvicendarsi delle stagioni e dall’alternarsi di tempo del lavoro e tempo della festa, influenzava fino a un recente passato il modo di vivere, di essere e di pensare dell’uomo. Anche gli eventi climatici condizionavano fortemente l’attività umana, in gran parte incentrata sull’agricoltura e sull’allevamento. Nella cultura popolare le stagioni, i mesi e i giorni sono oggetto e spunto di numerosi proverbi, indovinelli, filastrocche, favolette, canti, che da una parte ne celebrano le caratteristiche mitico-rituali, religiose e culturali, dall’altra ne enunciano le particolarità concrete e materiali e servono quindi a trasmettere e memorizzare un vero e proprio vademecum per lo svolgimento delle attività agricole e pastorali, per le previsioni meteorologiche, per le ritualità tradizionali, ecc. Tali testi, qui disposti in ordine calendariale, in lingua romagnola e nella traduzione in italiano, sono spiegati e commentati: ne esce un affresco ampio e affascinante, di grande rigore scientifico e metodologico e, nel contempo, di interessante e piacevolissima lettura.

 

baldini-calendario

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stupendo questo nuovo saggio di Eraldo Baldini, dedicato ai riti della nascita in Romagna. Quante cose che passano ancora oggi tutti i giorni sotto il nostro naso sono illuminate dalle pagine dell’autore, rendendoci il loro significato, la loro provenienza. E sullo sfondo, costante, ritorna ancora il culto dei morti, la credenza che la nascita serva a far “tornare in vita” le generazioni passate, una sorta di filo continuo che si dipana nei secoli.
 
Eraldo Baldini, I riti del nascere in Romagna, Il Ponte Vecchio
 
La gravidanza, il parto, il battesimo e la primissima infanzia erano situazioni e momenti in cui si concentrava e si attuava una nutrita serie di usanze, riti, superstizioni, obblighi, tabù, derivanti spesso dalla religiosità precristiana, da miti e credenze arcaiche, dalla semantica e dalla simbologia (formatesi nei millenni) delle culture popolari e contadine.
Attraverso una vasta e meticolosa ricerca, Eraldo Baldini indaga quell’insieme tradizionale con la chiarezza e competenza che i lettori ben conoscono, portandoci non solo a delineare e a scoprire un quadro affascinante (e non privo di sorprese) di gesti e di simboli in parte oggi dimenticati, ma dandocene nel contempo le chiavi di lettura e consentendoci di comprendere meglio il «come» e il «perché» di importanti aspetti non solo rituali, ma anche socioculturali.
baldini

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suggerimento per chi abita ad Ovest del Sillaro:

Il giro di Bologna in 501 luoghi. La città come non l’avete mai vista,Bersani Serena, Newton Compton
Tra le torri e i portici, le epoche storiche e le tradizioni, un giro per scoprire luoghi e storie che svelano il volto noto e meno noto del capoluogo emiliano

 

giro di bo

 

per quelli ad Est del Sillaro:

Eraldo Baldini, I riti della tavola in Romagna, Pontevecchio

Mangiare non è mai stato solo “nutrirsi”, cucinare non è mai stato solo “preparare il nutrimento”. Questo libro, il primo del suo genere dedicato alla terra di Romagna, ci racconta i valori simbolici riservati agli alimenti e ai cibi, il loro uso (spesso rituale) nei momenti e nelle occasioni particolari dell’anno e della vita, le tradizioni e le superstizioni che accompagnavano la loro preparazione, la loro conservazione e il loro consumo. Ne emerge un universo affascinante, che ci riconduce a una società in cui, nonostante la povertà materiale, mangiare rappresentava un importante fatto sociale, culturale, rituale, legato intimamente ai percorsi ciclici del tempo delle stagioni e del tempo dell’uomo.

English: Location of Sillaro river - Italy Ita...

English: Location of Sillaro river – Italy Italiano: Posizione del fiume Sillaro – Italia (Photo credit: Wikipedia)

 

 

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Torniamo in ambito locale con una deliziosa pubblicazione dell’editore Carta Bianca di Faenza: il suo libro sulle case rurali della Vena del Gesso Romagnola lo segnaliamo con particolare piacere! Ci ripetiamo, la bibliodiversità culturale va tutelata! Piccolo è bello, grande è sovvenzionato (con i soldi della comunità)!

Stefano Piastra, La casa rurale nella Vena del Gesso romagnola, Faenza, Carta Bianca Editore

Quaderno 1 del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola.

La casa rurale tradizionale riflette, in una prospettiva storica, i condizionamenti posti dall’ambiente nei confronti dell’uomo e delle sue attività. Tale tema, classico in geografia umana, è recentemente tornato al centro dell’attenzione degli studiosi, poiché esso presenta oggi nuovi motivi di interesse, legati da un lato al valore culturale-testimoniale delle abitazioni, dall’altro ad un corretto recupero di queste ultime.
Nella Vena del Gesso (basso Appennino imolese e faentino), l’edilizia rurale va a costituire un vero e proprio “dialetto architettonico”, nell’ambito del quale l’unico materiale da costruzione impiegato è il gesso, sotto forma di blocchi e, una volta cotto e polverizzato, di legante: si tratta di case contadine del tutto diverse da quelle del resto dell’Appennino romagnolo, ai nostri giorni in gran parte abbandonate, ubicate in un territorio, quale la Vena, da sempre marginale e dove le condizioni di vita erano più precarie che in altre aree montane regionali.
La monografia affronta analiticamente l’argomento, proponendosi, oltre che come volume di ricerca, anche come strumento utile alla gestione del patrimonio edilizio storico presente all’interno del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola.

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